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- Pubblicato Giovedì, 10 Novembre 2016 09:30
- Scritto da Redazione
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Lessinia tra oggi e domani
Al di là delle motivazioni o dagli intendimenti che possono essere sottesi, un incontro tra amministratori e comunità è pur sempre un buon auspicio per la democrazia, per il confronto e per la condivisione di alcune scelte .
Ancor più meritorio se questo viene promosso unilateralmente per conoscere il parere dei cittadini in merito allo sviluppo di una parte importante del territorio.
Queste le argomentazioni del primo cittadino nell'incontro di venerdì 4 novembre presso la sala Zendri:
- il desiderio di acquisire pareri e segnalazioni da parte degli operatori economici, delle associazioni a vario titolo presenti sul territorio e dei tanti cittadini che condividono l'interesse per la montagna Alense.
Dopo aver illustrato alcune iniziative in itinere con i comuni limitrofi e lasciati intravedere i percorsi privilegiate che l'amministrazione ha intenzione di perseguire, ci è parso infatti di capire che il Primo Cittadino sta già elaborando un proprio programma di “ rilancio” .
In questo sembrano godere di particolare attenzione alcuni progetti transfrontalieri , per la mappatura dei sentieri , delle strade di accesso alla montagna con il coordinamento dalla Pat, finalizzati ad incentivare il ciclo - turismo che nella fase attuale sembra l'unica idea partorita dall' APT del trentino , dalle comunità di Valle , dai comuni e loro consorzi . Un turismo che presenta comunque delle criticità e che dovrà convivere con le attività economiche della montagna , con la fragilità di alcune sue parti e con le altre di certo non residuali sensibilità presenti rappresentante dalle Associazioni e dai singoli cittadini.
Sembra scontata , l'adesione al progetto “delle Riserve della Bassa - Media Vallagarina.” che per quanto non costituiscano la panacea ma necessitino anzi di una attenta sorveglianza rappresentano pur sempre una forma intermedia di sviluppo compatibile del turismo montano.
Poco o nulla a che vedere con i Parchi, solamente un progetto di valorizzazione della montagna da attuarsi con la predisposizione di un minimo di infrastrutture sul territorio per favore il tracking , i percorsi salute, la frequentazione agevolata, con la presenza di punti ristoro segnaletica, panchine e poco altro.
Un'esposizione corretta quella del Primo Cittadino che non ha taciuto le molte difficoltà' ribadendo a più riprese la necessità di una condivisione e di una serena convivenza tra le varie anime chiamate ad interagire su quel territorio
Molte le idee, alcune facilmente attuabili , compatibili e di limitato impatto, altre vagamente pretenziose e bizzarre ; ma ancor più numerosi sono stati i suggerimenti e i consigli per uno sviluppo turistico attento e rispettoso , lontano dai canoni – visti con ammirazione e rammarico – messi in atto dalla vicina provincia di Verona da sempre meno scrupolosa e imprenditorialmente più intraprendente di quella locale ancora ispirata al modello di una Mamma Provincia pronta a fornire infrastrutture e servizi a costo zero. L'ormai declinante modello della socializzazione degli oneri e della privatizzazione degli utili.
Una platea attenta , pur contrassegnata da una divisione – per altro serena - tra coloro che raccomandavano per investimenti sostenibili e/o il mantenimento dello status quo, e la parte imprenditoriale / alberghiera , vocazionalmente orientata verso l'accelerazione degli investimenti e l'allentamento dei vincoli a tutela del territorio per iniziative in qualche caso eccessivamente ottimistiche , quale la creazione di un laghetto in un luogo manifestamente carsico e nel quale l'approvvigionamento idrico ha assunto in questi ultimi anni aspetti preoccupanti e costosi. Un' idea della quale sarebbe comunque opportuno acquisire qualche parere di ordine geologico e idrologico.
