Testo fisso

 Per la politica dell'ambiente                                   Chi lotta può perdere,chi non lotta ha già perso! Guevara                                          

La Cipriani è morta: lascia 4000 camion di fanghi
Il Trentino  13 gennaio 2009 —   
 
 ALA. Formalmente la morte nessuno l’ha ancora dichiarata, ma a mancare è solo l’ufficialità. Cessata il 10 dicembre la cassa integrazione, i 14 dipendenti superstiti (5 avevano già trovato un altro lavoro) della Distillerie Cipriani sono finiti in mobilità. Parte degli impianti sono stati smantellati e venduti. Di ripartire a Chizzola non si parla nemmeno più. Resta la carcassa di quella che fu una azienda. E soprattutto, resta un’area sulle cui condizioni, dal punto di vista sanitario, ancora non ci sono certezze.
 E’ la partita più grossa in questo momento, e prescinde del tutto dal versante giudiziario, che avrà giovedì il suo prossimo atto e di cui scriviamo a fianco. Da quando ormai due anni fa, l’azienda fu di fatto chiusa dai sigilli della Procura sui suoi scarichi nel canale Biffis e nel rio Sorne, gli impianti e i terreni su cui insiste sono oggetto di verifiche e campionature. E i primi risultati, di una procedura di accertamento la cui lentezza preoccupano molto i residente di Chizzola, sembrano essere solo in parte rassicuranti.
 La falda non sarebbe completamente compromessa, ma ci sarebbe una «bolla di inquinanti» sotto alcuni pozzi aperti nel perimetro della fabbrica. Si potrebbe immaginare che siano stati utilizzati impropriamente come scarichi, ma sarebbe allo stato degli accertamenti solo una ipotesi. Sta di fatto che proprio per evitare di far spostare gli inquinanti nella falda, resterebbe in vigore il divieto di utilizzo dei pozzi artesiani di irrigazione nelle campagne e negli orti attorno alla Distillerie. Quando sarà chiaro (si attendono ancora gli esiti delle analisi, affidate a un laboratorio a Roma) che cosa si trovi lassotto e in che quantità, si valuterà anche come intervenire per la bonifica, sempre che il problema non si «risolva da solo»: la falda è alimentata dalle piogge, e inevitabilmente piano piano gli inquinanti saranno dilavati.
 C’è poi la partita dello smaltimento di tutti quei rifiuti che lo smantellamento dello stabilimento rende non più stoccabili. Una montagna di ex materie prime ormai degradate e diventate rifiuti a pieno titolo. Si parlerebbe di una mole imponente: 3000 o 4000 camion. Fanghi oggi contenuti nei silos e nell’impianto. Avviarli ad impianti di depurazione dimensionati per riceverli (Brescia) avrebbe costi enormi: l’azienda si è accordata con la Provincia per diluirli molto ed immetterli nelle fognature, perchè siano smaltiti dal depuratore della Villetta. Un processo che sarà seguito 24 ore al giorno dall’Appa e che durerà dai 2 ai 3 anni, ma che inizierà solo dopo ulteriori adeguamenti degli impianti interni.
 Tutti ragionamenti ad «azienda morta», comunque. Le ipotesi di rettificazione di alcoli e produzione di etanolo sarebbero tramontate: antieconomiche entrambe.
 
 
Giovedì l’udienza ma col nuovo giudice
Il Trentino  13 gennaio 2009 —   
 
 ROVERETO. La sentenza era attesa per l’ottobre scorso, ma il deposito di ulteriore documentazione aveva costretto ad un rinvio. Emanuele Cipriani tornerà in aula giovedì, e potrebbe essere la volta buona. Solo «potrebbe», perchè il processo è stato condotto dal giudice Ettore Di Fazio, appena trasferito a Trento: ora passa ad un altro magistrato, ed il rischio che debba prendere tempo è forte.
 Di fatto si confrontano due tesi opposte e inconciliabili, e con effetti dirimenti. Per l’accusa (e i tecnici dell’agenzia provinciale per l’ambiente) il processo produttivo delle Distillerie Cipriani produceva 20 tonnellate di fanghi al giorno più di quante ne risultavano legalmente e ufficialmente smaltite. Conclusione dell’accusa, per almeno due anni (dal giugno 2005 al febbraio 2007) sono finite illegalmente nel canale Biffis e nell’Adige 20 tonnellate di fanghi inquinanti al giorno.
 E’ una ricostruzione che i tecnici dell’azienda contestano completamente: il calcolo fatto non terrebbe conto proprio del funzionamento del sistema di depurazione. In altre parole, i tecnici Appa non avrebbero capito nulla di come funzionava la Distillerie Cipriani. Un enorme malinteso, costato l’azienda ai Cipriani, 20 posti di lavoro e spese enormi. Non ci sono vie di mezzo: o l’una, o l’altra. E decidere tocca al magistrato. Col Comune di Ala spettatore interessato: per quell’inquinamento chiede 5 milioni di euro di risarcimento a nome della comunità.
 
 
E ora il problema dei rifiuti da smaltire
IL Trentino  16 gennaio 2009 —   
 
 ROVERETO. Dal punto di vista aziendale, la vita della Distellerie Cipriani pare ormai esaurita. In mobilità i dipendenti (14 quelli rimasti), smantellata e venduta parte degli impianti. Restano aperte due partite, però. La massa di rifiuti rimasta nella fabbrica da smaltire: si parla di 4000 camion di rifiuti. E l’eventuale bonifica del sottosuolo: le analisi sono ancora in corso, ma almeno una parte della falda, in corrispondenza di alcuni pozzi all’interno del perimetro dell’azienda, risulterebbe inquinata e quindi da risanare. Procedimenti entrambi lunghi e costosi: il tavolo sul quale si giocherà probabilmente la prossima partita tra Provincia, comune di Ala, agenzia per l’ambiente e Distillerie Cipriani.
 
 
Inquinamento: 2 anni e 4 mesi a Cipriani
Il Trentino  16 gennaio 2009 —   
 
 ROVERETO. Per l’accusa, con la sua azienda, la Distillerie Cipriani di Chizzola, ha inquinato sistematicamente l’Adige scaricando ogni giorno tonnellate di fanghi inquinanti (una ventina) nel canale Enel. E questo per almeno un anno e mezzo, dal giugno 2005 al febbraio 2007: il periodo tra i primi accertamenti e l’apposizione dei sigilli agli scarichi. Dopo un anno di confronto tra periti e legali, ieri Emanuele Cipriani è stato condannato con durezza inattesa: 2 anni e 4 mesi di reclusione.
 Dovrà anche risarcire l’unica parte civile al processo per inquinamento: il comune di Ala. Il giudice ha ritenuto legittime sia la richiesta di risarcimento per il peggioramento della qualità della vita derivato ai cittadini da queli inquinamenti, sia la pretesa del comune di Ala di farsene portatore. Cipriani dovrà pagare in via provvisionale 50.000 euro, ma sarà poi un giudizio civile a stabilire la giusta entità del risarcimento dovuto. Il comune, tramite il suo legale Germano Berteotti, ha chiesto 5 milioni e 6874 euro. I seimilaottocento euro per le spese sostenute per i controlli in azienda; il resto per i danni «morali».
 Dal punto di vista dei fatti, era stata l’udienza precedente, con il confronto tra i periti, a fare chiarezza. La Cipriani, che otteneva alcol distillando vinacce e melasse, produceva 40 metri cubi di reflui al giorno. Che venivano immessi in un impianto di depurazione. In un anno, la stessa ditta prova lo smaltimento autorizzato di 80 tonnellate di fanghi secchi: quanto resterebbe secondo i suoi tecnici dopo che i reflui vengono processati dal depuratore, in un ciclo a circuito chiuso nel quale vengono reimmessi anche i fanghi parzialmente trattati dal depuratore stesso. Secondo i tecnici dell’Appa, un calcolo impossibile da sostenere. Richiederebbe la capacità del depuratore di abbattere il 98,5 per cento dei rifiuti. Verificati tipo ed efficienza del depuratore Cipriani, mancherebbero al conto 7920 tonnellate di fanghi all’anno. Circa 20 tonnellate al giorno, appunto.
 Va detto che alla Cipriani gli inquirenti sono arrivati partendo dal dato di fatto di un inquinamento da sostanza organica nel canale Enel e nell’Adige scoperta addirittura in Veneto. Dove si acertò la presenza di microorganismi tipici dell’inquinamento da scarti di lavorazione dei processi di distillazione. Da Bussolengo i tecnici veneti seguirono la traccia di quei microorganismi a ritroso. Salendo l’Adige e arrivando all’innesto del canale. Le cui acque ne risultano invece prive in ingresso. In tutta la tratta del canale, l’unico scarico è quello della distilleria di Chizzola, attraverso il pozzo che deriva nella stessa condotta anche gran parte delle acque del rio Sorne. Sono gli «indizi» che hanno spinto l’Appa a verificare processo produttivo e di trattazione dei reflui della Cipriani. E a concludere con l’accusa di inquinamento di acque superficiali per la quale ieri Emanuele Cipriani, legale rappresentante della azienda, è stato severamente condannato. Sentenza che la difesa respinge come frutto di un clamoroso malinteso tecnico, annunciando fin d’ora il ricorso in appello non appena despositate le motivazioni.
-Luca Marsilli
 
