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- Pubblicato Giovedì, 06 Luglio 2023 15:41
- Scritto da Rizzi Luciano
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Sconosciuti alla Grande Storia - come molti
CST acronimo per 'Corpo di Sicurezza Trentino' - Trientiner Sicherungsverband in Tedesco, identifica un'atipica formazione paramilitare nata sulle rovine dei' 8 settembre 1943 che vide un proliferare di corpi armati ciascuno che rivendicava o si ispirava ai principi della fedelta al patto stretto con la Germania nazista: Lo stato di assoluta confusione rimase fino al momento nel quale si impose la volontà di Hitler e la sua visione di Grande Reich che radunasse tutte le popolazione lingua tedesa e la Regione Trentino Alto Adige fino a 25 anni prima ricadeva sotto l'autorità Asburgica.
La MVSN nata nel '23 sciolta dopo la caduta di Mussolini, sostituita dal nascente Esercito Repubblicano di Salò, a sua volta integrato/affiancato nel dicembre 43 dalla GNR comandata da Ricci e da altre formazioni o Bande Armate quali la X MAS dei Principe Borghese e le Brigate Nere di Pavolini : poi la Wehrmacht impegnata nella difesa dei fronte sud, e infine nel coarcervo istituzionale nel quale era precipitata l'Italia, anche il Trentino- Alto Adige non fece eccezione, tutt'alto!
Con tempismo teutonico il Commissario o meglio il Gaulaiter per il Titolo /Alto Adige, Hofer istituì, nel mese di settembre la “Zona di Operazione delle Prealpi” omeglio conosciuta con il nome di ' Alpenvorland Zone' , che incorporava di fatto al territorio del Reich, le Provincie di Bolzano-Trento e Belluno.
Si pose subito il problema della destinazione delle classi di leva 21-23 . Arruolarli nelle forze combattenti del Reich?
Solamente con l' intervento del Commissario / Prefetto Adolfo de Bertolini, apprezzato ma anche contestato per la scelta di mediare con i tedeschi, si giunse al compromesso di utilizzare la forza reclutata sul territorio dei compiti di ordine pubblico, di sicurezza interna, di tutela della popolazione verso possibili moti e disordini previsti e prevedibili, con l'assoluta proibizione di un loro coinvolgimento in azioni prettamente militari.
I Tedeschi aderirono a qeusta formula, anche se va detto che alcune unità furono impiegate in compiti anti guerriglia ( ma per la visione Tedesca, sempre di ordine Pubblico si trattava).
Alcuni reparti dei II Battaglione CST furono impegnati nel sanguinoso rastrellamento dei Monte Grappa che provocò centinaia di morti nelle file Partigiane
L'obiettivo era di disporre di una forza di 6.000 uomini addestrati e inquadrati in tre battaglioni tra i mesi di febbraio - luglio del 1944.
Il contingente non raggiunse mai la completezza degli organici anche se si stabilizzò sulla cifra non disprezzabile di 5.600 effettivi.
La forza paramilitare assunse compiti tra loro diversi, da polizia (l' Arma dei carabinieri era stata sciolta) , come guardie di custostia, vigilanza sul territorio, con compiti di ricerca e cattura piloti abbattuti e paracadutatisi, dei la radotta detenuti, da porre a guardia di obiettivi sensibili, quali caserme, ponti, strade, linee ferroviare. E non ultimo un loro impiego nella FLAK che stava assumendo un'importanza sempre più crescente e vitale per la tenuta del fronte.
Partecipò (Il III Batt.ne) a rastrellamenti antiguerriglia partigiana ma non si hanno notizie di azioni rilevanti. Fu impiegato nei territori immediatamente confinanti quali la Val d' Alpone, la Val d'Illasi e altre località della zona dell' Alpenvorland.
Furono arruolati anche cittadini alensi nel III. Battaglione con sede a Rovereto e competenza nella Bassa Vallagarina e Altogarda oltre che nelle località viciniori.
Si ricordano : Virgilio Cordioli, Mario Maranelli, Nave Elio (Prabubolo)*, Marco Deimichei, Vito Fracchetti.
Di Cordioli venne ricordato un episodio che lo vide protagonista con il concittadino Domenico Cutrì al quale Cordioli salvò probabilmente la vita, e che lo stesso Cutrì riportò in uno dei primi numeri de I 4 Vicariati
Di Marco Deimiche e Vito Fracchetti , la memorialistica ha ricostruito i fatti, espresso opinioni considerazioni, sviscerato ogni possibile dettaglio.
L'episodio che vide la morte e due giovani, ricordati in una lapide sul luogo dove avvenne l'uccisione, vide protagonista anche Mario Maranelli ; colpito dal fuoco tedesco , salvatosi per circostanze fortunate ( la coperta fermò i colpi della raffica di MP 40, che essendo proiettili in cal. 9mm ma “corto” per pistola, non possedevano un forte potere di penetrazione. Portato a Rovereto venne risprmiato .
Molti Storici ** analizzarono la vicenda dei CST e giunsero a conclusioni non controverse ma sospesero il giudizio sull'effettivo contributo alle vicende belliche. Sicuro rimane Si fatto che 5.600 giovani evitarono l'arruolamento nella GNR, scamparono alle deportazioni in Germania come lavoratori coatti, evitarono l'arruolamento nelle imprese quali la Todt e la Pohl,e conclusero gli ultimi 18 mesi di guerra in una situazione “ibrida” ma relativamente sicura.
Quando nel anni '60 il Parlamento emanò la legge 336 che riconosceva agli ex militari, combattenti o meno anche solamente richiamati per un solo giorno, ai fini pensionistici, non importava, dal 7 ai 10 (se invalidi) anni di contribuzione avvenuta.
Un modo dei svecchiare la pubblica Amministrazione perchè la Legge era applicata solamente ai dipendenti pubblici. (sic!) ***. in quel momento si ripropose la definizione giuridica degli apparteneneti al CST e alla FLAK. Non soldati o comunque lo furono sotto un'altra bandiera, non combatterono, nel modo tradizionalmete inteso, E allora che farne?
Fu l' incessante azione politica di Bruno Kessler e Enrico Bolognani, importanti rappresentanti della DC Trentina, che si fece carico di sciogliere con opportune argomentazioni e documentazioni presso la Commissione Parlamentare ( con il fondamentale aiuto di Flaminio Piccoli - pezzo da 90 della DC Nazionale- a sciogliere positivamente la quesione con il riconoscimento di militari a tutti gli effetti a quanti militarono nel CST o nella FLAK.
Per inciso sia Kessler che Bolognani prestarono servizio nella FLAK, 'spolettatore ' (?) Si primo, servente al pezzo il secondo.
Particolarmente attivo fu Bolognani nell'azione di informazione agli ex compagni, nel fornire chiarimenti, suggerimenti indicazioni e raccomandazioni. Il suo uffico allora in quegli anni attiguo al mio, era diventato una specie di Patronato.
La documentazione fotografica è tratta dal Volume di Sergio Tonelli relativo alle vicende dei III battaglione
* probabilmente si tratta di Elio Nave da Pianizzol
**Karl Stuhlpfarrer – U. Corsini - A.Piero - A.Rossaro
*** Mio padre richiamato 10 volte dal 1936 al 1943 e internato due anni in Germania ottene la Croce di Guerra, mio zio con 1 mese sul fronte Occidentale godette di un prepensionamento di 7 anni. Nessuna invidia ma una strana concezione delle Stato per i suoi Cittadini.
Luciano Rizzi