Testo fisso

 Per la politica dell'ambiente                                   Chi lotta può perdere,chi non lotta ha già perso! Guevara                                          

Lessinia tra oggi e domani

 

sega

 

Al di là delle motivazioni o dagli intendimenti che possono essere sottesi, un incontro tra amministratori e comunità è pur sempre  un buon auspicio per la democrazia, per il confronto e per la condivisione di alcune scelte .

 

Ancor più meritorio se questo viene promosso unilateralmente per conoscere il parere  dei cittadini in merito allo sviluppo di una parte importante del territorio.

 

Queste   le argomentazioni  del primo cittadino nell'incontro di venerdì 4 novembre presso la sala Zendri:

 

- il desiderio di  acquisire pareri e segnalazioni da parte degli operatori economici, delle associazioni a vario titolo presenti sul territorio  e  dei tanti  cittadini che condividono l'interesse per la montagna Alense.

 

Dopo aver illustrato alcune iniziative in itinere con i comuni limitrofi e lasciati intravedere i percorsi  privilegiate che  l'amministrazione ha intenzione di perseguire,  ci è parso infatti  di capire che il Primo Cittadino sta già elaborando un proprio programma di “ rilancio” .

 

In questo sembrano godere di particolare attenzione  alcuni progetti transfrontalieri ,  per la mappatura dei sentieri ,  delle strade di accesso alla montagna con il coordinamento  dalla Pat, finalizzati ad incentivare   il ciclo - turismo che nella fase attuale sembra l'unica idea partorita dall' APT del trentino , dalle comunità di  Valle , dai comuni e loro consorzi . Un turismo che presenta comunque delle criticità e che dovrà convivere con le attività economiche della montagna , con la fragilità di alcune sue parti e con  le altre di certo non residuali  sensibilità presenti rappresentante dalle Associazioni e dai singoli cittadini.

 

Sembra scontata ,    l'adesione al progetto “delle Riserve della Bassa - Media Vallagarina.”  che  per quanto non costituiscano la panacea  ma  necessitino anzi di una attenta sorveglianza rappresentano pur sempre una forma intermedia di sviluppo compatibile del turismo montano.

 

Poco o nulla a che vedere con i Parchi, solamente un progetto di  valorizzazione della montagna da attuarsi  con la predisposizione di un minimo di infrastrutture sul territorio per favore il tracking , i percorsi salute, la frequentazione agevolata, con la presenza di punti ristoro  segnaletica, panchine e poco altro.

 

Un'esposizione corretta quella del Primo Cittadino che non ha taciuto le molte difficoltà' ribadendo a più riprese la necessità di una condivisione e di una serena convivenza tra le varie anime chiamate ad interagire su  quel territorio

Molte le idee, alcune facilmente  attuabili , compatibili e di limitato impatto,  altre vagamente pretenziose e bizzarre  ;  ma ancor più numerosi sono stati  i suggerimenti e i consigli per uno sviluppo turistico attento e rispettoso , lontano dai canoni – visti con ammirazione e rammarico – messi in atto dalla vicina provincia di Verona da sempre meno scrupolosa e imprenditorialmente più intraprendente di quella locale  ancora ispirata al modello di  una Mamma Provincia pronta a fornire infrastrutture   e servizi  a costo zero. L'ormai declinante  modello della socializzazione degli oneri e della privatizzazione degli utili.

 

Una platea attenta  ,  pur contrassegnata da una divisione – per altro serena -  tra  coloro che  raccomandavano  per investimenti sostenibili  e/o  il mantenimento dello status quo, e la parte imprenditoriale / alberghiera , vocazionalmente orientata verso l'accelerazione degli investimenti  e l'allentamento dei vincoli a tutela del territorio per iniziative  in qualche caso eccessivamente ottimistiche , quale la creazione di un laghetto in un luogo  manifestamente carsico e nel quale l'approvvigionamento idrico ha assunto in questi ultimi anni  aspetti preoccupanti e costosi. Un' idea  della quale sarebbe comunque opportuno acquisire qualche parere di ordine geologico e idrologico.

