Testo fisso

 Per la politica dell'ambiente                                   Chi lotta può perdere,chi non lotta ha già perso! Guevara                                          

 

           Presentazione dell’ “Analisi sulla zona estrattiva di Pilcante”      Senza titolo-2

 

 

 

L'argomento trattato non è senz'altro tra quelli più piacevoli e rilassanti da affrontare.

Lo consigliamo a chi, osservando da decenni lo stato di degrado del territorio di Pilcante, voglia comprendere le origini e la storia di tale degrado, ed eventualmente compilare una personale classifica di colpevolezza scegliendo tra i soggetti che hanno governato o interferito con il territorio.

Vogliamo inoltre smentire definitivamente chi, in modo intenzionalmente strumentale, vuole ridurre l'azione dell'Associazione per la Tutela del Territorio ad un attentato ai posti di lavoro che l'attività estrattiva, causa primaria del degrado, crea e mantiene.

L'Associazione ritiene che chiunque, rispettando le leggi, deve poter esercitare qualsiasi attività. Rispettando le leggi, per l'appunto.

E di leggi non rispettate se ne può trovare abbondante campionario nell'analisi che segue. 

                                                                                  

ATT-comune che cambia 677x600

 

     Premettiamo che non è  intenzione dell'Associazione per la Tutela del Territorio danneggiare l’attività economica delle ditte occupate nell’area estrattiva, ma nostro interesse è esclusivamente quello di sanare i danni arrecati fin’ora al territorio di Pilcante da tale attività, danni che, se fosse stata fatta rispettare la normativa vigente dalle autorità preposte, sarebbero stati di gran lunga limitati.

     Il territorio interessato dall’attività mineraria è reduce da trent’anni di escavazione senza che, nonostante la normativa sia chiara (LP 6/80-Piano cave-PCPA) in merito, sia stato ripristinato all’uso agricolo un solo metro di territorio sfruttato.

     Partiamo da una considerazione elementare:

     se nel 1989 è entrato in vigore il Piano Comunale Pluriennale Attuativo del comune di Ala che dettava le regole per lo sfruttamento ed il ripristino delle aree estrattive e nel 2006, a diciotto anni ed in prossimità della scadenza di tale Piano, ci troviamo davanti ad un territorio devastato senza alcun segnale che faccia sperare in un suo risanamento, ci saranno delle cause.

   Riteniamo sia frutto in primo luogo della mancanza di limiti temporali ragionevoli concessi per le operazioni di ripristino. Infatti, tutte le autorizzazioni rilasciate dal comune di Ala decadono il 31 dicembre 2006, data di scadenza del PCPA.

   L’amm.ne comunale, indipendentemente dalla superficie richiesta per l’estrazione, poteva concedere autorizzazioni con estensione di superficie più limitata, subordinando le successive autorizzazioni all’inizio del ripristino delle aree esaurite.

     E’ in effetti mancata completamente la presenza dell’ente pubblico nella gestione del territorio e nella programmazione del suo sfruttamento finalizzata anche al suo ripristino agricolo. Tutte le normative, LP 6/80, piano cave provinciale, PCPA finalizzano la programmazione dello sfruttamento al recupero delle aree.

     E’ evidente che se il risultato di tante norme è la situazione ben visibuile sul territorio di Pilcante, qualcosa non ha funzionato a dovere; riteniamo per merito del disinteresse e della mancanza di controllo degli enti competenti: l’amm.ne comunale di Ala e l’uff. minerario della PAT.

     Nell’analisi , evidenziamo, all’interno dei documenti, i punti normativi che riteniamo degni di attenzione in quanto sono in buona parte disattesi nell’attività estrattiva a Pilcante.

     Nei nostri contatti con l’ufficio minerario ed il comune di Ala, abbiamo constatato come le nostre sollecitazioni ad entrare nel merito dei mancati ripristini delle zone estrattive cadano costantemente nel vuoto. Eppure le ditte che a Pilcante scavano, hanno sottoscritto, al ritiro dell’autorizzazione, anche l’obbligo del ripristino finale a zona agricola.

     Sulle cave di Pilcante incombe sempre il pericolo che siano usate in futuro come discariche. Il passato, con le discariche di pneumatici sparpagliate nelle cave sul territorio, l’utilizzo di altre due cave come discariche per RSU, non ci fa star tranquilli.

     Attualmente incombe la proposta della ditta Cave di Pilcante di realizzazione di una nuova discarica per rifiuti non pericolosi, evitando in tal modo gli oneri derivanti dal dovuto ripristino.

     Vorremmo, semplicemente, che la zona estrattiva di Pilcante fosse riportata ad uno stato di legalità, certi che, se le leggi si fanno rispettare, possa venirne solo un miglioramento delle condizioni ambientali e di vita per gli abitanti della zona.

     Casistica, da noi rilevata, di mancate osservanze di norme all’interno dell’area estrattiva:

  

7      Mancato rispetto della distanza dalle strade

5      Mancato impianto diaframma alberato

2      Scavo sotto falda

3      Scavo al di fuori delle aree autorizzate e previste dal piano cave

9      Mancata conservazione del terreno agrario

1      Mancato posizionamento della recinzione

1      Mancato rispetto inclinazione scarpate

1      Posizionamento frantoio per recupero inerti su pp.ff. non autorizzate

10    Mancato ripristino all’uso agricolo delle aree scavate

2      Distruzione di opere storiche

2      Scarico in cava di terreno classificato rifiuto

    

In modo schematico si possono individuare tre problematiche sul territorio estrattivo, da analizzare ed affrontare con metodologie diverse:

 

1. Le cave sulla destra orografica della SP 90 sono esaurite.      

     Le autorizzazioni comunali riferite a queste cave sono: n° 12157, 91/97, 900, 4306.

     Ad oggi, nonostante tutte le indicazioni di ripristino contenute nella legge provinciale, nel piano provinciale di sfruttamento delle sostanze minerali, nel Piano Comunale Pluriennale Attuativo, nel disciplinare, non si nota alcune osservanza delle normative.

     L’unica autorizzazione in fase di ripristino è la n.4306 della ditta Pasqualini. Le altre ditte aspettano l’evolversi della situazione in merito alla proposta della ditta Cave di Pilcante di collocare in queste cave esaurite una discarica per rifiuti non pericolosi.

     D’altra parte gli articoli 15 e 21 del disciplinare sono fin troppo chiari a riguardo del ripristino. Perché né il Comune di Ala, né l’uff. minerario provinciale fanno rispettare queste norme?

     Il Comune può, in mancanza di osservanza degli obblighi riferiti al ripristino intervenire direttamente incamerando le cauzioni versate a garanzia dai cavatori e rivalersi per la spesa eccedente tali cauzioni.

     Art. 27 LP 6/80 -……………" il sindaco provvede, ove non siano stati realizzati entro un anno dalla scadenza dell'autorizzazione o della concessione alla coltivazione i programmi di sistemazione del suolo o di ripristino ambientale oppure ove non siano stati rimossi, entro il medesimo periodo, le strutture o gli impianti di cui all'articolo 7, comma 6.

     In caso di mancata esecuzione dell'ordinanza entro il termine prescritto il sindaco provvede d'ufficio, a spese dell'inadempiente. È comunque fatto salvo, in caso d'inadempimento degli obblighi di cui al presente comma, l'incameramento della cauzione prestata."

     La nuova legge provinciale in materia mineraria proroga tutte le autorizzazioni estrattive per due anni dall’entrata in vigore della legge stessa.

     Serviva prima del 31/12/2006 un atto dell’amm.comunale di Ala o dell’uff.minerario che ufficializzasse l’esaurimento delle cave esaurite, non facendole rientrare nelle autorizzazioni prorogate dalla nuova legge, potendo così intervenire subito con il ripristino prescritto evitando la proposta di nuova discarica.

 

2. Le cave sulla sinistra orografica della SP 90.                        

     Nonostante la presenza del PCPA, si può constatare l’assoluta mancanza di programmazione, sopratutto finalizzata ad un progressivo recupero all’uso agricolo, nello sfruttamento delle cave.

     A nostro parere i fattori determinanti sono stati:

  • il rilascio di autorizzazioni per zone d’estrazione troppo ampie senza esigere già nella fase progettuale il ripristino contemporaneo al progredire degli scavi;

 

 

 

  • la mancata programmazione per incentivare la collaborazione tra le varie ditte al fine di sfruttare razionalmente la zona al fine di evitare quello che si può ora constatare: scavi sparsi e distanziati con diaframmi intermedi che evidentemente facilitano ed incentivano la mancanza di volontà al ripristino;

 

 

 

  • la programmazione dello sfruttamento di tutta la zona estrattiva di Pilcante, che all’interno del PCPA è schematizzata in quattro disegni di massima che dicono tutto e niente; pur nella vaghezza di tali progetti, sugli stessi la zona sulla destra orografica della SP90, allo stato attuale dell’estrazione della zona di sinistra, appare già ripristinata.

 

 

 

  • L’unica cava di cui siamo in possesso della relazione tecnico-illustrativa è la cava Rizzi; la programmazione temporale presente su tale relazione indicava l’anno 2004 per il completamento del ripristino.

 

 

3. Le discariche

     Le discariche nella zona di Pilcante sono strettamente legate con l’attività di escavazione, ne sono la conseguenza.

     Una ditta inizia l’attività di smaltimento alla fine degli anni ’70, scaricando ingenti quantità di pneumatici prima nella cava Casarino, quindi in loc.Pereri (discarica attualmente sotto sequestro), in seguito nella cava Neravalle.

     Negli anni ’80 la cava Casarino prima, e parte della cava Neravalle in seguito, furono usate per discariche per RSU del comprensorio C10. Tali discariche furono chiuse nel 1991 dal C 10 dopo bonifica consistente in copertura con guaina e terreno vegetale della discarica Casarino; la discarica Neravalle fu ricoperta esclusivamente di materiale inerte.

     Nel 2004 parte dei rifiuti della discarica Neravalle, a causa di scavi eseguiti dal proprietario della cava, ex gestore della discarica, si riversarono all’esterno della copertura di inerti.

     Interessante, in questo frangente, appare il verbale dell’ufficio minerario della PAT che recita: “Lo stesso Castellani Gianfranco ha riferito che per un certo periodo sono arrivati camion a scaricare materiale costituito da rifiuti provenienti dall'attività industriale della zona di Rovereto e quindi non è da escludere la presenza in discarica anche di sostanze inquinanti.”

     Alla luce di quest’ultima dichiarazione, ricordando come negli anni la gestione delle discariche fosse delegata esclusivamente alla discrezionalità del gestore, riconsiderando le voci ricorrenti già all’epoca di bidoni scaricati (Siric, Aquafil, Archifar), di movimenti notturni in discarica, rileggendo i documenti in nostro possesso relativi all’impianto delle discariche, abbiamo ritenuto di interessare prima l’amministrazione comunale di Ala e quindi alcuni consiglieri provinciali nel tentativo di arrivare a delle analisi della falda sottostante alle discariche per verificare se con il passare degli anni, considerando che il fondo delle discariche non ha impermeabilizzazione, detta falda non avesse subito un qualche inquinamento.

     Siamo convinti della necessità di tali analisi per una serie di motivi:

  •  I documenti dell’epoca dell’impianto della discarica suggeriscono le analisi della falda a mezzo di tre pozzi piezometrici impiantati allo scopo, inizialmente nel corso della fase di esercizio della discarica e “ nel futuro tutte le azioni di controllo necessarie e nel n.1, per mezzo di un campionatore tubolare con valvola di fondo, sarà possibile il prelievo d’acqua di falda da sottoporre ad analisi chimiche e batteriologice secondo scadenze periodiche”.
  • La risposta che in data 15 aprile 2005 il presidente del comprensorio C10 da ad un’interrogazione del consigliere Ferone recita: “Con il contratto di appalto vengono impartite al gestore specifiche condizioni prescrittive, tra le quali si segnalano:

e) il controllo della qualità dell’acqua di falda attraverso i pozzi piezometrici appositamente realizzati.”

Fin’ora non sono stati rintracciati rapporti riferiti ad analisi effettuate sull’acqua della falda.

  •  Le opere previste nella discarica Neravalle per l’intercettazione delle acque meteoriche provenienti da monte, per impedire il dilavamento dei rifiuti al fine di salvaguardare la falda sottostante, non sono mai state costruite; sono quindi circa 20 anni che i rifiuti sono assoggettati al dilavamento
  •  L’evidente contrasto che abbiamo rilevato tra l’indagine geognostica

ed il PCPA del comune di Ala,   entrambi redatti dal dott.Lorenzo Cadrobbi,riguardo al livello cui si trova la falda, ci preoccupa ulteriormente.

Fin’ora vi era la certezza che il materasso filtrante di sabbia e ghiaia posto tra i rifiuti e la falda fosse di 20 mt,. E su questi 20 mt. si è fino ad ora basata la certezza che la falda non potesse subire inquinamenti nel tempo; sulla base del dato rilevato sul  PCPA la falda si trova di sette metri più in alto, separata da soli 13 mt. dai rifiuti.

