Testo fisso

 Per la politica dell'ambiente                                   Chi lotta può perdere,chi non lotta ha già perso! Guevara                                          

LA FINE DELLE DISTILLERIE CIPRIANI

 

 

Dopo quarant'anni di polemiche e di proteste degli abitanti di Chizzola per l'aria ammorbata dalle emissioni delle distillerie Cipriani, l'azienda è stata chiusa a seguito di un dimostrato e pesante inquinamento dell'Adige e della falda acquifera a nord di Chizzola.

 

Quella che segue è la cronistoria degli ultimi anni, ricavata per lo più dai quotidiani locali.

 

 

 

 

 


 

«Con la Cipriani trent’anni di soprusi»
Il Trentino  27 gennaio 2007 —   
 
 ALA. Il rio Sorne e la falda, all’altezza di Chizzola, è inquinato. Ma la tesi delle distillerie Cipriani è che il problema non li tocca. Altri possono essere gli agenti inquinanti. A partire dai contadini. Una tesi che ha fatto sbottare il vicepresidente della Federazione coltivatori Paolo Saiani: «Siamo alla beffa: da anni la distilleria rovina la vita del paese. Ma sarebbe colpa nostra. Intollerabile».
 Tutto parte da un dato di fatto: il torrente Sorne è fortemente inquinato, altrettanto di può dire della falda e dei pozzi artesiani. Per questo il Comune ha vietato di bere quell’acqua e l’Appa ha iniziato a monitorare la falda circostante le distillerie Cipriani. «La notizia non mi trova impreparato - osserva Saiani - già da tanti anni questo stabilimento ha fortemente condizionato la qualità della vita dei residenti di Chizzola».
 Un paese, Chizzola, che con la distilleria fa i conti da trent’anni. Una convivenza in parte positiva, perché in paese ci si conosce tutti e si finisce per diventare quasi amici e perché l’azienda ha portato lavoro. Ma in parte difficile. Fatta anche di disagi, che Saiani spiega minuziosamente. A partire dai fumi, che «arrivano fino a Pilcante», fino agli odori «nauseabondi. Ormai la gente di Chizzola è abituata, ci fa relativamente poco caso. Ma lo dicono tutti: in alcuni giorni non si respira, è insopportabile». E poi la viabilità pesante: «Ne sanno qualche cosa in via Zenatti. E’ un problema che in certi periodi diventa davvero serio, sia per il pericolo, sia per l’inquinamento acustico. Anni fa avevano installato dei dissuasori. Ma quando i tir rallentavano, il rumore diventava insopportabile. Hanno dovuto eliminarli».
 Poi i timori, sempre presenti, di incidenti: «Non dobbiamo andare tanto indietro nel tempo: due anni fa, quando è scoppiata la cisterna. E nei piani di evacuazione in caso di pericolo si parla di un raggio di 5 chilometri».
 Fino ad arrivare al nodo dolente, inquinamento, sversamenti. «Non parlo di responsabilità. Ma è un fatto che l’alveo del torrente Sorne, a monte della distilleria, è più o meno pulito e a valle è melmoso. E’ un fatto che prima della realizzazione del depuratore i liquidi venivano buttati nell’acqua dopo qualche giorno di decantazione. Tempo fa usavano pure le canalette del consorzio irriguo: le abbiamo dovute cambiare, l’acqua a 40 gradi col tempo le ha colate».
 «Non spetta certo a me stabilire responsabilità - conclude Saiani - resta però il fatto che non posso tollerare che le colpe vengano addossate agli abitanti e in particolare agli agricoltori. Dopo tanti anni di soprusi e malcelate sopportazioni, ai residenti tocca, ora, oltre il danno anche la beffa. A chi ha vissuto in questi anni nella zona verrà da chiedersi con quale coraggio si cerchi di smentire l’ovvietà dei fatti facendo ricadere la responsabilità su altri».
-Chiara Zomer
 
 
 
“Da due mesi l’orribile puzza non c’è più”
Il Trentino  09 febbraio 2007 —  
 
 ALA. «Una cosa è certa: l’odore terribilmente nauseabondo cui noi di Chizzola siamo abituati da anni, da un paio di mesi non si sente più».
 Lo dice Francesco Saiani, responsabile di Coldiretti in Vallagarina, riferendo un dato di fatto che è però difficile non mettere in relazione con la sospensione da parte delle Distillerie della lavorazione di melassa. La categoria, nella zona, si è preoccupata anche per il possibile inquinamento dell’acqua attinta dai pozzi: c’è una ben riposta speranza che l’allarme sia eccessivo, ma è altrettanto vero che gli uffici provinciali per la tutela dell’ambiente hanno chiesto la disponibilità di alcuni proprietari per dei controlli e prelievi di campioni nei pozzi, proprio allo scopo di escludere che i problemi possano riguardare la falda e non solo canale Biffis e rio Sorne.
 La vicenda delle Distillerie Cipriani sta interessando dunque sindacati, contadini, residenti. E inevitabilmente anche la politica. Paolo Saiani, segretario dei Ds alensi, lamenta che il Comune di Ala sta brillando per assenza in questo frangente: «Fin dai tempi del mandato consiliare di Giampaolo Armani, il nostro partito ha segnalato, pungolato, chiesto chiarimenti sull’impatto ambientale delle distillerie. C’è sempre stata una sottovalutazione del fenomeno: finchè non risultavano scarichi fuori legge, nulla è stato fatto. E a tutt’oggi, nessun pozzo è stato sigillato in via precauzionale. Poi ci si accorge dei problemi a cose fatte».
 
 
 
Distillerie, lunedì il piano per ripartire
Il Trentino 10 febbraio 2007 —   
 
 ROVERETO. C’è una schiarita, sul fronte Distillerie Cipriani, che autorizza a ipotizzare una prossima ripartenza dell’attività industriale, ma nel rispetto delle acque e dell’ambiente. Ieri mattina c’è stato in Procura l’annunciato vertice tra il sostituto procuratore Fabio Biasi - titolare dell’inchiesta - l’Azienda provinciale Appa nella persona del dottor Gianfranco Cescatti e del dottor Stefani, il nucleo di polizia giudiziaria della forestale e l’avvocato Mario Dapor, che tutela i fratelli Cipriani.
 Dal palazzo di giustizia si è usciti con una sostanziale intesa su questo percorso: già lunedì l’ingegnere roveretano Alessandro Bettini - particolarmente esperto in materia - stenderà un primo progetto per conto delle distillerie, in cui sarà pianificato nel medio termine il potenziamento del depuratore aziendale, oggi (lo dice anche il Pm Biasi) gravemente inadeguato. Il magistrato è a sua volta disposto - se il progetto, sottoposto all’Appa, risulterà credibile e serio - a rimuovere i due provvedimenti di sequestro che ora impediscono totalmente gli scarichi e quindi l’attività dell’azienda, e l’hanno così spinta a fermare le macchine e spedire tutti i trenta dipendenti in ferie forzate. La soluzione prospettata salverebbe capra e cavoli: i Cipriani hanno già chiarito che restare fermi per lunghe settimane equivarrebbe a far chiudere per sempre le distillerie. Nel modo abbozzato ieri dall’avvocato Dapor, si riuscirebbe invece a riprendere la produzione di alcol alimentare, ma con l’impegno primario di rimediare quanto prima alle carenze tecniche in tema di depurazione delle acque di processo.
 «In sostanza - spiega il legale roveretano - si tratterebbe anzitutto di svuotare completamente il depuratore, per poi sostituire le turbine con altrettante più potenti. In seguito è chiaro che si ripartirebbe scaricando i residui trattati nel canale Biffis, evitando il rio Sorne che ha una portata talmente ridotta da non poter sopportare immissioni. E’ altrettanto certo che la Cipriani non tratterà più le melasse come materia prima e che non scaricherà più nelle Sorne se non eventualmente acqua di raffreddamento degli impianti».
 Se il piano d’intervento pronto per lunedì verrà approvato, la difesa delle distillerie non procederà nemmeno a impugnare il sequestro delle tubazioni dirette nel Sorne. Del primo sequestro di ottobre - quello che ha impedito lo sversamento nel Biffis - è già stato invece chiesto a suo tempo la rimozione, ma anche questo aspetto sarebbe superato dall’accordo complessivo sul potenziamento del depuratore interno e sulla ripresa dell’attività produttiva.
 Il dottor Biasi dice di tenere in grande considerazione l’aspetto occupazionale e quindi l’urgenza di non atterrare l’azienda, ma nel contempo di voler ascoltare attentamente dagli esperti dell’azienda provinciale per l’ambiente la valutazione sulla affidabilità degli interventi di miglioria prospettati per le Distillerie Cipriani, fabbrica per molti aspetti invecchiata e decisamente non più coerente con il rispetto ambientale. (l.z.)
 
 
Serravalle/ I tecnici dell'Appa al lavoro, sospetti sugli scarichi
Bloccati i pozzi della Cipriani
Inquinamento nel Sorne, ordinanza del Comune
l’Adige  13 gennaio 2007
 
di MARCO NIRO Da qualche giorno, il torrente Sorne, affluente di destra dell'Adige a Serravalle, risulta visibilmente inquinato da una sostanza rossastra, nei pressi delle Distillerie Cipriani. Due mesi fa circa, la Procura di Rovereto, sulla base della documentazione fornita dai tecnici dell'Appa, aveva sigillato lo scarico della ditta nel canale Enel (anch'esso affluente dell'Adige), che era risultato gravemente inquinato. Dopo il sigillo, alla ditta è rimasto solo uno scarico in cui far defluire i residui della depurazione, quello appunto nel torrente Sorne. Siamo daccapo? «Mi attendo che l'inquinamento del canale Enel cessi», ci aveva confidato allora il direttore del Settore Laboratorio e Controlli dell'Appa Gianfranco Cescatti, che siamo tornati ad interpellare per conoscere quali sono stati gli sviluppi. «Nel canale Enel l'inquinamento enorme che avveniva prima della chiusura dello scarico della Cipriani è in effetti cessato, a dimostrazione che era proprio l'attività della ditta a causarlo. Ma in compenso sono emersi altri problemi». Ci può spiegare meglio? «Va ricordato che, da due mesi, la Cipriani ha rinunciato alla lavorazione delle melasse, che rappresentava l'80% della sua attività ed era la principale fonte dei liquami che finivano nel canale Enel. Oggi, la distilleria lavora solo vinacce, vinelli vari e fecce. Ma, nonostante questa consistente riduzione, dai risultati che abbiamo è evidente che l'inquinamento continua». Il Sorne vi risulta dunque inquinato? «In maniera molto grave. I nostri monitoraggi evidenziano che tale inquinamento si è manifestato e persiste proprio da quando la ditta può utilizzare solo lo scarico nel torrente. E la situazione si è aggravata in questi ultimi giorni». Gli ispettori dell'Appa stanno effettuando ripetuti prelievi di campioni sul posto. «Stiamo cercando di capire - informano gli ispettori - se è imputabile all'attività della ditta anche la tracimazione di melma rossastra avvenuta in questi giorni da un vecchio pozzo della Cipriani, nei pressi del Sorne». In effetti, nel torrente sono visibili chiazze rossastre in corrispondenza della bocca di uno dei numerosi pozzi che la ditta possiede, dai quali attinge l'acqua per le proprie lavorazioni. Potrebbe dunque essere che la ditta abbia usato il vecchio pozzo come nuovo corridoio di scarico? «Non possiamo dirlo con certezza. C'è anche l'ipotesi di problemi alla rete fognaria. Stiamo cercando di fare chiarezza». Il Comune di Ala, dopo le informazioni ricevute dall'Appa, ha emesso ieri un'ordinanza cautelare per inibire l'uso dell'acqua dei pozzi presenti nell'area. «Ma per l'acqua dell'acquedotto non c'è alcun problema», tiene a precisare il sindaco Giuliana Tomasoni. Al di là di questo, dall'Appa non hanno dubbi sul fatto che il depuratore della distilleria non sia in grado di funzionare in maniera efficace. «Analisi chimiche e biologiche di campioni prelevati nelle varie fasi del depuratore - informa Cescatti - dimostrano ch'esso produce un attività depurativa non sufficiente. Durante la fase del processo depurativo, le analisi hanno evidenziato addirittura un refluo più inquinato di quello che entra nello stesso depuratore».
 
 
 
All’Appa il progetto Cipriani
Il Trentino  15 febbraio 2007 —   
 
 ROVERETO. E’ stato fissato per questa mattina, negli uffici dell’Agenzia provinciale protezione ambiente, l’incontro di valutazione del progetto presentato dalla Distillerie Cipriani, di Chizzola. Dovrebbe essere il momento decisivo, per capire se e quale futuro possa avere l’azienda. E quindi se l’attività può riprendere e a quali condizioni, anche eventualmente in attesa del miglioramento dell’impianto di depurazione delle acque “offerto” dai Cipriani per uscire dal congelamento dell’attività.
 Intanto a Chizzola si sta organizzando un comitato, che nasce con lo scopo di tutelare, assieme a quelli produttivi ed occupazionali che nessuno sottovaluta, anche gli interessi dei residenti nel paese. Un primo incontro informale tra gli interessati è avvenuto martedì sera. Ne uscirà un volantino di informazione e sensibilizzazione sul problema della convivenza con la distilleria. E la proposta di un incontro pubblico sul tema lunedì prossimo. Interlocutore naturale del comitato, l’amministrazione comunale di Ala. Alla quale chiede di non trascurare nessuna delle parti coinvolte in questa vicenda.
 
 
 
«Cipriani al lavoro? Prima il depuratore»
Il Trentino  18 febbraio 2007 —   
 
 ROVERETO. «Le Distillerie Cipriani hanno fretta di riprendere a produrre? Bene, è la ditta stessa che non deve perdere tempo: stenda un progetto vero di potenziamento del depuratore e realizzi le migliorie il più rapidamente possibile». Parla chiaro Gianfranco Cescatti, responsabile del settore laboratorio e controlli dell’Appa, l’azienda provinciale per la protezione dell’ambiente. Il dirigente non accetta che l’azienda di Chizzola - bloccata dal sequestro dei due scarichi nel canale Biffis e nel rio Sorne - cerchi scappatoie ritenute inaccettabili, del tipo «intanto fateci lavorare e scaricare, poi sistemeremo il depuratore».
 «Ragionamento che l’Appa non può avallare. Diciamo anzitutto - spiega Cescatti - che, contrariamente a quanto apparso, la Cipriani non ha ancora presentato alcun progetto. L’ingegner Bettini ha formulato in due paginette un’ipotesi di larga massima per delle migliorie che i proprietari prometterebbero di realizzare, non prima di avere completato la lavorazione delle vinacce presenti in azienda. Ma senza garanzie precise noi non possiamo dare nessun via libera, per questo nell’ultima riunione abbiamo chiesto che ci venga sottoposto un progetto vero, capace di garantire per il futuro sversamenti accettabili nelle pubbliche acque. Noi ci impegniamo a valutare questo progetto a tempo record, ma è l’azienda che adesso deve correre e anche metterci i soldi necessari: i lavori devono essere progettati e anche realizzati. Capiamo benissimo i problemi occupazionali, ma diciamo che tutto si può fare in tempi ragionevoli se c’è la buona volontà dell’azienda. Eseguite le migliorie al depuratore, autorizzeremo le Distillerie a scaricare i residui nel rio Sorne, ben sapendo che a monte ci sarà una depurazione ben migliore dell’attuale e ben sapendo che l’azienda non tratterà più la melassa, materia prima dall’impatto ecologico fortissimo».
 E l’ipotesi, balenata l’altro giorno, di una trasformazione radicale degli impianti di Chizzola, con il passaggio alla produzione di biocarburante?
 «L’idea che in Trentino si avvii una fabbrica di questo genere la trovo semplicemente entusiasmante, ma dico pure che non s’improvvisa in quattro e quattr’otto: occorre una qualità di impresa d’alto livello, occorre il tasso tecnologico di aziende specializzate e serissime. Quella dei Cipriani a me è sembrata una boutade o poco più, così come il simpatico invito a fare della Provincia il primo cliente per questa ipotetica nuova attività».
 Messaggio forte e chiaro per Chizzola, intanto: per riaprire la fabbrica occorre metterla in regola, non si speri in comode scorciatoie. (l.z.)
 