 

La  reiterazione di schemi  ormai desueti e dimostratisi fallimentari ( vedi l' impiantistica  per lo sci e l'imponente impegno  finanziario che ne è seguito) sta per essere   gradualmente    sostituita  da modelli di accesso e frequentazione  della montagna più leggeri e meno   impattanti ,   che escludono  imponenti   investimenti di infra strutturazione  del territorio  ( strade parcheggi   linee elettriche acquedotti )  come pure modifiche profonde sta subendo   l'incremento il modello della ricezione alberghiera tradizionalmente intesa,   sostituita o integrata da  forme più economiche  quali  bed and breakfast,   agri tour , ospitalità diffusa come quella che le tante malgh   potrebbero un giorno offrire.

 

E' innegabile  che il confinante Veneto sembra  disneyland   con un'offerta ruspante e diversificata nelle stagioni estiva ed invernale  , ma ciò  non è dovuto solo ad una questione caratteriale ma  anche alla presenza sul nostro territorio di una  legislazione che  ci permette di interpretare e salvaguardare alcune nostre specificità. Non perché siamo migliori, semplicemente le strade della storia ci hanno condotto su itinerari diversi.

 

L'esposizione delle intenzioni e i programmi del primo cittadino hanno , a nostro avviso,  dimenticato di sottolineare con maggior forza e consapevolezza   gli aspetti ambientali , naturalisti , culturali e storici della montagna e del suo rapporto con la città'  - di fatto unico  anche se forse non sufficientemente  motivato bacino di utenza

 

Un rapporto quello tra città e montagna   molto simile a quella che lega Trento con il Monte Bondone: un lungo tormentato rapporto di amore odio, di desiderio e rifiuto verso quella meravigliosa montagna che pur distando  una manciata di  km dal capoluogo,  vive in un perenne stato di semi asfissia.

 

Frammenti del passato

 

Non esiste un modello di sviluppo turistico preconfezionato e adattabile  a tutte le situazioni come sbagliato  sarebbe pretendere l' omologazione  delle formule di sviluppo  senza considerare la vocazione del territorio sul quale si interviene.

 

Non sono i provvedimenti e le iniziative  spesso  casuali , frammentarie e  con una cifra estetica decisamente riprovevole ( vedi parcheggio e ponti)  a lasciar presagire l'esistenza di un progetto complessivo, o individuazione  di un  obiettivo verso il quale indirizzare  nel prossimo futuro risorse e  progetti.

 

Non bastano i 5.700.000 € fatti cadere a pioggia sul territorio dal 2005 al 2013 dalle amministrazioni Tomasoni e Peroni per definire un modello di  sviluppo al quale  sono mancati e mancano gli obiettivi finali.

 

Fondi si  badi bene. Per molti aspetti  funzionali alla ricerca miracolistica di quella soluzione, mai avvenuta  .*

 

Meritorio è stato  in verità il recupero del patrimonio delle maghe e l'allestimento di infrastrutture per l'alpeggio – vedi pozze / abbeveratoio per il bestiame, anche se oltre la metà di queste sono da anni invase da erbacce e cespugli in quanto prive di quella manutenzione che le parti  (pubbliche e private ) pazientemente attendono venga compiuta.

 

La Lessinia dispone di una rete  di opere pubbliche che sembra essere sufficiente per innescare ( qualora vi sia la volontà concreta dell'imprenditoria)  le  proposte per l'  ulteriore  ipotizzata fase di una crescita sostenibile.

 

 Una buona viabilità con il fondo valle, tre alberghi, due parcheggi, un campeggio, un parco giochi e una piastra polivalente per lo sport e lo spettacolo, punti fuoco  opportunamente disposti, una segnaletica e cartellonistica sufficiente.

 

Quali allora le lamentazioni? Limitiamoci a dire: le solite  quelle che come abbiamo detto  attribuiscono al pubblico ogni responsabilità e competenza .

 

E allora?

 

Un' aspetto  , condiviso da molte associazioni, da  operatori e da privati cittadini , è  stato trascurato o trattato sottotraccia senza  che ne venisse colto  l'intrinseco valore.