 
Così il Comune risarcirà Chizzola
Il Trentino  31 gennaio 2009 —   
 
 ALA. Tante le opere pubbliche in programma nel bilancio comunale da 21 milioni di euro approvato dal consiglio comunale: 11 i sì, 3 i no (Agostino Trainotti, Albino Kuel e Luigino Peroni) e 3 astenuti. Approvato anche un ordine del giorno che prevede la destinazione di 50.000 euro, quale provvisionale dopo la condanna delle distillerie Cipriani per inquinamento, alla valorizzazione del territorio di Chizzola. Una sorta di risarcimento per i danni subiti all’ambiente dagli scarchi dell’impianto industriale. Tra le opere più importanti in bilancio figurano la sistemazione della piscina comunale (sia alle vasche che al tetto) con la creazione di una piccola piscina esterna, la nuova caserma dei carabinieri e la sistemazione delle scuole di Santa Margherita. Altri interventi sono previsti sulla viabilità come il marciapiede di San Martino e le due rotatorie, l’allargamento della strada provinciale da Chizzola a Santa Cecilia (alcuni tratti pericolosi già teatro di incidenti).
 E ancora: programmati l’ampliamento della mensa scolastica, il piano per gli insediamenti produttivi di Marani e l’acquedotto potabile di Serravalle.
 Durante la seduta si è aperto un dibattito sulla questione rifiuti solidi urbani e sulla convenzione con il C10 ed è stato proposto di applicare le tariffe in base alla quantità di rifiuti che si produce, ma ciò non sembra attuabile nel breve. Soddisfatta il sindaco Giuliana Tomasoni: «Abbiamo discusso in un clima abbastanza sereno rispetto ad altre sedute. Speriamo si possa lavorare ancora così in un rapporto collaborativo».
- Jacopo Franchini
 
 
Cipriani: via allo smaltimento
Il Trentino 06 febbraio 2009 —
  
 ALA. L’autorizzazione da parte della provincia è arrivata. E da qualche giorno è iniziato lo sversamento graduale nella fognatura ordinaria della montagna di fanghi stoccati nel perimetro della Distillerie Cipriani, a Chizzola. Una operazione che durerà anni: quelli necessari perchè i 28 mila metri cubi di borlande (fanghi di depurazione, materie prime deteriorate e ormai inutilizzabili, semilavorati estratti dagli impianti ormai chiusi) possano essere digeriti dal depuratore civile alla Villetta. L’accordo era stato raggiunto ormai qualche mese fa, constatato che lo smaltimento di quella montagna di rifiuti in discariche specializzate fuori regione, avrebbe avuto un costo enorme (nell’ordine dei 100 euro a metro cubo: quasi 3 milioni di euro) ed anche un impatto ambientale notevole, per i 4 o 5 mila camion che sarebbero serviti per spostarla tutta. Considerato che il depuratore civile della Villetta, aveva dei margini di aumento del carico inquinante e che le borlande hanno caratteristiche chimiche e biologiche assimilabili a quelle degli scarichi urbani, si è deciso di smaltirle molto gradualmente, e previa diluizione, mandandole nella rete fognaria. E’ quello che ora, sotto la supervisione dell’Agenzia provinciale per l’ambiente, si è iniziato a fare. Il primo impatto sul depuratore, stando alle indiscrezioni, sarebbe stato notevole, con lo sballamento immediato di molti valori. Ma era prevedibile che servisse del tempo per ritarare l’intero sistema, se non altro per l’aumento improvviso di massa organica che le culture batteriche dell’impianto si trovano a dover decomporre.
 
 
 
Blitz notturno alle distillerie «Cipriani»
L’Adige  07/03/2009 09:22
 
ALA - Ancora un episodio di inquinamento ambientale nel torrente Sorna e i carabinieri del Noe, il nucleo operativo ecologico, e i tecnici di Appa al lavoro già nella notte fra giovedi e venerdi per cercare di capire cosa sia accaduto e quale sia l'entità dell'episodio e del rischio. Lavoro che hanno continuato poi per tutta la giornata di ieri. I tecnici della provincia e gli uomini dell'arma sono intervenuti in piena notte, dopo aver ricevuto una segnalazione che indicava la presenza di materiali estranei e di una vasta chiazza colorata nell'alveo del Sorne, effettuando un primo sopralluogo nelle acque del torrente all'altezza dell'abitato di Chizzola, poco piu a valle della della distilleria «Cipriani».
Ed è stata proprio la distilleria ad entrare subito nell'occhio degli agenti e dei tecnici della provincia per la protezione dell'ambiente. Nella notte fra giovedi e venerdi, gli agenti hanno provveduto ad effettuare una serie di campionature delle acque del torrente. Ieri mattina è stata la volta del "sospettato" numero uno: appunto la distilleria Cipriani, ormai chiusa da due anni e da allora al centro di un'indagine giudiziaria che si è conclusa qualche mese fa con una condanna pesante in primo grado, due anni e quattro mesi di carcere, per l'amministratore delegato della società, Emanuele Cipriani. (Articolo completo sull'Adige cartaceo)
Tiziano Bianchi
 
 
 