 
 
Distillerie Cipriani, c’è il dissequestro
Il Trentino  10 marzo 2007 —   
 
 ROVERETO. Il sostituto procuratore Fabio Biasi ha firmato ieri mattina il decreto che toglie il sequestro allo scarico finale delle Distillerie Cipriani nel rio Sorne. L’Appa - azienda provinciale per l’ambiente - ha dunque dato l’atteso parere favorevole al progetto presentato dalla ditta di Chizzola per un prossimo, definitivo ammodernamento del proprio depuratore, condizione imposta nelle scorse settimane dalle autorità per la ripresa della normale attività industriale (che oggi è mirata a produrre alcol etilico).
 Il Pm Biasi ne ha preso atto e permette ora al titolare Emanuele Cipriani di riprendere temporaneamente l’attività produttiva, allo scopo di non far deperire definitivamente le vinacce e la feccia stoccate e in attesa di lavorazione. Il decreto firmato ieri consente insomma di esaurire le giacenze di materia prima in magazzino, ma pone fin da subito delle serie prescrizioni a tutela delle pubbliche acque: 1) rimane interdetto lo scarico nel canale Biffis, in quanto poco controllabile; 2) s’impone sullo scarico nel Sorne l’applicazione di un autocampionatore, che di fatto consentirà un controllo costante del liquido sversato nel rio e l’eventuale violazione dei parametri fissati dalla legge per ogni tipo di sostanza inquinante; 3) si indica un termine massimo di 75 giorni per completare la lavorazione delle giacenze; 4) s’impone di riferire costantemente ogni passaggio di questa fase lavorativa provvisoria.
 Con tutte queste prescrizioni, le Distillerie possono finalmente richiamare il personale al lavoro e rimettersi a produrre. Finiti i 75 giorni, l’azienda dovrà dedicarsi alla fase più importante: l’adeguamento tecnologico del depuratore, con il potenziamento delle turbine, così da mettersi in condizione di non provocare sversamenti fuorilegge e di proseguire quindi la propria attività industriale nel rispetto dell’ambiente circostante. Quando sarà verificato il raggiungimento di questo standard qualitativo del ciclo delle acque, è verosimile che venga meno anche il primo sequestro sullo scarico sotterraneo nel canale Enel del Biffis, apposto il 30 ottobre scorso su ordine del Gip Dieni.
 Il percorso che si profila è molto lineare: si evita un grosso danno economico alle distillerie, consentendo loro di lavorare la materia prima già in casa, ma lo si fa pretendendo il rispetto pedissequo delle norme sulle acque; si «obbliga» l’azienda a investire nella ristrutturazione del proprio sistema di depurazione delle acque, in modo da garantire una soluzione di lungo periodo. Si vedrà se poi Cipriani deciderà addirittura - dopo aver abbandonato l’utilizzo come materia prima della melassa, che produceva puzza e forte impatto sulle acque - di cambiare radicalmente produzione, passando dall’alcol ai cosiddetti ecocombustibili, come ha ipotizzato.
- Luca Zanin
 
 
Chizzola: riparte la distilleria
Il Trentino  24 marzo 2007 —   
 
 CHIZZOLA. Gli interventi realizzati e il piano di sistemi di sicurezza messo in campo ha convinto la Procura. Manca solo un parere (dato a questo punto per abbastanza scontato) dell’Appa perchè la Distillerie Cipriani di Chizzola veda togliere i sigilli almeno ad uno dei suoi scarichi. E possa quindi riprendere l’attività, almeno per il tempo necessario per smaltire le materie prime stoccate e che rischiano di diventare inservibili nelle more degli adeguamenti di impianti pianificati.
 E’ quanto è emerso dall’incontro di ieri mattina in Procura. Con la conferma che Biasi ritiene quanto fatto sufficiente ad integrare le condizioni richieste per la ripresa parziale dell’attività. Anche se l’azienda resta una “sorvegliata speciale”. Il dissequestro materiale degli scarichi è atteso non oltre lunedì prossimo. Quando saranno dunque riavviate le lavorazioni, ferme da inizio febbraio.
 
 
La distilleria riparte a ciclo chiuso
Il Trentino  29 marzo 2007 —   
 
 ALA. Da ieri la Distillerie Cipriani può riprendere a lavorare. Anche se materialmente, per i tempi di avvio delle caldaie, solo stamattina potrà partire l’attività produttiva vera e propria.
 Gli uomini della procura (che a suo tempo posero materialmente i sigilli su entrambi gli scarichi della distilleria: quello nel canale Enel e quello nel rio Sorne) ieri mattina hanno dissequestrato lo scarico nel Sorne. Rimuovendo i sigilli. Il limite è comunque rigorosissimo: da lì la dittà potrà immettere nel piccolo torrente solo le acque di raffreddamento degli impianti. Acqua pulita, tanto per essere chiari. Il depuratore, pure modificato con l’immissione di ossigeno e nuovi fanghi attivi, per ora dovrà lavorare «a ciclo chiuso». Vuol dire che i reflui ed i fanghi saranno stoccati all’interno dell’azienda, per essere poi smaltiti in impianti specializzati o nelo stesso depuratore aziendale quando sarà in piena (e provata) efficienza.
 La riapertura per le sole acque di raffreddamento consente di ripartire con le lavorazioni in attesa che le modifiche strutturali agli impianti di depurazione rendano possibile una ripresa a pieno regime, con scarichi (nel canale Enel) ritenuti anche dall’Agenzia per l’ambiente rispettosi dei parametri di legge per quanto riguarda il carico inquinante. Per arrivare a quel momento servono appunto tempo per gli interventi ma anche una riattivazione graduale del depuratore. Che come tutti i sistemi basati su processi biologici (nel caso specifico, sono dei batteri a dover digerire i residui organici della distillazione) ha bisogno di lavorare per diventare efficiente. Questo, assieme all’urgenza di smaltire le materie prime stoccate (vinacce) prima che scadano i termini per la campagna produttiva 2007 ha suggerito questa sorta di riapertura parziale della distilleria.
 Quanto alle garanzie, quelle offerte dalla stessa azienda di Chizzola dovrebbero mettere al riparo da qualsiasi rischio. Sullo scarico riaperto ieri dai tecnici della procura, sonos tati montati dei sensori in grado di rilevare in continuo la presenza eventuale di inquinanti. Non appena si verificasse lo sversamento nel rio Sorne di qualcosa di diverso dall’acqua pura (anche se tiepida) di raffreddamento, il processo sarebbe immediatamente interroto e lo scarico nuovamente sigillato.
 La fase attuale dovrebbe durare alcune settimane.
 Resta tutto da definire poi il futuro della Distillerie Cipriani, sia dal punto di vista produttivo che da quello occupazionale. In questo ormai lungo periodo di forzata inattività, la proprietà ha avanzato anche ipotesi di conversione degli impianti, puntando alla produzione di alcol per autotrazione e lasciando la tradizionale attività sull’alcol alimentare. Cambierebbero le materie prime impiegate e quindi l’intero ciclo produttivo. Ma sarebbero necessari anche corposi investimenti ed un “mercato” che ancora in Trentino non esiste.
-Luca Marsilli
 
 
Pozzi inquinati? Non si sa
Il Trentino  12 aprile 2007 —   
 
 ALA. “Credevamo che l’Amministrazione fosse il nostro interlocutore privilegiato e il nostro alleato, invece scopriamo che ci si trincera dietro la magistratura, dietro i tecnici provinciali e non si danno le risposte che attendevamo”. Non nasconde la sua delusione il Comitato pro Chizzola e la gente stessa del paese, accorsa in gran numero in Consiglio comunale. Il tema, delicato, dell’inquinamento e dei pericoli ambientali dovuti alla presenza della «Distillerie Cipriani» era all’ordine del giorno grazie a due interrogazioni. Di Antonio Cipriani (Margherita) e di Angelo Trainotti (Impegno civile).
 Precise le richieste di entrambi: conoscere i risultati delle analisi e la portata reale dell’inquinamento dei pozzi artesiani, avere garanzie circa la potabilità del pozzo che serve l’acquedotto comunale, conoscere la pericolosità dei fumi e dei reflui emessi con la ripresa dell’attività della distilleria. Capire in generale se esista un pericolo per la salute pubblica.
 Giuliana Tomasoni ha dato risposte piuttosto precise su alcuni punti: “La Distilleria oggi, alla ripresa parziale dell’attività, è sotto controllo, non abbiamo dati che segnalino pericoli per la salute”. Ma soprattutto il sindaco ha cercato di tranquillizzare circa il temuto inquinamento dell’acquedotto: “il pozzo è monitorato costantemente, le analisi assicurano assoluta potabilità dell’acqua.” E’ rimasta aperta e con un gran punto interrogativo la questione dei dati delle analisi sui pozzi artesiani. “C’è un’indagine della magistratura in corso” dice in sostanza il Sindaco, “non possiamo divulgare quei dati”. Giuliana Tomasoni aggiunge però di aver chiesto alla magistratura di poter render pubblici quei dati.
 Una spiegazione che non ha convinto più di tanto interroganti e pubblico, a maggior ragione perché sulla presunta “secretazione” dei dati delle analisi l’assessore Cavagna non è parso proprio della stessa opinione del sindaco.
 L’ordinanza dello scorso gennaio vietava il prelievo e l’utilizzo di acqua ad uso potabile dai pozzi entro l’area ritenuta a rischio. La stessa ordinanza invitava anche, in via cautelativa, a non prelevare e utilizzare l’acqua di quei pozzi - otto in tutto - anche per altri usi. Su questo secondo aspetto rimane - hanno fatto notare in molti- un problema aperto: quali cautele usare? quali usi evitare? la necessità di irrigare c’è e sarà presto impellente. Il Comitato ha fatto presente che già da quei pozzi acqua ne è stata pompata, per usi agricoli.
 Una situazione che permane quindi delicata e che impone scelte rapide e soluzioni chiare, sicure e definitive. E’ in sintesi il concetto espresso dai rappresentanti del Comitato di Chizzola a cui è stato concesso di esprimere in aula alcune osservazioni. “Speravamo in qualche risposta più precisa alle molte domande che la gente di Chizzola si pone e ha posto all’Amminisrrazione - hanno detto Lorenzini e Romani - vorremmo conoscere i dati dell’inquinamento all’atto della sospensione dell’attività in distilleria, e quello attuale dei pozzi; non abbiamo risposte sulla pericolosità dei fumi; non si è parlato degli odori insopportabili, né della pericolosità dello stoccaggio dei prodotti” Non è sembrata una dichiarazione di guerra, ma il comitato terrà alta la guardia. (pa.m.)

 
Accordo di programma tra la Provoncia Autonoma di Trento, il comune di Ala e le distillerie Cipriani per affrontare l'inquinamento
 
 
 
 
La giunta comunale di Ala approva lo schema di accordo di programma per la bonifica dall’inquinamento prodotto dalle distillerie Cipriani
20 giugno 2007  
 
    Premesso che :
         - con comunicazione telefonica ricevuta in data 05.01.2007 e successivamente con nota di data 10.01.2007 – Prot. n. 83/07 S301 dell’Agenzia Provinciale per la Protezione Ambientale – Settore Laboratorio e Controlli pervenuta via fax in data 10.01.2007 - ns. prot. 560, si informava la scrivente Amministrazione che nei primi giorni dell’anno 2007 si era verificato un forte inquinamento di natura organica del torrente Sorne nella frazione di Chizzola a partire dalla Distilleria Cipriani sino all’imbocco con il fiume Adige;
         
         - dalle analisi chimiche effettuate dall’Agenzia Provinciale per la Protezione Ambientale in data 08.01.2007 e successive, sui pozzi denominati Oltresorne e Depuratore si evidenziava il costante e ripetuto superamento dei limiti previsti nella tabella 2 dell’allegato 5 del D.Lgs. 152/2006;
         
         - dalle analisi microbiologiche effettuate dall’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari in data in data 08.01.2007 e 15 .01.2007 effettuate in entrambi i pozzi Oltresorne e Depuratore, si escludeva la presenza di indici microbici di inquinamento e di conseguenza qualsiasi responsabilità a carico di scarichi di tipo civile o rotture di rete fognarie;
         
         - con ordinanza sindacale contingibile ed urgente a tutela dell’igiene e della salute pubblica emessa in data 11.01.2007 – Prot. n. 551 è stato vietato, in via cautelativa, il prelievo e l’utilizzo di acqua ad uso potabile di alcuni pozzi rientranti in una porzione di territorio e invitato, in via cautelativa, a non prelevare ed utilizzare l’acqua ad uso diverso da quello potabile proveniente dai pozzi di cui sopra;
         
         - con nota di data 27.03.2007 – Prot. n. 1163/07-S301 pervenuta in data 29.03.2007 – ns. prot. 6115 l’Agenzia Provinciale per la Protezione Ambientale – Settore Laboratorio e Controlli evidenziava il ripetuto e costante superamento dei limiti di “concentrazioni soglia di contaminazione nelle acque sotterranee” previsti nella tabella 2 dell’allegato 5 del D.Lgs. 152/2006 per i parametri ferro, manganese, arsenico ed alluminio, concludendo che: l’inquinamento del pozzo Oltresorne, causato da reflui inquinanti con alto contenuto organico, caratterizzati dalla presenza anomala di potassio, rilevato dal giorno 08.01.2007 e nei successivi controlli, consente di affermare che lo stesso:
1. non possa derivare da inquinamento causato da scarichi idrici di tipo civile in quanto non sono presenti indici microbici di inquinamento;
2. possa derivare dall’immissione involontaria e/o accidentale di reflui ad alto carico organico dovuta a rotture o incidenti nel processo di distillazione delle vinacce della vicina ditta Distillerie F.lli Cipriani S.p.A.;
3. sia dovuto allo smaltimento non consentito ed occulto di reflui industriali ad alto carico organico prodotto all’interno della vicina ditta Distillerie F.lli Cipriani S.p.A.;
         
         -  in data 14.05.2007 – Prot. n. 8591 è stata emessa comunicazione di avvio del procedimento amministrativo per l’emissione di ordinanza ai sensi dell’art. 244 del D. Lgs 152/2006, debitamente notificata alla ditta Distillerie F.lli Cipriani S.p.A. in data 14.05.2007;
         
         - con nota di data 22 maggio 2007 pervenuta in data 25 maggio 2007 – prot. n. 9717, il legale rappresentante della Società Distillerie F.lli Cipriani S.p.a., ai sensi dell’art. 77 bis, comma 10 octies del TULP e art. 242 del D. Lgs. 152/2006, ha notificato, la possibilità di una situazione di inquinamento sul sito ove trovasi la sede della Società Distillerie F.lli Cipriani S.p.a. e di voler concertare, mediante stipula di apposito accordo di programma, i tempi e le modalità di intervento di messa in sicurezza, di caratterizzazione, di eventuale bonifica e ripristino ambientale del sito;
         
         - a seguito della citata nota, in data 13 giugno 2007 – prot. n. 10826 si è concluso senza provvedimenti, il procedimento avviato con comunicazione di data 14 maggio 2007 – prot. n. 8591; 
         
Tutto ciò premesso,
 
LA GIUNTA COMUNALE
         
        Richiamata la premessa narrativa e ritenutala parte integrante del presente provvedimento;
         
        Vista la seduta di Programma, predisposto dall’Ufficio Progetto recupero ambientale ed urbanistico aree industriali della Provincia Autonoma di Trento
        
        Visto l’allegato parere di regolarità tecnico-amministrativa espresso sulla proposta del presente atto;
         
        Visto il Testo Unico delle Legge Provinciali in materia di tutela dell’ambiente dagli inquinamenti approvato con D.P.G.P. 26 gennaio 1987, n. 1-41/Legisl. e s.m. ed int.;
         
        Visto il Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 recante “Norme in materia ambientale”;
 
        Con voti favorevoli unanimi nominalmente espressi;
 
D E L I B E R A
 
1. di approvare l’allegato schema di Accordo di Programma per la definizione del coordinamento operativo tra la Provincia Autonoma di Trento, il Comune di Ala e la ditta Distillerie F.lli Cipriani S.p.a., al fine di porre in essere gli interventi di cui al Titolo V (bonifica di siti contaminati) del D. Lgs. 3 aprile 2006 n. 152 sul sito potenzialmente inquinato ricadente sull’area di proprietà della ditta Distillerie F.lli Cipriani S. p.a., in C.C. Chizzola di Ala;
 
2. di autorizzare il Sindaco del Comune di Ala, a sottoscrivere il citato Accordo di Programma, ai sensi dell’art. 77 bis, comma 10 octies del TULP in materia di tutela dell’ambiente dagli inquinamenti, approvato con D.P.G.P. 26 gennaio 1987, n. 1-41/Leg.
 
3. di dichiarare la presente deliberazione immediatamente esecutiva ai sensi dell’art. 79 del T.U. delle leggi regionali sull’ordinamento dei comuni approvato con D.P.Reg. 01.02.2005 n. 3/L.
 
