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 Per la politica dell'ambiente                                   Chi lotta può perdere,chi non lotta ha già perso! Guevara                                          

 

IL PCPA -piano comunale pluriennale attuativo - del comune di Ala    -parte 2


6.   ANALISI DELLA SITUAZIONE GEOLOGICA STRUTTURALE LOCALE E DEFINIZIONE  DELLE EVENTUALI PROBLEMATICHE LEGATE ALLA COLTIVAZIONE


6.2.1 Cave di Pilcante


L'area in esame e ubicata in destra idrografica del fiume Adige all'altezza dei km 12-13 della strada provinciale destra Adige tra le località Valene e Chiesurone. Il deposito alluvionale interessato dall'attività estrattiva e costituito da un materasso alluvionale terrazzato sabbioso, localmente sabbioso-ghiaioso, formato in epoca geologica recente dall'attività di trasporto e deposizione delle acque del F. Adige. La natura granulometrica del deposito e abbastanza omogenea con prevalente presenza di sabbie grossolane. Queste si presentano in serie ritmiche talvolta gradate verso l'alto a testimonianza del ripetersi di cicli ad energia di trasporto variabile. In seno alla vasta area oggetto di coltivazione sono state riconosciute diverse direzioni della corrente fluviale non necessariamente parallela alla valle a testimonianza dei variabili andamenti planimetrici dell'Adige. Tali variazioni vengono riconosciute sulla base della diversa stratificazione incrociata dalle lamine sabbiose.


Dal punto di vista idrogeologico l'area e interessata da una falda freatica di fondovalle con leggera pendenza verso SSO e che situa il proprio pelo libero, in periodi piovosi, alla quota di circa 142 slm.

La quota di massimo ribasso sarà a m 145 e in ogni caso a 2 ml sopra la quota di massima escursione della falda.


Sulla base di osservazioni dell'angolo di natural declivio delle porzioni sabbiose ghiaiose sciolte osservate al piede delle pareti subverticali si e ricavato un angolo medio compreso tra 33° e 35° assunto quale angolo d'attrito interno dello stesso materiale in condizioni sciolte. La subverticalità di pareti di scavo, mantenuta a breve termine, e dovuta a forze di coesione apparente momentanee dovute essenzialmente all'addensamento del deposito e a tensioni esercitate dall'acqua capillare presente negli interstizi del deposito sabbioso.

 

Nel presente Programma vengono di seguito descritte le modalità di sviluppo della coltivazione dell'area ai cui principi di massima dovranno attenersi i progetti di coltivazione con particolare riguardo alle fasi e alle quote di coltivazione. A tale scopo risulta auspicabile un accordo tra tutte le Ditte esercenti al fine di predisporre un progetto unitario su tutta l'area estrattiva.


Alla luce di quanto osservato preciseremo che in sede di sistemazione finale, le scarpate dovranno avere un'inclinazione tale da impedirne future instabilità anche se localizzate. Per le scarpate finali la stabilita potrà essere verificata rispetto ad un coefficiente di sicurezza pari a 1 solamente nel caso in cui, in posizione sopra-stante la scarpata, non esistono aree adibite a viabilità altrimenti, come prescritto dal D.M. 21.01.81 "Norme tecniche....", al comma G.3.2, il coefficiente di sicurezza non potrà essere infe-riore ad 1.3.


La perizia geologica geotecnica, a firma di un geologo iscritto al rispettivo Albo profes-sionale di appartenenza, che accompagnerà il pro-getto di coltivazione dovrà precisare le pendenze che dovranno definitivamente assumere le scarpate finali definendone i coefficienti di sicurezza nei differenti casi previsti. Essa dovrà inoltre verificare l'idoneità delle destinazioni d'uso delle aree ripristinate previste nel progetto. Essendo nelle intenzioni dell'Amministrazione un riutilizzo a discarica dell'area situata alla destra orografica della S.P., il progetto di coltivazione dovrà verificare le possibilità e le modalità di stoccaggio materiali inerti di II categoria tipo B come da D.P.R. 915 del 10.09.82, presupponendo un totale riempimento dell'area con ripristino agricolo. Per l'area di maggiori dimensioni situata alla sinistra della SP si procederà solamente ad un ripristino agricolo secondo le modalità di massima qui specificate.


6. 2.2      Cave di S. Cecilia - Guastum

 

La zona estrattiva in esame e ubicata nella località di S. Cecilia in seno a depositi terrazzati del F. Adige di età recenti. A differenza dei depositi osservati nell'area Pilcante, questi appaiono caratterizzati da elevata eterogeneità granulometrica con un locale netto prevalere della frazione grossolana su quella fine. Sulla base di osservazioni condotte nell'area di cava e stato valutato in 34°- 35° l'angolo di riposo del materiale eterogeneo in condizioni sciolte rinvenuto al piede dei fronti di scavo e pertanto assunto ai fini delle previsioni di massima espresse dal Programma, come angolo di attrito interno.del materiale. La massima inclinazione rinvenuta per i fronti di scavo attivi e stata di 80°. Tale subverticalità delle pareti di scavo, mantenuta ovviamente per breve termine, e dovuta a forze di coesione ,apparente dovuta essenzialmente a tensioni indotte a livello interstiziale dalle acque capil-lari e all'addensamento del deposito. Il denuda-mento, la successiva essicazione e lo scarico tensionale che si verifica lungo la superficie di scavo annullano tale effetto con conseguente fra-namento e nuovo equilibrio lungo superfici di riposo inclinate appunto di 34°-35° a seconda della composizione granulometrica.


Il Programma prevede pertanto una colti-vazione a gradoni contemporanei alle quote 180 e 163 (quote strada provinciale). Per quanto concernono eventuali ribassi del piano cava gli stessi potranno avvenire, nel rispetto delle disposizioni di "massimo recupero di sabbia" previste a pag. 107 del Piano provinciale, solo ad avvenuto completamento e relativo ripristino delle precedenti fasi; la coltivazione in ribasso dovrà inoltre avvenire contemporaneamente al riempimento con materiali inerti. La quota minima di ribasso non dovrà essere inferiore a 155 m s.l. e in ogni caso superiore a 2 ml dalla quota di massima escursione della falda idrica.

La destinazione finale dell'area e a fini agricoli. Il progetto di coltivazione dovrà pertanto specificare modalità e termini del previsto ripristino attenendosi a quanto indicato a livello di massima.


Esso dovrà essere accompagnato da perizia geologica - geotecnica a firma di un geologo iscritto al rispettivo Albo professionale di categoria, nella quale verranno precisate in modo particolare le pendenze che dovranno assumere le scarpate finali nel rispetto dei coefficienti di sicurezza previsti dalle vigenti Norme per i diversi casi.

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