Inquinamento, sequestrata la distilleria Cipriani
Il Trentino  13 marzo 2009 —   
 
 ALA. La condanna in primo gtrado a Emauele Cipriani risale a due soli mesi fa: due anni e 4 mesi per aver sversato nel canale Biffis 20 tonnellate al giorno di fanghi, per un anno e mezzo secondo la ricostruzione della Procura. Ma non è per questo che ieri i carabinieri del Noe hanno apposto i sigilli alledistillerie di Chizzola. La settimana scorsa avrebbero sospreso l’azienda mentre scaricava rifiuti speciali nel rio Sorne, attraverso una tubatura abusiva.
 Il blitz del Noe risale alla notte tra giovedì e venerdì della scorsa settimana. Pare che alcuni confinanti, insospettiti dalla presenza di auto all’interno del recinto della distilleria, abbiano dato l’allarme. I Noe sono entrati in azione la notte stessa, raccogliendo campioni di rifiuti liquidi che sono poi stati confrontati con le sostanze prelevate in azienda martedì. «I carabinieri - racconta Giancarlo Cipriani - sono stati da noi martedì, abbiamo assistito al prelievo dei campioni. Secondo loro ci sarebbero analogie con quanto trovato nel rio Sorne». Nicola Stolfi, avvocato della famiglia Cipriani, non intende prestarsi a illazioni: «Chiediamo un incidente probatorio, una verifica tecnica alla presenza di esperti da eseguire subito, prima che si possa eccepire sull’attendibilità dei risultati. Vogliamo che venga fatta chiarezza».
 Lo stesso lodevole impegno ce lo stanno mettendo anche i carabinieri del Noe, che ieri hanno passato buona parte della giornata all’interno delle distillerie per apporvi i sigilli della magistratura. Non inganni la dicitura sequestro “cautelativo”, la faccenda è molto più grave di quanto non traspaia dalle formule burocratiche. Nello specifico, i Cipriani sono sospettati di aver disposto una tubatura abusiva. L’azienda, fino al contava infatti su due scarichi: quello di maggiore portata scaricava in un pozzetto che a sua volta scaricava nel canale Enel, mentre quello di portata inferiore scaricava nel rio Sorne. Nel novembre 2006, per l’ipotesi di inquinamento che portò poi alla condanna di Emanuele Cipriani, la Procura sigillò lo scarico più importante, consentendo all’azienda di utilizzare lo scarico di servizio sotto stretto controllo dell’Appa. Ma poco tempo dopo anche il secondo scarico venne chiuso, sulla base dei rilievi dell’Appa. La distilleria ripartì a ciclo chiuso, costretta cioè ad accumulare gli scarti stoccandoli all’interno di fusti che poi venivano affidfati a una ditta esterna per lo smaltimento. Venne poi imposto, come condizione per riaprire i rubinetti, un depuratore controllato dalla Provincia, che consente il rilascio di soli 100 metri cubi di rifiuti trattati nelle tubazioni della fognatura. Rimanevano da smaltire con questa modfalità 23 mila metri cubi di fanghi. Di questi, cinquemila sarebbero già stati smaltiti attraverso plurimi passaggi nel depuratore. E’ un processo lento, ma necessario per abbattere gli agenti inquinanti. Ma non c’è certezza su dove siano finiti i rifiuti, poichè il blitz del Noe della settimana scorsa mette in seria discussione la procedura, ipotizzando l’esistenza di una tubatura nascosta che scaricherebbe nelle Sorne a monte dell’impianto.
 L’assessore all’ambiente di Ala Roberto Zendri, pur senza sbilanciarsi, assicura che il contenuto del dossier «è molto pesante. Da oggi sono autorizzati a entrare in azienda solo il personale del Sois, il Servizio opere igienico-sanitarie della Provincia, dell’Appa e dell’amministrazione comunale». Stamattina in municipio vertice tra Appa, Comune e Sois per verificare la migliore metodologia per smaltire i 18 mila metri cubi di rifiuto residuo.
 
 
«Tre tubi scaricavano fanghi nel Sorne»
Il Trentino  14 marzo 2009 —   
 
 ROVERETO. Una situazione di grande delicatezza, che ha costretto a muoversi mirando a interrompere l’inquinamento in corso ma anche ad evitare guai maggiori all’ambiente. Ed anche un quadro dal quale emergerebbe una spregiudicatezza notevole, che varrà a breve una nuova richiesta di rinvio a giudizio per Emanuele Cipriani, titolare della ormai ex distilleria di Chizzola. Il sequesto della ditta è l’ultimo passo: il modo per scongiurare rischi ulteriori.
 A mettere in moto nuovamente la magistratura - lo stesso imprenditore due mesi fa è stato condannato a 2 anni e 4 mesi per inquinamento - è stata una segnalazione a carabinieri ed Agenzia per l’ambiente, che il 6 marzo si sono presentati a sorpresa sul rio Sorne. Scoprirono che la segnalazione era fondatissima: nella parte terminale del torrente, poco sopra la confluenza nell’Adige, era evidente la presenza di materiale color cioccolato e rossastro. Risalendo le tracce superarono gli scarichi «ufficiali» della Distillerie Cipriani, chiusi da tempo, ed arrivano fino alla parte più a monte dell’area occupata dall’azienda, quella che ospita il depuratore. Trovando tre tubature posticce che scaricavano fanghi, nemmeno molto diluiti, direttamente nel torrente. Sembravano provenire tutti da dentro l’area Cipriani. Due sarebbero risultati collegati al depuratore ed uno direttamente ad un silos. Uno dei tre dove sono stoccati i 28.000 metri cubi di residui di lavorazione, fanghi e materie prime ormai deteriorate ed inutilizzabili che costituiscono la scomoda eredità dell’attività industriale interrotta dalla magistratura nell’ottobre 2006.
 In questo momento, grazie ad un accordo tra azienda, provincia e comuni, quella massa di materiale inquinante è in fase di smaltimento, ma ci vorranno quattro o cinque anni. L’accordo prevede che il depuratore dell’azienda sia mantenuto in funzione e riceva gradualmente tutto quel po’ po’ di immondizia. La tratti per quanto può e scarichi nella rete fognaria intercomunale i suoi reflui di risulta, ad un ritmo molto ridotto, perchè il depuratore della Villetta finisca l’opera. Questo processo in corso ha costretto carabinieri e tecnici dell’Appa ad agire con molta delicatezza: bloccare tutto significava far morire le colonie batteriche del depuratore e quindi far marcire all’aria aperta la massa di reflui contenuta nei vasconi. Inoltre si sarebbe arrestato anche il processo di smaltimento concordato, e trattare quei rifiuti è interesse non solo dell’azienda ma anche di tutta la comunità, visto che in qualche modo smaltiti devono essere. Quindi hanno documentato in ogni dettaglio la situazione trovata, fotografando i tubi in piena azione di scarico, ma poi hanno sgomberato il campo per ritornare col personale adatto e sufficiente ad intervenire, pochissimo tempo dopo. Tempo sufficiente comunque perchè sparisse tutto. Via i tubi, nessuna traccia di attività in azienda.
 Era appunto, venerdì 6 marzo. Martedì 10 ulteriore sopralluogo nella fabbrica, per raccogliere campioni da confrontare con quelli presi sul rio Sorne. E l’altro ieri il sequestro dell’intera area aziendale. A seguire il corretto funzionamento del deputatore è ora personale della Provincia, che è stata nominata custode dell’area. Lo smaltimento regolare prosegue, ma nessuno dei proprietari può più entrare in azienda.
 
 
 
Reg.delib.n.  676  Prot. n. 308/D/09
VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE
 
O G G E T T O:
Approvazione con prescrizioni dell'Analisi di rischio relativa al sito ricadente su tutta l'area di proprietà della ditta "Distillerie F.lli Cipriani", in C.C. Chizzola (Comune di ALA).
Il giorno 27 Marzo 2009 ad ore 09:05 nella sala delle Sedute
in seguito a convocazione disposta con avviso agli assessori, si è riunita
LA GIUNTA PROVINCIALE
sotto la presidenza del
 
PRESIDENTE
LORENZO DELLAI
 
Presenti:
VICE PRESIDENTE
ALBERTO PACHER
 
ASSESSORI
MARTA DALMASO
MAURO GILMOZZI
LIA GIOVANAZZI BELTRAMI
TIZIANO MELLARINI
ALESSANDRO OLIVI
FRANCO PANIZZA
UGO ROSSI
 
Assiste:
LA DIRIGENTE
PATRIZIA GENTILE
 
Il Presidente, constatato il numero legale degli intervenuti, dichiara aperta la seduta
 