 

 
Cipriani: analisi alla distilleria
Il Trentino  23 giugno 2007 —   
 
 ALA. La Distilleria Cipriani eseguirà in collaborazione con l’Appa tutte le verifiche tecniche necessarie sull’area aziendale, alla ricerca di tracce di inquinamento nel sottosuolo. L’intervento sarà a carico dei Cipriani, così come l’eventuale bonifica. Ieri la firma di Dellai sull’accordo.
 L’accordo di programma per la bonifica dell’area delle Distillerie Cipriani di Chizzola è stato sottoscritto da tutti i soggetti interessati: Provincia Comune di Ala e società. Secondo gli accordi, tutti gli interventi concordati saranno ad esclusivo carico della Distillerie, mentre gli altri soggetti coinvolti (Progetto speciale recupero ambientale e urbano, Appa, Azienda provinciale per i servizi sanitari, Comune di Ala) controlleranno la corretta esecuzione delle opere dal punto di vista tecnico-ambientale e normativo.
 Si tratta di un passaggio importante, perchè mette la parola fine al contenzioso sulla bonifica dell’area delle Distillerie Cipriani. L’azienda, che dall’inizio degli annio Settanta ha come attività principale la produzione di alcool etilico, acquaviti, liquori, vini comuni e speciali e mosti concentrati, nonché il commercio all’ingrosso di bevande alcoliche ed analcoliche, era stata oggetto di indagine da parte della magistratura in seguito a problematiche ambientali inerenti le lavorazioni. Prima la Procura fece sigillare, su richiesta dell’Appa, lo scarico dei Cipriani nel canale Biffis, poi anche lo scarico di riserva, che insiste sul rio Sorne, venne sequestrato. Costringendo la distilleria a fermarsi e formulare un piano di adeguamento del depuratore. I controlli dell’Appa avevano rivelato forti presenze di sostanze organiche nelle acque superficiali degli scarichi. I campioni d’acqua prelevati da pozzi siti nei pressi dello stabilimento mostrarono all’analisi un costante superamento dei limiti di concentrazione per quanto riguarda ferro, manganese e arsenico. La distilleria in virtù di una concessione della Provincia utilizza le acque sotterranee nel proprio ciclo produttivo. L’Appa, a marzo, stimò che l’inquinamento derivava dall’impianto industriale e impose l’alt alla produzione. A maggio l’azienda chiese alla Provincia la stipula di un accordo di programma che stabilisse i tempi e le modalità di intervento di messa in sicurezza, di caratterizzazione, di eventuale bonifica e ripristino ambientale del sito. L’accordo firmato ieri dovrebbe garantire tempi celeri per gli interventi necessari, favorendo le sinergie con gli uffici della Provincia e ottimizzando i risultati.
-Giuliano Lott
 
 
Cipriani: trovato anche arsenico
Il Trentino  13 luglio 2007 —   
 
 ALA. «C’è arsenico nei pozzi della Cipriani, ma il Comune non ci ha detto nulla. Nell’ultima assemblea hanno parato di ferro e manganese. Ma c’è anche arsenico. Perchè ce l’hanno nascosto?». Sono spaventati, i cittadini del comitato di Chizzola. Spaventati e arrabbiati. Perchè dell’arsenico - sono state trovate tracce nel pozzo inquinato - hanno saputo solo leggendo la delibera sul protocollo tra Provincia, Comune e distillerie, per i carotaggi tesi a valutare l’entità del potenziale inquinamento. E il ragionamento di tutto è lo stesso: se non ci è stato detto nulla, c’è sotto qualcosa. Per questo è stata mandata una lettera al Comune, per chiedere spiegazioni.
 Ma dal palazzo, si mostrano tranquilli. Di più, chiedono che la situazione venga gestita con razionalità: «Dell’inquinamento, quella sera, hanno parlato i tecnici dell’Appa - spiega l’assessore Ilario Cavagna - non so perchè non si è detto dell’arsenico. Ma il punto è un altro. E’ stato ribadito in tutte le salse che l’inquinamento non è arrivato alla falda. Che c’è una bolla inquinata, ma al momento è ferma. Non ci sono pericoli per la popolazione. Per il resto, la questione è delicata, dobbiamo capire cosa c’è sotto terra. E lo faremo, con l’aiuto dei tecnici Appa. Ma perdere la testa non serve a nulla».
 
 
«Tumori tutti da decifrare»
Il Trentino  21 luglio 2007 —   
 
 ALA. Il comitato per la salute di Chizzola non strumentalizzi dolorosi casi di morti recenti. È il messaggio di Giampaolo Armani, dopo le dichiarazioni del medico del paese Martinelli, rese durante l’incontro pubblico in paese sull’inquinamento dei terreni e sul ruolo delle distillerie Cipriani. Il medico, per rafforzare le proteste del comitato, aveva detto che i casi di tumori, a Chizzola, sono probabilmente sopra la norma, e aveva in particolare fatto riferimento a quattro morti per tumore, avvenute nella stessa via, lo scorso anno.
 «Mi sembra inopportuno portare in pubblico delle ferite ancora aperte. Soprattutto perché non è stato dimostrato se la causa di queste malattie sia riconducibile alla presenza delle distillerie, né tantomeno se il numero di tumori registrati a Chizzola sia effettivamente sopra la norma. Non voglio polemizzare, penso però che certe vicende, tragiche per alcune famiglie, non vadano usate in questo modo». Giampaolo Armani, consigliere comunale a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 come indipendente del Pci prima e del Pds poi, non è certo tra i supporter delle distillerie: «Feci diverse interrogazioni in consiglio comunale in merito, con scarso riscontro, soprattutto in paese. Eppure fumi e scarichi sospetti non sono certo una novità; solo ora - forse perché le Cipriani sono in declino - è nato un comitato, solo ora si è rotto quello che in passato era forse un “tabù”. Ben venga, anch’io ho firmato la petizione del comitato, certo mi sembra un po’ tardivo». (m.s.)
 
 
 
Reg.delib.n.  2395  Prot. n. 13/D/07
VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE
 
O G G E T T O:
Approvazione, ai sensi dell'art. 77 bis del D.P.G.P. 26 gennaio 1987 n. 1-41/Leg. e dell'art. 242 del D.Legs. 3 aprile 2006, n. 152, del Piano di caratterizzazione relativo al sito potenzialmente inquinatoricadente su tutta l'area di proprietà della ditta "Distillerie F.lli Cipriani S.p.A.", in C.C. Chizzola (Comune di Ala).
 
Il giorno 31 Ottobre 2007 ad ore 11:10 nella sala delle Sedute
in seguito a convocazione disposta con avviso agli assessori, si è riunita
LA GIUNTA PROVINCIALE
sotto la presidenza del
 
PRESIDENTE
LORENZO DELLAI
 
Presenti:
ASSESSORI
REMO ANDREOLLI
MARCO BENEDETTI
OLIVA BERASI
OTTORINO BRESSANINI
MARTA DALMASO
TIZIANO MELLARINI
FRANCO PANIZZA
GIANLUCA SALVATORI
 
Assenti:
MARGHERITA COGO
MAURO GILMOZZI
 
Assiste:
LA DIRIGENTE
PATRIZIA GENTILE
 
Il Presidente, constatato il numero legale degli intervenuti, dichiara aperta la seduta
 
Il Relatore comunica:
In data 03 luglio 2007 è stato sottoscritto un accordo di programma tra la Provincia Autonoma di Trento, il Comune di Ala e la ditta “Distillerie F.lli Cipriani” per la definizione del coordinamento operativo tra le parti al fine di porre in essere gli interventi di cui al Titolo V (Bonifica di siti contaminati) del D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152 sul sito potenzialmente inquinato ricadente su tutta l’area di proprietà della ditta “Distillerie F.lli Cipriani”, in C.C. Chizzola (Comune di Ala).
Per le vicende e le motivazioni che hanno portato all’attivazione della procedura negoziata, si richiamano i contenuti dell’accordo di programma e la deliberazione n. 1337 di data 22 giugno 2007, con la quale si è approvato il testo dell’accordo, autorizzando il Presidente della Provincia autonoma di Trento alla sua sottoscrizione.
In ottemperanza dell’art. 4, comma 1, del citato accordo di programma, le Distillerie F.lli Cipriani hanno presentato, in data 02 agosto 2007 (prot. n. 778 di data 03 agosto 2007 del Progetto speciale) ed a firma del loro consulente tecnico ing. Alessandro Bettini, il documento del Piano di caratterizzazione di cui all’art. 242, comma 3, del D.Lgs. 152/2006, ai fini dell’approvazione ai sensi di legge.
Essendo l’areale interessato dall’indagine ambientale superiore ad un ettaro, l’approvazione amministrativa del citato documento tecnico, così come stabilito dal combinato disposto degli artt. 77 bis, comma 2, e 102 quater del T.U.L.P. in materia di tutela dell’ambiente dagli inquinamenti, compete alla Giunta provinciale, previa istruttoria condotta dal Progetto speciale recupero ambientale e urbanistico delle aree industriali in virtù della delibera della G.P. n. 247/2004.
Con nota prot. n. 799/07-P304-GR/mt di data 08 agosto 2007, il Progetto speciale ha inviato all’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente e al Comune di Ala copia del Piano della caratterizzazione per i pareri di legge. Copia del Piano è stata parimenti trasmessa all’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari e al Servizio geologico della Provincia Autonoma di Trento.
Con nota di data 15 ottobre 2007, prot. n. 984 del giorno seguente del Progetto speciale, l’ing. Bettini, per conto delle Distillerie F.lli Cipriani, ha depositato n. 5 certificati analitici relativi ad analisi su campioni di falda, ad integrazione del citato Piano di caratterizzazione. Detta documentazione, con nota prot. n. 992/07-P304-GM di data 17 ottobre 2007, è stata inviata dal Progetto speciale, per le opportune valutazioni, agli enti interessati ad esprimere il parere di legge di cui sopra.
Con nota prot. n. 3544/2007-U221 di data 30 ottobre 2007, l’Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente ha espresso parere favorevole, formulando alcune prescrizioni.
Anche il Comune di Ala, con nota prot. n. 16646 di data 11 settembre 2007, ha espresso parere favorevole, formulando alcune prescrizioni, così come hanno fatto, altresì, l’Azienda provinciale per i servizi sanitari, con nota prot. n. 1037 di data 29 ottobre 2007, ed il Servizio geologico con nota prot. n. 5195/C10 di data 26 ottobre 2007.
Le confacenti ed articolate prescrizioni avanzate dagli enti coinvolti nell’istruttoria possono essere così sintetizzate:
§     posizionare i carotaggi proposti C5 e C6 nella tav. n. 3 del Piano di caratterizzazione più a monte e più a valle della posizione evidenziata in planimetria, rispetto al pozzo “Depuratore”, al fine di ottenere un dato più significativo sulla reale estensione dell’area interessata dall’inquinamento (APSS, Comune di Ala);
§     ampliare le indagini proposte con ulteriori carotaggi sull’area interna allo stabilimento per individuare con maggior dettaglio l’eventuale presenza di terreni e acque inquinate. Si ritiene ottimale una maglia quadrata di dimensioni 30m x 30m, compatibilmente con le caratteristiche del sito. Di questi carotaggi, almeno 3 dovranno essere ubicati rispettivamente presso:
o     piazzale esterno di stoccaggio materie prime evidenziato nella tav.1 con retino blu – p.f. 164/1;
o     piazzale esterno di stoccaggio materie prime evidenziato nella tav. 1 con retino blu – p.f. 116;
o     piazzale esterno – p.ed. 250;
Ancora, due sondaggi, attrezzati poi a piezometri, dovranno essere posizionati uno vicino al pozzo “Oltresorne” ed uno vicino al pozzo “Depuratore”; quest’ultimi due sondaggi, spinti fino alla profondità ove è stato riscontrato inquinamento, dovranno essere campionati con intervallo non superiore ai 2 m. ricercando, per poter accertare eventuali contaminazioni dovuti allo spargimento di liquami in superficie, i seguenti parametri: pH, Alluminio, Arsenico, Ferro, Manganese, COD, Azoto nitrico, Azoto nitroso, Azoto ammoniacale, Sodio, Potassio, Coliformi totali e fecali. Tali parametri andranno comunque ricercati anche negli altri sondaggi (APSS, Comune di Ala, APPA, Servizio Geologico);
§     ancorché il proponente escluda la possibilità che l’inquinamento sia dovuto alle attività della Distilleria, si chiede comunque di indicare quali siano le possibili sostanze inquinanti e le possibili vie di migrazione dovute all’attività (APPA);
§     andrà fornito il certificato di destinazione urbanistica dell’area (APPA);
§     dovranno essere fornite nel dettaglio indicazioni sulla geologia ed idrogeologia del sito, con indicazione della profondità e potenza dell’acquifero o degli acquiferi se si tratta di un sistema multifalda, della velocità, direzione della falda stessa e della permeabilità del mezzo; tali dati andranno poi opportunamente graficati (isofreatiche, …) (APPA);
§     in sede di sondaggio, è necessario acquisire i parametri sito-specifici richiesti da APAT (Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici) nella Tabella allegata alla sua nota prot. n. 009642 di data 21 marzo 2007 (oggetto: “Parametri di input per elaborazione dell’analisi di rischio sito-specifica ai sensi del D.Lgs 152/06”), in vista di una eventuale analisi di rischio (APPA);
§     si chiede di fornire in forma tabulare un prospetto di tutte le analisi finora effettuate e di quelle che si effettueranno, sia sul sito che nei pozzi limitrofi, sia riguardo al terreno che alle acque di falda (APPA);
§     si chiede di prescindere, per ora, dall’effettuare qualsiasi modifica ai pozzi esistenti ed in particolare dallo sfilamento della camicia metallica (APPA);
§     dovranno essere soddisfatti i contenuti dei punti 3, 4, 5 e 6 dell’allegato n. 2 della parte IV del D.lgs. 152/2006 (Comune di Ala);
§     i campioni di acqua sotterranea prelevati dai nuovi carotaggi, per un adeguato confronto con quelli già esaminati, dovranno essere prelevati a profondità analoga ai pozzi oggetto di inquinamento (Oltresorne, Depuratore) con profondità di circa ml 35-40 - quota di posizionamento delle pompe nei pozzi citati (Comune di Ala);
§     posizionare il punto di carotaggio C0 a monte delle aree occupate dalle Distillerie, in localizzazione da concordare (Comune di Ala);
§     individuare i possibili ricettori dell’inquinamento e le possibili vie di dispersione e migrazione degli inquinanti dalle fonti verso i potenziali ricettori (Comune di Ala);
§     l’esecuzione dei sondaggi e prelievi delle acque sotterranee e del suolo, nonché il prelievo dei campioni, dovrà avvenire in contraddittorio con A.P.P.A. e Comune di Ala, previo accordo con le stesse tramite notifica inviata con almeno 10 giorni di anticipo. In particolare si raccomanda di concordare le fasi di campionamento e prelievo con il Settore Laboratorio e Controlli dell’A.P.P.A. (APPA).
Visto quanto sopra, si propone di approvare, ai sensi dell’art. 77 bis comma 2 del D.P.G.P. 26 gennaio 1987 n. 1-41/Leg. e dell’art. 242 comma 3 del D.Legs. 3 aprile 2006, n. 152, il Piano di caratterizzazione del predetto sito a firma dell’ing. Alessandro Bettini, subordinatamente al rispetto delle prescrizioni formulate dall’Agenzia Provinciale per la Protezione dell'Ambiente, dal Comune di Ala, dall’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari e dal Servizio geologico della PAT, così come sintetizzate nel corpo del presente provvedimento.
Tutto ciò premesso,
LA GIUNTA PROVINCIALE
-     vista la relazione;
- visto l'art. 77 bis del TULP in materia di tutela dell'ambiente dagli inquinamenti approvato con D.P.G.P. 26 gennaio 1987, n. 1-41/Legisl;
-     visto l’art. 242 del D.Legs. 3 aprile 2006, n. 152;
- vista la deliberazione n. 1337 di data 22 giugno 2007 e l’accordo di programma sottoscritto in data 03 luglio 2007 tra la Provincia Autonoma di Trento, il Comune di Ala e la Distillerie F.lli Cipriani;
- vista la documentazione relativa al Piano della caratterizzazione dell’area di proprietà della ditta “Distillerie F.lli Cipriani”, in C.C. Chizzola (Comune di Ala), presentata dalla società in data 02 agosto 2007, prot. n. 778 del giorno seguente del Progetto speciale recupero ambientale ed urbanistico delle aree industriali, e successivamente integrata con nota di data 15 ottobre 2007, pervenuta al prot. n. 984 del giorno seguente del Progetto speciale recupero ambientale ed urbanistico delle aree industriali;
-     visti i pareri espressi dall’Agenzia Provinciale per la Protezione dell'Ambiente in data 30 ottobre 2007, dal Comune di Ala in data 11 settembre 2007, dall’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari in data 29 ottobre 2007 e dal Servizio geologico in data 26 ottobre 2007;
-     ritenuto di approvare il Piano di Caratterizzazione trasmesso dalla ditta “Distillerie F.lli Cipriani”, subordinatamente al rispetto delle prescrizioni sopra sintetizzate;
-     a voti unanimi espressi nelle forme di legge,
d e l i b e r a
1.     di approvare, per le motivazioni esposte in premessa e ai sensi dell’art. 77 bis comma 2 del D.P.G.P. 26 gennaio 1987, n. 1-4/Leg. e dell’art. 242 comma 3 del D.Legs. 3 aprile 2006, n. 152, il Piano della Caratterizzazione in oggetto, subordinatamente al rispetto delle prescrizioni formulate dall’Agenzia Provinciale per la Protezione dell'Ambiente, dal Comune di Ala, dal Servizio geologico della PAT e dall’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, così come sintetizzate nel corpo del presente provvedimento;
2.     di autorizzare l’esecuzione delle indagini pianificate nel Piano della caratterizzazione, unitamente alle prescrizioni formulate dall’Agenzia Provinciale per la Protezione dell'Ambiente, dal Comune di Ala, dal Servizio geologico della PAT e dall’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, così come sintetizzate nel corpo del presente provvedimento;
3.     di trasmettere copia del presente provvedimento alla “Distillerie F.lli Cipriani”, con sede legale in Ala (TN), Loc. Molini 12-13 – frazione Chizzola;
4.     di comunicare copia del presente provvedimento all'Agenzia Provinciale per la Protezione dell'Ambiente, al Comune di Ala, al Servizio geologico della Provincia Autonoma di Trento e all’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari.
 
 
 
 
Cipriani, dalle mele al deserto
Vita Trentina 21 novembre 2007 
 
Ne è passata di acqua sotto il ponte del torrente Sorna (rio che passa adiacente all’insediamento produttivo) dal momento della fondazione delle Di...
Ne è passata di acqua sotto il ponte d...
 
