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- Pubblicato Lunedì, 15 Ottobre 2012 08:10
- Scritto da Rizzi Luciano
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Pro memoria di un piccolo Patrimonio d' Arte e Storia
seconda parte
Il Capitello delle Madonne
Posto all' incrocio tra le strada del Tambuset (o forse ancora Via dell'Oratorio) e la bretellina di collegamento con via Anzelini e via Tre Chiodi, la cappelletta denota subito la sua origine. Inserita nel muro di recinzione di quella che fino a qualche decennio fa era la proprietà Antonio Sartori, ora posteggio, apparteneva alla di Lui Famiglia e fu ceduta all'Amministrazione Comunale quale pertinenza della campagna.
Le modeste dimensioni la fanno sembrare più un generoso capitello che una cappelletta . Anche se possiede un accenno di altare non è adibita ad altre celebrazioni se non la recita del Rosario e la possibilità di raccogliersi in preghiera. Un più che dignitoso cancello in ferro battuto con un'originale serratura che fa tutt'uno con una piccola cassetta per l' elemosina, ne preclude l'accesso ma è comunque possibile intravedere un modesto arredo religioso, dei candelieri , delle fioriere con fiori in ferro battuto colorati a smalto frutto di un artigianato povero ma volonteroso e soprattutto devoto.
Alcuni lacerti di quello che un tempo doveva essere un cielo stellato testimoniano i danni di infiltrazioni d'acqua e un fuggevole sguardo al tetto ne evidenzia le cause , le tegole sono sconnesse e anche i muri perimetrali stanno subendo dei danni.
Sopra l'altare , incisa nella malta di fondo, graffiato quasi un bassorilievo, il contorno policromo di una Madonna con Bambino. I colori sono sbiaditi, il tratto incerto, le ombre distorcono la composizione ma quanto è ancora leggibile lascia intendere un qualcosa di considerevole. E infatti questo graffito è quasi certamente la copia di una preesistente tavola raffigurante lo stesso soggetto. Una tavola attribuibile al Brusasorci , interessante artista nato a Verona il 1516 e ivi morto il 1567 autore di pregevoli pale d'altare con uno stile ispiratosi al Parmigianino, a Giulio Romano e a Paolo Veronese. Il che lascia intendere l'importanza che il Committente o l' acquirente attribuivano alla Cappelletta.
Una grande tenerezza si prova, nel vedere appoggiati ad un angolo due ex voto . Due stampelle una grande e una per un bambino di antica fattura , molto vissute . Chissà quale piccola storia con il suo carico di dolore, di speranze, di sfiducia potrebbero raccontare . Di questa ne possiamo immaginare la buona conclusione e forse attribuire ad essa qualcuno dei poveri arredi presenti.
Ma queste sono solo congetture.
Tali non sono invece quelle che si costruiscono attorno all'incuria nella quale viene lasciata questa testimonianza, una delle ultime del nostro patrimonio, la proprietà è quindi del Comune, non tanto per le assicurazioni di quest'ultimo quanto per testimonianza dell'ex proprietario il che non lascia tranquilli sulla volontà di porre mano all'Opera.
Intanto la cura, e la pulizia sono affidate a quanti giornalmente trascorrono le ore del pomeriggio facendo filò, in un ambiente quieto, ordinato a ridosso della campagna e del bosco, coperto dall'ombra delle piante preesistenti nel vicino parco, un piccolo ristoro preferito a Piazza Giovanni XXIII almeno fin prima del suo restyling.
Vedremo se gli Anziani di Ala accorderanno il loro gradimento ai risultati dell'impegno profuso dall'amministrazione.
Vorremmo tanto, trattando di cose Sacre allontanare la polemica e l'irritazione nei confronti dell'atteggiamento passivo dell'Amministrazione, ma l'approccio un po' più approfondito di quanto si va esaminando evidenzia ancor più quanto lontana sia l'attenzione dei responsabili verso quelle che forse sono considerate piccole cose alle quali dedicare qualche ritaglio di tempo.
E saremmo già lieti di questo.
Cordialmente
Luciano Rizzi
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