 

     Concludendo, sembra quasi ci sia stato un disegno preordinato nel non attuare i controlli e conseguentemente sanzionare gli abusi; nel corso dell’anno 2006 vi è stato qualche intervento dell’uff.minerario, probabilmente a seguito delle sollecitazioni pressanti della nostra Associazione.

     Da parte dell’amm.ne comunale di Ala prosegue il disinteresse per quanto di sua competenza, nonostante sia stata informata dall’Associazione in modo dettagliato, a mezzo lettere, delle evidenti anomalie che si presentavano nella zona estrattiva; rinvia tutto alla stesura del nuovo PCPA.

     Se fin’ora si è ripristinato una piccola parte dell’area estrattiva, è stato a mezzo del riempimento della cava Casarino e di parte della cava Neravalle con RSU. Altra superfice ripristinata è quella sfruttata dalla ditta Cave di Pilcante, individuata con le pp.ff. 672, 688/2, 661, 662 ,  per sanare la situazione di scavo effettuato al di fuori del Piano Cave provinciale.

     Per la rimanente superfice già sfruttata, circa 25 ettari, permane il più assoluto disinteresse ad attuare il ripristino prescritto.

     Si assiste anzi ad una proposta di riempire la cava Neravalle e Neravalle 2 attraverso la creazione di una discarica per rifiuti non pericolosi che, se venisse accolta (necessariamente cambiando la destinazione d’uso della zona), eviterebbe ai cavatori interessati l’onere e l’obbligo del ripristino a zona agricola previsto.

     Permanendo questo atteggiamento di disattenzione nel far rispettare gli obblighi di ripristino da parte dell’amm.ne comunale di Ala e dell’uff. minerario della PAT, possiamo supporre, visto il precedente riempimento delle cave con RSU e la proposta di nuova discarica, che l’interesse predominante sia di mantenere tutte le cave che man mano si esauriranno (arrivando a fine sfruttamento ad un totale di 35 ettari c.a.) a disposizione per tale tipo di riempimento.  

          


LE DISCARICHE NELLA ZONA ESTRATTIVA DI PILCANTE

 

Il rapporto difficile con i rifiuti a Pilcante inizia nel 1979.

Ormai da un paio di decenni nella zona a nord del paese e nelle valle dei Nasi, ad ovest, si era avviata l’attività estrattiva di sabbia, ghiaia e marmo.

E’ appunto con l’attività estrattiva che si lega il deposito di rifiuti nelle varie aree di cava, ne è una delle conseguenze.

Nel 1979 una ditta del settore estrattivo deposita una ingente quantità di pneumatici in una cava in loc.Casarino; dopo un furioso incendio di tale materiale, la ditta avvia un nuovo deposito in loc.Pereri (alcune centinaia di mc) ricoprendoli quindi con una spolverata di materiale inerte sul quale si è ricreato il bosco.

Questa discarica è stata posta sotto sequestro nel febbraio 2006.

La successiva discarica di pneumatici viene realizzata in un’altra cava della stessa ditta, in loc.Neravalle.

Alla fine degli anni ’80 le cave interessate dai pneumatici, Casarino e Neravalle, diventano discariche comprensoriali per RSU.

La gestione di tali discariche fu affidata dal C10 alla ditta Adige Inerti, nuova denominazione della ditta proprietaria delle due cave.

In quelli anni la gestione fu, a dir poco, non conforme alle direttive impartite dal C10: rifiuti non coperti con inerte, coperture saltuarie con spessori di inerte inferiori al prescritto, conferimento probabile di rifiuti non conformi.

Nel frattempo la ditta Adige Inerti diventa Castellani Inerti Trasporti.

Con questa denominazione (non siamo in grado di stabilire da quale data) è autorizzata al recupero di materiali (rifiuti) pericolosi.

Contemporaneamente estrae materiale inerte dalla cava Neravalle, in pp.ff. confinanti con la discarica comprensoriale.

 

- Discarica pneumatici Casarino      pdf

-Discarica pneumatici Casarino –incendio   pdf                 

- Discarica pneumatici Pereri       pdf                                

-Discarica pneumatici Neravalle      pdf                              

-Discariche comprensoriali RSU- collocazione     pdf        

 

Le discariche comprensoriali furono chiuse nel 1991 dal C 10 dopo bonifica consistente in copertura con guaina e terreno vegetale della discarica Casarino;    progetto di bonifica pdf

la discarica Neravalle fu ricoperta esclusivamente di materiale inerte.

Nel 2004 parte dei rifiuti della discarica Neravalle, a causa di scavi eseguiti dal proprietario della cava, ex gestore della discarica, si riversarono all’esterno della copertura di inerti.

I documenti allegati danno una cronistoria dei fatti inerenti all’impianto delle discariche.

Interessante appare il verbale dell’ufficio minerario della PAT che recita: “Lo stesso Castellani Gianfranco ha riferito che per un certo periodo sono arrivati camion a scaricare materiale costituito da rifiuti provenienti dall'attività industriale della zona di Rovereto e quindi non è da escludere la presenza in discarica anche di sostanze inquinanti.”

Alla luce di quest’ultima dichiarazione, ricordando come negli anni la gestione delle discariche fosse delegata esclusivamente alla discrezionalità del gestore, riconsiderando le voci ricorrenti già all’epoca di bidoni scaricati, di movimenti notturni in discarica, informazioni verbali raccolte a riguardo dello scarico nella discarica Casarino di materiali provenienti dalle ditta Siric, Aquafil,Archifar,Marangoni (carcasse pneumatici e polveri) ,

rileggendo i documenti in nostro possesso relativi all’impianto delle discariche, abbiamo ritenuto di interessare prima l’amministrazione comunale di Ala e quindi alcuni consiglieri provinciali nel tentativo di arrivare a delle analisi della falda sottostante alle discariche per verificare se con il passare degli anni, considerando che il fondo delle discariche non ha impermeabilizzazione, detta falda non avesse subito un qualche inquinamento                    


 ANALISI DELLA FALDA ACQUIFERA

 

Siamo convinti della necessità di tali analisi per una serie di motivi:

* I documenti dell’epoca dell’impianto della discarica suggeriscono le analisi della falda a mezzo di tre pozzi piezometrici impiantati allo scopo, inizialmente nel corso della fase di esercizio della discarica e “ nel futuro tutte le azioni di controllo necessarie e nel n.1, per mezzo di un campionatore tubolare con valvola di fondo, sarà possibile il prelievo d’acqua di falda da sottoporre ad analisi chimiche e batteriologice secondo scadenze periodiche”.         pdf

* La risposta che in data 15 aprile 2005 il presidente del comprensorio C10 da ad un’interrogazione del consigliere Ferone recita: “Con il contratto di appalto vengono impartite al gestore specifiche condizioni prescrittive, tra le quali si segnalano:

e) il controllo della qualità dell’acqua di falda attraverso i pozzi piezometrici appositamente realizzati.”

Fin’ora non sono stati rintracciati rapporti riferiti ad analisi effettuate sull’acqua della falda.   word

* Le opere previste nella discarica Neravalle per l’intercettazione delle acque meteoriche provenienti da monte, per impedire il dilavamento dei rifiuti al fine di salvaguardare la falda sottostante, non sono mai state costruite; sono quindi circa 20 anni che i rifiuti sono assoggettati al dilavamento.       pdf

 

* L’evidente contrasto che abbiamo rilevato tra l’indagine geognostica    pdf

 

ed il PCPA del comune di Ala,      word

 

entrambi redatti dal dott.Lorenzo Cadrobbi,riguardo al livello cui si trova la falda, ci preoccupa ulteriormente.

     Fin’ora vi era la certezza che il materasso filtrante di sabbia e ghiaia posto tra i rifiuti e la falda fosse di 20 mt,. E su questi 20mt. gli organi competenti hanno basato la certezza che la falda non potesse subire inquinamenti nel tempo; sulla base del dato rilevato sul PCPA la falda si trova di sette metri più in alto, separata da soli 13 mt. dai rifiuti.

Dati riguardanti le discariche per RSU ed i pozzi piezometrici, ricavati dai documenti ufficiali:

 

14 agosto 1979- sondaggi elettrici               pdf

l’Ufficio Geologico della PAT esegue in loc. Neravalle sondaggi elettrici finalizzati alla preparazione della procedura per realizzare in loc. Casarino ed in loc. Neravalle n.2 discariche per RSU che dovranno servire tutto il comprensorio C10;

nella relazione si dichiara che il Comune di Ala sta già conferendo i propri rifiuti nella cava Casarino;

si accenna alla localizzazione dei primi due pozzi piezometrici per il controllo della falda; il terzo pozzo sarà posizionato dopo verifica dei risultati dei primi due

 

25 ottobre 1979   indagine geognostica       pdf

La società Geoservice Snc ha realizzato un’indagine geognostica, a firma del dott. Lorenzo Cadrobbi, con la posa in opera “di piezometri per la progettazione ed il controllo in fase di esercizio della discarica controllata in località Neravalle di Pilcante.

In particolare lo studio precisa come i piezometri denominati n. 1 e n. 2 siano stati ubicati lungo la strada provinciale n. 90, a lato monte, alla sommità della fossa della cava mentre il n. 3 risulti posizionato invece circa 50 metri a valle della predetta via, tra due fosse attualmente utilizzate per l’approvvigionamento di inerti.

Più avanti viene sottolineato che i tre piezometri, così come posti in opera, “permetteranno nel futuro tutte le azioni di controllo necessarie e nel n.1, per mezzo di un campionatore tubolare con valvola di fondo, sarà possibile il prelievo d’acqua di falda da sottoporre ad analisi chimiche e batteriologice secondo scadenze periodiche”.

          


IMPIANTO DELLE DISCARICHE

 

gennaio 1980          pdf

relazione tecnica dell’Uff. Tecnico del C 10 (Scienza) su “progetto per la realizzazione del servizio di raccolta, smaltimento e trasporto RSU del C 10            

 

Progetto per la realizzazione del servizio di raccolta trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani del C10

……..(omissis) ……

………prevedeva la realizzazione delle opere di approntamento della discarica controllata a Volano in loc. “busa del Thaler” ……………….……..(omissis) ……

Il primo lotto esecutivo per l’approntamento della discarica veniva approvato dall’Assemblea comprensoriale con deliberazione 29-7-1977 n° 82. Il sindaco di Volano, ………negava la necessaria concessione edilizia per la esecuzione dei lavori.

……..(omissis) ……

 

1-approntamento della discarica controllata in loc.Neravalle di Pilcante.

La discarica dei RSU nel suo complesso è costituita da due ex cave di ghiaia e sabbia in località Neravalle di Pilcante, e sono individuate nei disegni allegati, come segue:

discarica “A”, costituita dalle pp.ff 380 e parte della 364 in C.C. Pilcante per complessivi mq. 9100 circa e capacità complessiva di mc. 110.000.

discarica “B”, costituita dalle pp.ff. 785-786/1-786/2-787-789/1-789/2-790/1-790/2-791/2-792/2-793/1-793/2-795/2 in C.C. Pilcante per complessivi mq.13.601, la cui capacità è stimata in mc.134.000.

……..(omissis) ……

 

1.2-individuazione della discarica

La individuazione è avvenuta dopo che l’amministrazione del comprensorio ha valutato cinque altri possibili insediamenti in più luoghi del territorio del C10. La scelta è caduta sulle due ex cave di Pilcante che si sono dimostrate ottimali per il servizio richiesto, sia sotto il profilo della immediata disponibilità dell’area, che dei bassi costi di allestimento e gestione, la disponibilità di materiale di ricoprimento che per la sicurezza igienica offerta, oltre che per l’intervento di sistemazione idrogeologica.

E’ stata infatti esclusa dalla perizia geognostica ed elettrica, effettuate in loco, la eventualità di inquinamento della falda acquifera sottostante all’area di insediamento. ……..(omissis) ……

 

Lavori per approntamento della discarica

……..(omissis) ……

Nella cava “A”……… ……..(omissis) ……

Al fine di assicurare un continuo controllo sulla permeabilità del materasso sottostante alla discarica, tra la stessa e la falda acquifera d’alveo individuata dalle perizie geognostica ed elettrica, l’Amministrazione Comprensoriale intende far eseguire due nuovi pozzi piezometrici per il prelievo periodico dell’acqua da porre sotto analisi.

La localizzazione sarà fatta in accordo con i tecnici geologici lungo il perimetro della stessa cava “A”.

Nella cava “B”, oltre i lavori di recinzione ed accesso previsti per la precedente cava “A è necessario eseguire alcune opere per lo smaltimento delle acque meteoriche superficiali provenienti dall’area a nord-est della discarica. Tale area è costituita dalle ppff 781,780,783,797,796 e 798 (nota:queste pp.ff.“sono a nord-ovest” ) …

Di mq.16.000 ca, parzialmente a vigneto e bosco, con morfologia tale da convogliare le acque di superficie verso la cava-discarica..