Ne è passata di acqua sotto il ponte del torrente Sorna (rio che passa adiacente all’insediamento produttivo) dal momento della fondazione delle Distillerie Cipriani, una cinquantina d’anni fa. Mezzo secolo in cui l’azienda ha dato lavoro a molte persone ma ne ha preoccupato altrettante con fumi, scarichi e odori.
Ora per chi transita dalla strada che divide in due la fabbrica prova un senso di tristezza nel constatare che il dinamismo attorno all’azienda è scomparso, i comignoli non fumano più, gli autotreni non transitano più, i piazzali dove si accumulavano montagne di mele sono vuoti.
Resta solo qualche piccola attività per garantire al monumentale complesso industriale una minima manutenzione, attività che continua ormai da quasi 10 mesi, per un costo che i proprietari non possono più sostenere. Proprietà, lavoratori e sindacati sono molto preoccupati, si rischia di chiudere per sempre quella che è stata una fonte di reddito sicuramente per “i Nèli” ma anche per le numerose maestranze che vi hanno trovato lavoro in tutti questi lustri. Ultimamente erano più di 30 i dipendenti fissi.
Le Distillerie Cipriani hanno chiuso i battenti a giugno 2007 ma già dal febbraio 2006 la produzione era a singhiozzo quando la magistratura, su segnalazione dell’Appa (Agenzia Provinciale per la Protezione Ambientale), ne sequestrò gli impianti di scarico nel torrente Sorna.
Dura la presa di posizione a favore dell’azienda da parte del segretario Flai-CGIL del Trentino, Stefano Montani, il quale in un comunicato ne prende le difese. “Era proprio necessario uno stop lungo dieci mesi? - si chiede Montani - cosa hanno fatto gli amministratori locali e provinciali per tentare di salvare una distilleria che fin dall’inizio della vicenda è stata lasciata in balia di se stessa, tanto che l’unico contatto con l’esterno, paradossalmente, è stato il sindacato?”.
Da parte della politica alense, che si dichiara impreparata alla notizia della chiusura delle distillerie, le solite rassicurazioni ma poco altro. Le stesse che hanno ricolto anche al Comitato per la chiusura delle distillerie.
 
 
 
La solidarietà dei Democratici ai lavoratori
Il Trentino  02 dicembre 2007 —   
 
 ALA. Sul caso delle Distillerie Cipriani interviene la sezione di Ala dei Democratici, che esprime solidarietà ai lavoratori che rischiano la disoccupazione e non hanno la certezza di usufruire della cassa integrazione, ma non entra nella polemica e nel palleggiamento di responsabilità tra sindacato e Provincia. «Non si possono sotttovalutare - dicono i Democratici - i danni ambientali finora documentati dall’Appa e le legittime preoccupazioni dei cittadini di Chizzola per la salute. L’auspicio è che si potrti avanti l’ipotesi di una riconversione aziendale che privilegi produzioni più leggere e ecocompatibili e perchè le amministrazioni, comunale e provinciale, si attivino con il massimo impegno per trovare una soluzione in tempi regionevolmente brevi».
 
 

«Chizzola aspetta ancora risposte sulla sua salute»
Il Trentino  03 gennaio 2008 —   
 
 ALA. Il comitato «Ambiente e salute» di Chizzola torna a farsi sentire, in un momento in cui sembra sceso il silenzio sulla vicenda - occupazionale, ambientale e amministrativa - delle Distillerie Cipriani e del loro futuro.
 L’intervento del comitato è innazitutto una risposta a chi voleva «tirarlo per i capelli» nella polemica tra sindacato e comune di Ala. «A noi - scrive il comitato - compete soltanto il compito di vigilare e denunciare, nella legalità, situazioni che possono nuocere alla salute e all’ambiente in cui vive la nostra comunità. Non intendiamo essere fagocitati nè da politiche di destra nè di sinistra, o entrare nel merito di valutazioni tecniche per le quali sono preposti specifici organi competenti. Men che meno intendiamo farci coinvolgere in polemiche, pur avendo apprezzato la posizione coerente e di rispetto per la cittadinanza assunta dall’assessore Cavagna». L’auspicio del comitato è che anche «il nuovo assessore segua la vicenda con lo stesso interesse del predecessore» anche perchè i problemi ancora aperti non mancano. A partire dai pozzi, ancora sotto sequestro, per finire all’atteso progetto di riconversione dell’attività dell’azienda che dia garanzie di occupazione ma anche di rispetto di ambiente e salute pubblica.
 Frecciatina finale al sindaco Tomasoni: «non siamo rappresentanti “autoproclamati”, come si legge in una sua risposta ad una recente interrogazione, ma nominati e sostenuti da oltre 300 firme di censiti della frazione». E in questo ruolo il comitato dichiara tutto il suo impegno e la sua determinazione per continuare a vigilare sulla salute pubblica degli abitanti di Chizzola. (pa.m)
 
 
Chiusa l’indagine: Cipriani dal giudice a febbraio
Il Trentino 04 gennaio 2008 —   
 
 ROVERETO. L’indagine penale si è chiusa, formalizzando l’accusa di danneggiamento delle acque e violazione della normativa per lo smaltimento dei rifiuti del 2004. E dalla procura il fascicolo è passato al Gup: già fissata anche l’udienza, a febbraio. In quella sede Emanuele e Giancarlo Cipriani, i gestori della Distillerie Cipriani di Chizzola che continuano a negare qualsiasi responsabilità, potranno contestare le conclusioni opposte dell’accusa.
 Qualche settimana fa, proprio a conclusione dell’indagine, il Gip Di Fazio aveva dissequestrato anche l’ultimo scarico dell’azienda “sigillato”: quello che mette in collegamento gli impianti direttamente con il canale Enel, che in quel punto passa in roccia a una ventina di metri di profondità. Alla Cipriani i tecnici erano arrivati partendo addirittura da Verona: nell’acqua del fiume si trovavano dei microorganismi che prosperano sugli scarti di lavorazione di distilleria. Risalendo il fiume, sparivano a monte della confluenza del canale Enel. Risalendo anche il canale, si arrivò a Chizzola e a quello scarico sotterraneo, autorizzato, nel pozzo che devia nel canale gran parte delle acque del torrente Sorne.
 E’ passato più di un anno, da quando la procura sigillò quello scarico. In un succedersi di eventi che vide l’azienda ottenere la possibilità di scaricare provvisoriamente nel torrente Sorne, ma poi, alla luce dello stato in cui si ridusse immediatamente il torrente, perdere anche quello “sfogo” e quindi sospendere del tutto l’attività.
 Ad oggi si può considerare chiusa la parte di rilevanza penale della vicenda, ma restano aperti tutti gli altri fronti. La Distillerie Cipriani ha chiesto a dicembre la cassa integrazione per un anno per tutti i suoi dipendenti: una ventina. Nell’arco dell’anno, parte di loro maturerà l’età pensionabile. Ma nella domanda di cassa, si precisa che gli altri saranno riassorbiti dalla nuova attività che una nuova società (sempre i fratelli Cipriani, ma con altri soci) avvieranno nello stabilimento. Un progetto definitivo non c’è o se c’è non è noto. Ma si ipotizzarono due attività distinte: la rettifica di alcoli importati dall’estero (quindi una sostanziale raffinazione di prodotto grezzo, che avrebbe un impatto molto minore della distillazione partendo da vinacce e melasse) e l’avvio della produzione di betanolo. E quest’ultimo è il fronte più interessante. Il betanolo è un combustibile alternativo agli idrocarburi classici, e per una direttiva Cee dal 2010 tutti i carburanti ne dovranno contenere una percentuale. In Italia non è prodotto: qualcosa in Spagna e molto in Brasile. In Trentino potrebbe essere ricavato dagli scarti di lavorazione del legno, invece che da mais e canna da zucchero che sono le fonti tradizionali. Qui però l’imprenditoria si ferma e dovrà entrare in gioco la politica. Perchè all’inizio (senza mercato, di fatto) l’investimento non sarebbe redditizio. Ma partire per primi darebbe alla distilleria Chizzola e al Trentino un vantaggio notevole. L’auspicio del sindacato è che si prenda quella strada. Salvando l’azienda ma facendo anche un primo passo concreto verso produzioni energetiche alternative.
-Luca Marsilli
 
 
Il Comune di Ala in aula contro i Cipriani
Il Trentino  22 febbraio 2008 —   
 
 ALA. La giustizia chiede loro conto dell’inquinamento di acque (l’Adige) e di smaltimento irregolare di rifiuti; il comune di Ala si affianca all’accusa, nel domandare oltre alla condanna anche il risarcimento dei danni che ha subito. Di immagine, ma anche materiali: a seguito dell’inquinamento - ipotizzato - della Cipriani, per esempio, sono rimasti inutilizzati per mesi i pozzi della zona.
 L’udienza a carico di Emanuele e Giancarlo Cipriani, i gestori della Distillerie di Chizzola è stata fissata per giovedì prossimo. E nei giorni scorsi il comune di Ala ha depositato in cancelleria la propria costituzione di parte civile. Una scelta tecnica - consente al comune di partecipare al processo, proponendo prove e testimonianze e collaborando per la ricostruzione di un quadro più completo possibile - ma anche di merito: il comune ritiene di essere stato danneggiato, sia direttamente, per le contromisure adottate ed il danno di immagine derivato a tutto il suo territorio, che come rappresentante dei suoi censiti.
 Per il momento quella dell’amministrazione aviense, che si è affidata all’avvocato Germano Berteotti, è l’unica costituzione di parte civile. Ma è difficile immaginare che altre non se ne aggiungano. L’accusa è di avere inquinato le acque del canale Enel da Chizzola fino alla confluenza nell’Adige e poi dell’Adige almeno fino a Bussolengo: è da lì che trovando degli indicatori biologici di inquinamento da distilleria gli inquirenti sono risaliti fino alla Cipriani. Quindi potenzialmente danneggiati sono tutti coloro che sull’Adige e i territori che attraversa hanno degli interessi economici o morali. Per paradosso, dai comuni rivrieraschi fino alle associazioni ambientaliste. Inoltre si sono i vicini dello stabilimento. Che dall’inquinamento ipotizzato non hanno certamente tratto benefici. L’elenco, insomma, potrebbe allungarsi e di parecchio.
 Dal punto di vista legale, i titolari dell’azienda hanno da sempre e con la massima fermezza protestato la propria innocenza. Non avrebbero inquinato nulla, e tanto ne sono convinti da avere citato per danni, in sede civile, l’Appa, i cui accertamenti hanno concluso il contrario.
 Sul fronte produttivo invece, l’azienda è ancora ferma. I dipendenti, una ventina, sono in cassa integrazione per un anno. Nel frattempo, parte di loro maturerà l’età pensionabile. Ma nella domanda di cassa, si precisa che gli altri saranno riassorbiti dalla nuova attività che una nuova società (sempre i fratelli Cipriani, ma con altri soci) avvierà nello stabilimento. Attività molto meno impattanti: la rettifica di alcoli importati dall’estero e l’avvio della produzione di betanolo, un combustibile alternativo ai derivati del petrolio che per una direttiva Cee dal 2010 dovrà essere miscelato in gasolio e benzina. In Italia non lo produce ancora nessuno, e rispetto al sudamerica, dove lo si ricava da mais e canna da zucchero, qui lo si potrebbe estrarre dai residui di lavorazione dell’industria del legno. Una scommessa sulla quale i Cipriani cercano di avere l’appoggio, determinante, dell’ente pubblico. Partire per primi in Trentino sarebbe un risultato anche per la Provincia, e darebbe ai Cipriani il vantaggio di essere già sul mercato al momento in cui il Betanolo sarà richiesto. Per contro senza un mercato attuale, solo scelte precise dell’ente pubblico potrebbero sostenere da subito la nuova attività.
 
 
Maxirisarcimento negato a Cipriani
Il Trentino  28 febbraio 2008 —   
 
 ROVERETO. Niente maxirisarcimento, per Emanuele Cipriani, presidente delle omonime Distillerie di Chizzola:
il giudice Riccardo Dies ha deciso ieri che Gianfranco Cescatti, già responsabile a Trento del laboratorio Appa (l’azienda provinciale per l’ambiente), non dovrà pagare nemmeno un euro di quei 4 milioni clamorosamente chiesti l’anno scorso dal proprietario dell’azienda alense.
 Cescatti, oggi in pensione, fu accusato dal Cipriani di avere talmente danneggiato la ditta - con il suo operato professionale e con i suoi commenti a mezzo stampa sui controlli ambientali eseguiti a Chizzola - da farle subire un gravissimo black out con le banche e quindi pesanti passivi di bilancio.
 La clamorosa contesa giudiziaria esplose nel periodo più delicato delle indagini avviate dal sostituto procuratore Fabio Biasi sugli scarichi della Cipriani. Il 30 ottobre 2006 era stato sottoposto a sequestro preventivo lo scarico finale delle distillerie nel canale Biffis, poi il 6 febbraio 2007 il tribunale roveretano sigillò anche l’altro scarico, quello nel torrente Sorne. L’azienda fu praticamente costretta a interrompere l’attività produttiva. Ebbene, Emanuele Cipriani si convinse che il Cescatti - sul fronte Appa - stesse accanendosi contro le distillerie di Chizzola, come avrebbero comprovato alcune sortite sui quotidiani locali, tali da «gettare discredito sulla società e creare ingiustificato allarme sociale» riguardo all’inquinamento del terreno e dei corsi d’acqua.
 L’atto di citazione del febbraio 2007 fu invece - secondo la tesi sostenuta dall’avvocato Nicola Canestrini per conto del Cescatti - «un tentativo di intimidazione verso il funzionario pubblico preposto alla verifica della legalità degli scarichi di acque reflue nelle acque pubbliche».
 Sulla controversia ha infine sentenziato il giudice Dies. Respinge la domanda dei Cipriani - tutelati dall’avvocato Nicola Stolfi - perchè indeterminata: non sarebbe insomma stato chiarito quali passaggi delle pubbliche dichiarazioni rese da Cescatti avrebbero superato il segno e perchè. Nel merito, il magistrato commenta che le interviste «a un sommario esame appaiono nulla più che una serena esposizione della posizione dell’Appa». Aggiunge poi, la sentenza, che Cipriani non ha spiegato perchè le dichiarazioni del Cescatti avrebbero da sole prodotto tutto il danno economico accusato dalla società, la cui attività produttiva, peraltro, era già dimezzata all’ottobre 2006.
 Per tutto questo, Dies respinge la domanda e condanna Cipriani anche a pagare le spese. Round perduto, dunque, mentre proprio oggi comincia in tribunale penale il processo per il supposto reato di inquinamento. Com’è noto, s’è costituito parte civile anche il Comune di Ala. (l.z.)
 
 
Il comune di Ala chiede 5 milioni a Cipriani
Il Trentino  29 febbraio 2008 —   
 
 ROVERETO. Il principale diritto leso è quello di ogni cittadino a vivere in un ambiente salubre, riconosciuto dalla Costituzione. E il comune di Ala è portatore di quel diritto in proprio, tanto da poter chiedere il risarmento del danno morale (di immagine, si potrebbe semplificare) derivante dai reati contro la salute dei cittadini.
 Sulla base di questo ragionamento ieri, all’apertura del procedimento contro Emanuele Cipriani per l’inquinamento, dal giugno 2005 all’8 febbraio 2007, del canale Enel, del torrente Sorne e, attraverso gli stessi, dell’Adige, il comune di Ala si è costituito parte civile con l’avvocato Germano Berteotti. Chiedendo un risarcimento da record: 5 milioni di euro. Meno di sette mila per le spese sostenute (dal 31 ottobre 2006 al 14 dicembre 2007 ogni giorno personale del comune ha dovuto compiere sopralluoghi sugli scarichi sequestrati alla distilleria) ed il resto come danno morale: il ristoro della mazzata alla qualità della vita dell’area e, di conseguenza, all’immagine dell’intero comune che il presunto inquinamento avrebbe causato.
 «Sono soldi - aggiungeva ieri l’assessore all’ambiente Zendri - che saranno destinati ad un fondo speciale per Chizzola. Utilizzandoli sia per il recupero ambientale che per il miglioramento della qualità della vita dell’area». E questo ovviamente in qualsiasi misura il giudice riterrà di quantificare il danno.
 Ovviamente tutto questo presuppone che Emanuele Cipriani sia ritenuto colpevole, come amministratore responsabile della Distillerie Cipriani, dei reati che gli vengono contestati. L’inquinamento del canale Enel e dell’Adige dal giugno 2005 (primo accertamento di inquinamento del canale) al 31 ottobre 2006 e poi l’inquinamento del torrente Sorne dal 31 ottobre 2006 all’8 febbraio 2007. Il periodo in cui, sequestrato lo scarico nel canale Enel, fu concesso alla distilleria di scaricare nel Sorne non più solo le acque di raffreddamento, come sempre, ma anche quelle di depurazione. Ovviamente purchè depurate.
 Dalla costituzione del comune di Ala, si desumono tutti quei dettagli che il capo di imputazione non può sviscerare. E fanno impressione.
 Secondo l’accusa, ogni giorno le lavorazioni della Distillerie Cipriani producevano 20 tonnellate di «borlande»: i residui della distillazione. Rifiuti non tossici o pericolosi, ma rifiuti. Significa 8000 tonnellate l’anno. Di quelle, solo 80 venivano dichiarate dalla ditta: si sapeva che fine facevano, insomma. Un centesimo. Le altre sparivano. Secondo l’accusa, buttate nel canale Enel: 20 tonnellate al giorno. Con picchi nelle ore serali e nel fine settimana, quando i controlli sono più rari.
 Non un accidente, ma un modo stabile di lavorare.
 E’ quello che l’accusa cercherà di provare con le analisi prodotte e con le testimonianze dei tecnici dell’Appaa. Il Comune di Ala la sosterrà anche con propri testimoni (Giovan Battista Martinelli, Mario Romani, Mauro Lorenzini, Eugenio Marchiori e Roberto Cipriani, Andrea Aiardi) e un proprio consulente tecnico: Carmelo Cannata. La difesa si affiderà a sua volta a propri tecnici. Per negare che di rifiuti si sia mai trattato.
-Luca Marsilli
 
 
Cipriani, sì alla «cassa»
Il Trentino  18 aprile 2008 —
  
 ROVERETO. Il 20 marzo scorso, il ministero ha messo i propri sigilli sulla cassa integrazione ai dodici dipendenti delle distillerie Cipriani, chiuse da circa quattro mesi. L’azienda aveva inviato regolare richiesta di anticipo dei fondi a Confidi, la quale si era appoggiata a un istituto di credito di fiducia. La banca però non ha ancora erogato un centesimo ai lavoratori. «Significa - si sfoga Stefano Montani (Cgil) - che da quattro mesi gli operai, oltre a non lavorare, non percepiscono alcuno stipendio, con immaginabvili conseguenze sulla propria vita privata e famigliare. Cosa devono fare i dipendenti per avere ciò che spetta loro di diritto? Incatenarsi ai cancelli?».
 
