Testo fisso

 Per la politica dell'ambiente                                   Chi lotta può perdere,chi non lotta ha già perso! Guevara                                          

 

ARCHIVIO PRIMA PAGINA

 


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Chi gioca sottobanco sulla pelle dei cittadini?

La sede milanese del quotidiano dei lavoratori l' Avanti, tra il 1919 e il 1922 fu assalito e distrutto dalle squadracce fasciste e fu rifondato ben 5 volte. Episodi forieri di quanto sarebbe successo negli anni a venire. Si attacca la stampa , mai i giornaloni, si zittisce la radio privata di Impastato, si boicotta il giornale di periferia , si inventano obblighi per silenziare mezzi di informazione di nicchia ( vedi legge gasparri sulle frequenze radiotelevisive), tutte piccoli indistinte voci di dissenso o di ribellione verso potentati, economici o politici. E' sempre stato così, dai libelli di Pasquino all'editto Bulgaro di Berlusconi o Salvini.

Una elaborata premessa per comunicare che anche la rivista on - line " Associazione tutela del territorio" ha subito un attacco hacker di fronte al quale ha dovuto soccombere temporaneamente.

Commenta fatti d'oggi e dell' ieri, ricorda la storia e la cronaca locale, denuncia disservizi, mancanze, limiti errori della politica e dell' amministrazione, fatti di paese, alcuni importanti per la citta e i suoi cittadini, altri di costume.

Sono state denunciate violazioni, soprattutto nei confronti dell'ambiente.

Pur usando toni spesso duri e intransigenti, mai un richiamo, una denuncia, una minaccia, a significare che quanto pubblicato era solidamente ancorato alla verità .

Coincidenza ha voluto , "absit iniuria verbis" , che tutto sia avvenuto dopo l' avvio di una forte campagna di informazione e denuncia sulle cave destinate a diventare discariche di putridume industriale che ha colto alla sprovvista anche alcune forze politiche.

Mettiamo molto schematicamente in ordine fatti e date, alla buona, ci sarà tempo per approfondire.

Nel 2012 il Comune giunta Peroni approva il piano prevedendo una bonifica per il recupero agricolo di parte delle cave esaurite.

La particella 600 della grande buca di oltre 1.800.000 mc rimane di competenza della PAT per sversamenti derivanti dallo scavo di opere pubbliche. Terre considerate non adatte all'uso agricolo ma prive di significativi pericoli.

Pochissimo tempo dopo l'approvazione del piano cave, una ditta tra quelle impegnate nell'estrazione chiede al comune deroghe per la bonifica di cave esaurite. Non più terreno agricolo, ma discarica di inerti .

Il 27 aprile 2018 la stampa locale pubblica un articolo a piena pagina dove si sostiene l' ipotesi e i vantaggi, si piangono lacrime per la carenza di terra per i riempimenti si avanzano stime circa quantità e tempi. La segreteria del PATT si spertica negli elogi.

Poche settimane orsono ancora un artico sui quotidiani, questa volta riguardante la grande buca a sud.

Ma non più da destinarsi a discarica di inerti, bensì a materiali definibili eufemisticamente pericolosi o a rischio salute. Si parla di cromo, arsenico, manganese, cromo, nichel , fanghi di risulta di non ben specificate lavorazioni industriali. Lo studio di oltre cento pagine corredato da planimetrie e studi sulla piovosità nel tempo, sulla climatologia dei luoghi, sulle falde e moltissime altre è stato elaborato da uno studio di Milano e il valore, vista la quantità del lavoro, è sicuramente rilevante come importante sarebbe l'investimento : circa 25.000.000 di €.

Ancora una volta la segreteria del PATT dimostra disponibilità e allegria per le soluzioni finali ( sia perdonato il termine) cui verrebbe lasciato il sito. Un parco , con acque gorgoglianti, laghetti con pesciolini , bimbi festosi.

Perché questo entusiasmo incondizionato?

"Non si poteva e non si sarebbe potuto fare nulla per impedirlo e quindi tanto vale cercare di limitare danni imponendo regole” che tutti sanno saranno evitate. Citate a memoria le argomentazioni addotte.

Alcuni interrogativi: non si investe sia pure previsionalmente una simile cifra senza avere assicurazioni in Provincia ( ancora con la vecchia Giunta).

Non si commissionano studi di così rilevante costo solo per puro spirito imprenditoriale.