Il pericolo di tale eventualità è costituito dal dilavamento dei rifiuti con trasporto in sospensione delle componenti inquinanti verso il sottosuolo.

La soluzione che, sulla base di esperienze precedentemente fatte anche nella provincia di Trento, si ritiene idonea per la eliminazione dell’inconveniente, prevede

-la costruzione di un fosso drenante della sezione trapezia con basi m.0,5-2,5, h. 1,00, sul perimetro della discarica verso il lato di provenienza delle acque. La funzione è di convogliamento verso un fosso drenante di m. 3,50x3,50xh.3,00 per complessivi mc.32 circa opportunamente dimensionato per smaltire l’eccedenza di acqua che potrebbe cadere nell’invaso durante un forte acquazzone……omissis……

nota: le opere di smaltimento acque meteoriche per la discarica “B” non sono mai state eseguite; quindi il dilavamento dei rifiuti è stato possibile dal 1984 (data di approvazione provinciale del piano discariche) fino al 2002 (data di inizio attività di scavo della ditta Pasqualini sulle pp.ff. a nord-ovest).

 

gennaio 1980    computo metrico del C 10 (Scienza) per le due discariche comprensoriali Casarino e Neravalle  pdf 

….omissis……

SOMME A DISPOSIZIONE DELL’AMMINISTRAZIONE

15. Costruzione di pozzi tubolari trivellati per uso piezometrico e di controllo della falda acquifera,sviluppo complessivo mtl.80 da eseguirsi nella discarica “A”. (Come da preventivo allegato della ditta Saces di Rovereto n° 359/80 data 23.1.1980).   L.4.640.000

Nota: questi due pozzi sono in aggiunta ai 3 già eseguiti dalla ditta Geoservice; sono mai stati costruiti??          

          


INTERROGATIVI SULLE DISCARICHE

 

Nel febbraio 2004 nella discarica Neravalle, in seguito ad attività di scavo, affiorano i rifiuti.

 

31 marzo 2004  Serv. Minerario-verbale di accertamento violazione in discarica C10 loc. Neravalle  pdf  pdf  pdf

Nel corso degli accertamenti sono state raccolte informazioni, confermate anche dal Sig. Castellani Gianfranco, attestanti che la messa in opera dei rifiuti solidi urbani non è stata preceduta da opere di impermeabilizzazione del terreno sottostante di alcun genere e, pertanto, se ciò corrispondesse al vero, ci troveremo in presenza di una situazione a forte rischio ecologico in quanto che la falda freatica sottostante potrebbe essere interessata dal percolato facilmente passante attraverso il terreno sabbioso permeabile.

Lo stesso Castellani Gianfranco ha riferito che per un certo periodo sono arrivati camion a scaricare materiale costituito da rifiuti provenienti dall'attività industriale della zona di Rovereto e quindi non è da escludere la presenza in discarica anche di sostanze inquinanti.

 

Interrogazione consigliere provinciale Cristiano De Eccher             pdf

 

la risposta all’interrogazione        pdf                   

         

aprile 2005 -Interrogazione consigliere comprensoriale Mauro Ferone in merito alle discariche comprensoriali      word

                                 

risposta n.8730 del presidente C10 a cons. Ferone su discariche       word

 

Con il contratto di appalto vengono impartite al gestore specifiche condizioni prescrittive, tra le quali si segnalano:

e)   il controllo della qualità' dell'acqua di falda attraverso i pozzi piezometrici appositamente realizzati

 

marzo 2006 -Interrogazione consigliere provinciale Cristiano De Eccher        pdf

 

la risposta all’interrogazione     pdf

                                  


ANOMALIE

 

Dati contrastanti a riguardo della profondità della falda

Dati dalla relazione geognostica (dott. Lorenzo Cadrobbi)       pdf

Relaz.geognostica

Quota convenzionale

Quota reale

Profondità falda

periodo piovoso

Quota falda

Pozzo   S1-Casarino

0

174

Da-39,8   a –39,2

c.a. 135

Pozzo   S2-Neavalle

+2,8

177

Da-39,65   a –38,9

 

Pozzo   S3-Sabonè

-0,86

173

-39,21

 

Si dichiara che tra fondo della fossa e la falda c’è banco sabbia di mt.20.

I conti tornano perché il PCPA fissa la profondità di scavo a q.155.   q.155 – 20 (banco sabbia) = q.135

 

Dati dal PCPA (dott. Lorenzo Cadrobbi)           word

La massima profondità dello scavo è q.155 per Casarino-Neravalle; è q.145 per Sabonè; q.155 per Chiesurone.

“Dal punto di vista idrogeologico l'area e interessata da una falda freatica di fondovalle con leggera pendenza verso SSO e che situa il proprio pelo libero, in periodi piovosi, alla quota di circa 142 slm. (sulla relazione geognostica la falda è a q.135, quindi mt. 7 più profonda)

La quota di massimo ribasso sarà a m 145 e in ogni caso a 2 ml sopra la quota di massima escursione della falda.”

 

Significa che il banco di sabbia filtrante per la discarica è di mt.13 anziché i 20 previsti.

 

Scavi sotto falda

Altro fattore di possibile inquinamento della falda è lo scavo sotto falda attuato varie volte nel corso degli anni dalla ditta Cave di Pilcante.

Una volta prelevata la sabbia al di sotto del livello autorizzato -mt.145 slm- , lo scavo è stato riempito con inerti di varia provenienza,

Due sono gli scavi sotto falda documentati fotograficamente. Nel caso del 2002, lo scavo è stato riempito con materiale proveniente dalla galleria della circonvallazione di Mori.         pdf

 

Conferimento terreno inquinato

Nel 2006, nella cava Neravalle della ditta Pasqualini, fu conferito terreno inquinato   -   word

 

Nel gennaio 2006 la ditta Cave di Pilcante presenta al Comune di Ala una proposta per la realizzazione, in loc. Neravalle, di una discarica per rifiuti non pericolosi.

Nella proposta è previsto lo spostamento, con bonifica ed impermeabilizzazione, dei RSU presenti nella discarica comprensoriale Neravalle.        

PROPOSTA DISCARICA word


 LE CAVE

 

 

AUTORIZZAZIONI ESTRATTIVE rilasciate dal comune di Ala

 

data

n.protocollo

Ditta

pp.ff. in CC Pilcante

Cauzione versata **

 

Scadenza autorizzazione

Chi autorizza

31/12/1982

7498 provvisoria

Adige Inerti

Neravalle-789/1-790/1-792/1-791/1-795/2-793/2-792/2-791/2-790/2-789/2-786/2-787-793/1-792/1-792/2-793/1-793/2-

nessuna

31/12/1982

Tomasi Mario

22/11/1983

9059 provvisoria

Adige Inerti

Neravalle- ampliamento su pp.ff.795/1-796

L. 4.000.000

 

Tomasi Mario

04/12/1989

12190

Cave di Pilcante

Sabonè- pp.ff.   381/2-599-600-601-602-603-604-605-606-607-608-609/1-672-672-674-676/1-673/2-678-679-680-685-686-67-736-737-740/1-740/2-741-742-743-744-745/1-745/2-746/1-746/2-747/2-748/2-752/2-754/1-754/2-755-756-757-758-760-1509-1510/2-1510/4-1512/2-597-596-1510/3-1511/2-381/1-1510/1-381/3-1506/1-689-593-598-681-682-683-684-1504/1-690-691-726-724/2-724/1-720-718

L.284.500.000

A scadenza PCPA

31/12/2006

Tomasi Mario

10/06/1992

6060

Toignotti

Tra le vie-pp.ff.836,837,838,839/1,839/2,840/3,841

L.57000.000

A sc.PCPA

31/12/2006

Trainotti Agostino

04/10/1992

12157

Castellani Inerti Trasporti

Neravalle- pp.ff. 785, 786/1, 786/2, 787, 789/1, 789/2, 790/1, 790/2, 791/1,   791/2, 792/2, 792/1, 793/1, 793/2, 795/1, 795/2, 796, 798, 797   (l’estrazione   sulle particelle evidenziate giallo era stata autorizzata provvisoriamente con atto 7498   del 31/12/1982 - sulle pp.ff. evidenziate verde con autorizzazione   9059 del 22/11/1983)

L.71.000.000

A scadenza PCPA

31/12/2006

Trainotti Agostino

11/01/1993

180

Chizzola

 

L.111.000.000

A sc.PCPA

31/12/2006

Trainotti Agostino

07/09/1994

10586

Marchi

Sabonè –pp.ff.725/5

L.37.000.000

A sc.PCPA

31/12/2006

Trainotti Agostino

12/06/1996

8152

Cave di Pilcante

Sabonè- pp.ff. 381/4 - 381/5 - 381/6 - 382/1 - 382/2 – 383 – 384 – 385   - 1511/3 - 1502/1-1502/2 - 1502/3 - 1504/2 - 725/3

L.56.000.000

A sc.PCPA

31/12/2006

Mellarini Tiziano

31/12/1996

91/97

Marchi

Neravalle- pp.ff. 770/1 – 770/3 - 767 – 765/1 – 765/2 – porzioni delle   pp.ff. 761 – 762 – 764 – e le pp.ff. 770/2 – 770/4 non comprese nel PPUSM ma interessate   dal progetto di sistemazione ambientale

L.66.000.000

A sc.PCPA

31/12/2006

Mellarini Tiziano

24/07/1998

10529

Rizzi

Chiesurone- su pp.ff. 830 – 831 – 832 – 833/2 – e parzialmente 834

L.78.000.000

A sc.PCPA

31/12/2006

Mellarini Tiziano

15/01/1999

900

Cave di Pilcante

Neravalle-pp.ff.773

L.65.000.000

A sc.PCPA

31/12/2006

Mellarini Tiziano

20/11/2002

5306

Pasqualini

Neravalle 2- pp.ff. 778 – 779 – 780 – 781 – 782 – 783 – 784

€ 29.000

A sc.PCPA

31/12/2006

Castelli Massimo

???

???

Cipriani

S.Cecilia

???

 

 

 le cauzioni dovrebbero garantire il Comune di Ala dal mancato rispetto delle prescrizioni presenti nel disciplinare, quindi anche dal mancato ripristino dell’area estrattiva.


NEGLI ANNI, SONO MOLTE LE INFRAZIONI ALLE NORME, NELLE AREE ESTRATTIVE

 

INFRAZIONI RILEVATE     cliccare sulle icone per visualizzare i documenti

 

n.autorizz.

ditta

pp.ff. in   CC Pilcante

Mancato   rispetto distanza da strade

Man-cato   impianto diafram-ma alberato

Scavo   sotto falda

Scavo   fuori piano cave

Conser-vazione   terreno agrario

Mancan-za   di recinzio-ne

Mancato   rispetto inclinazio-ni scarpate

Posizio-namen-to   di frantoio

ripristino

 

Normativa   di riferimento

 

1-DPR   128/1959

2-LP 06/80

3-piano   cave

4-PCPA-ALA

5-DGP-determinazioni

1-2-3

4-5

4

3-4

4

4

4-5

5

2-3-4-5

 

12190

Cave di   Pilcante

Sabonè-   pp.ff. 381/2-599-600-601-602-603-604-605-606-607-608-609/1-672-672-674-676/1-673/2-678-679-680-685-686-67-736-737-740/1-740/2-741-742-743-744-745/1-745/2-746/1-746/2-747/2-748/2-752/2-754/1-754/2-755-756-757-758-760-1509-1510/2-1510/4-1512/2-597-596-1510/3-1511/2-381/1-1510/1-381/3-1506/1-689-593-598-681-682-683-684-1504/1-690-691-726-724/2-724/1-720-718

 

pf.609/2

pf.1505

    macchina fotografica                                                                  

 

Anno 1996   e pre-ceden-te

 

 

Anno 2002[1]

 macchina fotografica

    

Parte   delle

pp.ff

672-

688/2-

661-

662-[2]

 macchina fotografica

    

Solo   parzialmente mantenuto

 

 

 

0 %

 macchina fotografica

    

 

6060

Toignotti

Tra le   vie- pp.ff. 836, 837, 838, 839/1, 839/2, 840/3, 841

 

 

 

 

0 %

 

 

 

0 %

   macchina fotografica 

 

12157

Castellani   Inerti Trasporti

Neravalle-   pp.ff. 785, 786/1, 786/2,   787, 789/1, 789/2, 790/1, 790/2, 791/1, 791/2, 792/2, 792/1, 793/1, 793/2,   795/1, 795/2, 796, 798, 797    

Pf.1533-

Pf.1534

 macchina fotografica

    

Sp90

   macchina fotografica 

 

 

0 %

 

 

 

 