La reiterazione di schemi ormai desueti e dimostratisi fallimentari ( vedi l' impiantistica per lo sci e l'imponente impegno finanziario che ne è seguito) sta per essere gradualmente sostituita da modelli di accesso e frequentazione della montagna più leggeri e meno impattanti , che escludono imponenti investimenti di infra strutturazione del territorio ( strade parcheggi linee elettriche acquedotti ) come pure modifiche profonde sta subendo l'incremento il modello della ricezione alberghiera tradizionalmente intesa, sostituita o integrata da forme più economiche quali bed and breakfast, agri tour , ospitalità diffusa come quella che le tante malgh potrebbero un giorno offrire.
E' innegabile che il confinante Veneto sembra disneyland con un'offerta ruspante e diversificata nelle stagioni estiva ed invernale , ma ciò non è dovuto solo ad una questione caratteriale ma anche alla presenza sul nostro territorio di una legislazione che ci permette di interpretare e salvaguardare alcune nostre specificità. Non perché siamo migliori, semplicemente le strade della storia ci hanno condotto su itinerari diversi.
L'esposizione delle intenzioni e i programmi del primo cittadino hanno , a nostro avviso, dimenticato di sottolineare con maggior forza e consapevolezza gli aspetti ambientali , naturalisti , culturali e storici della montagna e del suo rapporto con la città' - di fatto unico anche se forse non sufficientemente motivato bacino di utenza .
Un rapporto quello tra città e montagna molto simile a quella che lega Trento con il Monte Bondone: un lungo tormentato rapporto di amore odio, di desiderio e rifiuto verso quella meravigliosa montagna che pur distando una manciata di km dal capoluogo, vive in un perenne stato di semi asfissia.
Frammenti del passato
Non esiste un modello di sviluppo turistico preconfezionato e adattabile a tutte le situazioni come sbagliato sarebbe pretendere l' omologazione delle formule di sviluppo senza considerare la vocazione del territorio sul quale si interviene.
Non sono i provvedimenti e le iniziative spesso casuali , frammentarie e con una cifra estetica decisamente riprovevole ( vedi parcheggio e ponti) a lasciar presagire l'esistenza di un progetto complessivo, o individuazione di un obiettivo verso il quale indirizzare nel prossimo futuro risorse e progetti.
Non bastano i 5.700.000 € fatti cadere a pioggia sul territorio dal 2005 al 2013 dalle amministrazioni Tomasoni e Peroni per definire un modello di sviluppo al quale sono mancati e mancano gli obiettivi finali.
Fondi si badi bene. Per molti aspetti funzionali alla ricerca miracolistica di quella soluzione, mai avvenuta .*
Meritorio è stato in verità il recupero del patrimonio delle maghe e l'allestimento di infrastrutture per l'alpeggio – vedi pozze / abbeveratoio per il bestiame, anche se oltre la metà di queste sono da anni invase da erbacce e cespugli in quanto prive di quella manutenzione che le parti (pubbliche e private ) pazientemente attendono venga compiuta.
La Lessinia dispone di una rete di opere pubbliche che sembra essere sufficiente per innescare ( qualora vi sia la volontà concreta dell'imprenditoria) le proposte per l' ulteriore ipotizzata fase di una crescita sostenibile.
Una buona viabilità con il fondo valle, tre alberghi, due parcheggi, un campeggio, un parco giochi e una piastra polivalente per lo sport e lo spettacolo, punti fuoco opportunamente disposti, una segnaletica e cartellonistica sufficiente.
Quali allora le lamentazioni? Limitiamoci a dire: le solite quelle che come abbiamo detto attribuiscono al pubblico ogni responsabilità e competenza .
E allora?
Un' aspetto , condiviso da molte associazioni, da operatori e da privati cittadini , è stato trascurato o trattato sottotraccia senza che ne venisse colto l'intrinseco valore.