 
«Mancano 20 tonnellate di fanghi al giorno»
Il Trentino  30 maggio 2008 —   
 
 ROVERETO. Una mattinata di testimonianze, tra periti, tecnici dell’Appa e addetti a vario titolo alle lavorazioni alla Distillerie Cipriani, di Chizzola. E un marasma di dati su un tema che è tutto fuorchè semplice. Ma alla fine il problema sembra potersi ridurre a un punto: può un depuratore (e quello della Cipriani, non quello di una base Nasa) abbattere il 98,5 delle sostanze inquinanti negli scarichi? Per la Cipriani sì, e lo faceva. Per l’Appa no. E la distanza è anche la sostanza dell’accusa: inquinamento, per la parte di inquinanti che mancherebbero al bilancio finale.
 La teoria accusatoria - che ha portato nel frattempo alla chiusura dell’attività della distilleria - si basa su una serie di rilevamenti di fatto e di deduzioni conseguenti. E’ pacifico che a valle dell’immissione del canale Enel, in Veneto, la qualità delle acque dell’Adige peggioravano. E’ pacififico che la qualità delle acque del canale Enel è di classe 1 a monte di Chizzola e degrada a classe 3 a valle. Così come nessuno contesta che all’altezza di Chizzola nel canale confluiscono solo gran parte della portata del torrente Sorne e lo scarico della Cipriani, attraverso lo stesso pozzetto verticale. In quel tratto il canale scorre in roccia, a quasi 20 metri di profondità.
 L’Appa partì a quei dati di fatto. Assieme alla situazione produttiva, nota e accettata da tutti, della Cipriani: distillava melasse, producendo 400 metri cubi di reflui al giorno che immetteva in un proprio sistema di depurazione. E dichiarava (dichiara tutt’ora) di produrre circa 80 tonnellate di fanghi residui secchi di depurazione all’anno, di cui certifica lo smaltimento. Secondo i tecnici Appa, irragionevole. Mancano secondo i loro 7920 tonnellate anno di fanghi: 20 tonnellate al giorno. Che anche se non ne è mai stata trovata la prova diretta (mai nessuno ha colto qualcuno della Cipriani mentre scaricava fanghi, nè si è trovato un collegamento fisico tra impianti e scarico che permettesse quello sversamento clandestino) sarebbero state scaricate nel canale Enel. Non costantemente ogni giorno, ovviamente, ma approfittando delle ore serali o nottuirne e dei fine settimana, quando i controlli sono meno frequenti.
 La «guerra» di periti ieri in aula si è concentrata su queste 20 tonnellate «fantasma» di fanghi al giorno. Che per l’azienda, semplicemente non esistono. I fanghi, hanno spiegato, dopo il primo processo di digestione vengono fatti depositare. E la parte organica reimmessa in testa al processo di depurazione. I liquidi avviati alla fase finale: un ulteriore depuratore che scarica poi nel canale Enel acqua con livelli di inquinanti nei limiti di legge. Se perizie e dati tecnici alla mano, il giudice Di Fazio si convincerà che era proprio così, la Cipriani avrà aperta la strada per chiedere un risarcimento clamoroso: immagine, attività produttiva cessata, spese. In caso contrario, la condanna di Emanuele Cipriani - legale rappresentate della azienda di famiglia - è inevitabile. La sentenza all’ udienza del 23 ottobre.
 
 
 
Causa vinta costa 16 mila euro
Il Trentino 07 ottobre 2008 —   
 
 ROVERETO. Gianfranco Cescatti, tecnico Appa, fu preso di mira dalle Distillerie Cipriani, che chiesero un risarcimento record per presunti danni prodovocati dalle dichiarazioni fatte sulle verifiche ambientali in ditta. Vinse la causa Cescatti, ma il rimborso spese si fermò a 1.477 euro. Ora la giunta Dellai - preso atto che fu coinvolto nel processo per cause di servizio - gli rifonde altri 16.569 €, serviti per pagare l’onorario dell’avvocato Nicola Canestrini.
 Una seconda delibera di ieri prevede la resistenza al Tar contro Alberta, Stefano e Anna Torelli che hanno impugnato il Prg di Rovereto laddove nega l’edificabilità dell’ex cava a S. Giorgio.
 
 
 
Mancano carte a gennaio il caso Cipriani
Il Trentino  24 ottobre 2008 —
 
 ROVERETO. Poteva essere l’udienza decisiva, ma bisognerà attendere il 15 gennaio per avere la verità giudiziaria su quanto accaduto negli ultimi anni alla Distillerie Cipriani, di Chizzola. Il processo che vede il titolare, Emanuele Cipriani, accusato di avere inquinato l’Adige attraverso il rio Sorne ed il canale Biffis, smaltendo in modo irregolare i fanghi residui della distillazione di melasse, è stato ieri aperto ma subito rinviato. I difensori hanno chiesto che fossero acquisiti al fascicolo del magistrato degli atti non ancora versati, e che dovevano esserci. Quindi un adempimento tecnico, ma che ha reso inevitabile il rinvio.
 Solo a metà gennaio quindi il giudice Ettore Di Fazio scioglierà la matassa di opinioni opposte messa assieme in aula dai tecnici di accusa e difesa. E chiarirà se i Cipriani siano inquinatori o vittime di un clamoroso malinteso.
 

La Cipriani è morta: lascia 4000 camion di fanghi
Il Trentino  13 gennaio 2009 —   
 
 ALA. Formalmente la morte nessuno l’ha ancora dichiarata, ma a mancare è solo l’ufficialità. Cessata il 10 dicembre la cassa integrazione, i 14 dipendenti superstiti (5 avevano già trovato un altro lavoro) della Distillerie Cipriani sono finiti in mobilità. Parte degli impianti sono stati smantellati e venduti. Di ripartire a Chizzola non si parla nemmeno più. Resta la carcassa di quella che fu una azienda. E soprattutto, resta un’area sulle cui condizioni, dal punto di vista sanitario, ancora non ci sono certezze.
 E’ la partita più grossa in questo momento, e prescinde del tutto dal versante giudiziario, che avrà giovedì il suo prossimo atto e di cui scriviamo a fianco. Da quando ormai due anni fa, l’azienda fu di fatto chiusa dai sigilli della Procura sui suoi scarichi nel canale Biffis e nel rio Sorne, gli impianti e i terreni su cui insiste sono oggetto di verifiche e campionature. E i primi risultati, di una procedura di accertamento la cui lentezza preoccupano molto i residente di Chizzola, sembrano essere solo in parte rassicuranti.
 La falda non sarebbe completamente compromessa, ma ci sarebbe una «bolla di inquinanti» sotto alcuni pozzi aperti nel perimetro della fabbrica. Si potrebbe immaginare che siano stati utilizzati impropriamente come scarichi, ma sarebbe allo stato degli accertamenti solo una ipotesi. Sta di fatto che proprio per evitare di far spostare gli inquinanti nella falda, resterebbe in vigore il divieto di utilizzo dei pozzi artesiani di irrigazione nelle campagne e negli orti attorno alla Distillerie. Quando sarà chiaro (si attendono ancora gli esiti delle analisi, affidate a un laboratorio a Roma) che cosa si trovi lassotto e in che quantità, si valuterà anche come intervenire per la bonifica, sempre che il problema non si «risolva da solo»: la falda è alimentata dalle piogge, e inevitabilmente piano piano gli inquinanti saranno dilavati.
 C’è poi la partita dello smaltimento di tutti quei rifiuti che lo smantellamento dello stabilimento rende non più stoccabili. Una montagna di ex materie prime ormai degradate e diventate rifiuti a pieno titolo. Si parlerebbe di una mole imponente: 3000 o 4000 camion. Fanghi oggi contenuti nei silos e nell’impianto. Avviarli ad impianti di depurazione dimensionati per riceverli (Brescia) avrebbe costi enormi: l’azienda si è accordata con la Provincia per diluirli molto ed immetterli nelle fognature, perchè siano smaltiti dal depuratore della Villetta. Un processo che sarà seguito 24 ore al giorno dall’Appa e che durerà dai 2 ai 3 anni, ma che inizierà solo dopo ulteriori adeguamenti degli impianti interni.
 Tutti ragionamenti ad «azienda morta», comunque. Le ipotesi di rettificazione di alcoli e produzione di etanolo sarebbero tramontate: antieconomiche entrambe.
 
 
Giovedì l’udienza ma col nuovo giudice
Il Trentino  13 gennaio 2009 —   
 
 ROVERETO. La sentenza era attesa per l’ottobre scorso, ma il deposito di ulteriore documentazione aveva costretto ad un rinvio. Emanuele Cipriani tornerà in aula giovedì, e potrebbe essere la volta buona. Solo «potrebbe», perchè il processo è stato condotto dal giudice Ettore Di Fazio, appena trasferito a Trento: ora passa ad un altro magistrato, ed il rischio che debba prendere tempo è forte.
 Di fatto si confrontano due tesi opposte e inconciliabili, e con effetti dirimenti. Per l’accusa (e i tecnici dell’agenzia provinciale per l’ambiente) il processo produttivo delle Distillerie Cipriani produceva 20 tonnellate di fanghi al giorno più di quante ne risultavano legalmente e ufficialmente smaltite. Conclusione dell’accusa, per almeno due anni (dal giugno 2005 al febbraio 2007) sono finite illegalmente nel canale Biffis e nell’Adige 20 tonnellate di fanghi inquinanti al giorno.
 E’ una ricostruzione che i tecnici dell’azienda contestano completamente: il calcolo fatto non terrebbe conto proprio del funzionamento del sistema di depurazione. In altre parole, i tecnici Appa non avrebbero capito nulla di come funzionava la Distillerie Cipriani. Un enorme malinteso, costato l’azienda ai Cipriani, 20 posti di lavoro e spese enormi. Non ci sono vie di mezzo: o l’una, o l’altra. E decidere tocca al magistrato. Col Comune di Ala spettatore interessato: per quell’inquinamento chiede 5 milioni di euro di risarcimento a nome della comunità.
 
 
E ora il problema dei rifiuti da smaltire
IL Trentino  16 gennaio 2009 —   
 
 ROVERETO. Dal punto di vista aziendale, la vita della Distellerie Cipriani pare ormai esaurita. In mobilità i dipendenti (14 quelli rimasti), smantellata e venduta parte degli impianti. Restano aperte due partite, però. La massa di rifiuti rimasta nella fabbrica da smaltire: si parla di 4000 camion di rifiuti. E l’eventuale bonifica del sottosuolo: le analisi sono ancora in corso, ma almeno una parte della falda, in corrispondenza di alcuni pozzi all’interno del perimetro dell’azienda, risulterebbe inquinata e quindi da risanare. Procedimenti entrambi lunghi e costosi: il tavolo sul quale si giocherà probabilmente la prossima partita tra Provincia, comune di Ala, agenzia per l’ambiente e Distillerie Cipriani.
 
 
Inquinamento: 2 anni e 4 mesi a Cipriani
Il Trentino  16 gennaio 2009 —   
 
 ROVERETO. Per l’accusa, con la sua azienda, la Distillerie Cipriani di Chizzola, ha inquinato sistematicamente l’Adige scaricando ogni giorno tonnellate di fanghi inquinanti (una ventina) nel canale Enel. E questo per almeno un anno e mezzo, dal giugno 2005 al febbraio 2007: il periodo tra i primi accertamenti e l’apposizione dei sigilli agli scarichi. Dopo un anno di confronto tra periti e legali, ieri Emanuele Cipriani è stato condannato con durezza inattesa: 2 anni e 4 mesi di reclusione.
 Dovrà anche risarcire l’unica parte civile al processo per inquinamento: il comune di Ala. Il giudice ha ritenuto legittime sia la richiesta di risarcimento per il peggioramento della qualità della vita derivato ai cittadini da queli inquinamenti, sia la pretesa del comune di Ala di farsene portatore. Cipriani dovrà pagare in via provvisionale 50.000 euro, ma sarà poi un giudizio civile a stabilire la giusta entità del risarcimento dovuto. Il comune, tramite il suo legale Germano Berteotti, ha chiesto 5 milioni e 6874 euro. I seimilaottocento euro per le spese sostenute per i controlli in azienda; il resto per i danni «morali».
 Dal punto di vista dei fatti, era stata l’udienza precedente, con il confronto tra i periti, a fare chiarezza. La Cipriani, che otteneva alcol distillando vinacce e melasse, produceva 40 metri cubi di reflui al giorno. Che venivano immessi in un impianto di depurazione. In un anno, la stessa ditta prova lo smaltimento autorizzato di 80 tonnellate di fanghi secchi: quanto resterebbe secondo i suoi tecnici dopo che i reflui vengono processati dal depuratore, in un ciclo a circuito chiuso nel quale vengono reimmessi anche i fanghi parzialmente trattati dal depuratore stesso. Secondo i tecnici dell’Appa, un calcolo impossibile da sostenere. Richiederebbe la capacità del depuratore di abbattere il 98,5 per cento dei rifiuti. Verificati tipo ed efficienza del depuratore Cipriani, mancherebbero al conto 7920 tonnellate di fanghi all’anno. Circa 20 tonnellate al giorno, appunto.
 Va detto che alla Cipriani gli inquirenti sono arrivati partendo dal dato di fatto di un inquinamento da sostanza organica nel canale Enel e nell’Adige scoperta addirittura in Veneto. Dove si acertò la presenza di microorganismi tipici dell’inquinamento da scarti di lavorazione dei processi di distillazione. Da Bussolengo i tecnici veneti seguirono la traccia di quei microorganismi a ritroso. Salendo l’Adige e arrivando all’innesto del canale. Le cui acque ne risultano invece prive in ingresso. In tutta la tratta del canale, l’unico scarico è quello della distilleria di Chizzola, attraverso il pozzo che deriva nella stessa condotta anche gran parte delle acque del rio Sorne. Sono gli «indizi» che hanno spinto l’Appa a verificare processo produttivo e di trattazione dei reflui della Cipriani. E a concludere con l’accusa di inquinamento di acque superficiali per la quale ieri Emanuele Cipriani, legale rappresentante della azienda, è stato severamente condannato. Sentenza che la difesa respinge come frutto di un clamoroso malinteso tecnico, annunciando fin d’ora il ricorso in appello non appena despositate le motivazioni.
-Luca Marsilli
 
 
Così il Comune risarcirà Chizzola
Il Trentino  31 gennaio 2009 —   
 
 ALA. Tante le opere pubbliche in programma nel bilancio comunale da 21 milioni di euro approvato dal consiglio comunale: 11 i sì, 3 i no (Agostino Trainotti, Albino Kuel e Luigino Peroni) e 3 astenuti. Approvato anche un ordine del giorno che prevede la destinazione di 50.000 euro, quale provvisionale dopo la condanna delle distillerie Cipriani per inquinamento, alla valorizzazione del territorio di Chizzola. Una sorta di risarcimento per i danni subiti all’ambiente dagli scarchi dell’impianto industriale. Tra le opere più importanti in bilancio figurano la sistemazione della piscina comunale (sia alle vasche che al tetto) con la creazione di una piccola piscina esterna, la nuova caserma dei carabinieri e la sistemazione delle scuole di Santa Margherita. Altri interventi sono previsti sulla viabilità come il marciapiede di San Martino e le due rotatorie, l’allargamento della strada provinciale da Chizzola a Santa Cecilia (alcuni tratti pericolosi già teatro di incidenti).
 E ancora: programmati l’ampliamento della mensa scolastica, il piano per gli insediamenti produttivi di Marani e l’acquedotto potabile di Serravalle.
 Durante la seduta si è aperto un dibattito sulla questione rifiuti solidi urbani e sulla convenzione con il C10 ed è stato proposto di applicare le tariffe in base alla quantità di rifiuti che si produce, ma ciò non sembra attuabile nel breve. Soddisfatta il sindaco Giuliana Tomasoni: «Abbiamo discusso in un clima abbastanza sereno rispetto ad altre sedute. Speriamo si possa lavorare ancora così in un rapporto collaborativo».
- Jacopo Franchini
 
 
Cipriani: via allo smaltimento
Il Trentino 06 febbraio 2009 —
  
 ALA. L’autorizzazione da parte della provincia è arrivata. E da qualche giorno è iniziato lo sversamento graduale nella fognatura ordinaria della montagna di fanghi stoccati nel perimetro della Distillerie Cipriani, a Chizzola. Una operazione che durerà anni: quelli necessari perchè i 28 mila metri cubi di borlande (fanghi di depurazione, materie prime deteriorate e ormai inutilizzabili, semilavorati estratti dagli impianti ormai chiusi) possano essere digeriti dal depuratore civile alla Villetta. L’accordo era stato raggiunto ormai qualche mese fa, constatato che lo smaltimento di quella montagna di rifiuti in discariche specializzate fuori regione, avrebbe avuto un costo enorme (nell’ordine dei 100 euro a metro cubo: quasi 3 milioni di euro) ed anche un impatto ambientale notevole, per i 4 o 5 mila camion che sarebbero serviti per spostarla tutta. Considerato che il depuratore civile della Villetta, aveva dei margini di aumento del carico inquinante e che le borlande hanno caratteristiche chimiche e biologiche assimilabili a quelle degli scarichi urbani, si è deciso di smaltirle molto gradualmente, e previa diluizione, mandandole nella rete fognaria. E’ quello che ora, sotto la supervisione dell’Agenzia provinciale per l’ambiente, si è iniziato a fare. Il primo impatto sul depuratore, stando alle indiscrezioni, sarebbe stato notevole, con lo sballamento immediato di molti valori. Ma era prevedibile che servisse del tempo per ritarare l’intero sistema, se non altro per l’aumento improvviso di massa organica che le culture batteriche dell’impianto si trovano a dover decomporre.
 