Il Relatore comunica:
in data 03 luglio 2007 è stato sottoscritto un accordo di programma tra la Provincia autonoma di Trento, il Comune di Ala e la ditta “Distillerie F.lli Cipriani” per la definizione del coordinamento operativo tra le parti al fine di porre in essere gli interventi di cui al Titolo V (Bonifica di siti contaminati) del D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152 sul sito potenzialmente inquinato ricadente su tutta l’area di proprietà della ditta “Distillerie F.lli Cipriani”, in C.C. Chizzola (Comune di Ala).
Per le vicende e le motivazioni che hanno portato all’attivazione della procedura negoziata, si richiamano i contenuti dell’accordo di programma e la deliberazione n. 1337 di data 22 giugno 2007, con la quale si è approvato il testo dell’accordo, autorizzando il Presidente della Provincia autonoma di Trento alla sua sottoscrizione.
In ottemperanza dell’art. 4, comma 1, del citato accordo di programma, le Distillerie F.lli Cipriani hanno presentato, in data 02 agosto 2007 ed a firma del loro consulente tecnico ing. Alessandro Bettini, il documento del Piano di caratterizzazione di cui all’art. 242, comma 3, del D.Lgs. n. 152/2006, ai fini dell’approvazione ai sensi di legge.
Con deliberazione n. 2395 di data 31 ottobre 2007, la Giunta Provinciale ha approvato il predetto Piano di caratterizzazione ed ha autorizzato l’esecuzione delle indagini pianificate, subordinatamente al rispetto delle prescrizioni formulate dagli enti competenti.
Con nota di data 27 aprile 2008, acquisita al prot. n. 443 di data 30 aprile 2008 del Progetto speciale, l’ing. Bettini trasmetteva al Progetto speciale recupero ambientale e urbanistico delle aree industriali, “in ottemperanza alle prescrizioni contenute nell’approvazione del Piano di Caratterizzazione e successive modifiche”, copia della relazione tecnica riguardante le attività svolte e copia certificati analitici dei campionamenti effettuati (acqua di falda e suolo)
Con nota di data 3 giugno 2008 prot. 570/08-P304 – GR/mt, il Progetto speciale invitava le Distillerie F.lli Cipriani ad integrare la documentazione presentata; tra le altre cose, la ditta veniva invitata a presentare l’Analisi di rischio sito-specifica, prevista dall’art. 5 dell’accordo di programma e dal comma 4 dell’art. 242 del D.Lgs. n. 152/2006 e da svilupparsi secondo i criteri riportati nell’Allegato 1 al Titolo V della parte quarta del predetto decreto.
Dopo concessione di proroga la ditta, con nota di data 22 luglio 2008 acquisita in pari data al prot. n. 773 del Progetto speciale, trasmetteva la citata Analisi di rischio ai fini della sua approvazione, così come previsto dall’art. 5 dell’accordo di programma.
Essendo l’areale interessato dall’indagine ambientale superiore ad un ettaro, l’approvazione amministrativa del citato documento tecnico, così come stabilito dal combinato disposto degli artt. 77 bis, comma 2, e 102 quater del T.U.L.P. in materia di tutela dell’ambiente dagli inquinamenti, compete alla Giunta provinciale, previa istruttoria condotta dal Progetto speciale recupero ambientale e urbanistico delle aree industriali in virtù della delibera della G.P. n. 247/2004.
Con nota prot. n. 846/08-P304-GM di data 08 agosto 2008, il Progetto speciale ha inviato all’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente e al Comune di Ala copia di tutta la documentazione presentata, al fine di ottenere i pareri di legge. Copia della documentazione è stata parimenti trasmessa all’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari e al Servizio geologico della Provincia autonoma di Trento per una valutazione di competenza.
Con nota prot. n. 17896 di data 15 ottobre 2008, acquisita in pari data al prot. n. 1102 del Progetto speciale, il Comune di Ala ha espresso quanto segue: “al fine dell’espressione del parere richiesto, si ritiene opportuno rimettere alle valutazioni di ordine igienico-sanitarie che saranno formulate dalla Direzione Igiene e Sanità Pubblica dell’Azienda Sanitaria Provinciale”.
Con nota prot. n. 0061320 di data 21 ottobre 2008, acquisita in pari data al prot. n. 1115 del Progetto speciale, l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari ha espresso quanto segue:
“ … vista la Relazione Tecnica riguardante le attività svolte, i Certificati Analitici e l’Analisi di Rischio Sanitario, in considerazione che:
·     la caratterizzazione ha rilevato, per arsenico-ferro e manganese, il superamento della Concentrazione Soglia di Contaminazione nei pozzi “Oltre Sorne” e “Depuratore”;
·     l’unica matrice contaminata è l’acqua di falda;
·     non sembrano esistere nessi casuali tra le attività svolte dalla Ditta e la contaminazione di arsenico;
condividendo le conclusioni riportate nell’Analisi di Rischio Sanitario ed in particolare l’insufficienza della caratterizzazione, che non è riuscita ad individuare la sorgente contaminante, sia per l’arsenico che per il ferro e il manganese, nonché il sospetto che per questi ultimi vi sia un apporto proveniente dall’esterno (a monte della Ditta);
la scrivente ritiene opportuno suggerire un supplemento di indagini (sondaggi ed esami analitici dell’acqua di falda) al fine di caratterizzare con maggiore dettaglio ed individuare l’eventuale presenza della sorgente di contaminazione della falda all’interno dell’area Cipriani e contestualmente intraprendere tutte le azioni e ricerche necessarie per definire in modo univoco se vi sono apporti esterni alla contaminazione della falda”.
Con nota prot. n. 7395/2008-S-U221 di data 27 ottobre 2008, acquisita in pari data al prot. n. 1143 del Progetto speciale, l’Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente – Settore tecnico ha espresso quanto segue:
“1) Con Delibera della Giunta Provinciale n. 2395 del 31 ottobre 2007 per l’approvazione del Piano della caratterizzazione, si richiedeva fra l’altro che venisse inoltrato il certificato di destinazione urbanisticadell’area che non è stato ancora trasmesso e di cui si rimane in attesa.
2)     Nella stessa delibera veniva richiesto di acquisire, in sede di sondaggio, i parametri sito-specifici richiesti da APAT; in particolare per quanto riguarda la falda (conducibilità idraulica, gradiente, …) e l’infiltrazione efficace non è corretto utilizzare parametri di default.
3)     Sempre con riferimento alla falda, deve essere chiarito il motivo per cui da una soggiacenza di 15,60 m in PAT 1 si passa ad una soggiacenza di 27,90 m in PZ C5 posto a poco più di un centinaio di metri di distanza.
4)     La normativa sui siti contaminati sancisce che le acque sotterranee sono da considerarsi inquinate, indipendentemente dal loro uso e dai percorsi di esposizione, quando sono superate le CSC al punto di conformità che si trova sul confine idrogeologicamente a valle del sito. Dato che non sono state presentate analisi in tale punto (che potrebbe essere assimilato al PAT 2, semprechè esso attinga dallo stesso acquifero di PZ C1 e PZ C5), è necessario eseguire delle analisi in tale punto e verificare il loro livello di contaminazione con riferimento alle CSC.
5)     Dato che per le acque sotterranee le CSR coincidono con le CSC al punto di conformità, esse risultano superate non solo per Arsenico, ma anche per Ferro, Manganese ed Alluminio (vedi punto seguente).
6)     Si rileva una forte discordanza fra i risultati di Chelab e APPA per le analisi relative alle acque sotterranee in PZ C5 dell’11 febbraio 2008 dalle quali emerge che l’APPA riscontra valori di 1400 microg/l di Ferro contro i 22,4 microg/l di Chelab, 55 microg/l di Manganese contro i 26 microg/l di Chelab e 1200 microg/l di Alluminio contro i 16 microg/l di Chelab. Tali dati non risultano quindi validati e non possono pertanto essere considerati attendibili per l’eleborazione dell’analisi di rischio. Si richiede una nuova analisi.
7)     A parere degli scriventi la conclusione secondo cui la contaminazione delle acque sarebbe di origine esterna al sito non è supportata dai dati finora raccolti. In particolare i metalli utilizzati come marker sono stati trovati inferiori alle CSC sia nel pozzo Saiani che nel pozzo Martinelli nel corso delle analisi del 2007 (vedi ad es. rapporto di prova n. 07LA03671 relativo al Pozzo Martinelli, del 1/10/2007 e rapporto di prova n. 07LA03670 relativo al Pozzo Saiani, del 1/10/2007, emessi dal settore Laboratorio e Controlli dell’APPA). Inoltre si nota come il rapporto Na/K sia particolarmente basso nel terreno prelevato dal sondaggio C1, adiacente al Pozzo Oltresorne, a partire dalla profondità di 14 m circa, a differenza che negli altri sondaggi, mentre nelle acque sotterranee esso è particolarmente basso nel Pozzo Oltresorne. Tale valore può indicare una compatibilità con la borlanda prodotta dalla Ditta, come si evincerebbe dalle considerazioni avanzate dal Settore Laboratorio e Controlli (nota prot. n. 1163/07-S301 dd. 27 marzo 2007, Allegato n. 2, Tabella riassuntiva metalli e loro rapporti …).
8)     L’analisi dei coliformi denota l’assenza di coliformi fecali, il che escluderebbe l’intrusione di liquami animali nella falda, come ipotizzato in prima battuta in sede di caratterizzazione del sito.