Quello della tutela ambientale , della salvaguarda del patrimonio ( boschivo, prativo, stradale, immobiliare) , quello di una misurata , armonica valorizzazione dell'esistente. Una strategia che potrebbe da sola costituire l'indispensabile strumento e agire da traino per un turismo sostenibile.
Quel turismo interpretato dalle centinaia di persone che si muovono discretamente sul territorio, sole o al seguito di itinerari di valorizzazione opportunamente scelti. Che attribuiscono alla quiete, all'ascolto, alla riflessione un valore prioritario.
I suoni delle Dolomiti, luci e suoni in Lessinia, il giro delle Malghe, i percorsi della memoria, la concertistica e il teatro , e tanti altri , hanno fornito dimostrazione di quale richiamo possa esercitare una proposta leggera , moderata e condotta sul filo della meditazione , della memoria.
Una frequentazione all'insegna dell' ascolto, della parola o del suono , in un' intima personale riflessione.
Stanno aumentando ed è di buon auspicio, le associazioni che rivolgono l'attenzione all' ambiente documentando quegli aspetti che allo sguardo disattento spesso sfuggono; crescono i gruppi di volontariato che attraverso il recupero del patrimonio rivolgono la propria azione alla collettività cercando di far crescere la conoscenza e la sensibilità nei riguardi della montagna .
La Lessina diventa allora parco letterario e musicale, luogo delle rimembranze e di recupero di quel desiderio di stretto e intimo contatto con l'ambiente, lontani per un momento dalla frenesia caotica della quotidianità settimanale che alcuni o molti vorrebbero riproporre, . Fare di tutto l'ambiente una città o un centro commerciale, mossi da visioni tanto diverse quanto legittime.
Questa la sfida rivolta all'amministrazione che intende peraltro proporre un tavolo di lavoro per rendere compatibile tutte queste proposte cosi diverse tra di loro.
Nessuno deve prevaricare l'altro e in questa fase della vita della Lessinia Alense sembra che un equilibrio sia pur precario sia stato raggiunto: tutte le diverse sensibilità hanno l'opportunità di manifestarsi e di convivere civilmente. Introdurre radicali impattanti modifiche senza averne attentamente valutata la compatibilità , potrebbe rivelarsi un qualcosa destinato ad alterarne la stabilità.
Le varie anime e i diversi interessi sono chiamati a dialogare pronti ciascuno a delle rinunce, senza preclusioni o pregiudizi ideologici.
La parola spesso illustra , spiega, coinvolge e convince, altre volte suona un vuoto confuso e sterile esercizio di respirazione
Le parole dell'ambientalismo non sono da disprezzare come ancora fa qualche anima candida ma non priva di responsabilità, non sono solo suoni nel vento che non portano a nulla e vengono spesso e ottusamente interpretate come ostacolo a quel radioso progresso che l'ansia di prestazione individua nell'aggiungere il superfluo al molto già esistente. . E se questo dovrà prevalere allora vedremo la pista di downhill da Foppiano o perché no un jumping dalla cima de l'Aguz.
Ma molte sono state le voci che hanno raccomandato prudenza e misura.
Significativa la raccomandazione di considerare il territorio come qualcosa datoci in prestito e da conservare per le generazioni future e la necessità di acquisire la consapevolezza che non siamo i soli - spesso arroganti - signori del territorio, bensì chiamati a convivere con le altre realtà viventi .
Grava su di noi la responsabilità per un progetto di sviluppo sostenibile, ma soprattutto ci spetta, come uomini, l'obbligo della conservazione della memoria: quella di un passato collettivo che si chiama cultura, da coniugare con l'altra composta dai singoli ricordi ed esperienze che saranno inevitabilmente destinate a convergere nella prima. Non tutto è monetizzabile e forse quelle parole che per qualcuno sono destinate a disperdersi, potranno risvegliare qualche coscienza forse più di quanto possono quelle che si rivolgono “ alla pancia”.
La redazione
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