I materiali di sversamento non sono per tipologia riconducibili alle produzioni industriali locali quindi studi di mercato devono essere stati fatti.

Non si avvia una attività simile senza aver stabilito una rete di committenti e valutato, quantità, tipologie, tempistica.

Non è possibile che il Comune di Ala non abbia sinora manifestato alcuna posizione, sia pure sul giornalino.

Spetta al Comune l'ultimo parere. Ma realisticamente è pensabile l' ostruzione ad un simile progetto? Perché non parlarne in tempo con la cittadinanza? perchè non rendere pubblica la proposta della quale l'amministrazione era sicuramente a conoscenza? E su questo almeno il PATT ha dei meriti. Aver esposto il problema.

L' opinione è che molti sapessero, come impensabile è che non vi sia da tempo in corso un lungo scambio di informazioni sia pure istituzionali.

Impossibile pensare che una simile operazione leghi il proprio destino al parere del Consiglio Comunale di una cittadina.

Ammettiamo per un istante che il Consiglio venga scavalcato pur in presenza di un parere negativo (ovviamente sarà consultivo), non ci sono altri modi per attivare una resistenza? devono i Cittadini essere sempre posti di fronte al fatto compiuto e imboniti da mestieranti del consenso?

Da che parte si schiereranno i consiglieri? Con quale senso di responsabilità si porranno di fronte al problema che riguarderà i figli e figli dei loro figli una volta preso atto della documentazione, della quale ancora ignorano l'esistenza?

Perché è solamente la VIA o chi per essa a sollecitare l'organizzazione di un incontro con la cittadinanza e la popolazione?  Perché tanta fretta? consapevolezza delle difficoltà o senso istituzionale?

Dovrà questo sfregiato territorio accogliere oltre all'uscita dell' A31 anche il traffico pesante e i residui di una megadiscarica?

E la nostra amministrazione perchè ha taciuto e tace?

tante domande e come sempre nessuna risposta.

" a popolo, bonanotte" sono le ultime parole di Pasquino/Manfredi, prima di rinchiudersi in convento.

Luciano Rizzi


Pubblichiamo lo scritto che Luigi Casanova - Mountain Wilderness- ha indirizzato alla Commissione speciale di studio sui danni da maltempo, con le proposte delle associazioni ambientaliste trentine

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20 febbraio 2019

Trento: Commissione speciale di studio sui danni da maltempo (Tempesta Vaia).

Consultazione delle associazioni ambientaliste.

Egregi commissari,

buonasera a nome delle associazioni ambientaliste trentine che ho l’onore di rappresentare.

Ritengo superfluo entrare nel merito di cosa sia stata la Tempeste Vaia, quali danni abbia portato nella regione alpina: il vostro lavoro ha permesso approfondimenti importanti che è inutile ripercorrere sia nel profilo quantitativo che qualitativo. Come associazioni, come da subito abbiamo fatto dopo l’evento (31 ottobre, richiesta di un commissariamento di profilo nazionale per la gestione di tutta la filiera del legno, rimozione del legname, infrastrutture, sicurezza, vendita e strutturazione di una efficace filiera nazionale, ricomposizione dei siti forestali distrutti), pensiamo sia doveroso portare lo sguardo all’oggi e al domani. Guardare al domani non significa non dover mettere in rilievo alcune criticità presenti.

Oggi ogni soggetto regionale procede per proprio conto, chi in modo efficace, chi rimane spettatore e promette sostegni (Veneto), chi prova ad arrangiarsi (i comuni trentini). Se nel profilo nazionale non si è riusciti a costruire un coordinamento che definisse priorità di interventi e una programmazione sul lungo periodo, penso a causa del sommarsi di troppi egoismi e di un eccesso di autoreferenzialità, anche nelle Dolomiti si è fallito. Amaramente. Dolomiti patrimonio naturale dell’UNESCO rimane solo un marchio, per lo più turistico, non riesce proprio a costruire nemmeno le basi per l’edificazione di una comunità delle Dolomiti.

Secondo aspetto. I Cambiamenti climatici. E’ sorprendente la sottovalutazione del tema in tutti questi mesi da parte del mondo politico e istituzionale. Non si prende atto che la maggiore frequenza di eventi con conseguenze catastrofiche sul territorio sia dovuta ai cambiamenti climatici in atto e che tali cambiamenti ci devono portare, da subito, a una radicale modifica del nostro modello di sviluppo.

