“A la Via così! “
Lo sviluppo edilizio di Ala nel corso dell' 800, risulta esser stato piuttosto contenuto e limitato ad edifici di carattere pubblico– soprattutto caserme per la truppa - a qualche albergo in prossimità dello scalo ferroviario e a molti capannoni o magazzini al servizio del traffico ferroviario e per uso militare.
Qualche abitazione signorile sul finire del secolo abbellì una periferia anonima e contadina. Ai masi e case coloniche si aggiunsero i pregevoli edifici di via Ronchiano ( da poco bonificata con la costruzione delle imponenti terrazze che preservarono l' argine destro del torrente – interessato dalle devastanti piene del 1882 – 88 che danneggiarono gravemente anche il nuovo acquedotto della Rocca - e impedirono il progressivo franamento del sovrastate “ger” posto molto più in alto rispetto al piano cittadino.
Un tentativo di rilancio dell'arte serica a cavallo dei due secoli diede marginale impulso alle costruzioni limitate alla bonifica e risanamento dei molti edifici posti sulla Roggia.
All'interno della cinta daziaria pressoché nulla . Il tessuto urbano rimase sostanzialmente invariato fatta salva la zona dell'odierna Piazza Giovanni XXIII con la costruzione del nosocomio – donazione - Brusco seconda metà dell' 800) –
e delle scuole elementari – parziale lascito della Famiglia Pizzini ( inizio del secolo XX).
La situazione si aggravò con la cessazione delle ostilità' della grande Guerra. Si ripristinarono i notevoli danni arrecati alla Parrocchiale di s. Maria Assunta e al rione della Gioppa/sSentaruolo/via Meati, gravemente colpito nei beni e nelle anime da una granata Austriaca di notevole calibro.
Null'altro che coinvolgesse il pubblico o il privato fatti salvi i lavori di ristrutturazione del Palazzo ad uso Collegio con la costruzione dell'ala sud sovrastante il Parco Pizzini , questo sul finire degli anni venti del '900.
La città si presentava con la caratteristica cinta di case nella sua parte alta , peraltro ancora in ottimo stato quella della Zigatteria-Sentaruolo – e quella bassa del Limbo-Roggia-via Nuova-via teatro.
Il caratteristico Rione del Limbo venne progressivamente bonificato o demolito tra gli annni 30 e 50.
La costruzione nel 1939 della variante che by - passava il tessuto cittadino dal bivio sud a quello nord , relegò ancor di più la città in quell'intrico di strade, viottoli, vicoli, corti aperte , ( ora quasi tutte ottimamente restaurate ) , accentuando ancor più quella caratteristica immagine di economia contadina che persistette per tutti gli anni 50.
Marginale e ininfluente era in questo contesto la necessità di una nomenclatura delle vie. Le case avevano un semplice numero civico spesso raggruppato per rione o per via : di colore mattone, con i numeri racchiusi in cornici quadrate . Poche le dedicazioni. Solamente dopo l'annessione si concretizzarono alcune titolazioni , ma prevalsero ancora gli antichi toponimi e i nomi o soprannomi delle famiglie di antico radicamento.
Trovarono consacrazione le recenti glorie militari, i protagonisti delle stesse, i rappresentanti della casa Reale dei Savoia e qualche riferimento alla geografia della nuova terra.
Fu l'esplosione edilizia degli anni 70 e seguenti che vide il sorgere di interi quartieri a porre il problema della titolazione delle nuove strade, slarghi, piazzette o viali.
Sul perchè delle scelte fatte , delle loro motivazioni, forse è meglio non entrare nel merito. Le città che subirono uno sviluppo intenso e rapido preferirono scelte funzionali, attribuendo ai singoli rioni , nomi tipologicamente uniformi. A titolo esemplificativo , le vie del rione di S. Bartolomeo a Trento recano nomi di piante e fiori, nella Bolghera e al di là della Fersina si è invece optato per i luoghi della Grande Guerra, via Tofane, via Isonzo, via Trieste, Monte Corno ecc.
Per Ala non venne adottato alcun modello di omogeneità, non venne operata alcuna scelta atta a valorizzare tipicità o ricordare piccole ma significative glorie e personaggi locali. Solo una libera farfaleggiante interpretazione dell'amministrazione di turno, che portò a scelte bizzarre quali Teodolinda ed Autari!
La consultazione della mappa della viabilità ha consentito di ordinare per tipologia i nomi delle vie e delle località di Ala e delle Frazioni e i risultati sono illuminanti e curiosi.
Sono i testimoni di determinati momenti storici, delle tendenze del momento e pur con i limiti di molte estemporanee dedicazioni , l'insieme risulta abbastanza equilibrato.
Prevalgono i toponimi e le vecchie denominazioni – 72 – cui segue il gruppo delle glorie militari. Poi dei grandi della patria , un altro con riferimenti generici e infine, relativamente sparuta, la pattuglia della rappresentanza locale.
Eccessiva , in parte obsoleta e incomprensibile la rappresentanza di fatti bellici, di personaggi legati a tali vicende o ad avvenimenti istituzionali quali via XXV aprile, via XXVII maggio, IV Giugno, 25 Marzo , Largo Italia, Via della Costituzione. L'integrazione con ulteriori specificazioni – almeno delle prime - risulterebbe oltremodo utile alla comprensione della dedicazione.