 
 
Blitz notturno alle distillerie «Cipriani»
L’Adige  07/03/2009 09:22
 
ALA - Ancora un episodio di inquinamento ambientale nel torrente Sorna e i carabinieri del Noe, il nucleo operativo ecologico, e i tecnici di Appa al lavoro già nella notte fra giovedi e venerdi per cercare di capire cosa sia accaduto e quale sia l'entità dell'episodio e del rischio. Lavoro che hanno continuato poi per tutta la giornata di ieri. I tecnici della provincia e gli uomini dell'arma sono intervenuti in piena notte, dopo aver ricevuto una segnalazione che indicava la presenza di materiali estranei e di una vasta chiazza colorata nell'alveo del Sorne, effettuando un primo sopralluogo nelle acque del torrente all'altezza dell'abitato di Chizzola, poco piu a valle della della distilleria «Cipriani».
Ed è stata proprio la distilleria ad entrare subito nell'occhio degli agenti e dei tecnici della provincia per la protezione dell'ambiente. Nella notte fra giovedi e venerdi, gli agenti hanno provveduto ad effettuare una serie di campionature delle acque del torrente. Ieri mattina è stata la volta del "sospettato" numero uno: appunto la distilleria Cipriani, ormai chiusa da due anni e da allora al centro di un'indagine giudiziaria che si è conclusa qualche mese fa con una condanna pesante in primo grado, due anni e quattro mesi di carcere, per l'amministratore delegato della società, Emanuele Cipriani. (Articolo completo sull'Adige cartaceo)
Tiziano Bianchi
 
 
 
Inquinamento, sequestrata la distilleria Cipriani
Il Trentino  13 marzo 2009 —   
 
 ALA. La condanna in primo gtrado a Emauele Cipriani risale a due soli mesi fa: due anni e 4 mesi per aver sversato nel canale Biffis 20 tonnellate al giorno di fanghi, per un anno e mezzo secondo la ricostruzione della Procura. Ma non è per questo che ieri i carabinieri del Noe hanno apposto i sigilli alledistillerie di Chizzola. La settimana scorsa avrebbero sospreso l’azienda mentre scaricava rifiuti speciali nel rio Sorne, attraverso una tubatura abusiva.
 Il blitz del Noe risale alla notte tra giovedì e venerdì della scorsa settimana. Pare che alcuni confinanti, insospettiti dalla presenza di auto all’interno del recinto della distilleria, abbiano dato l’allarme. I Noe sono entrati in azione la notte stessa, raccogliendo campioni di rifiuti liquidi che sono poi stati confrontati con le sostanze prelevate in azienda martedì. «I carabinieri - racconta Giancarlo Cipriani - sono stati da noi martedì, abbiamo assistito al prelievo dei campioni. Secondo loro ci sarebbero analogie con quanto trovato nel rio Sorne». Nicola Stolfi, avvocato della famiglia Cipriani, non intende prestarsi a illazioni: «Chiediamo un incidente probatorio, una verifica tecnica alla presenza di esperti da eseguire subito, prima che si possa eccepire sull’attendibilità dei risultati. Vogliamo che venga fatta chiarezza».
 Lo stesso lodevole impegno ce lo stanno mettendo anche i carabinieri del Noe, che ieri hanno passato buona parte della giornata all’interno delle distillerie per apporvi i sigilli della magistratura. Non inganni la dicitura sequestro “cautelativo”, la faccenda è molto più grave di quanto non traspaia dalle formule burocratiche. Nello specifico, i Cipriani sono sospettati di aver disposto una tubatura abusiva. L’azienda, fino al contava infatti su due scarichi: quello di maggiore portata scaricava in un pozzetto che a sua volta scaricava nel canale Enel, mentre quello di portata inferiore scaricava nel rio Sorne. Nel novembre 2006, per l’ipotesi di inquinamento che portò poi alla condanna di Emanuele Cipriani, la Procura sigillò lo scarico più importante, consentendo all’azienda di utilizzare lo scarico di servizio sotto stretto controllo dell’Appa. Ma poco tempo dopo anche il secondo scarico venne chiuso, sulla base dei rilievi dell’Appa. La distilleria ripartì a ciclo chiuso, costretta cioè ad accumulare gli scarti stoccandoli all’interno di fusti che poi venivano affidfati a una ditta esterna per lo smaltimento. Venne poi imposto, come condizione per riaprire i rubinetti, un depuratore controllato dalla Provincia, che consente il rilascio di soli 100 metri cubi di rifiuti trattati nelle tubazioni della fognatura. Rimanevano da smaltire con questa modfalità 23 mila metri cubi di fanghi. Di questi, cinquemila sarebbero già stati smaltiti attraverso plurimi passaggi nel depuratore. E’ un processo lento, ma necessario per abbattere gli agenti inquinanti. Ma non c’è certezza su dove siano finiti i rifiuti, poichè il blitz del Noe della settimana scorsa mette in seria discussione la procedura, ipotizzando l’esistenza di una tubatura nascosta che scaricherebbe nelle Sorne a monte dell’impianto.
 L’assessore all’ambiente di Ala Roberto Zendri, pur senza sbilanciarsi, assicura che il contenuto del dossier «è molto pesante. Da oggi sono autorizzati a entrare in azienda solo il personale del Sois, il Servizio opere igienico-sanitarie della Provincia, dell’Appa e dell’amministrazione comunale». Stamattina in municipio vertice tra Appa, Comune e Sois per verificare la migliore metodologia per smaltire i 18 mila metri cubi di rifiuto residuo.
 
 
«Tre tubi scaricavano fanghi nel Sorne»
Il Trentino  14 marzo 2009 —   
 
 ROVERETO. Una situazione di grande delicatezza, che ha costretto a muoversi mirando a interrompere l’inquinamento in corso ma anche ad evitare guai maggiori all’ambiente. Ed anche un quadro dal quale emergerebbe una spregiudicatezza notevole, che varrà a breve una nuova richiesta di rinvio a giudizio per Emanuele Cipriani, titolare della ormai ex distilleria di Chizzola. Il sequesto della ditta è l’ultimo passo: il modo per scongiurare rischi ulteriori.
 A mettere in moto nuovamente la magistratura - lo stesso imprenditore due mesi fa è stato condannato a 2 anni e 4 mesi per inquinamento - è stata una segnalazione a carabinieri ed Agenzia per l’ambiente, che il 6 marzo si sono presentati a sorpresa sul rio Sorne. Scoprirono che la segnalazione era fondatissima: nella parte terminale del torrente, poco sopra la confluenza nell’Adige, era evidente la presenza di materiale color cioccolato e rossastro. Risalendo le tracce superarono gli scarichi «ufficiali» della Distillerie Cipriani, chiusi da tempo, ed arrivano fino alla parte più a monte dell’area occupata dall’azienda, quella che ospita il depuratore. Trovando tre tubature posticce che scaricavano fanghi, nemmeno molto diluiti, direttamente nel torrente. Sembravano provenire tutti da dentro l’area Cipriani. Due sarebbero risultati collegati al depuratore ed uno direttamente ad un silos. Uno dei tre dove sono stoccati i 28.000 metri cubi di residui di lavorazione, fanghi e materie prime ormai deteriorate ed inutilizzabili che costituiscono la scomoda eredità dell’attività industriale interrotta dalla magistratura nell’ottobre 2006.
 In questo momento, grazie ad un accordo tra azienda, provincia e comuni, quella massa di materiale inquinante è in fase di smaltimento, ma ci vorranno quattro o cinque anni. L’accordo prevede che il depuratore dell’azienda sia mantenuto in funzione e riceva gradualmente tutto quel po’ po’ di immondizia. La tratti per quanto può e scarichi nella rete fognaria intercomunale i suoi reflui di risulta, ad un ritmo molto ridotto, perchè il depuratore della Villetta finisca l’opera. Questo processo in corso ha costretto carabinieri e tecnici dell’Appa ad agire con molta delicatezza: bloccare tutto significava far morire le colonie batteriche del depuratore e quindi far marcire all’aria aperta la massa di reflui contenuta nei vasconi. Inoltre si sarebbe arrestato anche il processo di smaltimento concordato, e trattare quei rifiuti è interesse non solo dell’azienda ma anche di tutta la comunità, visto che in qualche modo smaltiti devono essere. Quindi hanno documentato in ogni dettaglio la situazione trovata, fotografando i tubi in piena azione di scarico, ma poi hanno sgomberato il campo per ritornare col personale adatto e sufficiente ad intervenire, pochissimo tempo dopo. Tempo sufficiente comunque perchè sparisse tutto. Via i tubi, nessuna traccia di attività in azienda.
 Era appunto, venerdì 6 marzo. Martedì 10 ulteriore sopralluogo nella fabbrica, per raccogliere campioni da confrontare con quelli presi sul rio Sorne. E l’altro ieri il sequestro dell’intera area aziendale. A seguire il corretto funzionamento del deputatore è ora personale della Provincia, che è stata nominata custode dell’area. Lo smaltimento regolare prosegue, ma nessuno dei proprietari può più entrare in azienda.
 
 
 
Reg.delib.n.  676  Prot. n. 308/D/09
VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE
 
O G G E T T O:
Approvazione con prescrizioni dell'Analisi di rischio relativa al sito ricadente su tutta l'area di proprietà della ditta "Distillerie F.lli Cipriani", in C.C. Chizzola (Comune di ALA).
Il giorno 27 Marzo 2009 ad ore 09:05 nella sala delle Sedute
in seguito a convocazione disposta con avviso agli assessori, si è riunita
LA GIUNTA PROVINCIALE
sotto la presidenza del
 
PRESIDENTE
LORENZO DELLAI
 
Presenti:
VICE PRESIDENTE
ALBERTO PACHER
 
ASSESSORI
MARTA DALMASO
MAURO GILMOZZI
LIA GIOVANAZZI BELTRAMI
TIZIANO MELLARINI
ALESSANDRO OLIVI
FRANCO PANIZZA
UGO ROSSI
 
Assiste:
LA DIRIGENTE
PATRIZIA GENTILE
 
Il Presidente, constatato il numero legale degli intervenuti, dichiara aperta la seduta
 
