Pubblicato Lunedì, 02 Marzo 2020 08:20
Scritto da Redazione
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Pristini e ripristini

 

totale prima

 

Il Programma Pluriennale di Attuazione del Comune di Ala, approvato dal Consiglio Comunale di Ala il 29.10.2013, comprende la Relazione Geologica e Geotecnica a firma del dott. Lorenzo Cadrobbi.

Il progettista, dopo aver indicato il “massimo pelo libero della falda in periodi piovosi alla quota di circa 142 m. s.l.m.” scrive, in riferimento alla zona estrattiva di Pilcante, che la “quota di massimo ribasso, in fase di coltivazione, sarà di 144 m s.l.m. nella porzione meridionale, via via risalente verso nord fino a quota 145.5 m s.l.m. in modo di garantire una sicura protezione della falda….” .

Ed infatti, nella “Planimetria stato attuale” dello stesso progetto, maggio 2009, il tecnico indica la quota del fondo cava, porzione meridionale della p.f. 600, in 144 m s.l.m. , non circa 144 m, bensì 144 m precisi. Quota raggiunta già nel 2009.

                                                 

001-planimetria stato attuale

La quota di fondo cava, a sud, dal progetto 2009

 

Un calcolo approssimativo porta a considerare che la quota del fondo cava dovrebbe essere, progredendo verso nord, di 144,3 m s.l.m. nella parte settentrionale della p.f. 600.              

Si tratta della cava candidata alla discarica Manara. E per l’appunto, nella progettazione della ditta Montana di detta discarica spuntano quote di fondo cava ben diverse da quelle dichiarate nella progettazione Cadrobbi.

                                                  005-SUD

Le quote di fondo cava, a sud, dal progetto Montana

                                                  

 006-NORD

Le quote di fondo cava, a nord dal progetto Montana

 

Ci affidiamo ora al verbale della Conferenza dei Servizi del 19 luglio 2019, parte della procedura prevista per l'eventuale autorizzazione alla discarica Cave di Pilcante.

Nella Conferenza il Servizio Minerario della Pat nota che il fondo della cava non rispetta le prescrizioni del Programma Pluriennale di Attuazione del Comune di Ala, più o meno sei anni dopo l’approvazione del piano con quota 144 m.

Questo quanto proviene dal Minerario in quell’ occasione: “Il Servizio Minerario ritiene dunque che sia necessario riportare la quota di fondo scavo a 144 m slm utilizzando solo materiale di cava”. Sarebbe oltremodo interessante comprendere cosa si intenda per materiale di cava.

Concorda il Servizio Geologico con il Minerario “…portare la quota di fondo scavo a 144 m per poi iniziare con l’apprestamento della discarica”.

 

Non va scordato quanto riportato dal verbale su dichiarazione del sig. Manara “ Il sig. Manara fa presente che ad oggi nella p.f. 600 sono arrivati a fondo scavo, eccetto qualche punto in cui, a causa del passaggio dei camion, la quota di minimo ribasso si è abbassata ulteriormente di qualche decina di centimetri.”

Appunto!! quando il carico sarà costituito da milioni di mc di inerti, di quanto si abbasserà la “quota di minimo ribasso”?

 

In effetti, a conferma della dichiarazione della proprietà della cava p.f.600, a partire dal 2009, data del progetto del Programma Pluriennale di Attuazione del Comune di Ala, straordinari fenomeni devono essere accaduti in quella cava.

Il via vai di camion sembra aver causato il notevole e generalizzato sprofondamento del fondo cava, arrivato in alcuni punti a quote prossime a 142 m s.l.m., dai 144 iniziali messi nero su bianco dal progettista Cadrobbi per quella parte già esaurita nel 2009; nel frattempo è stata sfruttata la parte settentrionale, e pure in questa il fenomeno dello sprofondamento di è manifestato, quasi in par misura.

Qualcosa inoltre deve essere arrivato a Pilcante portato dal vento.

Tutto ha, purtroppo, contribuito a creare l’ attuale situazione. Tutto comprensibile, seppur con qualche sforzo ed una imbarazzante dimostrazione di credulità.

 

Abbiamo provato a quantificare approssimativamente  quanto “materiale di cava” serva per sostituire la sabbia mancante e riportare la p.f. 600 alla coerenza con il Programma Pluriennale di Attuazione del Comune di Ala.

Dividiamo la p.f. 600 in due parti, quella ad ovest è la meno problematica in merito al rispetto della quota prescritta, ci concentriamo sulla metà cava ad est, con superficie approssimativa di mq 44.000.

                                                   008-divisione

Il disegno complessivo della p.f. 600, progetto Montana

 

Partiamo dalla porzione meridionale della p.f. 600, con quota da progetto Cadrobbi del fondo cava di 144 m; il progetto Montana per la discarica indica molte quote in diminuzione dalla prescritta, stabiliamo mediamente una quota di 143 m s.l.m., quindi meno 1 m rispetto a quota 144.

Andiamo ora alla porzione settentrionale della medesima p.f. 600. Anche in questo caso il progetto Montana indica molte quote in diminuzione dalla prevista (144,3), e noi, sulla base di tali quote, stabiliamo mediamente la quota attuale a 142,7 m s.l.m., quindi meno 1,6 m rispetto alla quota prevista dal Piano cave comunale.

