Testo fisso

 Per la politica dell'ambiente                                   Chi lotta può perdere,chi non lotta ha già perso! Guevara                                          

Biodiversità

 

BIODIVERSITa

 

 


Nell’articolo del 18 aprile scorso, l’Impronta Ecologica, ho fatto riferimento al termine biodiversità.

Poiché è molto importante che se ne comprenda il significato per conoscerne anche il valore, mi preme completare l’informazione.

 

Cos’è la biodiversità?

 

Per biodiversità s’intende l’insieme di tutte le forme viventi geneticamente diverse e degli ecosistemi a esse correlati. Implica tutta la variabilità biologica: di geni, specie, habitat ed ecosistemi. Le risorse genetiche sono una componente della biodiversità. (Wikipedia).

 

In parole più semplici, la biodiversità consiste in tutta la varietà della vita esistente sulla Terra e le diverse situazioni ambientali esistenti. Per vita s’intende qualsiasi specie, vegetale, animale, funghi e microrganismi. La condivisione degli spazi vitali e varietà esistenti sono indispensabili per una corretta gestione dell’ecosistema terrestre.

 

Di elementare memoria è il ciclo alimentare degli animali: gli animali erbivori si nutrono di vegetali, gli animali carnivori degli erbivori, e tutti partecipano ad alimentare il terreno.

 

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Per saperne di più andate su questo link: http://www.infodomus.it/biodiversity/.

 

Perché è pericolosa la perdita di biodiversità?

 

Perché provoca la progressiva diminuzione della qualità della vita. E’ vero che l’estinzione delle specie viventi è un evento naturale, ma non è naturale la velocità con cui sta ora avvenendo. Si ritiene che questo ritmo non sia mai stato raggiunto, neanche nell’epoca dell’estinzione dei dinosauri. Attualmente è stato stimato che ci sia la perdita di 50 specie viventi al giorno.

 

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A cosa servono tutti questi esseri viventi? Ecco alcuni esempi:

 

tutti noi conosciamo l’aspirina, ma sicuramente non tutti sanno che il principio attivo, conosciuto da secoli, è contenuto nella corteccia di un salice, il Salix Alba. Sono innumerevoli le piante da cui si ricavano molecole indispensabili in farmacologia.

 

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Tutti sanno che le api volano di fiore in fiore per raccogliere il nettare, ma molti sono all’oscuro che con questo gesto compiono un’azione fondamentale per l’impollinazione delle piante.

Sono più di 130.000 i tipi di piante che necessitano della visita di questi operosi insetti. Purtroppo, a causa degli sproporzionati utilizzi d’insetticidi e diserbanti, del degrado o addirittura della distruzione degli habitat naturali, il numero di questi indispensabili insetti sta progressivamente diminuendo.

 

Per colpa di uno sviluppo incontrollato, si perdono ogni anno 13 milioni di ettari di foresta, un’area grande come la Grecia.

A questo si deve aggiungere i milioni di ettari di terreno fertile distrutto per la costruzione di strade, cave o miniere, dighe e palazzi.

 

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Purtroppo il danno non è solo la perdita di biodiversità. Tutto questo sta causando un aumento dei gas serra, che sono a loro volta causa dell’aumento globale della temperatura terrestre.

 

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Il IPCC (Comitato intergovernativo sui Cambiamenti Climatici) è formato da centinaia di scienziati ed esperti che fanno parte dell’Organizzazione Mondiale della Meteorologia e del Programma Ambientale dell’ONU. Questo Comitato ha analizzato, per anni, tutti i dati disponibili per una migliore comprensione dei cambiamenti climatici.

Il quinto Rapporto di Valutazione approvato a Yokohama il 30 marzo 2014 evidenzia che la situazione è peggiore di quello previsto nel 2007. Ci saranno fenomeni atmosferici sempre più violenti, proseguirà lo scioglimento dei ghiacciai, si alzerà il livello degli oceani, aumenterà la desertificazione, aumenteranno le migrazioni di massa e di conseguenza la povertà e la disuguaglianza fra le popolazioni.

 

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Proprio in questi giorni, per una singolare coincidenza, sia dalla Cina sia dagli Stati Uniti giungono notizie d’iniziative similari.

La Cina, dove l’inquinamento dei terreni, delle acque, e dell’aria è a livelli drammatici, ha annunciato una sostanziale riduzione dell’utilizzo del carbone per la produzione dell’energia, causa l’inquinamento atmosferico che ha raggiunto livelli insostenibili. Di media le città cinesi hanno un inquinamento 10 volte superiore a quelle americane. Lo scorso dicembre Shangai ha subito ” un’apocalisse dell’aria”, durante la quale le PM 2.5 (polveri sottili) sono arrivate a oltre 600 microgrammi per metro cubo. Scuole, uffici e aeroporti sono rimasti chiusi.

Nessun essere vivente ha mai sperimentato nulla del genere in Europa o in America settentrionale, tranne che in caso d’incendi di foreste o eruzioni vulcaniche.

Per confrontare il dato, in Europa, un inquinamento dell’aria delle PM 2,5 di 35 microgrammi per metro cubo è considerato alto.

 

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Negli Stati Uniti invece, l’input al cambiamento di rotta è avvenuto grazie alle conclusioni derivate da uno studio commissionato dal Governo Americano, sulla spinta dei sempre maggiori danni e vittime provocati dai devastanti eventi atmosferici.

Difficilmente però, il Presidente Obama riuscirà a convincere gli americani che la situazione è seria. I cittadini statunitensi sono più interessati a temi più quotidiani, come il lavoro e l’economia in genere, per pensare al futuro.

 

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Anche da noi i risultati del Comitato intergovernativo sui Cambiamenti Climatici hanno avuto poco riscontro sui mass-media.

 

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Nessun politico ha preso in considerazione quel rapporto sul clima e ne ha tratto nemmeno delle riflessioni. Infatti, è risaputo che è impopolare prospettare scelte di riduzione dei consumi, degli sprechi, dei progetti inutili, delle materie non rinnovabili.

Mai poi parlare di decrescita!

Per mantenere lo status quo e garantire i loro privilegi e il loro potere i nostri politici continuano a illuderci che la diminuzione di biodiversità e quindi dei cambiamenti climatici sia un problema delle future generazioni.

 

Mauro Ferone

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