Terzo aspetto, che riguarda il Trentino, è quello del recupero della massa legnosa abbattuta, circa 3 milioni 300 – 600 mila mc. Se si escludono alcuni enti, Magnifica Comunità di Fiemme e qualche ASUC, troppi comuni sono quasi fermi. Inseriti in una emergenza ambientale e paesaggistica si invoca la calma. In presenza dello sconcerto degli abitanti delle vallate si scaricano le responsabilità sulla provincia, sulla Camera di commercio o più semplice ancora sui segretari comunali. Probabilmente si è sottovalutata l’emergenza del recupero proprio partendo dalla Provincia, anche all’interno di questa Commissione. Si è data importanza al recupero delle infrastrutture, i comuni sono stati lasciati soli, avvolti dalla solita burocrazia normativa che lascia spazio a troppe interpretazioni e timori da parte degli uffici vari. Si sono persi ormai 100 giorni di lavoro, un lavoro che veniva svolto con il sedime della viabilità forestale (dove accessibile) ghiacciato, anche coperto di neve. Su tale viabilità le grandi macchine operatrici necessarie al lavoro causano molti meno danni alla viabilità stessa. Fra un mese inizierà il disgelo e i problemi degli accessi e del trasporto del legname non potranno che aumentare. Nel contempo, chi è stato costretto ad arrivare secondo, terzo, decimo nell’assegnare l’asporto del legname sarà via via costretto a subire i prezzi imposti in quel momento dal mercato, ovviamente sempre più bassi, fino a procedere alla svendita per disperazione. Inoltre, ogni mese prossimo in più che il legname rimarrà sul letto di caduta, non farà che alimentare il proliferare delle popolazioni di insetti xilofagi, degli scolitidi in particolare: un tale terreno di cultura creerà problemi sempre più invasivi alle popolazioni forestali rimaste intatte e ancora forti specialmente a partire dal prossimo anno e fino al 2022. Da noi parte un invito a procedere nell’assegno dei lavoro con grande fretta, anche a costo di perdere qualche euro al metro cubo. Questa è la prima emergenza che va risolta, non solo per una questione di salute dei boschi, ma anche per aspetti paesaggistici e per evidenti necessità del turismo escursionistico e estivo.

L’ultimo aspetto della lunga premessa riguarda l’ecosistema forestale. Fra tutti gli ecosistemi, comprese le prateria alpine e gli ambienti umidi, – consapevoli che ciascuno di essi ha il proprio intrinseco valore e il suo fascino – la foresta è quello che ci dà le maggiori e più preziose istruzioni ecologiche. In assoluto è l’ecosistema più strutturato e resilente, almeno nelle condizioni prossimo-naturali. In esso possiamo leggere la storia del passato, la realtà del bosco d’oggi.

Alcune proposte e attenzioni nel breve, medio e lungo periodo.

Per essere chiari e evitare di essere prolissi strutturiamo proposte concrete. Riconoscendo la vostra competenza non servono spiegazioni di dettaglio.