0 %

 macchina fotografica

    

 

 

 

 

 

180

Chizzola

 

Pf.1532

 macchina fotografica

    

Impianto   2006[3]

    macchina fotografica

 

 

Solo per   la parte scoper-ta nel 2006

 

 

 

0 %

 macchina fotografica

    

 

10586

Marchi

Sabonè   –pp.ff.725/5

 

    macchina fotografica

 

 

0 %

 

 

 

0 %macchina fotografica

    

 

8152

Cave di   Pilcante

Sabonè-   pp.ff. 381/4 - 381/5 - 381/6 - 382/1 - 382/2 – 383 – 384 – 385 - 1511/3 -   1502/1-1502/2 - 1502/3 - 1504/2 - 725/3

 

 

 

 

parziale

 

 

 

0 %

    macchina fotografica

 

91/97

Marchi

Neravalle-   pp.ff. 770/1 – 770/3 - 767 – 765/1 –   765/2 – porzioni delle pp.ff. 761 – 762 – 764 – e le pp.ff. 770/2 –   770/4 non comprese nel PPUSM ma interessate   dal progetto di sistemazione ambientale

 

 

 

Impianto   2005

 macchina fotografica

    

 

 

0 %

 

 

 

0 %

 macchina fotografica

    

 

10529

Rizzi

Chiesurone-   su pp.ff. 830 – 831 – 832 – 833/2 – e parzialmente 834

Ripetute

Pf.1538

 macchina fotografica   

Impianto   2006[4]

   macchina fotografica 

 

 

0 %

 

 

 

 

Minima   percentuale[5]

macchina fotografica

      

 

900

Cave di   Pilcante

Neravalle-pp.ff.773

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

0 %

    macchina fotografica

 

 

Cipriani

S.Cecilia

Pf.516/1[7]

 macchina fotografica   

    word

 

Si

  macchina fotografica  

 

0 %

 

Si

  macchina fotografica  

Si

  macchina fotografica  

Non in   pp.ff autoriz-zate     

  macchina fotografica  

word

0 %

   macchina fotografica 

 

5306

Pasqualini

Neravalle   2- pp.ff. 778 – 779 – 780 – 781 – 782 – 783 – 784

 

 

 

 

 

0 %

 

 

 

In corso[6]

 

nel 2010 sequestro per discarica abusiva

 

   macchina fotografica 

word

    

 Va puntualizzato,in riferimento al mancato rispetto della distanza dalle strade, che non solo si è asportato il materiale (appropriaz.indebita), ma lo si è fatto ripetutamente arrivando (non sempre) al ripristino della distanza con l’apporto di materiale dopo ripetute sollecitazioni dell’ ATT al comune di Ala ed all’uff.minerario.

 

Note:

1 Dalle foto si rileva che il materiale usato per riempire la fossa creata dall’asportazione del materiale originale sembra essere la roccia derivata dallo scavo della galleria della circonvallazione di Mori

2 Da gennaio 2006 gli scavi fuori piano sono stati ripristinati con materiali inerti, compreso materiale derivato dalla galleria della circonvallazione di Mori ed utilizzando buona parte del terreno agrario derivato a suo tempo dalla scopertura della cava; il PCPA prescrive che tale terreno va usato esclusivamente a completamento ripristino per ricreare le condizioni adatte alla coltura.

3 Lungo la SP90, il diaframma alberato è stato posizionato nel corso del 2006, dopo ripetute sollecitazioni agli organi competenti da parte dell’Associazione

4 Lungo la SP90, il diaframma alberato è stato posizionato nel corso del 2006 , dopo ripetute sollecitazioni agli organi competenti da parte dell’Associazione

5 La relazione tecnico-illustrativa allegata all’autorizzazione si prevede il completamento del ripristino nel 2004.

6 nel corso del riempimento, sono stati scaricati svariati camion di terreno inquinato proveniente dalla A22; l’amm.ne comunale, dopo interessamento dell’Associazione, ha emesso ordinanza di sgombero

7 in data 15/09/06 è stato rilevato pericolo di frana della strada causa asportazione di materiale, mancanza di recinzione, scavo sotto falda, pendenza eccessiva delle scarpate (a volte quasi verticali) ed inoltre il frantoio sembrerebbe non collocato sulle pp.ff. autorizzate; abbiamo chiesto l’intervento dei NOE di Trento, dell’uff.tecnico del comune di Ala.

 

Una visione d'insieme delle infrazioni nelle cave di Pilcante......

 

Pilcante-riepilogo infrazioni

 

.......e nella cava di S.Cecilia

 

infrazioni S.Cecilia


IL PCPA -piano comunale pluriennale attuativo - del comune di Ala    -parte 1

 

Estratti dal PCPA del comune di Ala, approvato con verbale di deliberazione n.119 di data 23 giugno 1989:  word


PREMESSA

La legge provinciale 04/03/1980 n. 6 disciplina l' attività di ricerca e di coltivazione delle cave e torbiere nella Provincia Autonoma di Trento al fine della valorizzazione delle risorse provinciali in armonia con gli scopi della programmazione economica e della pianificazione territoriale e con le esigenze di salvaguardia dell'ambiente nonché con la necessita di tutela del lavoro e delle imprese.


Per il raggiungimento di tali scopi la Giunta Provinciale ha approvato con delibera n. 1620 di data 06.03.1987 il "Piano provinciale di utilizzazione delle sostanze minerali" che delimita le aree suscettibili di attività estrattiva e favorisce le norme generali per la coltivazione e la ricomposizione finale delle aree stesse.


( Con delibera della Giunta Provinciale n. 2533 del 10/10/2003 è stato approvato il 4° aggiornamento del piano cave e conseguentemente il nuovo "Piano provinciale di utilizzazione delle sostanze minerali")


Ai sensi dell'art. 6 della L.P. 6/80 l'attuazione del Piano provinciale avviene su base di Programmi pluriennali di attuazione a scala comunale che, con il supporto di un parere di fattibilita geologica, definisca gli indirizzi e le normative specifiche riferiti alle singole aree individuate sul territorio comunale sia in ordine alla fase di estrazione e relative infrastrutture che quella di ricomposizione e destinazione finale. L'Amministrazione ha quindi incaricato il sottoscritto Dott. Cadrobbi Lorenzo di predisporre il Programma d'attuazione che viene di seguito illustrato, alla realizzazione del quale hanno lavorato il Dott. Valle Claudio, Dott. Zambotto Mauro e Dott. Passardi paolo per la parte geologica-geomeccanica sotto la costante supervisione del sottoscritto e il P.M. Bertolini Mario per la programmazione della coltivazione.


NORMATIVA DI CARATTERE GENERALE


PERIODO DI VALIDITA'


Il programma di attuazione pone le base essenziali per una corretta e completa attuazione delle previsioni contenute nel Piano provinciale di utilizzazione delle sostanze minerali della Provincia di Trento; infatti il presente Programma prevede di attuare quelle opere e quegli interventi che razionalmente si ritengono necessari al corretto utilizzo della risorsa estrattiva.

Il presente Programma ha una validità di 18 anni e cioè fino al 31.12.2006.


AUTORIZZAZIONE COMUNALE


Entro tre mesi dalla data di approvazione del presente Programma d'attuazione le Imprese in possesso di autorizzazione provvisoria alla data di entrata in vigore del Piano provinciale dovranno inoltrare tutta la documentazione tecnica di seguito indicata a corredo della domanda di autorizzazione all'esercizio delle cave.

Il Sindaco riscontratane le regolarità attuerà l'iter burocratico previsto nella L.P. 6/80.


1_ DOCUMENTAZIONE DA PRESENTARE A CORREDO DELLA DOMANDA PER L'AUTORIZZAZIONE DI ESERCIZIO DELLA CAVA


Per la coltivazione delle cave, il proprietario del suolo o l'avente diritto a corredo della domanda di autorizzazione deve presentare in triplice copia, di cui una regolarmente bollata, la seguente documentazione:


a) progetto di coltivazione su base topografica aggiornata al 1988 composto di planimetria e sezioni in scala 1/1000 per aree superiori ai 10 ha e 1/500 per aree inferiori, con indicate le fasi tempificate di coltivazione, la viabilità di accesso e di servizio, le infrastrutture e le reti di alimentazione, le opere di raccolta e convogliamento e scarico delle acque circolanti e di quelle reflue;


b) progetto di recupero ambientale composto di planimetria e sezioni in scala 1/1000 per aree superiori ai 10 ha e 1/500 per aree inferiori con indicate le fasi tempificate di esbosco e di ripristino vegetativo delle aree esaurite e lo stato finale dell'area;


c) relazione geologico qeotecnica a firma di un iscritto all'albo, redatta secondo le prescrizioni fornite nel PARERE DI FATTIBILITA' GEOLOGICA di seguito riportato, che fornisca le indicazioni tecniche necessarie alla stesura del Progetto di coltivazione e di recupero ambientale entrando specificatamente nel merito della stabilita generale dell'area durante e a fine lavori, definendo le altezze massime dei fronti di escavazione e degli eventuali riporti di materiale, garantendo la sicurezza delle persone e delle strutture nonché la tutela del reticolo idrografico con una rappresentazione grafica della serie geolitologica dell'area di cava.Lo studio dovrà essere redatto sulla base di un'adeguata indagine geognostica ai sensi di quanto prescritto dal D.M. 21.01.81 "Norme tecniche per le indagini sui terreni..".


La relazione dovrà altresì fornire una dichiarazione di fattibilità del progetto presentato sia in merito alla coltivazione che al ripristino finale;


d) relazione tecnico illustrativa che descriva: le fasi e le opere da realizzarsi nella coltivazione ed i relativi metodi e macchine impiegate, la sede le modalità e gli impianti necessari alla lavorazione del materiale estratto con la gamma dei prodotti mercantili trattati; un piano economico finanziario con indicati particolarmente, i costi di coltivazione e di recupero ambientale; il programma di interventi da realizzarsi in materia di sanità ed igiene del lavoro a tutela degli addetti e del contesto ambientale circostante; i livelli occupazionali e le previsioni di impiego nel medio e lungo periodo;


e) estratti coroqrafici in scala 1/10000 o 1/25000 ed estratto catastale dell'area interessata;


f) do-cumentazione attestante la libera disponibilità dei terreni interessati.


2_    DISCIPLINARE


Ai sensi del I comma dell'art. 7 il Comune rilascerà l'autorizzazione da esercitarsi secondo le norme contenute nel disciplinare redatto secondo il modello tipo approvato dalla Giunta.


Il disciplinare dovrà contenere tutte le prescrizioni e gli obblighi per il razionale e corretto esercizio della cava e degli impianti annessi secondo le indicazioni del Piano provinciale.


Il disciplinare può essere modificato in vista di un più razionale sfruttamento del giacimento o in considerazione di obiettive modificazioni sulla situazione di mercato.


3.    DURATA DELL'AUTORIZZAZIONE


L'autorizzazione avrà una durata non superiore al    Programma   d'attuazione


Fatte salve le sanzioni penali e amministrative previste della legge, in caso di violazione degli obblighi previsti nel disciplinare, l'autorizzazione viene sospesa, previa diffida e nel caso di ulteriore violazione può essere dichiarata decaduta.

 

Ai sensi del III' comma dell'art. 11 si può procedere all'immediata revoca dell'autorizzazione.


4.    DEPOSITO CAUZIONALE


Le Ditte richiedenti devono provvedere prima del rilascio dell'autorizzazione al deposito cauzionale a garanzia dell'esatto adempimento degli obblighi previsti dal disciplinare mediante fideiussione bancaria. Il deposito potrà essere annualmente aggiornato, tenuto conto della superficie eventualmente gia ripristinata secondo il programma di recupero ambientale facente parte integrante del disciplinare di concessione, oppure di altre aree che il Comune indicherà come aree di bonifica o che le singole impresa proporranno a tale scopo con apposito progetto da eseguirsi secondo le indicazioni degli uffici forestali ed approvato con licenza edilizia comunale.


 

IL PCPA -piano comunale pluriennale attuativo - del comune di Ala    -parte 2


6.   ANALISI DELLA SITUAZIONE GEOLOGICA STRUTTURALE LOCALE E DEFINIZIONE  DELLE EVENTUALI PROBLEMATICHE LEGATE ALLA COLTIVAZIONE


6.2.1 Cave di Pilcante


L'area in esame e ubicata in destra idrografica del fiume Adige all'altezza dei km 12-13 della strada provinciale destra Adige tra le località Valene e Chiesurone. Il deposito alluvionale interessato dall'attività estrattiva e costituito da un materasso alluvionale terrazzato sabbioso, localmente sabbioso-ghiaioso, formato in epoca geologica recente dall'attività di trasporto e deposizione delle acque del F. Adige. La natura granulometrica del deposito e abbastanza omogenea con prevalente presenza di sabbie grossolane. Queste si presentano in serie ritmiche talvolta gradate verso l'alto a testimonianza del ripetersi di cicli ad energia di trasporto variabile. In seno alla vasta area oggetto di coltivazione sono state riconosciute diverse direzioni della corrente fluviale non necessariamente parallela alla valle a testimonianza dei variabili andamenti planimetrici dell'Adige. Tali variazioni vengono riconosciute sulla base della diversa stratificazione incrociata dalle lamine sabbiose.