Altre con precise connotazioni geografiche ( via Trento, Verona, Adige ) erano un tempo attribuite alla viabilità esterna . Ora ne sono parte integrante.
Ecco un breve riepilogo dei toponimi
Più attente le frazioni del capoluogo e questo è comprensibile e apprezzabile.
Molto meno la città dove i personaggi che si sono maggiormente distinti e i cui nomi sono assunti alla gloria della Targa/Insegna risalgono ai primi anni del secolo e sono scomparsi ancora negli anni Trenta. Alessandro Mondini, Luigi Dalla Laita – Riccardo Largaiolli - Fa eccezione la salita Guido Lodron .
E ora la domanda che da tempo molte persone si pongono: possibile che la città non abbia dato in questo secolo appena trascorso, i natali a qualcuno degno di una titolazione? Un personaggio, una categoria, un avvenimento che abbia i requisiti per essere ricordato? Sono stati gli anni della ricostruzione, anni che hanno visto il radicale mutamento del tessuto sociale grazie anche al lavoro di capaci e volenterose persone.
Ma questo non è esclusiva caratteristica della dedicazione viaria ma si evidenzia forse con maggiore e stridente visibilità nel ricco e meritorio tessuto associativo. Qualche esempio?
Abbiamo la Biblioteca di Ala, la Società Musicale Alense, il coro Città di Ala, la caserma dei vigili del fuoco di Ala, la società Ciclistica Alense , l' “ospedale” forse futura RSA - di Ala, la SAT di Ala .
La scuola Elementare di Ala tale rimase sino alla riforma scolastica che la conglobò nel generico Istituto Comprensivo Antonio Bresciani pur conservando la fresca titolazione ad Abramo Betta, similmente alla Scuola Media cui rimase in seconda battuta il vecchio nome di Cesare Battisti.
Perfino la Caserma dei Carabinieri porta il nome della città in cui si trova. Tentativi di dedicarla ad un giovane carabiniere Alense – Lino Trainotti - fatto prigioniero dopo l' 8 settembre del '43, deportato nei campi di lavoro tedeschi e morto nella fabbrica Lager di DORA nel 1944 , vennero fatti. Ma ahimè il sacrificio di fedelta' all' Arma e al Giuramento al Re fu degno della medaglia d'Argento. Troppo poco per le regole ferree in materia. Per una Caserma bisogna essere insigniti della Medaglia d' Oro. E allora che fare ? Nulla. Ci auguriamo rimanga così com'è ora . La titolazione significherebbe la morte di un essere Umano, e quindi Caserma di Ala sia.
Si tratta – quello dell' Associazionismo - di un variegato mondo le cui radici affondano ormai nel tempo , immaginabile quindi che all'interno di ciascuna realtà si siano avvicendate persone meritorie , generose e capaci di spendersi per la collettività e che forse meriterebbero il perdurare della loro memoria e il ricordo del loro passaggio.
L' attribuzione di una via o piazza prevede una procedura lunga e complessa, molti i passaggi che richiedono tempo e volontà, ma da questo laborioso iter è in parte preservato il mondo dell'associazionismo e quindi la riflessione e la scelta sono / sarebbero frutto di una valutazione e decisione interna . Motu proprio si potrebbe dire. In autonomia, ognuna potrebbe decidere a chi e perché , incidere un nome sulla pietra o su un gagliardetto.
Si distingue e di questo ne va dato merito , la sezione ANA di Ala che da tempo e senza tentennamenti ha scelto di legare il proprio nome ad una medaglia d'oro : Mario Sartori
Un' ultima annotazione. Il tempo e la disattenzione producono paurosi vuoti della memoria, le nuove generazioni molto spesso non hanno la minima idea di chi fossero i personaggi cui sono dedicate vie e piazze, e cosa mai abbiano compiuto per meritarsi tanta gloria .
Proprio per ovviare a questo oblio o scadere nello sbeffeggio , in molte città le targhe della segnaletica viaria sono di dimensioni generose e portano il nome completo del personaggio, la data di nascita e morte e l' attività o il ruolo ricoperto in vita.
Almeno G. Mazzini non sarà Guido, e A. Dante non sarà letto Antonio, e S. Pio X smetterà di essere conosciuto come S. Pio Ics, e non sentiremo più dire : Via Largo Vicentini.
Un saluto
PS: Una capillare raccolta di firme, il coinvolgimento di un'intera frazione (Marani), l''interessamento di molte persone portarono alla scelta di dedicare il piccolo Parco di Marani ai Fratelli Pallaver, illustre famiglia Alense con discendenza Pizzini e proprietari – illuminati – di vaste plaghe proprio ai Marani.
L'iter venne affrontato e conclcuso con una deliberazione dall' allora Giunta Peroni, ma stranamente nessuna cerimoia ( pazienza) comunicato o informativa seguì questa decisione.
Una rapida verifica e si apprende che quietamente riposano sul tavolo di un flemmatico funzionario gli atti per dare concretamente seguito alla decisione Comunale.
Manca di fatto il tempo per commissionare la targa, dare – immagino – informazione all'anagrafe e all' ufficio per la toponomastica e una nota al Cantiere per l'installazione. Nulla di dissimile a quanto si sta stiracchiando per il completamento della Trincea di Marani pazientemente recuperata con l'aiuto di volontari.
Nulla di nuovo agita il tran – tran della burocrazia e il sonnolento agire della politica.
Luciano
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