9)     Si chiede pertanto l’integrazione del documento in base a quanto evidenziato nei punti precedenti nonché una campagna di analisi completa delle acque sotterranee, in data da concordarsi con il Settore Laboratorio e Controlli per il necessario contraddittorio, sui piezometri PAT1, PAT 2, PZ C1, PZ C5, Pozzo Oltresorne, Pozzo Depuratore, Pozzo Saiani e Pozzo Martinelli”.
Nell’ambito dell’istruttoria procedimentale, con nota di data 30 ottobre 2008 prot. n. 1159/08-P304-GM, il Progetto speciale ha inoltrato alla ditta “Distillerie F.lli Cipriani” le predette note dell’A.P.P.A. e dell’A.P.S.S., evidenziando come il contenuto delle stesse fosse ostativo all’approvazione della documentazione presentata ed invitandola a presentare osservazioni eventualmente corredate da documenti.
Con nota di data 10 novembre 2008, acquisita al prot. n. 1203 di data 11 novembre 2008 del Progetto speciale, la citata ditta si rendeva disponibile ad effettuare la campagna di indagine integrativa relativamente alla matrice acque sotterranee prescritta dagli enti di cui sopra, con prelievo di alcuni campioni in contraddittorio dai pozzi e piezometri denominati: PAT 1, PAT 2, PZ C1, PZ C5, Pozzo Oltresorne, Pozzo Depuratore, Pozzo Saiani, Pozzo Martinelli, e riservandosi eventuali osservazioni successivamente ai responsi analitici.
Considerata la disponibilità ad effettuare nuove indagini, il Progetto speciale, con nota di data 14 novembre 2008 prot. n. 1240/08-P304 – GM, assegnava alla ditta termine di 30 gg. per l’esecuzione della nuova campagna di indagini ed il deposito di eventuali ulteriori osservazioni.
Per cause di forza maggiore, così come documentate dalla corrispondenza in atti, il prelievo dei campioni di acque sotterranee è stato effettuato in contraddittorio tra le parti interessate solo in data 04 dicembre 2008.
Con nota di data 02 gennaio 2009, acquisita al prot. n. 001 di data 7 gennaio 2009, la Distillerie F.lli Cipriani trasmetteva al Progetto speciale gli esiti della campagna di monitoraggio delle acque sotterranee, come detto condotta in contraddittorio con i tecnici APPA in data 04 dicembre 2008 (documenti trasmessi: Rapporto di prova 08/404473 del 17/12/2008 – PAT 1, Rapporto di prova 08/404474 del 17/12/2008 – PAT 2, Rapporto di prova 08/404475 del 17/12/2008 PZ C1, Rapporto di prova 08/404476 del 17/12/2008 PZ C5, Rapporto di prova 08/404477 del 17/12/2008 Pozzo Saiani, Rapporto di prova 08/404478 del 17/12/2008 Pozzo Martinelli, Rapporto di prova 08/404479 del 17/12/2008 Pozzo Depuratore, Rapporto di prova 08/404480 del 17/12/2008 Pozzo Oltresorne).
Testualmente, in questa nota di data 02 gennaio 2009, la predetta ditta dichiara:
“A riscontro di quanto da Voi richiesto con nota in oggetto (nota APPA prot. n. 7395/2008-S-U221 di data 27 ottobre 2008, ndr), con la presente siamo a trasmettere certificati analitici relativi alla campagna di monitoraggio delle acque sotterranee, condotta in contraddittorio con i Tecnici APPA, in data 04/12/2008.
I certificati sono relativi ai prelievi effettuati sui Piezometri/Pozzi: - PAT 1 – PAT 2 – PZ C1 – PZ C5 – Pozzo Oltresorne – Pozzo Depuratore – Pozzo Saiani – Pozzo Martinelli.
I risultati mettono in luce i superamenti delle CSC sul “tal quale” per quanto riguarda i parametri Fe, Mn e As e, per gli stessi parametri, sul “Filtrato”, si osserva una sensibile riduzione nei superamenti e nell’intensità complessiva del fenomeno.
A tal riguardo, non sembra emergere una correlazione diretta nelle variazioni di concentrazione dei tre parametri sopra menzionati ma, comunque, si osserva una generale tendenza alla riduzione dei valori rispetto alle campagne precedenti (febbraio 2008).
Per quest’ultimo motivo ed al fine di raccoglier dati sufficienti ad avere un quadro più completo dello stato delle acque sotterranee, siamo a proporre delle campagne sistematiche di monitoraggio delle acque sotterranee, con cadenza 4 mesi, mirate esclusivamente sui parametri Arsenico, Ferro e Manganese, estesa a tutti i punti indagati nella presente campagna con l’aggiunta, se possibile, di ulteriori pozzi esistenti e denominati, SAIANI Francesco, SAIANI Renato e MARTINELLI Albino”.
Con nota prot. n. 92/09-P304-GM di data 26 gennaio 2009, il Progetto speciale ha trasmesso per le valutazioni di competenza (e con allegati i rapporti di prova) la predetta nota della ditta di data 02 gennaio 2009 all’AP.P.A., al Comune di Ala, all’A.P.S.S. ed al Servizio Geologico della PAT.
Con nota prot. n. 2002/2009-S-U221 di data 23 febbraio 2009, acquisita in pari data al prot. n. 214 del Progetto speciale, l’Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente – Settore tecnico ha espresso quanto segue:
“Con riferimento agli esiti della campagna di monitoraggio delle acque sotterranee effettuata dalla Distillerie F.lli Cipriani e trasmessi da codesto Progetto Speciale con nota prot. n. 92/09-P304-GM (ns. prot. n. 910/09-U221 di data 28 gennaio 2009) e ai rapporti di prova 08LA04571, 08LA04571/01, 08LA04572, 08LA04572/01, 08LA04573, 08LA04573/01, 08LA04574, 08LA04574/01, 08LA04575, 08LA04575/01, 08LA04578, 08LA04576/01, 08LA04577, 08LA04577/01, 08LA04578, 08LA04578/01 trasmessi dal Settore Laboratorio e Controlli dell’APPA in data 27 gennaio 2009 relativi ai campioni di acque sotterranee effettuati in contraddittorio in data 4 dicembre 2008 si comunica quanto segue.
·     Dalle analisi effettuate da APPA sul tal quale risultano superamenti delle CSC per Ferro, Manganese e Arsenico nel Pozzo Depuratore, PZ C1 e Pozzo Oltre Sorne; superamento per Ferro e Manganese in PAT 2 e superamenti di Ferro in PZ C5. Non risultano superate le CSC nei pozzi PAT 1, Saiani e Martinelli.
·     I risultati delle analisi effettuate da APPA sul filtrato mostrano in tutti i campioni valori minori rispetto alle analisi sul tal quale, si riscontrano superamenti sul filtrato di Arsenico, Ferro e Manganese per pozzo Depuratore e Pozzo Oltre Sorne, di Ferro e Manganese per PZ C1 e di Manganese per PAT 2.
·     Dalle analisi effettuate da Chelab per conto della Distillerie F.lli Cipriani risultano concentrazioni degli inquinanti generalmente maggiori rispetto ai dati analizzati da APPA, eccetto che per il pozzo PZ C1, per cui si riscontrano peraltro dei risultati anomali: per questo campione le analisi sul filtrato risultano notevolmente maggiori rispetto alle analisi dello stesso campione sul tal quale: per il Ferro risultano 230 µg/l sul tal quale e 1800 µg/l sul filtrato per il manganese 24,3 µg/l sul tal quale e 162 µg/l sul filtrato, è probabile un errore nel certificato analitico presentato.
·     Le discordanze fra le analisi effettuate dai due laboratori sono notevoli, con valori che variano anche di un ordine di grandezza fra i due laboratori. Considerando che i dati analizzati da Chelab risultano comunque superiori rispetto a quelli del Laboratorio APPA, la contaminazione del sito è confermata; tuttavia i dati non possono essere considerati validati. In tal senso si chiede un interconfronto fra i laboratori coinvolti ed eventuali nuovi campionamenti in contraddittorio in quanto le discordanze sono tali da non permettere una comparazione, specialmente per quanto riguarda i pozzi a monte del sito.
·     Per quanto riguarda l’andamento temporale delle concentrazioni di inquinanti, si sono confrontate le analisi effettuate da APPA nei campioni prelevati nei mesi di febbraio e marzo 2008 con le analisi del dicembre 2008. si riscontra una diminuzione delle concentrazioni di alluminio, arsenico, ferro e manganese per il pozzo Oltre Sorne, una diminuzione delle concentrazioni di alluminio, ferro e manganese nel pozzo PZ C1, una diminuzione delle concentrazioni di arsenico, ferro e manganese nel pozzo depuratore, mentre per il pozzo PZ C5 si riscontra un incremento delle concentrazioni per alluminio, ferro e manganese, il che non permette di affermare che l’esistenza di un trend certamente negativo delle concertazioni.
·     Per quanto riguarda l’origine della contaminazione, dai dati di APPA risulta che non vi sono superamenti delle CSC nei pozzi posti a monte idrogeologico dell’area di possibile contaminazione, ossia pozzo PAT 1 e pozzo Saiani.
·     Dalle analisi effettuate sui campioni di dicembre si conferma un rapporto di Na/K particolarmente basso in PZ C1 (pari a 0,8) e nel pozzo Oltre Sorne (pari a 0,4), mentre negli altri pozzi tale rapporto risulta sempre >= 1. Tale valore, come riportato nella nostra nota prot. n. 7395/2008-S-U221 del 27 ottobre 2008, può indicare una compatibilità con la borlanda prodotta dalla Ditta, come si evincerebbe dalle considerazioni avanzate dal settore Laboratorio e Controlli (nota prot. n. 1163/07-S301 dd. 27 marzo 2007, Allegato n. 2, Tabella riassuntiva metalli e loro rapporti…).