Dal punto di vista idrogeologico l'area e interessata da una falda freatica di fondovalle con leggera pendenza verso SSO e che situa il proprio pelo libero, in periodi piovosi, alla quota di circa 142 slm.

La quota di massimo ribasso sarà a m 145 e in ogni caso a 2 ml sopra la quota di massima escursione della falda.


Sulla base di osservazioni dell'angolo di natural declivio delle porzioni sabbiose ghiaiose sciolte osservate al piede delle pareti subverticali si e ricavato un angolo medio compreso tra 33° e 35° assunto quale angolo d'attrito interno dello stesso materiale in condizioni sciolte. La subverticalità di pareti di scavo, mantenuta a breve termine, e dovuta a forze di coesione apparente momentanee dovute essenzialmente all'addensamento del deposito e a tensioni esercitate dall'acqua capillare presente negli interstizi del deposito sabbioso.

 

Nel presente Programma vengono di seguito descritte le modalità di sviluppo della coltivazione dell'area ai cui principi di massima dovranno attenersi i progetti di coltivazione con particolare riguardo alle fasi e alle quote di coltivazione. A tale scopo risulta auspicabile un accordo tra tutte le Ditte esercenti al fine di predisporre un progetto unitario su tutta l'area estrattiva.


Alla luce di quanto osservato preciseremo che in sede di sistemazione finale, le scarpate dovranno avere un'inclinazione tale da impedirne future instabilità anche se localizzate. Per le scarpate finali la stabilita potrà essere verificata rispetto ad un coefficiente di sicurezza pari a 1 solamente nel caso in cui, in posizione sopra-stante la scarpata, non esistono aree adibite a viabilità altrimenti, come prescritto dal D.M. 21.01.81 "Norme tecniche....", al comma G.3.2, il coefficiente di sicurezza non potrà essere infe-riore ad 1.3.


La perizia geologica geotecnica, a firma di un geologo iscritto al rispettivo Albo profes-sionale di appartenenza, che accompagnerà il pro-getto di coltivazione dovrà precisare le pendenze che dovranno definitivamente assumere le scarpate finali definendone i coefficienti di sicurezza nei differenti casi previsti. Essa dovrà inoltre verificare l'idoneità delle destinazioni d'uso delle aree ripristinate previste nel progetto. Essendo nelle intenzioni dell'Amministrazione un riutilizzo a discarica dell'area situata alla destra orografica della S.P., il progetto di coltivazione dovrà verificare le possibilità e le modalità di stoccaggio materiali inerti di II categoria tipo B come da D.P.R. 915 del 10.09.82, presupponendo un totale riempimento dell'area con ripristino agricolo. Per l'area di maggiori dimensioni situata alla sinistra della SP si procederà solamente ad un ripristino agricolo secondo le modalità di massima qui specificate.


6. 2.2      Cave di S. Cecilia - Guastum

 

La zona estrattiva in esame e ubicata nella località di S. Cecilia in seno a depositi terrazzati del F. Adige di età recenti. A differenza dei depositi osservati nell'area Pilcante, questi appaiono caratterizzati da elevata eterogeneità granulometrica con un locale netto prevalere della frazione grossolana su quella fine. Sulla base di osservazioni condotte nell'area di cava e stato valutato in 34°- 35° l'angolo di riposo del materiale eterogeneo in condizioni sciolte rinvenuto al piede dei fronti di scavo e pertanto assunto ai fini delle previsioni di massima espresse dal Programma, come angolo di attrito interno.del materiale. La massima inclinazione rinvenuta per i fronti di scavo attivi e stata di 80°. Tale subverticalità delle pareti di scavo, mantenuta ovviamente per breve termine, e dovuta a forze di coesione ,apparente dovuta essenzialmente a tensioni indotte a livello interstiziale dalle acque capil-lari e all'addensamento del deposito. Il denuda-mento, la successiva essicazione e lo scarico tensionale che si verifica lungo la superficie di scavo annullano tale effetto con conseguente fra-namento e nuovo equilibrio lungo superfici di riposo inclinate appunto di 34°-35° a seconda della composizione granulometrica.


Il Programma prevede pertanto una colti-vazione a gradoni contemporanei alle quote 180 e 163 (quote strada provinciale). Per quanto concernono eventuali ribassi del piano cava gli stessi potranno avvenire, nel rispetto delle disposizioni di "massimo recupero di sabbia" previste a pag. 107 del Piano provinciale, solo ad avvenuto completamento e relativo ripristino delle precedenti fasi; la coltivazione in ribasso dovrà inoltre avvenire contemporaneamente al riempimento con materiali inerti. La quota minima di ribasso non dovrà essere inferiore a 155 m s.l. e in ogni caso superiore a 2 ml dalla quota di massima escursione della falda idrica.

La destinazione finale dell'area e a fini agricoli. Il progetto di coltivazione dovrà pertanto specificare modalità e termini del previsto ripristino attenendosi a quanto indicato a livello di massima.


Esso dovrà essere accompagnato da perizia geologica - geotecnica a firma di un geologo iscritto al rispettivo Albo professionale di categoria, nella quale verranno precisate in modo particolare le pendenze che dovranno assumere le scarpate finali nel rispetto dei coefficienti di sicurezza previsti dalle vigenti Norme per i diversi casi.


IL PCPA -piano comunale pluriennale attuativo - del comune di Ala    -parte 3

 

COLTIVAZIONE     


NORME E CRITERI GENERALI DI COLTIVAZIONE


1.    DISTANZE


La distanza delle cave da opere e manufatti di vario genere e regolata dal D.P.R. n. 128 del 09.04.59, "Norme di polizia delle miniere e delle cave", di cui si riportano gli articoli specifici:

Art. 104: senza autorizzazione del prefetto (*) sono vietati gli scavi a cielo aperto per ricerca o estrazione di sostanze minerali a distanze minori di:

a) 10 metri:


- da strade di uso pubblico non carrozzabili;


- da luoghi cinti da muro destinati ad uso pubblico;


b) 20 metri:


- da strade di uso pubblico carrozzabili, autostrade e tramvie;


- da corsi d'acqua senza opere di difesa;


- da sostegno o da cavi interrati di elettrodotti di linee telefoniche o telegrafiche o da sostegni di teleferiche che non siano ad uso esclusivo delle escavazioni predette;'-


- da edifici pubblici ed edifici privati non disabitati;


c) 50 metri:


- da ferrovie;


- da opere di difesa dei corsi d'acqua, da sorgenti, acquedotti e relativi serbatoi; - da oleodotti e gasdotti;


- da costruzioni dichiarate monumenti nazionali


Le distanze predette si intendono, misurate in senso orizzontale dal ciglio superiore di escavazione.


Art. 105: l'autorizzazione e accordata con deliberazione della Giunta Provinciale, quando le condizioni di sicurezza lo consentano, sentito il dirigente del Servizio minerario provinciale ed altri organi interessati dello Stato, la Provincia ed i Comune; Per il rispetto delle distanze di legge si suggerisce la delimitazione dell'area di cava sul terreno per mezzo di appositi vertici, costituiti da picchetti in ferro murati su pilastrini di cemento, individuabili tramite coordinate Gauss Boaga.


3.    RECINZIONE DELLA CAVA E MISURE DI SICUREZZA


I limiti della cava prospicenti le strade di servizio pubblico, ovvero le zone di facile accesso devono essere adeguatamente recintate con rete metallica o con altro mezzo idoneo a vietare l'accesso di mezzi e di persone non autorizzate e la discarica indiscriminata di rifiuti. E' necessario inoltre adottare tutte le misure di sicurezza previste dalle vigenti leggi di polizia mineraria (D.P.R. n. 128 del 09.04.59 e successive modificazioni ed integrazioni) sia per quanto riguarda la conduzione dei lavori di scavo, carico e trasporto, sia per la segnaletica nei confronti dei terzi. Tali opere sono a totale carico del titolare della autorizzazione.


5.    SCOPERTURA E CONSERVAZIONE DEL TERRENO AGRARIO


La prima operazione di coltivazione di una cava consiste nella rimozione del terreno agrario di copertura sino a raggiungere materiale utile sottostante. Tale terreno di cui e vietata la vendita dovrà essere mantenuto in cava ai fini del ripristino dell'area stessa. La rimozione e l'accumulo del terreno agrario di copertura, com-portano sempre una degradazione delle sue caratte-ristiche pedologiche ed agronomiche, a causa del parziale inquinamento con il materiale sottostante ed alla perdita di sostanze humiche. Occorre per-tanto limitare arealmente la scopertura del terreno alla minima superficie necessaria alle operazioni di coltivazione, in rapporto alla produzione programmata ed alle attrezzature utilizzate. La scopertura dovrà dunque procedere per lotti annua-li e non interessare subito tutta l'area di colti-vazione. In questo modo, successivamente allo scavo del primo lotto, il terreno di copertura del secondo puo essere rimosso e ricollocato immediatamente nelle zone gia sfruttate, evitando accumuli soggetti a graduale degradazione nel tempo. Gli accumuli temporanei di terreno dovranno non superare i 3 metri di altezza al fine di limitare il dilavamento ad opera del ruscellamento delle acque superficiali. Per contenere tale dilavamento, evitare l'invasione di specie ruderali infestanti e conservare il contenuto accettabile di sostanze organiche, occorre eseguire sui cumuli di terreno semine protettive di erba medica, lupulina. Per evitare l'eccessiva compattazione del terreno e opportuno che le macchine operatrici eseguano la scopertura in senso frontale con accumuli laterali ai bordi dell'area di coltivazione, oppure in aree destinate allo scopo.

 


IL PCPA -piano comunale pluriennale attuativo - del comune di Ala    -parte 4 

 

MODALITA' GENERALI DI COLTIVAZIONE


La coltivazione delle cave dovrà avvenire nelle migliori condizioni di sicurezza ed in maniera da consentire il recupero dell'area contestualmente all'attività estrattiva.


2.    CAVE DI SABBIA E GHIAIA


a) Altezza del fronte di cava e gradonatura


L'altezza del fronte di scavo e stabilita dal D.P.R. n. 128 del 09.04.59 che prescrive quanto segue:


Art. 121 Qualora si impieghino escavatrici meccaniche poste al piede del fronte di scavo, l'altezza del fronte stesso non deve superare il limite a cui possono giungere gli organi dell'escavatrice. L'ingegnere capo può consentire che il limite, suddetto sia superato quando, per l'idoneità dei mezzi impiegati, la sicurezza sia ugualmente tutelata.

 

In linea generale si ritiene possibile procedere a trance contemporanee dell'altezza variabile da 5 a 10 metri a seconda delle caratteristiche del mezzo di scavo utilizzato (pala meccanica, escavatori idraulici, escavatori a corda ecc.)


L'ampiezza dei gradoni potrà essere .diversa, in funzione dell'utilizzazione finale dell'area.


b) Scarpate di escavazione e di abbandono


In fase di coltivazione le scarpate assumono pendenze variabili in rapporto alla natura del materiale (litologia, stratigrafia, granulometria, aridità ecc.) ed al mezzo utilizzato per lo scavo. Le scarpate di escavazione presentano pertanto condizioni di stabilita temporanea e sono soggette a successive modificazioni sino ad assumere pendenze di equilibrio definitive.


In fase di abbandono le scarpate dovranno essere rimodellate secondo la pendenza finale di assoluta sicurezza, che dovrà essere indicata nella relazione geologica e geotecnica annessa al progetto di coltivazione. Tale pendenza dovrà anche essere progettata in funzione degli interventi di ripristino previsti. In base a quanto specificato nel capitolo 6.2 si indicano come pendenze massime consentite i 35°.


c) diaframmi


Per cave limitrofe si devono evitare le formazioni di diaframmi di materiale in posto a tale fine le ditte confinanti dovranno concordare le modalità di scavo, che dovrà avvenire a mezzo compensazione geometrica del volume avanzando con il ciglio cava sulle proprietà limitrofe di una profondità determinata dall'altezza del fronte cava e dalle pendenze delle scarpate di scavo


L'altra ditta procederà immediatamente con lo scavo della scarpata rimanente asportando il materiale giacente al piede della stessa sulla proprietà della ditta precedente per la profondità pari alle profondità asportata dalla ditta precedente.


d) provvedimenti e cautele per evitare e/o ridurre la formazione di polveri


Per evitare la formazione di polveri, o comunque ridurre la quantità e gli effetti nocivi, si dovranno adottare idonei provvedimenti quali:


1) innaffiamento dei gradoni, piazzali e strade di cava ove circolano i mezzi di carico e trasporto


2) applicazione di aspiratori e di cicloni per la captazione e l'abbattimento delle polveri negli impianti di frantumazione e selezione.


e) provvedimenti e cautele per evitare e/o ridurre i rumori molesti

 

Per evitare e/o ridurre i rumori molesti si dovranno adottare idonei provvedimenti e cautele quali l'applicazione dei silenziatori sulle macchine operatrici di cava.


