Pubblicato Mercoledì, 08 Maggio 2019 09:43
Scritto da Rizzi Luciano
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Camposanto o solo campo

 

 

Venerdi Santo.

Sarà il desiderio di armonia o di pace; sarà il rimpianto per le cose che cambiano in modo qualche volta troppo repentino , finendo per sparire in modo doloroso lasciando vuoti incolmebili, ma l' immagine del Cimitero della Città è una delle visioni più desolanti e malinconiche del già poco entusiasmante panorama.

 

Manca l'armonia dei cipressi disposti a croce, un simbolo non percepito dal basso ma certamente notato dall'alto, colpisce l'assenza delle siepi che davano un ordine temporale alle sepolture, si avverte la scomparsa del gioco delle ombre e dei rumori, che aiutavano il raccoglimento, la preghiera e stimolavano il riaffiorare dei ricordi.

 

Ora quella desolante brughiera, quel cimitero militare con le frettolose sepolture, sembra la quota 33 di El Alamein .

 

Esisterà un progetto di ripristino? Una volontà di restituire dignità alla memoria? Non è dato a sapere. Le poche informazioni si sovrappongono e non di rado si contraddicono.

 

Vige il motto: "Stiamo lavorando per voi". Diamo atto agli imponenti lavori che interessano la parte monumentale e il ripristino della memoria dei caduti del primo Conflitto Mondiale.

 

Ma avranno un seguito, o ascolteremo ancora l' ormai stantia giustificazione: "Eh! è finì i fondi"? Raramente si comunica in maniera istituzionale , si abbozza un' informazione, si accenna a qualche iniziativa. Il giornalino del comune dovrebbe avere anche questo scopo.

 

Centellinati i cenni sulle cose importanti per la città quali la scuola, i musei, il centro storico, l'arredo, le sale pubbliche. e appunto il Cimitero Ma tornando al Camposanto: spero che la pietà non sia del tutto morta, Noto un desiderio di considerare i segni del tempo come un fardello gravoso costoso di cui liberarsi.

 

Come? spesso con la pazienza, attendendo che il tempo chiuda il capitolo come è successo ( ormai il passato è d'obbligo) con i 16 affreschi che sino a 20 anni fa facevano bella mostra sulle facciate delle case . Di quelle umili come di quelle signorili. Applichiamo indegnamente la pietà cristiana alle istituzioni, con l'attesa della Pasqua

 

Luciano Rizzi

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