Il Relatore comunica:
in data 03 luglio 2007 è stato sottoscritto un accordo di programma tra la Provincia autonoma di Trento, il Comune di Ala e la ditta “Distillerie F.lli Cipriani” per la definizione del coordinamento operativo tra le parti al fine di porre in essere gli interventi di cui al Titolo V (Bonifica di siti contaminati) del D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152 sul sito potenzialmente inquinato ricadente su tutta l’area di proprietà della ditta “Distillerie F.lli Cipriani”, in C.C. Chizzola (Comune di Ala).
Per le vicende e le motivazioni che hanno portato all’attivazione della procedura negoziata, si richiamano i contenuti dell’accordo di programma e la deliberazione n. 1337 di data 22 giugno 2007, con la quale si è approvato il testo dell’accordo, autorizzando il Presidente della Provincia autonoma di Trento alla sua sottoscrizione.
In ottemperanza dell’art. 4, comma 1, del citato accordo di programma, le Distillerie F.lli Cipriani hanno presentato, in data 02 agosto 2007 ed a firma del loro consulente tecnico ing. Alessandro Bettini, il documento del Piano di caratterizzazione di cui all’art. 242, comma 3, del D.Lgs. n. 152/2006, ai fini dell’approvazione ai sensi di legge.
Con deliberazione n. 2395 di data 31 ottobre 2007, la Giunta Provinciale ha approvato il predetto Piano di caratterizzazione ed ha autorizzato l’esecuzione delle indagini pianificate, subordinatamente al rispetto delle prescrizioni formulate dagli enti competenti.
Con nota di data 27 aprile 2008, acquisita al prot. n. 443 di data 30 aprile 2008 del Progetto speciale, l’ing. Bettini trasmetteva al Progetto speciale recupero ambientale e urbanistico delle aree industriali, “in ottemperanza alle prescrizioni contenute nell’approvazione del Piano di Caratterizzazione e successive modifiche”, copia della relazione tecnica riguardante le attività svolte e copia certificati analitici dei campionamenti effettuati (acqua di falda e suolo)
Con nota di data 3 giugno 2008 prot. 570/08-P304 – GR/mt, il Progetto speciale invitava le Distillerie F.lli Cipriani ad integrare la documentazione presentata; tra le altre cose, la ditta veniva invitata a presentare l’Analisi di rischio sito-specifica, prevista dall’art. 5 dell’accordo di programma e dal comma 4 dell’art. 242 del D.Lgs. n. 152/2006 e da svilupparsi secondo i criteri riportati nell’Allegato 1 al Titolo V della parte quarta del predetto decreto.
Dopo concessione di proroga la ditta, con nota di data 22 luglio 2008 acquisita in pari data al prot. n. 773 del Progetto speciale, trasmetteva la citata Analisi di rischio ai fini della sua approvazione, così come previsto dall’art. 5 dell’accordo di programma.
Essendo l’areale interessato dall’indagine ambientale superiore ad un ettaro, l’approvazione amministrativa del citato documento tecnico, così come stabilito dal combinato disposto degli artt. 77 bis, comma 2, e 102 quater del T.U.L.P. in materia di tutela dell’ambiente dagli inquinamenti, compete alla Giunta provinciale, previa istruttoria condotta dal Progetto speciale recupero ambientale e urbanistico delle aree industriali in virtù della delibera della G.P. n. 247/2004.
Con nota prot. n. 846/08-P304-GM di data 08 agosto 2008, il Progetto speciale ha inviato all’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente e al Comune di Ala copia di tutta la documentazione presentata, al fine di ottenere i pareri di legge. Copia della documentazione è stata parimenti trasmessa all’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari e al Servizio geologico della Provincia autonoma di Trento per una valutazione di competenza.
Con nota prot. n. 17896 di data 15 ottobre 2008, acquisita in pari data al prot. n. 1102 del Progetto speciale, il Comune di Ala ha espresso quanto segue: “al fine dell’espressione del parere richiesto, si ritiene opportuno rimettere alle valutazioni di ordine igienico-sanitarie che saranno formulate dalla Direzione Igiene e Sanità Pubblica dell’Azienda Sanitaria Provinciale”.
Con nota prot. n. 0061320 di data 21 ottobre 2008, acquisita in pari data al prot. n. 1115 del Progetto speciale, l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari ha espresso quanto segue:
“ … vista la Relazione Tecnica riguardante le attività svolte, i Certificati Analitici e l’Analisi di Rischio Sanitario, in considerazione che:
·     la caratterizzazione ha rilevato, per arsenico-ferro e manganese, il superamento della Concentrazione Soglia di Contaminazione nei pozzi “Oltre Sorne” e “Depuratore”;
·     l’unica matrice contaminata è l’acqua di falda;
·     non sembrano esistere nessi casuali tra le attività svolte dalla Ditta e la contaminazione di arsenico;
condividendo le conclusioni riportate nell’Analisi di Rischio Sanitario ed in particolare l’insufficienza della caratterizzazione, che non è riuscita ad individuare la sorgente contaminante, sia per l’arsenico che per il ferro e il manganese, nonché il sospetto che per questi ultimi vi sia un apporto proveniente dall’esterno (a monte della Ditta);
la scrivente ritiene opportuno suggerire un supplemento di indagini (sondaggi ed esami analitici dell’acqua di falda) al fine di caratterizzare con maggiore dettaglio ed individuare l’eventuale presenza della sorgente di contaminazione della falda all’interno dell’area Cipriani e contestualmente intraprendere tutte le azioni e ricerche necessarie per definire in modo univoco se vi sono apporti esterni alla contaminazione della falda”.
Con nota prot. n. 7395/2008-S-U221 di data 27 ottobre 2008, acquisita in pari data al prot. n. 1143 del Progetto speciale, l’Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente – Settore tecnico ha espresso quanto segue:
“1) Con Delibera della Giunta Provinciale n. 2395 del 31 ottobre 2007 per l’approvazione del Piano della caratterizzazione, si richiedeva fra l’altro che venisse inoltrato il certificato di destinazione urbanisticadell’area che non è stato ancora trasmesso e di cui si rimane in attesa.
2)     Nella stessa delibera veniva richiesto di acquisire, in sede di sondaggio, i parametri sito-specifici richiesti da APAT; in particolare per quanto riguarda la falda (conducibilità idraulica, gradiente, …) e l’infiltrazione efficace non è corretto utilizzare parametri di default.
3)     Sempre con riferimento alla falda, deve essere chiarito il motivo per cui da una soggiacenza di 15,60 m in PAT 1 si passa ad una soggiacenza di 27,90 m in PZ C5 posto a poco più di un centinaio di metri di distanza.
4)     La normativa sui siti contaminati sancisce che le acque sotterranee sono da considerarsi inquinate, indipendentemente dal loro uso e dai percorsi di esposizione, quando sono superate le CSC al punto di conformità che si trova sul confine idrogeologicamente a valle del sito. Dato che non sono state presentate analisi in tale punto (che potrebbe essere assimilato al PAT 2, semprechè esso attinga dallo stesso acquifero di PZ C1 e PZ C5), è necessario eseguire delle analisi in tale punto e verificare il loro livello di contaminazione con riferimento alle CSC.
5)     Dato che per le acque sotterranee le CSR coincidono con le CSC al punto di conformità, esse risultano superate non solo per Arsenico, ma anche per Ferro, Manganese ed Alluminio (vedi punto seguente).
6)     Si rileva una forte discordanza fra i risultati di Chelab e APPA per le analisi relative alle acque sotterranee in PZ C5 dell’11 febbraio 2008 dalle quali emerge che l’APPA riscontra valori di 1400 microg/l di Ferro contro i 22,4 microg/l di Chelab, 55 microg/l di Manganese contro i 26 microg/l di Chelab e 1200 microg/l di Alluminio contro i 16 microg/l di Chelab. Tali dati non risultano quindi validati e non possono pertanto essere considerati attendibili per l’eleborazione dell’analisi di rischio. Si richiede una nuova analisi.
7)     A parere degli scriventi la conclusione secondo cui la contaminazione delle acque sarebbe di origine esterna al sito non è supportata dai dati finora raccolti. In particolare i metalli utilizzati come marker sono stati trovati inferiori alle CSC sia nel pozzo Saiani che nel pozzo Martinelli nel corso delle analisi del 2007 (vedi ad es. rapporto di prova n. 07LA03671 relativo al Pozzo Martinelli, del 1/10/2007 e rapporto di prova n. 07LA03670 relativo al Pozzo Saiani, del 1/10/2007, emessi dal settore Laboratorio e Controlli dell’APPA). Inoltre si nota come il rapporto Na/K sia particolarmente basso nel terreno prelevato dal sondaggio C1, adiacente al Pozzo Oltresorne, a partire dalla profondità di 14 m circa, a differenza che negli altri sondaggi, mentre nelle acque sotterranee esso è particolarmente basso nel Pozzo Oltresorne. Tale valore può indicare una compatibilità con la borlanda prodotta dalla Ditta, come si evincerebbe dalle considerazioni avanzate dal Settore Laboratorio e Controlli (nota prot. n. 1163/07-S301 dd. 27 marzo 2007, Allegato n. 2, Tabella riassuntiva metalli e loro rapporti …).
8)     L’analisi dei coliformi denota l’assenza di coliformi fecali, il che escluderebbe l’intrusione di liquami animali nella falda, come ipotizzato in prima battuta in sede di caratterizzazione del sito.
9)     Si chiede pertanto l’integrazione del documento in base a quanto evidenziato nei punti precedenti nonché una campagna di analisi completa delle acque sotterranee, in data da concordarsi con il Settore Laboratorio e Controlli per il necessario contraddittorio, sui piezometri PAT1, PAT 2, PZ C1, PZ C5, Pozzo Oltresorne, Pozzo Depuratore, Pozzo Saiani e Pozzo Martinelli”.
Nell’ambito dell’istruttoria procedimentale, con nota di data 30 ottobre 2008 prot. n. 1159/08-P304-GM, il Progetto speciale ha inoltrato alla ditta “Distillerie F.lli Cipriani” le predette note dell’A.P.P.A. e dell’A.P.S.S., evidenziando come il contenuto delle stesse fosse ostativo all’approvazione della documentazione presentata ed invitandola a presentare osservazioni eventualmente corredate da documenti.
Con nota di data 10 novembre 2008, acquisita al prot. n. 1203 di data 11 novembre 2008 del Progetto speciale, la citata ditta si rendeva disponibile ad effettuare la campagna di indagine integrativa relativamente alla matrice acque sotterranee prescritta dagli enti di cui sopra, con prelievo di alcuni campioni in contraddittorio dai pozzi e piezometri denominati: PAT 1, PAT 2, PZ C1, PZ C5, Pozzo Oltresorne, Pozzo Depuratore, Pozzo Saiani, Pozzo Martinelli, e riservandosi eventuali osservazioni successivamente ai responsi analitici.
Considerata la disponibilità ad effettuare nuove indagini, il Progetto speciale, con nota di data 14 novembre 2008 prot. n. 1240/08-P304 – GM, assegnava alla ditta termine di 30 gg. per l’esecuzione della nuova campagna di indagini ed il deposito di eventuali ulteriori osservazioni.
Per cause di forza maggiore, così come documentate dalla corrispondenza in atti, il prelievo dei campioni di acque sotterranee è stato effettuato in contraddittorio tra le parti interessate solo in data 04 dicembre 2008.
Con nota di data 02 gennaio 2009, acquisita al prot. n. 001 di data 7 gennaio 2009, la Distillerie F.lli Cipriani trasmetteva al Progetto speciale gli esiti della campagna di monitoraggio delle acque sotterranee, come detto condotta in contraddittorio con i tecnici APPA in data 04 dicembre 2008 (documenti trasmessi: Rapporto di prova 08/404473 del 17/12/2008 – PAT 1, Rapporto di prova 08/404474 del 17/12/2008 – PAT 2, Rapporto di prova 08/404475 del 17/12/2008 PZ C1, Rapporto di prova 08/404476 del 17/12/2008 PZ C5, Rapporto di prova 08/404477 del 17/12/2008 Pozzo Saiani, Rapporto di prova 08/404478 del 17/12/2008 Pozzo Martinelli, Rapporto di prova 08/404479 del 17/12/2008 Pozzo Depuratore, Rapporto di prova 08/404480 del 17/12/2008 Pozzo Oltresorne).
Testualmente, in questa nota di data 02 gennaio 2009, la predetta ditta dichiara:
“A riscontro di quanto da Voi richiesto con nota in oggetto (nota APPA prot. n. 7395/2008-S-U221 di data 27 ottobre 2008, ndr), con la presente siamo a trasmettere certificati analitici relativi alla campagna di monitoraggio delle acque sotterranee, condotta in contraddittorio con i Tecnici APPA, in data 04/12/2008.
I certificati sono relativi ai prelievi effettuati sui Piezometri/Pozzi: - PAT 1 – PAT 2 – PZ C1 – PZ C5 – Pozzo Oltresorne – Pozzo Depuratore – Pozzo Saiani – Pozzo Martinelli.
I risultati mettono in luce i superamenti delle CSC sul “tal quale” per quanto riguarda i parametri Fe, Mn e As e, per gli stessi parametri, sul “Filtrato”, si osserva una sensibile riduzione nei superamenti e nell’intensità complessiva del fenomeno.
A tal riguardo, non sembra emergere una correlazione diretta nelle variazioni di concentrazione dei tre parametri sopra menzionati ma, comunque, si osserva una generale tendenza alla riduzione dei valori rispetto alle campagne precedenti (febbraio 2008).
Per quest’ultimo motivo ed al fine di raccoglier dati sufficienti ad avere un quadro più completo dello stato delle acque sotterranee, siamo a proporre delle campagne sistematiche di monitoraggio delle acque sotterranee, con cadenza 4 mesi, mirate esclusivamente sui parametri Arsenico, Ferro e Manganese, estesa a tutti i punti indagati nella presente campagna con l’aggiunta, se possibile, di ulteriori pozzi esistenti e denominati, SAIANI Francesco, SAIANI Renato e MARTINELLI Albino”.
Con nota prot. n. 92/09-P304-GM di data 26 gennaio 2009, il Progetto speciale ha trasmesso per le valutazioni di competenza (e con allegati i rapporti di prova) la predetta nota della ditta di data 02 gennaio 2009 all’AP.P.A., al Comune di Ala, all’A.P.S.S. ed al Servizio Geologico della PAT.
Con nota prot. n. 2002/2009-S-U221 di data 23 febbraio 2009, acquisita in pari data al prot. n. 214 del Progetto speciale, l’Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente – Settore tecnico ha espresso quanto segue:
“Con riferimento agli esiti della campagna di monitoraggio delle acque sotterranee effettuata dalla Distillerie F.lli Cipriani e trasmessi da codesto Progetto Speciale con nota prot. n. 92/09-P304-GM (ns. prot. n. 910/09-U221 di data 28 gennaio 2009) e ai rapporti di prova 08LA04571, 08LA04571/01, 08LA04572, 08LA04572/01, 08LA04573, 08LA04573/01, 08LA04574, 08LA04574/01, 08LA04575, 08LA04575/01, 08LA04578, 08LA04576/01, 08LA04577, 08LA04577/01, 08LA04578, 08LA04578/01 trasmessi dal Settore Laboratorio e Controlli dell’APPA in data 27 gennaio 2009 relativi ai campioni di acque sotterranee effettuati in contraddittorio in data 4 dicembre 2008 si comunica quanto segue.
·     Dalle analisi effettuate da APPA sul tal quale risultano superamenti delle CSC per Ferro, Manganese e Arsenico nel Pozzo Depuratore, PZ C1 e Pozzo Oltre Sorne; superamento per Ferro e Manganese in PAT 2 e superamenti di Ferro in PZ C5. Non risultano superate le CSC nei pozzi PAT 1, Saiani e Martinelli.
·     I risultati delle analisi effettuate da APPA sul filtrato mostrano in tutti i campioni valori minori rispetto alle analisi sul tal quale, si riscontrano superamenti sul filtrato di Arsenico, Ferro e Manganese per pozzo Depuratore e Pozzo Oltre Sorne, di Ferro e Manganese per PZ C1 e di Manganese per PAT 2.
·     Dalle analisi effettuate da Chelab per conto della Distillerie F.lli Cipriani risultano concentrazioni degli inquinanti generalmente maggiori rispetto ai dati analizzati da APPA, eccetto che per il pozzo PZ C1, per cui si riscontrano peraltro dei risultati anomali: per questo campione le analisi sul filtrato risultano notevolmente maggiori rispetto alle analisi dello stesso campione sul tal quale: per il Ferro risultano 230 µg/l sul tal quale e 1800 µg/l sul filtrato per il manganese 24,3 µg/l sul tal quale e 162 µg/l sul filtrato, è probabile un errore nel certificato analitico presentato.
·     Le discordanze fra le analisi effettuate dai due laboratori sono notevoli, con valori che variano anche di un ordine di grandezza fra i due laboratori. Considerando che i dati analizzati da Chelab risultano comunque superiori rispetto a quelli del Laboratorio APPA, la contaminazione del sito è confermata; tuttavia i dati non possono essere considerati validati. In tal senso si chiede un interconfronto fra i laboratori coinvolti ed eventuali nuovi campionamenti in contraddittorio in quanto le discordanze sono tali da non permettere una comparazione, specialmente per quanto riguarda i pozzi a monte del sito.
·     Per quanto riguarda l’andamento temporale delle concentrazioni di inquinanti, si sono confrontate le analisi effettuate da APPA nei campioni prelevati nei mesi di febbraio e marzo 2008 con le analisi del dicembre 2008. si riscontra una diminuzione delle concentrazioni di alluminio, arsenico, ferro e manganese per il pozzo Oltre Sorne, una diminuzione delle concentrazioni di alluminio, ferro e manganese nel pozzo PZ C1, una diminuzione delle concentrazioni di arsenico, ferro e manganese nel pozzo depuratore, mentre per il pozzo PZ C5 si riscontra un incremento delle concentrazioni per alluminio, ferro e manganese, il che non permette di affermare che l’esistenza di un trend certamente negativo delle concertazioni.
·     Per quanto riguarda l’origine della contaminazione, dai dati di APPA risulta che non vi sono superamenti delle CSC nei pozzi posti a monte idrogeologico dell’area di possibile contaminazione, ossia pozzo PAT 1 e pozzo Saiani.
·     Dalle analisi effettuate sui campioni di dicembre si conferma un rapporto di Na/K particolarmente basso in PZ C1 (pari a 0,8) e nel pozzo Oltre Sorne (pari a 0,4), mentre negli altri pozzi tale rapporto risulta sempre >= 1. Tale valore, come riportato nella nostra nota prot. n. 7395/2008-S-U221 del 27 ottobre 2008, può indicare una compatibilità con la borlanda prodotta dalla Ditta, come si evincerebbe dalle considerazioni avanzate dal settore Laboratorio e Controlli (nota prot. n. 1163/07-S301 dd. 27 marzo 2007, Allegato n. 2, Tabella riassuntiva metalli e loro rapporti…).
·     Per quanto riguarda la proposta della ditta Distillerie F.lli Cipriani di effettuare un monitoraggio di arsenico, ferro e manganese nelle acque sotterranee con cadenza 4 mesi aggiungendo ulteriori pozzi denominati Saiani Francesco, Saiani Renato e Martinelli Albino, si esprime parere favorevole. Si sottolinea in ogni caso che il monitoraggio non è sostitutivo delle operazioni di bonifica: dato che il Punto di conformità delle acque sotterranee (piezometro PAT2) risulta contaminato, dovrà essere presentato un progetto di bonifica e di messa in sicurezza dell’acquifero. In caso di non ottemperanza il Comune territorialmente competente dovrà obbligatoriamente intervenire in via sostitutiva.
·     Tutti i pozzi utilizzati devono essere rappresentati in opportuna cartografia e ogni prelievo dovrà essere concordato con il Settore laboratorio e Controlli dell’APPA per il contraddittorio che, nel caso presente, si ritiene necessario almeno fino a quando non si saranno chiarite le discordanze analitiche fra i due laboratori.
Da ultimo si fa presente che si rimane in attesa delle integrazioni richieste con nota prot. n. 7395/2008-S-U221 di data 27 ottobre 2008, che si ribadiscono integralmente.”.
Con nota prot. n. 4638 di data 9 marzo 2009, acquisita al prot. n. 259 di data 12 marzo 2009 del Progetto speciale, il Comune di Ala ha espresso quanto segue:
“… al fine dell’espressione del parere richiesto, si ritiene opportuno rimettere alle valutazioni dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente ed alle valutazioni di ordine igienico-sanitario che saranno formulate dalla Direzione Igiene e Sanità Pubblica dell’Azienda Sanitaria Provinciale …”.
Con nota prot. n. 0034085 di data 23 marzo 2009, acquisita in pari data al prot. n. 288 del Progetto speciale, l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari ha espresso quanto segue:
“… esaminati gli esiti della campagna di monitoraggio delle acque sotterranee effettuata dalla Distilleria F.lli Cipriani, la Scrivente comunica quanto segue:
- dalle analisi effettuate dal laboratorio Chelab per conto della Distillerie F.lli Cipriani risultano superamenti dei parametri alluminio, ferro, manganese e arsenico similmente ai dati rilevati dal Laboratorio settore e controlli (dell’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente, ndr);
- tali dati risultano mediamente più elevati rispetto ai dati analizzati dal Laboratorio settore e controlli dell’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente;
- si rileva una leggera diminuzione delle concentrazioni degli inquinanti di riferimento (alluminio, ferro, manganese e arsenico), cionondimeno il Pozzo Oltre Sorne conferma la presenza di questi contaminanti in concentrazioni superiori rispetto alla soglia di riferimento;
Tutto ciò premesso lo Scrivente condivide la proposta della ditta Distillerie F.lli Cipriani di implementare i punti di prelievo e la tempistica del monitoraggio. Si richiede di sopportare i nuovi pozzi con un’esaustiva cartografia e si suggerisce un a verifica dei dati di laboratorio attraverso un campionamento in comune tra i due laboratori.”.
Con nota prot. n. SG1424//C10 di data 24 marzo 2009, acquisita in pari data al prot. n. 306 del Progetto speciale, il Servizio Geologico della P.A.T. ha espresso quanto segue:
“Sono stati esaminati gli elaborati relativi al piano di caratterizzazione ed all’analisi di rischio sanitario dell’area delle Distillerie f.lli Cipriani in C.C. Chizzola di Ala al fine di esprimere un parere in merito agli aspetti geologico geotecnici.
Entrambi gli studi individuano correttamente, seppure non in maniera dettagliata, la situazione stratigrafica ed idrogeologica del sito attraverso la realizzazione di un congruo numero di sondaggi ed analisi sui terreni e sulle acque presenti nel sottosuolo.
E’ pertanto possibile esprimere un giudizio favorevole, per gli aspetti di competenza dello scrivente Servizio, sul piano di caratterizzazione presentato.
Per quanto concerne l’analisi di rischio sanitario si ritiene opportuno rimettere il parere alle valutazioni dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente ed all’Azienda sanitaria competenti per materia”.
Considerati gli esiti a cui si è pervenuto nell’ambito dell’istruttoria procedimentale, così come illustrata sopra, appare necessario passare alle fasi successive dell’iter tecnico-amministrativo di bonifica del sito in questione.
A tal proposito il Progetto speciale rileva, così come d’altronde evidenziato nei pareri dell’Agenzia Provinciale per la Protezione dell'Ambiente e dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, come vi sia certezza della contaminazione della falda acquifera del sito indagato: infatti, sia le analisi del laboratorio A.P.P.A. sia quelle depositate dalla ditta Distillerie F.lli Cipriani concordano sulla circostanza che al punto di conformità (fissato nel pozzo PAT 2: a tal proposito si vedano i pareri dell’A.P.P.A. sopra riportati, mentre in merito nulla rileva o eccepisce la ditta) le CSC sono superate per i parametri Ferro e Manganese sul tal quale e almeno per il Manganese sul filtrato.
In merito giova sottolineare il passaggio della nota A.P.P.A. prot. n. 7395/2008-S-U221 di data 27 ottobre 2008, laddove al punto 4) si afferma “La normativa sui siti contaminati sancisce che le acque sotterranee sono da considerarsi inquinate, indipendentemente dal loro uso e dai percorsi di esposizione, quando sono superate le CSC al punto di conformità che si trova sul confine idrogeologicamente a valle del sito” (a tal proposito, vedasi l’allegato I al Titolo V della parte quarta del decreto legislativo n. 152 del 2006 “Criteri generali per l’analisi di rischio sanitario ambientale sito-specifica” alla voce relativa alle componenti dell’analisi di rischio da parametrizzare, trattino relativo al punto di conformità per le acque sotterranee).
Premesso quanto sopra, il Progetto speciale propone di approvare l’elaborato Analisi di rischio ed annessa ulteriore documentazione presentata dalla ditta Distillerie F.lli Cipriani, con la seguente prescrizione da ottemperare in funzione della redazione del progetto operativo degli interventi di bonifica o di messa in sicurezza, operativa o permanente e, ove necessario, delle ulteriori misure di riparazione e di ripristino ambientale:
-     la ditta Distillerie F.lli Cipriani, qualora non lo avesse gia fatto, dovrà presentare le integrazioni (compresi i risultati della campagna sistematica di monitoraggio delle acque sotterranee, con cadenza di 4 mesi) e rispondere alle richieste di chiarimento e/o di confronto formulate dall’A.P.P.A. nelle note prot. n. 7395/2008-S-U221 di data 27 ottobre 2008 e prot. n. 2002/2009-S-U221 di data 23 febbraio 2009 e dall’A.P.S.S. nella nota prot. n. 0034085 di data 23 marzo 2009 (il cui contenuto è sopra riportato).
Si ricorda come il progetto operativo degli interventi di bonifica o di messa in sicurezza, operativa o permanente, deve essere presentato entro sei mesi dall’approvazione del documento dell’Analisi di Rischio (approvazione intervenuta con il presente provvedimento), così come previsto dall’art. 7 del citato Accordo di programma e che l’eventuale inosservanza comporta l’azione sostitutiva dell’ente comunale o provinciale con le relative conseguenze.
Tutto ciò premesso,
LA GIUNTA PROVINCIALE
-     vista la relazione;
- visto il TULP in materia di tutela dell'ambiente dagli inquinamenti approvato con D.P.G.P. 26 gennaio 1987, n. 1-41/Legisl;
-     visto il D.Legs. 3 aprile 2006, n. 152;
-     visto l’Accordo di programma di data 03 luglio 2007;
-     visti tutti i documenti citati nelle premesse;
-     ritenuto di approvare l’Analisi di Rischio trasmessa dalla ditta Distillerie F.lli Cipriani, subordinatamente al rispetto della prescrizione in premessa riportata;
-     a voti unanimi espressi nelle forme di legge,
DELIBERA
1.     di ridefinire – ai sensi dell’art. 77 bis, comma 3, del D.P.G.P. 26 gennaio 1987, n. 1-4/Leg. – e, contestualmente, prorogare al 27 marzo 2009 il termine per l’approvazione dell’Analisi di rischio in oggetto, in ragione della complessità delle verifiche istruttorie;
2.     di approvare, per le motivazioni esposte in premessa e così come stabilito dal combinato disposto degli artt. 77 bis, comma 2, e 102 quater del T.U.L.P. in materia di tutela dell’ambiente dagli inquinamenti, l’Analisi di Rischio in oggetto, subordinatamente al rispetto della prescrizione così come formulata nelle premesse del presente provvedimento;
3.     di trasmettere copia del presente provvedimento alla ditta Distillerie F.lli Cipriani, con sede in Ala (TN), Loc. Molini 12-13 – frazione Chizzola;
4.     di comunicare copia del presente provvedimento all'Agenzia Provinciale per la Protezione dell'Ambiente, al Comune di Ala, al Servizio geologico della Provincia autonoma di Trento e all’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari.
5.     di dare atto che contro il presente provvedimento sono ammessi i seguenti ricorsi:
a) ricorso giurisdizionale al T.R.G.A. di Trento, da parte di chi vi abbia interesse, entro 60 giorni, ai sensi della L. n. 1034/71;
b) ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, da parte di chi vi abbia interesse, entro 120 giorni, ai sensi del D.P.R. n. 1199/71.
 