Possiamo affermare quindi che mediamente dalla superficie di 44.000 mq manca uno strato di sabbia dello spessore di 1,3 m. per un totale di circa 57.000 mc.

 

E veniamo alle ovvie, inevitabili domande e considerazioni, allargando l’attenzione anche alla zona estrattiva di Pilcante nel suo complesso.

 

Come mai tanta fretta nel riporto del materiale di cava?.... da luglio 2019 siamo a febbraio 2020…7 mesi per iniziare ad operare quella che dovrebbe essere stata un’ ingiunzione di rimessa in pristino!

Ci sarà questa volta il dovuto controllo che verifichi la regolarità della quota finale?

Delude per l’ennesima volta l’assenza di controlli….si è arrivati, casualmente?, dopo 6 anni a richiedere la messa in pristino!

 

Vorremmo poter essere rassicurati sulla qualità del “materiale di cava” usato. Analogo discorso per i materiali che continuano a confluire nel riempimento della cava Neravalle; quale controllo c’è stato e ci sarà sulla qualità dei materiali conferiti?

Rispettano quanto previsto dal Programma Pluriennale di Attuazione del Comune di Ala, quindi adatti alla destinazione finale agricola per la cava Neravalle ?

Temiamo che la disponibilità dimostrata nel luglio 2018 dall’ assessore all’ambiente del comune di Ala nei confronti della proposta dei proprietari delle cave esaurite in Neravalle di modificare il progetto del ripristino previsto dal Piano cave, proposta che prevedeva di utilizzare per il riempimento anche inerti non di categoria A adatti per l'utilizzo agricolo finale, si sia concretizzata in un ripristino diverso dal quello previsto dal Piano stesso. Questo farebbe supporre l'aver intravvisto quali sono i materiali in entrata e depositati in cava.

Se così fosse, l’ Amm.ne comunale dimostrerebbe per l’ennesima volta di soccombere alla volontà dei cavatori.

                                                        ala rip-cit

Le cave in Neravalle da ripristinare

 

A questa improvvisa ed inaspettata esplosione di attivismo di Ala Ripristini nel riempimento della cava Neravalle, iniziato comunque a distanza di oltre 5 anni dall’ obbligo imposto dal Piano cave alense, sembra non corrispondere pari entusiasmo da parte della ditta CIT srl proprietaria della cava adiacente a quella di Ala Ripristini, e che alla pari di quest’ ultima è assoggettata all’ obbligo del ripristino ad iniziare dal 2014.

E’ dal 2014 in verità che i progetti di ripristino per le 2 cave in Neravalle giaciono, o giacevano, polverosi, negli uffici del Servizio Minerario.

Si può supporre che il servizio provinciale , se ha ora autorizzato il progetto di Ala Ripristini, abbia fatto altrettanto con quello della CIT srl?

Noi possiamo solo porre delle domande…qualcuno dovrebbe fornire le risposte ai cittadini.

 

Ad aumentare ulteriormente la nostra preoccupazione per la gestione della zona estrattiva sono pure alcuni scarichi di materiali inerti nella scarpata rivolta a sud della cava Rizzi sas in loc. Chiesurone.

In questa cava non può essere consentito alcun scarico di materiale in quanto non vi è alcun progetto autorizzato di bonifica.

A tempo debito, dopo che le fasi di estrazione e bonifica programmate con priorità saranno completate, si parlerà di ripristino anche della proprietà Rizzi sas.  E dovrà essere ripristino con apporto di materiali inerti in categoria A, adatti alla destinazione agricola futura.

E’ stato persino nominato un coordinatore unico ad hoc allo scopo di far eseguire scrupolosamente le lavorazioni ed i ripristini sulla base della programmazione e della destinazione finale prevista.  

Qualcuno è intervenuto a verificare perché si scarichino materiali in questa cava, verificando inoltre la tipologia degli inerti depositati?

Abbiamo inviato segnalazione al Servizio Minerario in data 12/07/2018 con riferimento allo scarico di inerti in cava. Risposta non pervenuta. Ora notiamo un altro scarico di materiali.

Per entrambi i casi rilevati, la documentazione fotografica è a disposizione.

 

L’amministrazione comunale, dato il tema sensibile, cave e ripristini, discariche abusive e no, dovrebbe, avrebbe dovuto, democraticamente, informare la cittadinanza su quanto sta accadendo e/o potrà accadere nella zona estrattiva di Pilcante.

Abbiamo  diritto, noi cittadini, di conoscere cosa succede anche su quel territorio bistrattato.

Confidiamo che la prossima amministrazione comunale si dimostri  meno ermetica dell’ attuale nella comunicazione.

 

La redazione

 

Queste immagini mostrano i lavori eseguiti sulla scarpata est della p.f. 600, lavori indipendenti dal ripristino del fondo cava, ma probabilmente di predisposizione per l’accoglimento della discarica.

Forse ripristino? In tal caso il Piano cave non prevede scarpate a gradoni , ma inclinazione costante da 18° a 35°.

                                       

 scarpata doposcarpata dopo1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La preparazione delle scarpate

    

argine primaargine dopo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Situazione della sommità fino a qualche giorno fa                                                                         Situazione attuale            

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