SUGGERIMENTI (NON RICHIESTI) PER IL PIANO CAVE LUMACA
Chi frequenta il sito dell'Associazione per la Tutela del Territorio potrà chiedersi il perché dell' insistenza sull'argomento "piano cave".
Riteniamo saranno cruciali per il futuro del nostro territorio le scelte che si faranno per gestire le zone estrattive.
Contrariamente a quanto avvenuto negli ultimo 40 anni, il nuovo piano estrattivo dovrà regolamentare l'attività estrattiva avendo come obbiettivo prioritario il risanamento completo dell'area più compromessa, quella di Pilcante.
Ridimensionando - e qui sta la difficoltà - lo strapotere di alcune ditte che operano nella zona estrattiva.
Risanamento che dovrà occuparsi anche dei danni possibili che in futuro potranno derivare alla falda acquifera dalla presenza di due vecchie discariche di rifiuti solidi urbani.
La nostra insistenza è inversamente proporzionale al disinteresse mostrato dagli organismi preposti alla guida ed al controllo dell'attività estrattiva.
Da anni ci battiamo per il ritorno del territorio ai cittadini.
Ci sentiamo perciò autorizzati a proporre alcuni suggerimenti all'attuale amministrazione comunale che deve districarsi tra interessi palesi ed occulti, trabocchetti, ed incompetenze - queste sì alquanto palesi - di tecnici, pubblici e privati.
I nostri "suggerimenti":
Le provincie confinanti hanno ottimi tecnici del settore.
E' una tesi che abbiamo sempre sostenuto dal 2005, e che oggi, alla luce degli intoppi iniziati nel 2006 e che sembrano non aver mai fine, ribadiamo.
Dopo le vicissitudini pluriennali di questo nuovo piano, non è difficile individuare motivazioni sufficienti per il cambio del progettista.
L'incredibile velocità della progettazione: tre anni e mezzo circa.
Anticipo premonitore della sollecitudine con la quale il progetto è stato visionato degli esperti professionisti della valutazione d'impatto ambientale.
E' mai possibile che il piano cave di Ala richieda, per il passaggio alla valutazione di impatto ambientale (VIA), un tempo ben maggiore della valutazione dell'intero progetto TAV/TAC del Brennero?
I dubbi e le integrazioni al piano richiesti dal VIA, essendo fin'ora rilievi di ordine tecnico, dovevano essere prevenuti dalla competenza del tecnico incaricato.
Se nel progetto del nuovo piano non si è voluto valutare l'impedimento alla sua attuazione rappresentato dalla discarica per inerti prevista dal piano rifiuti comprensoriale, discarica posizionata sulla proprietà di un'unica ditta, un qualche motivo ci deve pur essere stato.
Se al VIA è stato presentato il progetto per l'area estrattiva di Sdruzzinà indicando sì l'esistenza di rifiuti, ma non presentando contemporaneamente un progetto per la caratterizzazione e successiva bonifica, rallentando in tal modo l'approvazione del progetto, un qualche motivo ci deve pur essere stato.
Per ottenere la corretta e completa documentazione il VIA ha dovuto richiedere per almeno due volte integrazioni progettuali!
Il Comune di Ala ha subito questo tira e molla, forse, come ora subisce, forse, le non-decisioni provinciali.
E' ovvio interrogarsi sui perché del non-decidere.
Noi ci interroghiamo, ma chi amministra dovrebbe già avere le risposte.
Proseguiamo con i nostri "suggerimenti":
La caratterizzazione e bonifica dell'area dai rifiuti richiederà probabilmente tempi biblici, anche perché il tecnico incaricato della caratterizzazione è il medesimo che sta ancora progettando il piano cave.
Per sperare in un procedere meno elefantiaco dell' approvazione del piano cave, serve liberarsi della palla al piede rappresentata dalla cava di Sdruzzinà.
Programmando in maniera diversa le priorità di sfruttamento, per l'appunto da nord verso sud, in un tempo relativamente breve si avranno i volumi a disposizione per la ricollocazione dell'area destinata a discarica per inerti.
Probabilmente non saranno gli interessi dell'ente pubblico a creare le maggiori difficoltà, ma saranno gli interessi privati che dovranno essere superati ed accantonati.
In caso contrario, sarà segnato il destino di tali cave ad eterne discariche.
Sarà ormai chiaro a tutti coloro che a vario titolo si sono interessati al nuovo piano cave, che oltre alle lacune tecniche del progetto, altri fattori hanno rallentato (bloccato?) il nuovo piano.
Si smarchi finalmente, questa amministrazione comunale, dai giochi che provincia, tecnici, imprenditori hanno messo e tuttora mettono in atto in questa partita a poker, a solo discapito del territorio alense.
Ovviamente se esiste l' interesse a smarcarsi.
Il consiglio comunale neghi ulteriori proroghe al vecchio piano, inizi già da ora ad annunciarlo.
Si potrebbe assistere ad un ammorbidimento di varie calcolate certezze e posizioni.
Col non concedere ulteriori proroghe, di fatto si decide di far cessare l'attività estrattiva il 31/12/2012.
Sospensione per il tempo necessario (allora sì molto, molto breve) per la messa in campo del nuovo piano estrattivo.
Ipotesi possibili?
Ipotesi accademiche per qualcuno? ma forse meritano una qualche attenzione.
L'amministrazione comunale, nonostante ogni tanto qualche suo ufficio tenti di assegnare competenze improprie alla provincia, ha competenza esclusiva sul rilascio delle autorizzazioni estrattive, dopo aver sentiti i pareri degli enti provinciali preposti.
E' il Comune che firma l'autorizzazione estrattiva.
Come lo è il PUP per la programmazione del territorio, il piano minerario provinciale è la guida normativa per il settore estrattivo.
E' il Comune responsabile delle concessioni edilizie come delle autorizzazioni estrattive.
Un'ultima considerazione.
E' tendenza comune il caricare sulle spalle del politico di turno le colpe e le inefficienze dell'amministrazione comunale.
E ciò fa parte degli oneri istituzionali che il politico si assume.
Non va però dimenticato che il supporto al politico su argomenti tecnici quali il piano cave deve venire dal settore tecnico competente.
Che si deve prendere le sue responsabilità, anche sul piano cave.
Una responsabilità su tutte: quella di non aver evidenziato nella fase di discussione e progettazione del nuovo piano il problema derivante dalla presenza della zona destinata a discarica per inerti, sommando la sua imperizia a quella fornita dal progettista incaricato.
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