·     Per quanto riguarda la proposta della ditta Distillerie F.lli Cipriani di effettuare un monitoraggio di arsenico, ferro e manganese nelle acque sotterranee con cadenza 4 mesi aggiungendo ulteriori pozzi denominati Saiani Francesco, Saiani Renato e Martinelli Albino, si esprime parere favorevole. Si sottolinea in ogni caso che il monitoraggio non è sostitutivo delle operazioni di bonifica: dato che il Punto di conformità delle acque sotterranee (piezometro PAT2) risulta contaminato, dovrà essere presentato un progetto di bonifica e di messa in sicurezza dell’acquifero. In caso di non ottemperanza il Comune territorialmente competente dovrà obbligatoriamente intervenire in via sostitutiva.
·     Tutti i pozzi utilizzati devono essere rappresentati in opportuna cartografia e ogni prelievo dovrà essere concordato con il Settore laboratorio e Controlli dell’APPA per il contraddittorio che, nel caso presente, si ritiene necessario almeno fino a quando non si saranno chiarite le discordanze analitiche fra i due laboratori.
Da ultimo si fa presente che si rimane in attesa delle integrazioni richieste con nota prot. n. 7395/2008-S-U221 di data 27 ottobre 2008, che si ribadiscono integralmente.”.
Con nota prot. n. 4638 di data 9 marzo 2009, acquisita al prot. n. 259 di data 12 marzo 2009 del Progetto speciale, il Comune di Ala ha espresso quanto segue:
“… al fine dell’espressione del parere richiesto, si ritiene opportuno rimettere alle valutazioni dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente ed alle valutazioni di ordine igienico-sanitario che saranno formulate dalla Direzione Igiene e Sanità Pubblica dell’Azienda Sanitaria Provinciale …”.
Con nota prot. n. 0034085 di data 23 marzo 2009, acquisita in pari data al prot. n. 288 del Progetto speciale, l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari ha espresso quanto segue:
“… esaminati gli esiti della campagna di monitoraggio delle acque sotterranee effettuata dalla Distilleria F.lli Cipriani, la Scrivente comunica quanto segue:
- dalle analisi effettuate dal laboratorio Chelab per conto della Distillerie F.lli Cipriani risultano superamenti dei parametri alluminio, ferro, manganese e arsenico similmente ai dati rilevati dal Laboratorio settore e controlli (dell’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente, ndr);
- tali dati risultano mediamente più elevati rispetto ai dati analizzati dal Laboratorio settore e controlli dell’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente;
- si rileva una leggera diminuzione delle concentrazioni degli inquinanti di riferimento (alluminio, ferro, manganese e arsenico), cionondimeno il Pozzo Oltre Sorne conferma la presenza di questi contaminanti in concentrazioni superiori rispetto alla soglia di riferimento;
Tutto ciò premesso lo Scrivente condivide la proposta della ditta Distillerie F.lli Cipriani di implementare i punti di prelievo e la tempistica del monitoraggio. Si richiede di sopportare i nuovi pozzi con un’esaustiva cartografia e si suggerisce un a verifica dei dati di laboratorio attraverso un campionamento in comune tra i due laboratori.”.
Con nota prot. n. SG1424//C10 di data 24 marzo 2009, acquisita in pari data al prot. n. 306 del Progetto speciale, il Servizio Geologico della P.A.T. ha espresso quanto segue:
“Sono stati esaminati gli elaborati relativi al piano di caratterizzazione ed all’analisi di rischio sanitario dell’area delle Distillerie f.lli Cipriani in C.C. Chizzola di Ala al fine di esprimere un parere in merito agli aspetti geologico geotecnici.
Entrambi gli studi individuano correttamente, seppure non in maniera dettagliata, la situazione stratigrafica ed idrogeologica del sito attraverso la realizzazione di un congruo numero di sondaggi ed analisi sui terreni e sulle acque presenti nel sottosuolo.
E’ pertanto possibile esprimere un giudizio favorevole, per gli aspetti di competenza dello scrivente Servizio, sul piano di caratterizzazione presentato.
Per quanto concerne l’analisi di rischio sanitario si ritiene opportuno rimettere il parere alle valutazioni dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente ed all’Azienda sanitaria competenti per materia”.
Considerati gli esiti a cui si è pervenuto nell’ambito dell’istruttoria procedimentale, così come illustrata sopra, appare necessario passare alle fasi successive dell’iter tecnico-amministrativo di bonifica del sito in questione.
A tal proposito il Progetto speciale rileva, così come d’altronde evidenziato nei pareri dell’Agenzia Provinciale per la Protezione dell'Ambiente e dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, come vi sia certezza della contaminazione della falda acquifera del sito indagato: infatti, sia le analisi del laboratorio A.P.P.A. sia quelle depositate dalla ditta Distillerie F.lli Cipriani concordano sulla circostanza che al punto di conformità (fissato nel pozzo PAT 2: a tal proposito si vedano i pareri dell’A.P.P.A. sopra riportati, mentre in merito nulla rileva o eccepisce la ditta) le CSC sono superate per i parametri Ferro e Manganese sul tal quale e almeno per il Manganese sul filtrato.
In merito giova sottolineare il passaggio della nota A.P.P.A. prot. n. 7395/2008-S-U221 di data 27 ottobre 2008, laddove al punto 4) si afferma “La normativa sui siti contaminati sancisce che le acque sotterranee sono da considerarsi inquinate, indipendentemente dal loro uso e dai percorsi di esposizione, quando sono superate le CSC al punto di conformità che si trova sul confine idrogeologicamente a valle del sito” (a tal proposito, vedasi l’allegato I al Titolo V della parte quarta del decreto legislativo n. 152 del 2006 “Criteri generali per l’analisi di rischio sanitario ambientale sito-specifica” alla voce relativa alle componenti dell’analisi di rischio da parametrizzare, trattino relativo al punto di conformità per le acque sotterranee).
Premesso quanto sopra, il Progetto speciale propone di approvare l’elaborato Analisi di rischio ed annessa ulteriore documentazione presentata dalla ditta Distillerie F.lli Cipriani, con la seguente prescrizione da ottemperare in funzione della redazione del progetto operativo degli interventi di bonifica o di messa in sicurezza, operativa o permanente e, ove necessario, delle ulteriori misure di riparazione e di ripristino ambientale:
-     la ditta Distillerie F.lli Cipriani, qualora non lo avesse gia fatto, dovrà presentare le integrazioni (compresi i risultati della campagna sistematica di monitoraggio delle acque sotterranee, con cadenza di 4 mesi) e rispondere alle richieste di chiarimento e/o di confronto formulate dall’A.P.P.A. nelle note prot. n. 7395/2008-S-U221 di data 27 ottobre 2008 e prot. n. 2002/2009-S-U221 di data 23 febbraio 2009 e dall’A.P.S.S. nella nota prot. n. 0034085 di data 23 marzo 2009 (il cui contenuto è sopra riportato).
Si ricorda come il progetto operativo degli interventi di bonifica o di messa in sicurezza, operativa o permanente, deve essere presentato entro sei mesi dall’approvazione del documento dell’Analisi di Rischio (approvazione intervenuta con il presente provvedimento), così come previsto dall’art. 7 del citato Accordo di programma e che l’eventuale inosservanza comporta l’azione sostitutiva dell’ente comunale o provinciale con le relative conseguenze.
Tutto ciò premesso,
LA GIUNTA PROVINCIALE
-     vista la relazione;
- visto il TULP in materia di tutela dell'ambiente dagli inquinamenti approvato con D.P.G.P. 26 gennaio 1987, n. 1-41/Legisl;
-     visto il D.Legs. 3 aprile 2006, n. 152;
-     visto l’Accordo di programma di data 03 luglio 2007;
-     visti tutti i documenti citati nelle premesse;
-     ritenuto di approvare l’Analisi di Rischio trasmessa dalla ditta Distillerie F.lli Cipriani, subordinatamente al rispetto della prescrizione in premessa riportata;
-     a voti unanimi espressi nelle forme di legge,
DELIBERA
1.     di ridefinire – ai sensi dell’art. 77 bis, comma 3, del D.P.G.P. 26 gennaio 1987, n. 1-4/Leg. – e, contestualmente, prorogare al 27 marzo 2009 il termine per l’approvazione dell’Analisi di rischio in oggetto, in ragione della complessità delle verifiche istruttorie;
2.     di approvare, per le motivazioni esposte in premessa e così come stabilito dal combinato disposto degli artt. 77 bis, comma 2, e 102 quater del T.U.L.P. in materia di tutela dell’ambiente dagli inquinamenti, l’Analisi di Rischio in oggetto, subordinatamente al rispetto della prescrizione così come formulata nelle premesse del presente provvedimento;
3.     di trasmettere copia del presente provvedimento alla ditta Distillerie F.lli Cipriani, con sede in Ala (TN), Loc. Molini 12-13 – frazione Chizzola;
4.     di comunicare copia del presente provvedimento all'Agenzia Provinciale per la Protezione dell'Ambiente, al Comune di Ala, al Servizio geologico della Provincia autonoma di Trento e all’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari.
5.     di dare atto che contro il presente provvedimento sono ammessi i seguenti ricorsi:
a) ricorso giurisdizionale al T.R.G.A. di Trento, da parte di chi vi abbia interesse, entro 60 giorni, ai sensi della L. n. 1034/71;
b) ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, da parte di chi vi abbia interesse, entro 120 giorni, ai sensi del D.P.R. n. 1199/71.
 
