Pubblicato Mercoledì, 08 Maggio 2019 10:10
Scritto da Rizzi Luciano
Visite: 595

Una lapide

 

Di lui conosco solamente il cognome: si chiamava Cicona abitava con la madre Alma(?) e la sorella in via Torre al civico 10.

 

Riposava, sino a quando la implacabile burocrazia, vigile anche (e soprattutto) sui defunti, decise di demolire la lapide cimiteriale posta in fondo al muro adiacente il viale d'accesso alla parte vecchia del cimitero.

 

Avrebbe forse potuto trovare sepoltura se non nella parte monumentale del sacrario degli eroi , assieme ai caduti di tutte le guerre del novecento, almeno in un loculo che ne perpetuasse la memoria. Non è stato possibile, forse per mancato disbrigo delle procedure forse per una "damnatio memoriae" cui la scelta lo aveva condannato.

 

So che era un militare della Repubblica Sociale di Salò, caduto negli ultimi giorni del conflitto forse , come sosteneva la madre mentre cercava di far ritorno al proprio paese.

 

La foto ritraeva un giovane di c.a. 20-25 anni con un basco e divisa verosimilmente appartenenti alla divisione S. Marco.

La sua storia non è mai stata raccontata, eppure certamente ne aveva una, avrebbe potuto esporre il suo pensiero, fornire delle motivazioni, costituire un monito o un esempio ( se pur negativo).

 

Il 25 aprile quando ancora sfilavano i protagonisti e i discorsi erano genuinamente infiammati, ricordo solo le parole di mia madre. Pronunciate una volta l'anno . Una sola e poi basta: "Quel poro putel che bruta fin che l'ha fat, e quella pora dona de so mama". Il suo nome non veniva più rievocato non almeno sino al successivo anniversario.

 

Nelle visite cimiteriali non mancava mai un saluto, non per nostalgia o per ideologia, solamente per un gesto di umana pietà. Aveva sbagliato? senza dubbio. In buona fede? non è dato a sapere. Come si comportò? quali ideali o interessi lo mossero? anche questo è scomparso dalla memoria. Una memoria che avrebbe dovuto sfociare in una riconciliazione nazionale ma che da noi non ci fu a differenza di quanto avvenne e con ottimi risultati In Francia, in Spagna ( in tempi recenti) nei Paesi Bassi e perfino in Norvegia.

 

Nessuna nostalgia e tantomeno celebrazione. Un pensiero ad un ragazzo che nessuno ricorderà mai.

 

Luciano Rizzi

{jcomments on}

X

Diritti riservati

Copia non permessa