 
 
 
Distillerie Cipriani: la falda è inquinata
Il Trentino  31 marzo 2009 —   
 
 ALA. La falda aquifera nell’area della Distillerie Cipriani di Chizzola, è inquinata. L’acqua estratta dai pozzi in una serie di campionamenti, in parte eseguiti su incarico della stessa ditta da un consulente, in parte dall’Appa e in parte assieme, hanno rilevato superamenti dei limiti per arsenico, ferro, manganese ed alluminio. Anche se sul «quanto» si discute ancora. Esami distinti, sia perchè compiuti in momenti storici differenti sia perchè svolti da tecnici e laboratori diversi, hanno dato esiti molto lontani e in alcuni casi contraddittori, allontanandosi addirittura di un ordine di grandezza (rapporto 1 a 10) l’uno dall’altro. Ma la sostanza dal punto di vista delle condizioni della falda cambia poco: anche i più favorevoli degli esami rilevano l’inquinamento. Ed il decorso positivo - che da parte della ditta si pretenderebbe provato - è pure tutto da dimostrare visto che gli esami più recenti hanno rilevato il miglioramento su alcuni pozzi campione, ma il peggioramento su un altro.
 Tutto questo è stato valutato il 27 marzo dalla giunta provinciale, chiamata ad approvare l’Analisi di rischio proposta dalla Cipriani e già passata al vaglio di Azienda Sanitaria ed Appa. E la giunta Dellai ha approvato il documento, pur prescrivendo ulteriori accertamenti atti a verificare l’andamento nel tempo (per i prossimi mesi) ed anche l’esatta perimentazione della «bolla» inquinante. Vale a dire, le dimensioni della porzione di falda alterata. In ogni modo, l’appovazione dell’Analisi di rischio apre la porta alla bonifica: i Cipriani hanno sei mesi per presentare un progetto proprio, sapendo fin d’ora che in caso contrario operererà in loro vece e a loro spese il comune di Ala. Che l’intervento sia necessario pare comunque fuori discussione. Mentre ancora aperta è la partita (o almeno, ancora discusse le conclusioni) sull’effettiva responsabilità dell’inquinamento. La distilleria eccepisce che ferro, arsenico manganese ed alluminio hanno nulla da spartire col proprio processo produttivo. E che quindi arrivano in falda da qualche altra sorgente inquinante. Una ipotesi ritenuta poco realistica ma che sarà verificata a tagliare la testa al toro, monitorando anche altri pozzi esterni al perimetro aziendale ed a monte dello stesso. E’ d’altra parte la stessa argomentazione che la Distillerie Cipriani ha sostenuto fino ad ora anche per l’inquinamento organico, accusando le malghe e le stalle del Baldo: una ipotesi quella di cui proprio i campionamenti ora in falda avrebbero fatto giustizia, rilevando l’assenza totale di coliformi fecali che accompagnano sempre l’inquinamento da liquami. I rilievi da pozzi esterni, che saranno compiuti alla presenza sia dei tecnici Appa che di quelli dell’azienda, permetteranno comunque di chiarire del tutto se anche l’inquinamento da metalli dipende dall’attività della distilleria o se arriva da altre fonti. Resta il fatto che l’area e la falda vanno bonificate, e che entro sei mesi la dittà dovrà chiarire come intende farlo. Una questione tutta tecnica ed economica che prescinde completamente dalle vicende penali di cui l’azienda è stata ed è protagonista, per gli inquinamenti che sono già costati una condanna in primo grado all’amministratore, Emanuele Cipriani, e per gli episodi recentissimi sui quali la procura roveretana sta lavorando ad una nuova richiesta di rinvio a giudizio.
 
 
 
Inquinamento: tre gli indagati
Il Trentino  15 aprile 2009 —   
 
 ALA. Non c’è solo Emanuele Cipriani, amministratore unico della Distillerie Cipriani di Chizzola, nel mirino della procura di Rovereto per l’ultimo episodio di inquinamento del rio Sorne. Nell’ultima indagine sono coinvolti anche altri due fratelli, Giandomenico e Pierluigi. Che avrebbero avuto parte nell’attività dell’azienda e quindi sarebbero potenzialmente corresponsabili dell’accaduto. Gli scarichi abusivi (tubi di gomma che sversavano borlande di notte nel rio Sorne) sarebbero documentati ed anche ormai accettati dalla difesa: pare non sia escluso il patteggiamento prima del processo.
 Un sondaggio in quella direzione sarebbe arrivato nei giorni scorsi da parte del difensore dell’azienda di Chizzola. Con un notevole passo avanti rispetto alla posizione di assoluta rigidità iniziale, quando la risposta ai nuovi sigilli era stata la richiesta di incidente probatorio, dopo che i tre scarichi clandestini e «volanti» erano spariti dalla scena. Resta da vedere però quale dei fratelli sia potenzialmente responsabile, o se la responsabilità di uno escluda quella degli altri. Per capirsi, Emanuele Cipriani ha già patito la condanna a due anni e quattro mesi a metà gennaio scorso per episodi precedenti sempre di inquinamento. Se l’appello dovesse confermala, una ulteriore condanna da sommare significherebbe uscire dai margini perchè sia ragionevole la richiesta di pene alternative: insomma, andare in galera. La linea difensiva sarebbe proprio che nell’ultimo episodio Emanuele non c’entri nulla, ma è una tesi della quale la procura pare pochissimo convinta.
 Resta una domanda ovvia: perchè. Visto che ormai lo smaltimento legale era iniziato, perchè rischiare con sversamenti ulteriori. E i motivi potrebbero essere banalmente economici. Lo smaltimento graduale nella rete fognaria e nel depuratore della Villetta, oltre a richiedere anni, ha dei costi: il trattamento in azienda e poi quelli normali di depurazione. Si ragionerebbe nell’ordine di due milioni di euro. Ridurre la quantità di borlande presenti nei silos limerebbe tempi e conto finale.
 
 
 
Cipriani: i fanghi resteranno lì
Il Trentino  07 agosto 2009 —   
 
 ROVERETO. Lo smaltimento dei fanghi - 28.000 metri cubi di borlande, semilavorati e materie prime ormai marcite - che riempiono i silos della Distillerie Cipriani, è rimandato. Nel senso che non sarà, come si era deciso nel febbraio scorso, il depuratore pubblico della Villetta a “digerirli” nel corso degli anni. Restano nei silos, in attesa che i proprietari della ditta li affidino, a questo punto, ad imprese specializzate nel trattamento di rifiuti speciali. Un lavoro complesso (ci vogliono circa 4000 camion solo per spostarli) e costoso: 100 euro a metro cubo per il solo smaltimento.
 A confermare che il piano di pretrattamento in azienda, diluizione e immissione nella rete fognaria pubblica si è interrotto, viene dalla stessa Agenzia per l’ambiente incaricata a suo tempo di vigilare sull’operazione. E pare di capire che ad avere mandato tutto il progetto all’aria sia stato l’ulteriore episodio di inquinamento del rio Sorne scoperto a marzo.
 In pratica fino a quel momento, l’accordo di smaltimento raggiunto con la Provincia prevedeva che fossero i tecnici della Cipriani, riattivato il depuratore aziendale, ad occuparsi del trattamento graduale anche dei rifiuti stoccati nei silos. Ma quando il 6 marzo furono scoperti tre tubi di gomma che di notte scaricavano borlande direttamente nel rio Sorne, l’intera area fu sequestrata, l’accesso a titolari ed operai della Cipriani vietato ed il depuratore affidato all’Appaa perchè lo gestisse direttamente. Il pensiero comune fu allora che sarebbero stati i tecnici della Provincia a proseguire anche nello smaltimento, ma non è così. «Abbiamo messo in sicurezza il depuratore - spiegava ieri il dirigente dell’Agenzia, Anderle - perchè bloccandosi avrebbe provocato odori insopportabili. Quindi è stato gradualmente svuotato e fermato. Il nostro compito finisce lì: non spetta a noi smaltire i rifiuti dei signori Cipriani. Dovevamo risolvere una emergenza, e quello abbiamo fatto. I rifiuti stoccati nei silos non costituiscono alcuna emergenza: i silos sono in buone condizioni, non ci sono perdite nè di fanghi nè di odori. Smaltirli è un problema certamente, ma non nostro».
 Quindi bisogna aspettare che siano i titolari della ditta ad occuparsi dello smaltimento. E la prospettiva, per i residenti - ma anche per tutti coloro che hanno a cuore il futuro dell’Adige - è di dover convivere ancora a tempo indefinito con un vicino che proprio tranquillizzante non è. Se dovessero in qualche modo, per esempio per il cedimento di uno dei silos - cosa già accaduta in passato - finire in massa nel fiume, quei fanghi sarebbero probabilmente in grado di sterminare ogni forma di vita fino a Verona. Un rischio che ad oggi viene ritenuto non immediato dai tecnici della Provincia, ma che col passare del tempo non può che aumentare. Ovviamente sono in corso trattative e pressioni sui Cipriani perchè provvedano a quello smaltimento che spetta loro fare, ma tempi, modi e costi non autorizzano a sperare in una soluzione in tempi brevi.
 
 
 
«Alla Cipriani lavoratori dimenticati»
Il Trentino  26 novembre 2009 —   
 
 ALA. Tra un mese per alcuni dei 18 dipendenti licenziati dalle Distillerie Cipriani scadrà il periodo di mobilità. Per gli altri, il recupero nel mondo del lavoro resta una chimera. Stefano Montani, sindacalista Cgil, a un anno dalla chiusura dell’azienda riporta i riflettori a Chizzola dove invece le voci di coloro che avevano promesso interessamento e soluzioni non si fa più sentire. «Ora - dice Montani - rimane una sola certezza: 18 lavoratori ultra quarantenni a casa da due anni che tirano avanti grazie all’indennità di cassa integrazione prima, e di mobilità oggi. Il Comune, che pure aveva garantito appoggio ai lavoratori, non si è mai fatto vivo. L’Appa ha fatto il suo lavoro, il comitato che tanto si era battuto per la chiusura della fabbrica ha ottenuto lo scopo che si era prefisso, l’area occupata dalle distillerie è sempre lì, forse in attesa di una qualche speculazione edilizia. Acqua sotto i ponti del torrente Sorne ne è passata parecchia ed i lavoratori stanno ancora cercando una nuova occupazione. A dicembre scade il primo anno di mobilità, si iniziano a tirare le somme di una vicenda tormentata che ha portato alla cessazione di un’attività che ha, nel bene e nel male, creato occupazione in zona per quasi 50 anni. Una fabbrica che ha sempre avuto un rapporto conflittuale con la popolazione del luogo e che si staglia oggi, con le sue ciminiere ormai morte, come una cattedrale nel deserto.
 Ma oltre a questo restano i problemi concreti, tangibili e spesso drammatici di 18 famiglie che vivono grazie agli ammortizzatori sociali. Per alcuni di loro tra meno di un mese non verrà più riconosciuto neppure questo sostegno economico. Un silenzio assordante è calato su di loro e su tutti quei lavoratori che perso il lavoro sono in mobilità da mesi in attesa di una nuova occupazione».
 

 
Inquinamento nuova perizia
Il Trentino  15 aprile 2010 —   
 
 ROVERETO. Distillerie Cipriani e inquinamento dell’Adige: è stato rinviato al quattro giugno il processo in corte di appello di Trento dopo che in primo grado Emanuele Cipriani era stato condannato per lo smaltimento dei residui della lavorazione nel canale Biffis e quindi nel fiume. Ieri i giudici di secondo grado hanno rinviato l’udienza sia per ascoltare tre testimoni, i tecnici dell’agenzia provinciale per l’ambiente già sentiti in primo grado, e per valutare i risultati di una nuova perizia tecnica. Perizia che dovrà valutare le capacità e le modalità di depurazione delle Distillerie che nel marzo 2009 erano state sequestrate dai carabinieri del Noe dopo aver individuato tre tubi che scaricavano fanghi nel torrente Sorne. Oltre alla condanna dell’allora amministratore, il giudice aveva riconosciuto il diritto al risarcimento al Comune di Ala costituitosi parte civile con l’avvocato Germano Berteotti.
 
 

Inquinamento nell'Adige condanna confermata a Cipriani

il Trentino 11 dicembre 2010

 ROVERETO. Confermata, in sede di appello, la condanna a 2 anni e 4 mesi, con il risarcimento alla parte civile, per Emanuele Cipriani, legale rappresentante della distilleria omonima, a Chizzola d'Ala. Cipriani era accusato con la sua azienda di aver inquinato sistematicamente il fiume Adige, scaricando ogni giorno tonnellate di fanchi inquinanti (una ventina) nel canale Enel. Questo, per almeno un anno e mezzo: dal giugno 2005 al febbraio 2007.  La sentenza di ieri ricalca quella di primo grado del Tribunale di Rovereto del febbraio 2009. Confermata integralmente anche la richiesta di provvisionale avanzata dal Comune di Ala (parte civile con l'avvocato Berteotti) e la refusione di tutte le spese legali (100 mila euro).
 

Il fallimento

l'Adige 5 aprile 2012

 

 

 
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Diritti riservati

Copia non permessa