 
 
 
Distillerie Cipriani: la falda è inquinata
Il Trentino  31 marzo 2009 —   
 
 ALA. La falda aquifera nell’area della Distillerie Cipriani di Chizzola, è inquinata. L’acqua estratta dai pozzi in una serie di campionamenti, in parte eseguiti su incarico della stessa ditta da un consulente, in parte dall’Appa e in parte assieme, hanno rilevato superamenti dei limiti per arsenico, ferro, manganese ed alluminio. Anche se sul «quanto» si discute ancora. Esami distinti, sia perchè compiuti in momenti storici differenti sia perchè svolti da tecnici e laboratori diversi, hanno dato esiti molto lontani e in alcuni casi contraddittori, allontanandosi addirittura di un ordine di grandezza (rapporto 1 a 10) l’uno dall’altro. Ma la sostanza dal punto di vista delle condizioni della falda cambia poco: anche i più favorevoli degli esami rilevano l’inquinamento. Ed il decorso positivo - che da parte della ditta si pretenderebbe provato - è pure tutto da dimostrare visto che gli esami più recenti hanno rilevato il miglioramento su alcuni pozzi campione, ma il peggioramento su un altro.
 Tutto questo è stato valutato il 27 marzo dalla giunta provinciale, chiamata ad approvare l’Analisi di rischio proposta dalla Cipriani e già passata al vaglio di Azienda Sanitaria ed Appa. E la giunta Dellai ha approvato il documento, pur prescrivendo ulteriori accertamenti atti a verificare l’andamento nel tempo (per i prossimi mesi) ed anche l’esatta perimentazione della «bolla» inquinante. Vale a dire, le dimensioni della porzione di falda alterata. In ogni modo, l’appovazione dell’Analisi di rischio apre la porta alla bonifica: i Cipriani hanno sei mesi per presentare un progetto proprio, sapendo fin d’ora che in caso contrario operererà in loro vece e a loro spese il comune di Ala. Che l’intervento sia necessario pare comunque fuori discussione. Mentre ancora aperta è la partita (o almeno, ancora discusse le conclusioni) sull’effettiva responsabilità dell’inquinamento. La distilleria eccepisce che ferro, arsenico manganese ed alluminio hanno nulla da spartire col proprio processo produttivo. E che quindi arrivano in falda da qualche altra sorgente inquinante. Una ipotesi ritenuta poco realistica ma che sarà verificata a tagliare la testa al toro, monitorando anche altri pozzi esterni al perimetro aziendale ed a monte dello stesso. E’ d’altra parte la stessa argomentazione che la Distillerie Cipriani ha sostenuto fino ad ora anche per l’inquinamento organico, accusando le malghe e le stalle del Baldo: una ipotesi quella di cui proprio i campionamenti ora in falda avrebbero fatto giustizia, rilevando l’assenza totale di coliformi fecali che accompagnano sempre l’inquinamento da liquami. I rilievi da pozzi esterni, che saranno compiuti alla presenza sia dei tecnici Appa che di quelli dell’azienda, permetteranno comunque di chiarire del tutto se anche l’inquinamento da metalli dipende dall’attività della distilleria o se arriva da altre fonti. Resta il fatto che l’area e la falda vanno bonificate, e che entro sei mesi la dittà dovrà chiarire come intende farlo. Una questione tutta tecnica ed economica che prescinde completamente dalle vicende penali di cui l’azienda è stata ed è protagonista, per gli inquinamenti che sono già costati una condanna in primo grado all’amministratore, Emanuele Cipriani, e per gli episodi recentissimi sui quali la procura roveretana sta lavorando ad una nuova richiesta di rinvio a giudizio.
 
