Testo fisso

 Per la politica dell'ambiente                                   Chi lotta può perdere,chi non lotta ha già perso! Guevara                                          

scatola sfumata

 Cambiare tutto 

per non cambiare niente** (?)

 

Una labile traccia individuata sul sito web della PAT, Servizio di Valutazione Impatto Ambientale, può far pensare che con data 1 aprile 2013 il piano cave del comune di Ala risulti approvato dalla PAT. 

 

 

 

Esattamente 3 anni dopo la prima presentazione!

 

E ora? Ora il gioco si fa duro.  Adatto alla risolutezza della nostra amministrazione comunale.

 

Se fino ad ora le decisioni sono state prese a Trento, snobbando in parte quanto deciso dall'amministrazione Tomasoni, ora che nonostante tutto e tutti qualcuna delle buone regole iniziali è rimasta scritta, vedremo all'opera l'amministrazione Peroni, unica responsabile per i prossimi due anni dell'applicazione delle nuove regole, senza le scusanti e le foglie di fico che fino ad ora le hanno permesso di scaricare su altri le responsabilità del vergognoso ritardo con cui il nuovo piano verrà portato all'approvazione del consiglio comunale.

 

Un'amministrazione comunale che fosse decisa nel risanamento del territorio attraverso il nuovo progetto, sia pur addomesticato agli interessi di parte, dopo tre anni di sonnolenza dovrebbe riscattarsi imponendo una tempistica stringente ai prossimi passaggi necessari per rendere il piano cave operativo.

 

La proroga, la 7a, appena concessa per ulteriori nove mesi, non è certo indizio dell'auspicato riscatto, e potrebbe significare due cose:

 

  • che non c'è volontà nell' amministrazione comunale per portare rapidamente all'approvazione del consiglio comunale il nuovo piano, sapendo che la sua approvazione, chiudendo in via definitiva con le proroghe, farebbe decadere anche l'ultima appena approvata; e sapendo inoltre che con l'approvazione non ci saranno più sconti per nessuno, meno che meno per l'amministrazione comunale; 

 

  • che non si è compresa l'inutilità della proroga lunga appena concessa,  che doveva essere breve quanto basta per arrivare alla convocazione del consiglio comunale per l'approvazione del piano; una ulteriore esibizione dei tentennamenti ed incertezze cui siamo abituati, la perdita di un'occasione per dare subito un segnale di futura buona amministrazione già dalle procedure per l'avvio del nuovo piano estrattivo.

 

Dunque, se l'indizio cui si accennava nell'introduzione fosse confermato, ad inizio aprile l'amministrazione comunale potrebbe ricevere il "pacco" e portare rapidamente all'approvazione del consiglio il nuovo piano comunale estrattivo.

 

La tempistica conseguente è in parte già scritta nelle regole attuative del piano.

 

Dalla data di approvazione del piano da parte del consiglio comunale, in base alle "Norme di attuazione", varrà un principio assoluto:

chi entro 6 mesi, cavatori o comunque proprietari di particelle all'interno delle aree estrattive, non regolarizzerà la sua posizione con richiesta di nuova autorizzazione o con la concessione a terzi della disponibilità dei terreni, è definitivamente fuori dai giochi.

 

Nel frattempo l'amministrazione avrà modo di selezionare tre nominativi da porre all'attenzione dei soggetti interessati all'attività estrattiva; tali soggetti dovranno scegliere all'unanimità all'interno della rosa di nomi proposti dal comune, il tecnico responsabile -coordinatore unico- della conduzione complessiva delle aree estrattive.

 

Siamo comunque certi che nei tre anni trascorsi dal suo insediamento nel 2010, il previdente amministratore abbia già preso contatto con professionisti adatti allo scopo.

 

Vorremmo essere certi della capacità e volontà dell'amministrazione comunale di scegliere tecnici estranei alla rosa che perennemente ruota attorno all'attività estrattiva nel Trentino ( "se lo conosci lo eviti" è un detto più che mai indicato) ed in particolare alle aree estrattive del comune di Ala.

 

Suggeriamo agli attuali amministratori comunali una soluzione che potrebbe scompaginare qualsiasi gioco o cordata per la sponsorizzazione di questo o quello.

 

L'amministrazione sottoponga ai soggetti interessati alle zone estrattive i nominativi di tre tecnici comunali tra i quali dovrà essere scelto il coordinatore.