RIPRISTINO AMBIENTALE


CRITERI PER LA RICOMPOSIZIONE FINALE DEI TERRENI


Le opere di ricomposizione finale delle cave dovrebbero tendere a ripristinare condizioni uguali o simili a quelle preesistenti    l'attività estrattiva e comunque coerenti con l'assetto produttivo, lo stato ambientale e la destinazione urbanistica delle aree circostanti. Il conseguimento di tali obiettivi e tuttavia condizionato dalle caratteristiche morfologiche ed idrogeologiche delle aree al termine della escavazione.


Le modalità di esecuzione degli interventi di recupero di seguito illustrate sono applicabili nei casi di utilizzo finale delle aree al temine dell'attività estrattiva descritta nei precedenti capitoli.


DESTINAZIONI URBANISTICHE


Tutte le aree estrattive a fine lavori recuperano una destinazione conforme a quella precedente all'attività estrattiva e pertanto o agricole o boschive.

Si esclude qualsiasi utilizzo delle cave per discariche di rifiuti solidi o liquidi urbani e di fanghi industriali tranne quelle gia autorizzate allo scopo.

Tutti i riempimenti dovranno avvenire con materiale "inerte" (vedi D.P.R. 915 del 10.09.1982), proveniente dalle stesse cave o da demolizioni edilizie. Allo scopo le ditte dovranno munirsi di apposita autorizzazione da parte dello SPA e saranno in toto responsabili del corretto uso della discarica che dovrà essere recintata e sbarrata secondo le regole che lo SPA indicherà.

 

allegati al PCPA pdf


LA LEGISLAZIONE PROVINCIALE -PARTE 1 

 

Cosa prevedeva la LP 6/80 (è stata sustituita il 24/10/2006 dalla LP n.7/2006) la legge provinciale riguardo ripristino ambientale:

LP 6/80 Art. 27 Restituzione dei luoghi in pristino         pdf

 

Chiunque esegua lavori di ricerca o coltivazione di cave o torbiere oppure installi o realizzi strutture o impianti di cui all'articolo 7, comma 6, senza la prescritta autorizzazione o concessione, oltre ad essere sottoposto alla sanzione amministrativa di cui al primo comma dell'articolo 25, è tenuto a eseguire a sue spese i lavori occorrenti per la restituzione in pristino dei luoghi, entro il termine e con le modalità fissate dal sindaco con propria ordinanza, sentito il comitato di cui all'articolo 4.

Analogamente il sindaco provvede, ove non siano stati realizzati entro un anno dalla scadenza dell'autorizzazione o della concessione alla coltivazione i programmi di sistemazione del suolo o di ripristino ambientale oppure ove non siano stati rimossi, entro il medesimo periodo, le strutture o gli impianti di cui all'articolo 7, comma 6.

In caso di mancata esecuzione dell'ordinanza entro il termine prescritto il sindaco provvede d'ufficio, a spese dell'inadempiente. È comunque fatto salvo, in caso d'inadempimento degli obblighi di cui al presente comma, l'incameramento della cauzione prestata.

 

Cosa prevede il piano provinciale di utilizzazione delle sostanze minerali (piano cave) riguardo al ripristino  ambientale:

documento  pdf

 

3.1.2.2 Sono stati individuati preferibilmente giacimenti di dimensioni sufficienti a consentire un loro prolungato utilizzo nel tempo, dando priorità a quelli oggetto di passata attività estrattiva dove necessitano coltivazioni più razionali in grado di permettere anche un progressivo recupero ambientale dell'area.

3.1.4. CRITERI DI TUTELA DEL PAESAGGIO

Il Piano si è proposto non solo una radicale riconsiderazione delle zone estrattive, ma anche una mediazione tra le aree in corso di sfruttamento e quelle non ancora intaccate da un lato ed aree da recuperare all'ambiente dall'altro, in modo tale da compensare all'interno dei territori comunali interessati il disequilibrio ambientale che diversamente ne deriverebbe.

In quest'ottica rientra anche l'obbligatorietà della predisposizione di precisi progetti di sfruttamento, razionalizzando quindi sia l'attività estrattiva sia il recupero ambientale, che deve essere previsto in tempi brevi e possibilmente ancora durante le fasi di coltivazione.

Vengono così evitate coltivazioni ingiustificate dal punto di vista economico-occupazionale, in rapporto al loro impatto ambientale, consentendo nel contempo soluzioni atte a garantire il ripristino di zone già sfruttate o abbandonate.

 

3.6.1. PROGRAMMA DI ATTUAZIONE

I programmi di attuazione previsti dall'art. 6 della L.P. 4 marzo 1980, n. 6 e s.m., devono uniformarsi alle indicazioni del Piano prevedendo, in particolare per l’aspetto minerario ed in relazione alle singole situazioni e necessità, quanto segue:

a) modalità, tempi e priorità nella coltivazione e relativo recupero ambientale delle aree;

b) modalità per la redazione di progetti di coltivazione razionali e, nel caso di due o più cave adiacenti, reciprocamente compatibili;

c) qualità, quantità, tipo e localizzazione delle infrastrutture necessarie alla coltivazione delle cave;

d) modalità, tempi e priorità di realizzazione delle infrastrutture;

e) declassificazione delle strade comunali non più utilizzabili e di intralcio alla razionale coltivazione dei giacimenti;

f) eventuale indicazione delle aree dove è possibile effettuare la lavorazione del materiale estratto autorizzando appositi impianti.

3.8. CRITERI PER IL RAZIONALE SFRUTTAMENTO DEI GIACIMENTI E PER IL RECUPERO AMBIENTALE

Di seguito vengono indicati i criteri da adottare per il razionale sfruttamento dei giacimenti in generale e per il relativo recupero ambientale nonché, ai sensi della lettera f) dell'articolo 2 della L.P. 4 marzo 1980, n. 6 e s.m., i criteri e le modalità che si riferiscono ai giacimenti di rilevante estensione.

La domanda di autorizzazione o concessione alla coltivazione di cava, deve essere corredata dal progetto di coltivazione e sistemazione ambientale completo di perizia geologica e comunque dalla documentazione di cui all'art. 8 della stessa legge.

La domanda ed i relativi allegati, devono essere presentati al sindaco del comune interessato in sei copie di cui una regolarmente bollata.

3.8.1. PROGETTO DI COLTIVAZIONE

Il progetto, redatto da un tecnico abilitato e sottoscritto dal richiedente l’autorizzazione, deve essere costituito dalla documentazione tecnica necessaria a rappresentare e circoscrivere l’iniziativa in programma con la realtà dei luoghi direttamente interessati e con il proprio contesto ed in particolare:

a) estratto della Carta topografica generale in scala 1:10.000;

b) estratto mappa catastale;

c) estratto del Piano Regolatore Generale vigente ed eventualmente di quello in salvaguardia;

d) relazione tecnica;

e) relazione geologico-geotecnica;

f) relazione sul ripristino ambientale durante ed a fine coltivazione;

g) planimetrie;

h) sezioni;

i) piante, sezioni e prospetti degli eventuali impianti e strutture a servizio della cava;

j) documentazione fotografica comprensiva di eventuali rendering.

Gli elaborati di cui alle lettere a), b) e c) devono essere muniti di opportune indicazioni che permettano la facile e veloce ricognizione dei luoghi interessati.

Planimetrie e sezioni, in scala idonea, devono essere chiaramente distinte nei livelli di rilievo/progetto/raffronto (utilizzando i colori giallo e rosso nel caso di progetti di variante).

Le planimetrie devono riportare i limiti dell’area estrattiva individuata dal Piano e quelli dell’area di cui si richiede l’autorizzazione. La relazione tecnica deve indicare la superficie di tale area nonché l’entità dei volumi interessati dalla coltivazione e dai lavori di recupero ambientale distinti nelle eventuali fasi operative

A seconda delle singole tipologie d’intervento, la presentazione di dettagli progettuali può sottolineare particolari e significative fattispecie operative e, con ciò, rendere possibile l’apprezzamento della bontà degli obiettivi di progetto.

Per quanto attiene alle discipline del paesaggio e della tutela ambientale, del vincolo geologico e idrogeologico, gli elaborati progettuali, anche in base alla loro tipicità, devono tenere puntualmente conto delle rispettive, singole e specifiche esigenze istituzionali e, di conseguenza, essere opportunamente integrati, nell’intento di dare esauriente completezza alle tematiche ed agli interessi pubblici e privati coinvolti. L’adozione dei criteri di tutela ambientale già menzionati dal P.U.P., l’uso di opportuna documentazione fotografica, lo sviluppo di adeguati fotomontaggi prospettici, ovvero la rappresentazione su basi facilmente reperibili come le ortofoto, può permettere una più agevole verifica ed un miglior controllo progettuale, sia da parte del proponente, sia da tutte le altre figure direttamente o indirettamente cointeressate.

Considerato che il Piano prevede una razionale e progressiva attività di coltivazione e di recupero ambientale, con tempi a volte prolungati, appare chiaro come il progetto debba prevedere fasi operative temporalmente ben integrate, in modo da prefigurare un costante riscontro sull’attività stessa, mirando, per quanto possibile, all’attenuazione degli impatti visivi ed ambientali che, in genere, accompagnano l’attività estrattiva.

Il logico sviluppo dell’insieme delle elaborazioni tecniche è pertanto riserva sostanziale del progettista che, alla luce della propria professionalità ed esperienza, può produrlo nel modo più personalizzato, purché i contenuti dimostrino in modo sufficientemente chiaro ed esaustivo di aver compiutamente sviscerato le tematiche sopra indicate.

Relativamente al ripristino della copertura vegetale, la relazione deve indicare le sequenze operative degli interventi previsti, considerando le due fondamentali modalità, ovvero la ricostituzione sia della copertura erbacea (semina manuale o idraulica, con o senza pacciamatura, a spessore, ecc.) sia di quella arbustivo-arborea (impianto tradizionale a buche a sesto pieno od a gruppi, impianto con funzioni consolidanti mediante l’impiego di cordonate con salice o con astoni a radice nuda ecc.). Da ultimo devono essere indicati gli interventi di manutenzione necessari od opportuni per garantire l’affermazione dinamica delle opere eseguite. Gli elaborati devono prevedere le modalità per la raccolta, il convogliamento e lo scarico delle acque, sia meteoriche che superficiali nonché di quelle che possono emergere a seguito della coltivazione, al fine di evitare frane e denudamenti nelle zone circostanti nonché possibili intorbidimenti dei corsi d’acqua.

Devono inoltre indicare le strade di accesso e quelle interne all'area di cava, specificando quali debbano ritenersi vincolanti per l'esecuzione dei profili progettuali (strade-gradone comuni a cave contigue) e quali invece possano essere più semplicemente ritenute ad esclusivo servizio della singola cava (piste di cava elastiche) e pertanto essere spostate senza specifica autorizzazione di variante al progetto.

Tenuto conto delle indicazioni contenute nel programma comunale di attuazione (qualora adottato), è necessario che nel caso di cave adiacenti i progetti siano predisposti in totale compatibilità tra di loro o preferibilmente sia redatto un progetto unitario.

La relazione geologico-geotecnica deve dimostrare la fattibilità del progetto, ai fini della stabilità generale del versante, delle fronti di escavazione e degli eventuali riporti di materiale, della sicurezza delle persone e delle opere e delle strutture sia di proprietà di terzi che al servizio della cava nonché della tutela delle sorgenti potenzialmente utilizzabili interessate direttamente o indirettamente dai lavori. Devono essere altresì esaminate con cura le possibili interferenze con il reticolo idrografico superficiale e con l'idrologia sotterranea nonché la regolazione del flusso delle acque meteoriche.

Qualora sussistano situazioni particolarmente complesse od accentuata acclività del versante, la relazione geologico-geotecnica deve fornire i seguenti ulteriori elementi conoscitivi:

- rilievo geologico di dettaglio con relative sezioni geologiche, in scala non inferiore a 1:5.000, riguardante l'area direttamente o indirettamente interessata dai lavori di coltivazione previsti;

- definizione e delimitazione delle zone di omogeneità con:

a) riconoscimento, descrizione e classificazione geolitologica e geomeccanica della roccia;

b) dimensionamento degli elementi strutturali, loro rilievo e quantificazione dei parametri geotecnici (analisi strutturale);

c) incidenze idrogeologiche;

d) elaborazione dei dati e loro interpretazione;

- eventuali indagini geofisiche o saggi meccanici volti alla verifica di stabilità dell'area mediante impiego del metodo dell'equilibrio limite o degli elementi finiti.