 
 
Inquinamento: tre gli indagati
Il Trentino  15 aprile 2009 —   
 
 ALA. Non c’è solo Emanuele Cipriani, amministratore unico della Distillerie Cipriani di Chizzola, nel mirino della procura di Rovereto per l’ultimo episodio di inquinamento del rio Sorne. Nell’ultima indagine sono coinvolti anche altri due fratelli, Giandomenico e Pierluigi. Che avrebbero avuto parte nell’attività dell’azienda e quindi sarebbero potenzialmente corresponsabili dell’accaduto. Gli scarichi abusivi (tubi di gomma che sversavano borlande di notte nel rio Sorne) sarebbero documentati ed anche ormai accettati dalla difesa: pare non sia escluso il patteggiamento prima del processo.
 Un sondaggio in quella direzione sarebbe arrivato nei giorni scorsi da parte del difensore dell’azienda di Chizzola. Con un notevole passo avanti rispetto alla posizione di assoluta rigidità iniziale, quando la risposta ai nuovi sigilli era stata la richiesta di incidente probatorio, dopo che i tre scarichi clandestini e «volanti» erano spariti dalla scena. Resta da vedere però quale dei fratelli sia potenzialmente responsabile, o se la responsabilità di uno escluda quella degli altri. Per capirsi, Emanuele Cipriani ha già patito la condanna a due anni e quattro mesi a metà gennaio scorso per episodi precedenti sempre di inquinamento. Se l’appello dovesse confermala, una ulteriore condanna da sommare significherebbe uscire dai margini perchè sia ragionevole la richiesta di pene alternative: insomma, andare in galera. La linea difensiva sarebbe proprio che nell’ultimo episodio Emanuele non c’entri nulla, ma è una tesi della quale la procura pare pochissimo convinta.
 Resta una domanda ovvia: perchè. Visto che ormai lo smaltimento legale era iniziato, perchè rischiare con sversamenti ulteriori. E i motivi potrebbero essere banalmente economici. Lo smaltimento graduale nella rete fognaria e nel depuratore della Villetta, oltre a richiedere anni, ha dei costi: il trattamento in azienda e poi quelli normali di depurazione. Si ragionerebbe nell’ordine di due milioni di euro. Ridurre la quantità di borlande presenti nei silos limerebbe tempi e conto finale.
 
 
 
Cipriani: i fanghi resteranno lì
Il Trentino  07 agosto 2009 —   
 
 ROVERETO. Lo smaltimento dei fanghi - 28.000 metri cubi di borlande, semilavorati e materie prime ormai marcite - che riempiono i silos della Distillerie Cipriani, è rimandato. Nel senso che non sarà, come si era deciso nel febbraio scorso, il depuratore pubblico della Villetta a “digerirli” nel corso degli anni. Restano nei silos, in attesa che i proprietari della ditta li affidino, a questo punto, ad imprese specializzate nel trattamento di rifiuti speciali. Un lavoro complesso (ci vogliono circa 4000 camion solo per spostarli) e costoso: 100 euro a metro cubo per il solo smaltimento.
 A confermare che il piano di pretrattamento in azienda, diluizione e immissione nella rete fognaria pubblica si è interrotto, viene dalla stessa Agenzia per l’ambiente incaricata a suo tempo di vigilare sull’operazione. E pare di capire che ad avere mandato tutto il progetto all’aria sia stato l’ulteriore episodio di inquinamento del rio Sorne scoperto a marzo.
 In pratica fino a quel momento, l’accordo di smaltimento raggiunto con la Provincia prevedeva che fossero i tecnici della Cipriani, riattivato il depuratore aziendale, ad occuparsi del trattamento graduale anche dei rifiuti stoccati nei silos. Ma quando il 6 marzo furono scoperti tre tubi di gomma che di notte scaricavano borlande direttamente nel rio Sorne, l’intera area fu sequestrata, l’accesso a titolari ed operai della Cipriani vietato ed il depuratore affidato all’Appaa perchè lo gestisse direttamente. Il pensiero comune fu allora che sarebbero stati i tecnici della Provincia a proseguire anche nello smaltimento, ma non è così. «Abbiamo messo in sicurezza il depuratore - spiegava ieri il dirigente dell’Agenzia, Anderle - perchè bloccandosi avrebbe provocato odori insopportabili. Quindi è stato gradualmente svuotato e fermato. Il nostro compito finisce lì: non spetta a noi smaltire i rifiuti dei signori Cipriani. Dovevamo risolvere una emergenza, e quello abbiamo fatto. I rifiuti stoccati nei silos non costituiscono alcuna emergenza: i silos sono in buone condizioni, non ci sono perdite nè di fanghi nè di odori. Smaltirli è un problema certamente, ma non nostro».
 Quindi bisogna aspettare che siano i titolari della ditta ad occuparsi dello smaltimento. E la prospettiva, per i residenti - ma anche per tutti coloro che hanno a cuore il futuro dell’Adige - è di dover convivere ancora a tempo indefinito con un vicino che proprio tranquillizzante non è. Se dovessero in qualche modo, per esempio per il cedimento di uno dei silos - cosa già accaduta in passato - finire in massa nel fiume, quei fanghi sarebbero probabilmente in grado di sterminare ogni forma di vita fino a Verona. Un rischio che ad oggi viene ritenuto non immediato dai tecnici della Provincia, ma che col passare del tempo non può che aumentare. Ovviamente sono in corso trattative e pressioni sui Cipriani perchè provvedano a quello smaltimento che spetta loro fare, ma tempi, modi e costi non autorizzano a sperare in una soluzione in tempi brevi.
 
 
 
«Alla Cipriani lavoratori dimenticati»
Il Trentino  26 novembre 2009 —   
 
 ALA. Tra un mese per alcuni dei 18 dipendenti licenziati dalle Distillerie Cipriani scadrà il periodo di mobilità. Per gli altri, il recupero nel mondo del lavoro resta una chimera. Stefano Montani, sindacalista Cgil, a un anno dalla chiusura dell’azienda riporta i riflettori a Chizzola dove invece le voci di coloro che avevano promesso interessamento e soluzioni non si fa più sentire. «Ora - dice Montani - rimane una sola certezza: 18 lavoratori ultra quarantenni a casa da due anni che tirano avanti grazie all’indennità di cassa integrazione prima, e di mobilità oggi. Il Comune, che pure aveva garantito appoggio ai lavoratori, non si è mai fatto vivo. L’Appa ha fatto il suo lavoro, il comitato che tanto si era battuto per la chiusura della fabbrica ha ottenuto lo scopo che si era prefisso, l’area occupata dalle distillerie è sempre lì, forse in attesa di una qualche speculazione edilizia. Acqua sotto i ponti del torrente Sorne ne è passata parecchia ed i lavoratori stanno ancora cercando una nuova occupazione. A dicembre scade il primo anno di mobilità, si iniziano a tirare le somme di una vicenda tormentata che ha portato alla cessazione di un’attività che ha, nel bene e nel male, creato occupazione in zona per quasi 50 anni. Una fabbrica che ha sempre avuto un rapporto conflittuale con la popolazione del luogo e che si staglia oggi, con le sue ciminiere ormai morte, come una cattedrale nel deserto.
 Ma oltre a questo restano i problemi concreti, tangibili e spesso drammatici di 18 famiglie che vivono grazie agli ammortizzatori sociali. Per alcuni di loro tra meno di un mese non verrà più riconosciuto neppure questo sostegno economico. Un silenzio assordante è calato su di loro e su tutti quei lavoratori che perso il lavoro sono in mobilità da mesi in attesa di una nuova occupazione».
 
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