 

Quello della tutela ambientale , della  salvaguarda del patrimonio ( boschivo, prativo, stradale, immobiliare) ,  quello di una misurata , armonica valorizzazione dell'esistente.  Una strategia che potrebbe  da sola costituire l'indispensabile strumento  e agire da traino per un turismo sostenibile.

 

Quel turismo interpretato dalle centinaia di persone che si muovono  discretamente sul territorio, sole o al seguito di itinerari di valorizzazione opportunamente scelti. Che attribuiscono alla quiete, all'ascolto, alla riflessione  un valore prioritario.

 

I suoni delle Dolomiti, luci e suoni in Lessinia, il giro delle Malghe, i percorsi della memoria,  la concertistica e il teatro , e tanti altri , hanno fornito dimostrazione di quale richiamo possa esercitare una proposta leggera , moderata e condotta sul filo della meditazione , della memoria.

 

Una frequentazione all'insegna dell' ascolto, della parola o del suono , in un' intima personale riflessione.

 

Stanno aumentando ed è di buon auspicio, le associazioni che rivolgono l'attenzione all' ambiente  documentando quegli aspetti che allo sguardo  disattento spesso sfuggono; crescono  i gruppi di volontariato  che attraverso il recupero del patrimonio  rivolgono la propria azione  alla collettività  cercando di far crescere la conoscenza e la sensibilità nei riguardi della montagna .

 

La Lessina diventa allora  parco letterario e musicale, luogo delle rimembranze e  di recupero di quel desiderio di stretto e intimo contatto con l'ambiente,  lontani per un momento dalla frenesia caotica della quotidianità settimanale  che alcuni o molti  vorrebbero riproporre, . Fare di tutto l'ambiente una città o un centro commerciale, mossi da  visioni tanto diverse quanto legittime.

 

Questa la sfida rivolta all'amministrazione che intende peraltro proporre un tavolo di lavoro per rendere compatibile tutte queste proposte  cosi diverse tra di loro.

 

Nessuno deve prevaricare l'altro e in questa fase della vita della Lessinia Alense sembra che un equilibrio sia pur precario sia stato raggiunto: tutte le diverse sensibilità hanno l'opportunità di manifestarsi e di convivere civilmente. Introdurre radicali impattanti modifiche senza averne attentamente valutata la compatibilità , potrebbe  rivelarsi un qualcosa destinato ad alterarne la stabilità.

 

Le varie anime e i diversi interessi sono chiamati a dialogare  pronti ciascuno a delle rinunce, senza preclusioni o pregiudizi ideologici.

 

La parola spesso illustra , spiega, coinvolge e convince, altre volte suona un vuoto confuso  e sterile esercizio  di respirazione

 

Le parole dell'ambientalismo non sono da disprezzare come  ancora fa qualche anima candida  ma non priva di responsabilità, non sono solo suoni nel vento che non portano a nulla e vengono  spesso e ottusamente interpretate come ostacolo a  quel radioso progresso che l'ansia di prestazione  individua  nell'aggiungere il superfluo al molto già esistente. . E se questo dovrà prevalere allora vedremo  la pista di downhill da Foppiano  o perché no un jumping dalla cima de l'Aguz.

 

Ma molte  sono state le voci che hanno raccomandato prudenza e misura.

 

Significativa la raccomandazione di  considerare il territorio  come qualcosa datoci in prestito e da conservare  per   le generazioni future  e la necessità di acquisire la consapevolezza che non siamo i soli -  spesso arroganti - signori del territorio,  bensì chiamati a convivere con le altre realtà viventi .

 

Grava su di noi la responsabilità per  un progetto di sviluppo sostenibile, ma  soprattutto ci spetta,  come uomini, l'obbligo della conservazione della  memoria: quella di un passato collettivo che si chiama cultura, da coniugare  con l'altra  composta dai singoli ricordi ed esperienze che saranno inevitabilmente  destinate a convergere  nella prima. Non tutto è monetizzabile  e forse quelle parole che per qualcuno  sono destinate a disperdersi,   potranno risvegliare qualche coscienza forse  più di quanto possono quelle che si rivolgono “ alla pancia”.

 

La redazione

 

*La lessinia vive

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