Per la coltivazione in sotterraneo deve essere verificata sia la stabilità dei cantieri durante l'attività sia la stabilità a coltivazione ultimata, in particolare per quanto riguarda possibili ripercussioni in superficie.

3.8.2. METODI DI COLTIVAZIONE E DI RECUPERO AMBIENTALE.

I metodi di coltivazione di seguito indicati sono da ritenersi, nella generalità dei casi, i più idonei in relazione ai vari tipi di giacimento.

Il progettista, a seconda delle situazioni geomorfologiche, giacimentologiche ed ambientali delle singole zone, deve aver cura di introdurre le modifiche più opportune allo scopo di ottenere un integrale, corretto e sicuro sfruttamento della cava, con particolare riguardo alla sicurezza del personale, alla salvaguardia ambientale ed all'esigenza di provvedere ad un'idonea sistemazione finale del suolo da iniziarsi possibilmente già durante la coltivazione.

In generale, nel caso di cave a gradoni, il recupero ambientale delle aree deve essere effettuato, se possibile, non seguendo le rigide geometrie dei gradoni ma cercando di dare naturalità alle fronti ripristinate, come indicato al punto 3.1.4.


LA LEGISLAZIONE PROVINCIALE -PARTE 2

 

Cosa prescrivono le le delibere della giunta provinciale e le determinazioni dell’ufficio minerario che autorizzano lo scavo con avvicinamento alle strade in deroga all’art.105 del DPR n.128 del 09/04/1959

 

– determinazione tipo esemplificativa  

determinazione n. 10 del 09-06-2000 adottata da SERVIZIO MINERARIO

D.P.R. 9.4.1959, n. 128 - art. 105 . Richiesta del Signor _________________, legale rappresentante dell'Impresa ___________. con sede a ________, di coltivare la cava di inerti "__________" in Comune di Ala a distanza minore di m 20 dalla strada provinciale n. 90 - Destra Adige, dalla strada comunale p.f. 1534 e dal traliccio di sostegno della linea elettrica ENEL 10.000.

Accoglimento con prescrizioni.

                       IL DIRIGENTE

- Visto il D.P.R. 9.4.1959, n. 128 artt. 104 e 105;

- Visto l'art. 8, punto 14, dello Statuto di Autonomia;

- Vista l'istanza di data 8.3.2000 con la quale il Signor   ___________, legale rappresentante   della   Impresa ___________. con sede a   _________, ha chiesto l'autorizzazione ai sensi   del D.P.R. 9.4.1959, n. 128, per effettuare lavori di   scavo nell'ambito della cava di inerti "__________" sita   in Comune di Ala a meno di 20 metri della strada   provinciale n. 90 - Destra Adige, dalla strada comunale   p.f. 1534 e dal traliccio n. 92 di sostegno della linea   elettrica ENEL 10.000;

- Visti gli elaborati progettuali presentati a supporto   tecnico dell'istanza;

- Vista l'autorizzazione per la coltivazione della cava   "_________" rilasciata dal Sindaco di Ala, ai sensi   della L.P. 6/80 in data 4.12.1992 prot. n. 12157;

- Vista la nota prot. 206-UGE 1320 di data 30.3.2000 del   Responsabile   zona   di   Trento   Esterna   dell'Enel   Distribuzione;

- Visto il parere espresso dal Dirigente del Servizio   Gestione del patrimonio Stradale della P.A.T. con nota   n. 6781/2000-S106 GA/mim di data 9.4.2000;

- Visto il parere espresso dal Sindaco di Ala con nota   4101 di data 13.4.2000;

- Visto il parere del p.m. Luciano Selva collaboratore   tecnico   del   Servizio Minerario   responsabile   del   procedimento in contesto espresso in data 17.5.2000;

- Visto il decreto del Presidente della Giunta provinciale   26.3.1998, n. 6/78 Leg;

 

                   d e t e r m i n a

 

1) di autorizzare, ai sensi dell'art. 105 del D.P.R.   9.4.1959, n. 128, il __________,   legale rappresentante dell'Impresa __________. con sede a _________,   ad   effettuare,   in deroga alle disposizioni   stabilite   dall'art. 104 del decreto medesimo, lavori di scavo a   distanza minore di m 20 dalla strada provinciale n. 90 -   Destra Adige, dalla strada comunale p.f. 1534 e dal   traliccio n. 92 di sostegno della linea elettrica ENEL   10.000, nell'ambito della cava di inerti "___________"   sita in Comune di Ala, subordinatamente all'osservanza   delle seguenti condizioni:

 a) i lavori di scavo dovranno essere eseguiti secondo quanto   indicato nella relazione illustrativa presentata a supporto della domanda con le       integrazioni sottoriportate e devono   interessare esclusivamente le aree indicate nella planimetria allegata alla relazione;

 b) la   coltivazione   del   materiale   dovrà  essere effettuata con il sistema a gradini discendenti con       altezza della fronte di scavo pari alla lunghezza       dello sbraccio dei mezzi meccanici impiegati   e       comunque non superiore a m 7.00 in modo da modellare       e da mantenere costantemente la stessa fronte a       scarpata   secondo l'angolo di stabilità naturale       (35°);

 c) il ciglio superiore dello scavo, a quota strada provinciale, dovrà arrestarsi ad una distanza non inferiore a m 7.00 dal ciglio della stessa strada in modo da lasciare una fascia di rispetto di pari  larghezza;

 d) lo   stesso   ciglio superiore dello scavo   dovrà arrestarsi invece, sia a quota strada comunale che a   quota traliccio di sostegno della linea elettrica       ENEL, ad una distanza non inferiore a m 5.00 dal  ciglio della stessa strada e dal traliccio   di sostegno sopracitato, in modo da lasciare una fascia di rispetto da dette strutture, di pari larghezza;

 e) la fronte di scavo, parallelamente e alla strada provinciale ed alla strada comunale, dovrà mantenere  costantemente una inclinazione non   superiore   a       33°30' (3/2). Sulla stessa fronte, sul lato strada provinciale, dovranno essere collocate delle modine, alla distanza fra loro di 10 m, in modo da avere un  continuo riscontro della reale pendenza   della scarpata di 33°30';

 f) la coltivazione della cava a lato della strada       provinciale dovrà essere eseguita per settori della       larghezza di m 40 a partire da Sud;

 g) terminata   la coltivazione di un settore   potrà       iniziare sullo stesso l'operazione di riporto del       materiale arido di riempimento con il sistema a       gradini   montanti dello spessore   di   m   2   ed       interessanti una larghezza di almeno 5 m in modo da       allargare la fascia di protezione della   strada       portandola ad almeno 12 m misurata a quota piano       strada;

 h) lungo la fascia di rispetto della strada provinciale       a   m   6 dal ciglio della stessa   dovrà essere       realizzato, in conformità a quanto stabilito dal       codice stradale, un diaframma alberato costituito da       piante   a rapido sviluppo in modo da diminuire       l'impatto ambientale dovuto ai lavori di scavo ed       impedire la diffusione delle polveri;

 i) i lavori di coltivazione della cava ed il relativo       ripristino per una fascia di almeno 5 m, formanti       l'oggetto   del   presente parere dovranno   essere       portati a termine entro il 2004;

 j) la recinzione della cava attualmente esistente deve       essere mantenuta efficiente per tutta la durata dei       lavori;

 k) l'accesso al piazzale di cava dovrà essere regolato       con   barriera   metallica telecomandata   e   dovrà       rimanere costantemente chiuso con cancello durante       ogni sospensione dei lavori;

 l) qualora fosse approvato un progetto di allargamento       della sede della strada provinciale le distanze e le       misure sopra indicate dovranno essere calcolate dal       ciglio stradale di progetto;

 m) qualora si dovessero verificare danni alla linea       elettrica   (integrità   dei   conduttori   o   del       traliccio), a causa dei lavori di cava, l'impresa      ______   dovrà immediatamente segnalarli   all'ENEL       Distribuzione.

n) di   rilasciare   la   presente   autorizzazione   sotto   l'espressa condizione che siano fatti salvi i diritti   pubblici e dei terzi, precisando che si provvederà alla   revoca della stessa nel caso di inosservanza delle   condizioni di cui al punto 1) o nel caso in cui   dovessero   venir meno le condizioni   di   sicurezza   richieste al fine del rilascio della deroga;


LA LEGISLAZIONE PROVINCIALE -PARTE 3

 

disciplinare tipo (allegato alle autorizzazioni)    word

 

MODELLO TIPO DI DISCIPLINARE

ex art. 7 - I comma legge provinciale 4.3.1980, n. 6 e s.m.

 

ART. 15  Sistemazione del suolo e ripristino ambientale

 

Il titolare è tenuto ad apprestare le opere per la sistemazione finale del suolo ed il ripristino ambientale, secondo il programma allegato alla domanda di autorizzazione, che si assume quale parte integrante e sostanziale dell’autorizzazione, con le seguenti prescrizioni:.........................................................................…………….............

Il titolare dell'autorizzazione resta comunque obbligato al ripristino anche quando venga meno l'autorizzazione per scadenza del termine ovvero per decadenza, revoca o rinuncia, qualora sia dimostrata, sotto l'aspetto tecnico-economico, la non ulteriore sfruttabilità del giacimento.

 

Art. 21  Esaurimento del giacimento

 

L'esaurimento del giacimento, per estinzione naturale ovvero in quanto non più economicamente utilizzabile, prima della data di scadenza dell'autorizzazione, ancorchè comporti la cessazione dell'attività estrattiva e degli obblighi indicati nel disciplinare ad essa inerenti, non esonera dall'obbligo del ripristino ambientale da effettuare secondo le modalità di cui all'art. 15 - II° comma del presente disciplinare.

 

DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 9 aprile 1959, n. 128 NORME DI POLIZIA DELLE MINIERE E  DELLE CAVE word

 

NUOVA LEGISLAZIONE PROVINCIALE

Il 24 ottobre 2006 è stata approvata la nuova legge di “Disciplina dell’attività di cava” –LP n.7/2006    pdf


CAVE - SITUAZIONE A PILCANTE

 

SITUAZIONI DIVERSE RIFERITE AL RIPRISTINO NELLE CAVE DI PILCANTE

 

Le cave sulla destra orografica della SP 90 sono esaurite.    macchina fotografica

 

Le autorizzazioni comunali riferite a queste cave sono: n° 12157, 91/97, 900, 4306.

 

Ad oggi, nonostante tutte le indicazioni di ripristino contenute nella legge provinciale, nel piano provinciale di sfruttamento delle sostanze minerali, nel Piano Comunale Pluriennale Attuativo, nel disciplinare, non si nota alcune osservanza delle normative.

 

L’unica licenza in fase di ripristino è la n.4306 della ditta Pasqualini.

 

Le altre ditte aspettano l’evolversi della situazione in merito alla proposta della ditta Cave di Pilcante di collocare in queste cave esaurite una discarica per rifiuti non pericolosi.

 

D’altra parte gli articoli 15 e 21 del disciplinare sono fin troppo chiari a riguardo del ripristino.

 

Perché né il Comune di Ala, né l’uff. minerario provinciale fanno rispettare queste norme?

 

Il Comune può, in mancanza di osservanza degli obblighi riferiti al ripristino intervenire direttamente incamerando le cauzioni versate a garanzia dai cavatori e rivalersi per la spesa eccedente tali cauzioni.

 

Art. 27 LP 6/80 -…………… il sindaco provvede, ove non siano stati realizzati entro un anno dalla scadenza dell'autorizzazione o della concessione alla coltivazione i programmi di sistemazione del suolo o di ripristino ambientale oppure ove non siano stati rimossi, entro il medesimo periodo, le strutture o gli impianti di cui all'articolo 7, comma 6.

 

In caso di mancata esecuzione dell'ordinanza entro il termine prescritto il sindaco provvede d'ufficio, a spese dell'inadempiente. È comunque fatto salvo, in caso d'inadempimento degli obblighi di cui al presente comma, l'incameramento della cauzione prestata.

 

La nuova legge provinciale in materia mineraria proroga tutte le autorizzazioni estrattive per due anni dall’entrata in vigore della legge stessa. Servirebbe prima del 31/12/2006 un atto dell’amm.comunale di Ala o dell’uff.minerario che ufficializzasse l’esaurimento delle cave esaurite, non facendole rientrare nelle autorizzazioni prorogate dalla nuova legge, potendo così intervenire subito con il ripristino prescritto. E’ il caso di diffidare il comune di Ala?

 

Le cave sulla sinistra orografica della SP 90.            macchina fotografica

 

Nonostante la presenza del PCPA, si può constatare l’assoluta mancanza di programmazione, sopratutto finalizzata ad un progressivo recupero all’uso agricolo, nello sfruttamento delle cave.