 

Per tale figura non sono necessarie o richieste competenze minerarie, in quanto i suoi compiti saranno i seguenti:

 

  • supervisione e coordinamento fra i diversi soggetti operanti nell’ambito dell’area interessata alla progettazione unitaria
  • coordinamento  dell’attività dei singoli direttori di cava
  • vigilanza sul rispetto delle singole autorizzazioni alla coltivazione e sul rispetto delle previsioni e prescrizioni contenute nel Progetto unitario
  • coordinamento e raccordo, sia dal punto di vista tecnico che temporale, delle attività delle imprese operanti nell’area
  • dirige e coordina la realizzazione e gestione delle infrastrutture di servizio alle diverse autorizzazioni esercitate nell’area
  • dirige e coordina tecnicamente e temporalmente le attività di ripristino
  • vigila sulla corretta adozione delle misure di prevenzione.

 

L'amministrazione comunale trarrà due indubbi vantaggi, se questa fosse la scelta:

 

  • un controllo diretto e costante sull'attività estrattiva (controllo peraltro già previsto e mai attuato)

 

  • la corresponsione di un compenso da parte delle imprese operanti nelle aree estrattive per l'attività svolta dal coordinatore unico 

 

Qualunque sia la scelta effettuata, il tecnico prescelto dovrà essere garante dell'interesse collettivo nella guida e controllo della conduzione delle autorizzazioni estrattive, rispondendone direttamente all'amministrazione comunale.

 

Siamo fiduciosi (meglio dire "speranzosi"), pensando che l'esperienza della tribolata e lunga progettazione di questo nuovo piano ed il totale fallimento della conduzione del piano precedente per merito dei soliti noti, abbiano insegnato qualcosa.

 

Se le supposte tempistiche fossero rispettate (e cosa lo impedirebbe ?) arriveremmo ad ottobre 2013 con una dettagliata progettazione frutto del buon accordo tra i cavatori ed i proprietari dei terreni ancora da estrarre......

 

E se il buon accordo non sarà raggiunto?

 

A questo punto risolutiva sarà la decisione del previdente amministratore che avvierà immediatamente le procedure di avocazione previste dalla legge per i terreni che ostinatamente i proprietari non vorranno mettere nella disponibilità per l'estrazione.

 

Con il seguito di contenziosi portati in tribunale.

 

Ma sarà poi questa la mossa del saggio amministratore?  o tenterà di evitare l'avocazione? ma allora in tribunale si incontrerà con i cavatori......dilemma.......

 

Potrebbero essere passati quei tempi in cui nessuno portava in giudizio le amministrazioni, sia provinciale che comunale, nonostante omettessero di far rispettare la legge che obbligava i cavatori al ripristino delle aree estratte.

 

Nel frattempo l'assessore competente, ma più probabilmente il sindaco, con pluriennale ritardo, si sarà preoccupato di informare in pubbliche assemblee almeno i cittadini di Pilcante e Chizzola-S.Cecilia estraendo dal cappello un ossuto coniglio mostrandolo ai cittadini che, in verità, se lo aspettavano ben più in carne.

 

Ma ritorniamo alle date.

Eravamo rimasti ad ottobre, data critica per il successo dell'applicazione serena delle nuove norme.

 

Se la situazione sarà quella sopra descritta, difficile prevedere gli scenari futuri.

 

Se invece tutti si saranno accordati per la progettazione unitaria, si presenteranno all'amministrazione comunale le richieste per le singole nuove  autorizzazioni, con conseguente grande impegno per l'ufficio tecnico comunale addetto al settore.

Sulla base delle nuove regole, quell'ufficio dovrà finalmente guidare la concessione di future autorizzazioni in base all'osservanza o meno delle prescrizioni contenute nell'autorizzazione precedente.

 

Molto bene.

 

Questa sarà una rivoluzione che metterà fine alla commedia degli equivoci protrattasi per più di trent'anni; merito, o demerito, di amministrazioni comunali che concedevano le autorizzazioni con sovrapposizioni multiple: apertura di nuove aree, una dopo l'altra, senza che nessuno dovesse rendere conto delle inosservanze che preparavano l'attuale disastrosa situazione dell'intera area estrattiva.

 

Ma ora tutto cambia.      

Però........

Le regole c'erano anche prima, non è che mancassero. 

Anche i tecnici comunali c'erano, sempre gli stessi da vari anni, così come gli amministratori comunali.

 

Ma allora, cosa cambierà?      

 


 

Proseguiamo dettagliando un pò le argomentazioni:

 

 

 

 

 

Marcello Cavagna

 

** Tomasi di Lampedusa

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