 

A nostro parere i fattori determinanti sono stati:

 

  •  il rilascio di autorizzazioni per zone d’estrazione troppo ampie senza esigere già nella fase progettuale il ripristino contemporaneo al progredire degli scavi;

 

  • la mancata programmazione per incentivare la collaborazione tra le varie ditte al fine di sfruttare razionalmente la zona al fine di evitare quello che si può ora constatare: scavi sparsi e distanziati con diaframmi intermedi che evidentemente facilitano ed incentivano la mancanza di volontà al ripristino;

 

  • la programmazione dello sfruttamento di tutta la zona estrattiva di Pilcante, che all’interno del PCPA è schematizzata in quattro disegni di massima che dicono tutto e niente; pur nella vaghezza di tali progetti, sugli stessi la zona sulla destra orografica della SP90, allo stato attuale dell’estrazione della zona di sinistra, appare già ripristinata.

 

  • Una cava di cui siamo in possesso della relazione tecnico-illustrativa è la cava Rizzi; la programmazione temporale presente su tale relazione indicava l’anno 2004 per il completamento del ripristino.

L'ASSOCIAZIONE E LE ISTITUZIONI

 

I TENTATIVI DELL’ASSOCIAZIONE DI SENSIBILIZZARE GLI ORGANI COMPETENTI

 

CORRISPONDENZA CON COMUNE DI ALA

Lettera –data 27 dicembre 2004       word                              

Rimasta senza risposta da parte dell’amm.ne.

 

Lettera protocollo n.1095–data 16 gennaio 2006       word                            

Rimasta senza risposta da parte dell’amm.ne.

 

Relazione consegnata a tutti i componenti del consiglio comunale di Ala –19 gennaio 2006      word                            

        

Email inviata il 28 MARZO 2006 in riferimento a cava Rizzi          word             macchina fotografica

 

lettera 06 giugno 2006   -inviata al sindaco ed a tutti i componenti del consiglio comunale di Ala  word                                      

                          

INCONTRI E COLLOQUI CON AMMINISTRATORI DEL COMUNE DI ALA PER ESPORRE LE PROBLEMATICHE

20/12/2005   con assessore Cavagna Ilario nella sede municipale

08/04/2006   con assessore Cavagna Ilario nella sede dell’associazione

12/04/2006   con Sindaco nella sede municipale

12/04/2006   con ing.Castelli-responsabile uff.tecnico nella sede municipale

12/04/2006   con Segretario comunale nella sede municipale

26/09/2006   con assessore Cavagna Ilario nella sede municipale

 

CORRISPONDENZA CON UFF.MINERARIO

Email inviata il 28 ottobre 2005 in riferimento a cava Rizzi ed a cava CIT-Neravalle        

 

Invio alcune fotografie scattate in data odierna dimostranti l’ennesimo abuso dei nostri beneamati cavatori.

Come abitudine, non vengono rispettate le distanze di scavo dalle strade comunali; esperienze precedenti sulle conseguenze non mancano.

Le foto 1_1, 1_2, 1_3, 1_4, 1_5 si riferiscono allo scavo in corso nella cava in loc. Chiesurone, vedi posizione n.1 su tav12 allegata.

La foto 2_1 si riferisce alla cava, posizione n.2 su tav12 allegata, fiancheggiata da strada comunale.

In questo caso lo scavo sembrerebbe essersi espanso verso la strada comunale ben oltre quanto indicato in tav.12 allegata al piano cave, non rispettando inoltre la distanza da detta strada.

Confido in un immediato intervento dell’ufficio minerario, per porre finalmente dei paletti a certe forme di abusivismo recidivo dei cavatori.

Non credo di eccedere usando il termine “abusivismo recidivo”, in quanto i precedenti su mancato rispetto delle distanze dalle strade comunali, su danneggiamento con asportazione di strade comunali, su scarico incontrollato di materiali (carcasse di copertoni ad esempio) non mancano nel corso degli anni passati, tutti fatti a conoscenza degli organi competenti, compreso l’Ufficio Minerario Provinciale.

In attesa di un sollecito intervento, distintamente saluto.

All. n.7 foto   macchina fotografica

 

 Email inviata il 28 MARZO 2006 in riferimento a cava Rizzi      word       macchina fotografica

 

La stessa email è stata inviata ai NOE di Trento

 

INCONTRI E COLLOQUI CON UFFICIO MINERARIO PER ESPORRE LE PROBLEMATICHE

15/12/2005   incontro con per.min. Selva presso Ufficio Minerario

19/10/2006   incontro con ing. Tomasi Alessandro presse Ufficio Minerario

 

CORRISPONDENZA CON 2° COMMISSIONE PERMANENTE PAT

Nalla fase di discussione dei DDL 103, 150, 154, concernenti la nuova legge sull’attività estrattiva nella Provincia di Trento, all’interno della commissione, abbiamo richiesto un’audizione per presentare gli effetti e le problematiche che l’attività estrattiva comporta per il territorio di Pilcante.   word                                   


L'INTERESSAMENTO DELLE ISTITUZIONI

 

INTERESSAMENTO DI CONSIGLIERI COMUNALI, COMPRENSORIALI E PROVINCIALI CON INTERROGAZIONI E  MOZIONI

Interrogazione consigliere provinciale Cristiano De Eccher    pdf             

               

la risposta all’interrogazione       pdf

 

Interrogazione consigliere comprensoriale Mauro Ferone     word

 

la risposta all’interrogazione       word

 

Interrogazione consigliere provinciale Cristiano De Eccher        pdf

 

la risposta all’interrogazione         pdf

 

Interrogazione consigliere provinciale Roberto Bombarda         pdf

 

la risposta all’interrogazione          pdf

 

proposta di mozione consigliere provinciale Roberto Bombarda       word

                              

Il 10/10/2006, il Consiglio provinciale discute i DDL 103 e 154 riferiti allo sfruttamento delle risorse minerarie in provincia di Trento; dalla discussione uscirà la nuova normativa provinciale sulle attività estrattive.

Sono presentati due Ordini del giorno che hanno per oggetto la situazione del territorio di Pilcante.

 

Intervento cons. Bombarda:

“Con l’ O.d.G. ho voluto,in maniera simbolica, portare in aula, e credo l’abbia fatto anche il collega Pinter con un suo O.dG., il caso di Pilcante di Ala, una frazione che per l’attività di escavazione di sabbia e ghiaia è stata letteralmente devastata nel suo paesaggio e nelle sue caratteristiche ambientali, ma che dopo l’attività di escavazione ha aggiunto danno a danno perché in quelle cavità che si sono formate a seguito dell’attività di escavazione sono stati poi stoccati in maniera più o meno legittima o più o meno corretta rifiuti, rifiuti civili, rifiuti industriali e quindi oggi la situazione di Pilcante è gravissima ed è un po’ simbolica di quella che è stata l’attività di cava in Trentino negli ultimi decenni.”

 

ordine del giorno presentato dal consigliere provinciale Bombarda ed approvato all’unanimità dal consiglio provinciale in data 10/10/2006      pdf

 

ordine del giorno presentato dal consigliere provinciale Pinter ed approvato all’unanimità dal consiglio provinciale in data 10/10/2006           pdf

 

Intervento cons. Pinter:

“Come ha riconosciuto l’assessore il problema sollevato, (vedi intervento successivo) che parte da Pilcante di Ala ma che evidentemente riguarda anche aree per quanto riguarda, in particolare qui non stiamo parlando del porfido, stiamo parlando delle aree, dello scavo di inerti, quindi ghiaia eccetera, che sono quelle che sono più frammentate sul territorio e quindi anche più, come dire, meno gestite; in particolare la situazione di Pilcante è allucinante perché nel tempo non solo non si è fatta l’azione di bonifica ambientale e di ripristino, quello che normalmente si fa, non solo non si è fatta la bonifica agraria, quindi riportando a coltivazione dove si coltivava, ma addirittura si è trasformato in una sorta di discarica abusiva di tutto e il contrario di tutto, quindi senza alcuna attenzione nei confronti del territorio. Noi sappiamo che la Provincia ha fatto la sua azione di controllo e vigilanza; chiediamo che però il comune si dia una mossa e si riporti ad una soglia di accettabilità quella situazione di degrado territoriale. Questo valga ovviamente anche per il futuro dove,ripeto, io spesse volte mi son trovato a configgere non tanto col fatto di una attività che estrae del materiale, quanto il fatto che si fa il buco e poi se ne lava le mani, cosa che invece si può benissimo riportare, mettere il suo terreno agrario, agricolo necessario riproporre la coltivazione che c’era anche precedentemente, mentre invece purtroppo molte volte prevale la negligenza assoluta.”

 

Intervento assessore all’industria Benedetti:

“Stiamo parlando di una situazione puntuale quella che è rilevata in zona di Pilcante –comune di Ala- che è un caso un po’ emblematico di come forse l’Unità Distretto potrebbe risolvere casi analoghi, nel senso che, i proprietari che mi pare siano quattro o cinque di queste cave, sono andati un po’ in ordine sparso e oggi ci rappresentano una realtà obiettivamente, paesaggisticamente e anche ambientalmente poco accettabile.

Ci sono dei diritti di concessione che oggi non sono toccabili, abbiamo invitato più volte i proprietari di cava a fare un ragionamento di insieme perché questo caos è determinato dal fatto che sostanzialmente ognuno fa un buco proprio e quindi non si va a confine e quindi rimangono zone che sarà poi anche difficile, non tanto difficile ma lungo ripristinare e quindi siamo concordi con i presentatori degli O.d.G., in questo caso l’O.d.G. n.4 presentato dal consigliere Pinter, e anche l’O.d.G. n.6 presentato dal consigliere Bombarda nel sollecitare o comunque promuovere tutte quelle collaborazioni e quelle possibilità che l’ente pubblico, la Provincia in maniera particolare ha, per risolvere una situazione che tutti riconosciamo oggi è sicuramente forse la peggiore nel settore ghiaia che noi rileviamo sul nostro territorio.”

 

Intervento consigliere provinciale Cristiano De Eccher:

“Intervengo in modo brevissimo perché devo riservarmi il tempo per la dichiarazione di voto. Anch’io, come il collega Bombarda e mi pare di aver compreso anche il collega Pinter, mi sono interessato dell’attività del comitato di Pilcante, un comitato che ha svolto un lavoro prezioso, egregio, approfondito,sistematico. Questo lavoro è stato presentato anche nell’ambito della comunità locale con tutta una serie di proiezioni, con una documentazione effettivamente completa e obiettivamente sono emerse delle responsabilità, riferite al passato, che non vanno sottaciute. Ecco, nella parte che caratterizza con il dispositivo questa mozione si guarda al futuro. Fatto positivo in sé guardare al futuro quindi impegnare, migliorare il territorio eccetera; però non vorrei che passasse una filosofia che abbiamo conosciuto, che è quella che, taluni privati, contigui per scelta propria all’amministrazione, abbiano nel tempo raccolto tutta una serie di benefici; quando poi diventa il momento di provvedere, di intervenire per il ripristino, di caricarsi anche di oneri economicamente rilevanti arrivi la parte pubblica che va a chiudere il cerchio. Ora, siccome nel caso specifico mi pare che per un lungo periodo sia stato sindaco un collega che in questo momento riveste anche un ruolo significativo all’interno delle giunta provinciale, non vorrei che ci fosse un elemento aggiuntivo per sostenere ragionamenti di questo tipo. Quindi ben venga la mozione così come è impostata, io stesso le darò un voto favorevole, però avrei piacere anche che il passato non venisse dimenticato e che le responsabilità, al di là dei termini di prescrizione che possono essere in qualche maniera stati superti, avrei piacere ripeto, che venissero accertate e definite anche dal punto di vista politico, perché ognuno si porta appresso le proprie responsabilità in senso complessivo.”

 

 

INTERROGAZIONE al Sindaco di Ala su Cava Cipriani-S.Cecilia  word     e risposta   word  


INTERROGAZIONE su piano attuativo Comune di Ala    word

 

parere commissione interdisciplinare su proroga PCPA  word

 

parere Uff.Minerario su proroga PCPA   word                  

 

nomina componente ATT in gruppo lavoro per PCPA  word

 

nominativo componente gruppo lavoro PER NUOVO pcpa    word                     

 

lettera a Comune Ala riguardo a cave esaurite   word           

 

delibera cons.comunale Ala per 1a proroga PCPA     word        

 

opposizione avversa alla delibera di proroga PCPA   word

                        


INFORMAZIONE ATTRAVERSO SERATE PUBBLICHE CON PRESENTAZIONE DELLA SITUAZIONE AMBIENTALE NELLA ZONA  ESTRATTIVA

 

 

 

27/01/2006     serata a Pilcante con proiezione        

PARTE 1 pdf       PARTE 2  pdf      PARTE 3  pdf      PARTE 4  pdf

 

10/02/2006     serata ad Ala

03/03/2006     serata a Pilcante

22/06/2006     serata a Pilcante

 

 

 

 

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