  • Si chiede la sospensione delle utilizzazioni forestali in atto nei comuni interessati: le quantità da prelevare, specialmente nelle aree più duramente colpite, vanno ridefinite attraverso una revisione coraggiosa dei piani di assestamento forestali.
  • In coerenza con quanto attua da tempo la Provincia di Trento (ad esclusione di alcune realtà, anche significative come la Magnifica Comunità di Fiemme) è necessario potenziare le funzioni ecosistemiche forestali con attenzione sempre più significativa ai temi della sicurezza idrogeologica e valanghiva, funzione paesaggistica, funzione ricreativa, funzione produttiva, qualità ambientale (acque, sorgenti, aria) accrescimento della biodiversità, assorbimento della CO2.
  • E’ necessario riprendere, approfondire, diffondere un rapporto più stretto con la cura e il rispetto della montagna, delle foreste e degli alpeggi.
  • La foresta va intesa come fattore di resilenza strategico nella gestione della montagna. Nella prossima pianificazione le invarianti dovranno essere rispettate, si dovrà avere certezza della inderogabilità delle varie carte sulla sicurezza, anche per non assistere al diffondersi di situazioni discutibili con infrastrutture produttive e abitative costruite sempre più spesso in zone a evidente e certificato rischio geologico o valanghivo, o a rischio delle sempre più probabili esondazioni. La tragedia di Dimaro dovrebbe insegnare qualcosa al mondo politico e a tanti tecnici.
  • L’immediata nuova pianificazione, nel settore forestale, della sicurezza, urbanistica, dovrà prestare attenzione primaria ai cambiamenti climatici in atto e quindi alle sempre maggiori probabilità di eventi difficilmente documentabili nel passato.
  • L’evento ci offre una occasione unica nel potenziare la ricerca scientifica attraverso una prima fase di monitoraggio e poi nel recupero forestale. Grazie alle nostre università si possono strutturare ricerche nella fase degli attacchi parassitari e dei funghi prima, a seguire nel recupero forestale delle aree danneggiate e nella pedologia e fertilità dei suoli, aspetti questi ultimi troppo spesso trascurati.
  • Grazie al forte impatto emotivo dell’evento presso la nostra popolazione si dovrà uniformare e gestire una attenta fase di informazione, divulgazione e formazione su quanto avvenuto e sul futuro delle nostre foreste. Chi vive in montagna deve essere fornito di strumentazione anche scientifica per essere capace di divulgare agli ospiti la ricchezza del nostro territorio, la complessità che riveste: tutti gli operatori culturali e le categorie professionali devono essere coinvolte in questo percorso. La foresta nel suo insieme va recuperata come bene comune. Perché questo avvenga sarà necessario far comprendere il valore del lavoro e del tempo necessario per una buona ricostruzione. La Natura ha i suoi tempi, e il “bello” a cui siamo abituati (tutto in ordine, pulito, ordinato) non sempre corrisponde al bello reale di una foresta naturaliforme, che è al contrario quella disetanea e irregolare. Nello spiegare tale complessità di dovrebbe parlare un linguaggio comune e condiviso.
  • L’evento ha aperto una serie di opportunità lavorative di alto profilo che andranno consolidate: la ricerca scientifica, la formazione, la ripresa della cura del bosco (invertendo così la sconsiderata politica in atto da alcuni anni). Si dovrà partire dalle nuove semine, anche artificiali laddove necessario, lavori che andranno gestiti per lungo tempo, anche nel recupero degli spazi aperti, degli alpeggi in quota, dei prati aridi.
  • I lavori del recupero forestale e della seguente manutenzione andranno affidati a personale altamente specializzato. Dovrebbe essere la provincia a investire nel potenziamento immediato dei lavoratori stagionali in bosco, un patrimonio di conoscenze che abbiamo svilito nell’ultimo decennio. Lavori che andrebbero a sostenere anche un recupero culturale del valore della nostra montagna diversificando l’attuale offerta monoculturale del settore turistico.
  • Si dovranno rendere operativi gli orti forestali incredibilmente dismessi, partendo da quello strategico della valle di Fiemme (Masi di Cavalese), l’orto più fertile delle Alpi, l’orto riconosciuto anche da settore privato come quello qualitativamente più efficace, oggi consegnato parzialmente alla gestione di una lungimirante Magnifica Comunità di Fiemme. Tale orto, con la professionalità operativa costruita nei decenni, dovrebbe ritornare a essere gestito direttamente dalla Provincia. I ripopolamenti forestali vanno sostenuti con sementi provenienti da boschi locali.
  • Le azioni di rimboschimento dovranno essere studiate con attenzione tese a favorire la biodiversità, differenziate versante per versante. Ovunque possibile si dovrà agevolare la rinnovazione naturale delle superfici.
  • Si deve pensare al recupero di una attenzione particolare nella gestione della viabilità forestale. Siamo fortemente preoccupati da quanto leggiamo sui giornali, sembra che ovunque si potenzi una viabilità già diffusa (oltre 5.000 Km. in provincia), scardinandone il sistema con il potenziamento delle sedi viarie. Siamo consapevoli che qualche tratto vada potenziato (viabilità principale), ma rimaniamo fortemente critici verso ogni proposta che porti all’allargamento diffuso di tutta la viabilità. Anche e non solo perché il Trentino in questo ultimo decennio ha dimostrato attraverso numerosi atti legislativi di intendere questa viabilità come una sorta di diritto di uso civico, specie ad uso del mondo venatorio, rendendo così sempre più difficile anche il compito della vigilanza faunistica. Si provi a pensare quale ricaduta avrebbe sulla stabilità geologica di tanti ripidi versanti un simile potenziamento della viabilità forestale.
  • Si coglierà certamente l’occasione per recuperare una maggiore, più razionale, organizzazione e gestione degli alpeggi in quota, specialmente attraverso una diretta responsabilizzazione degli allevatori, tenendo sempre più presenti i temi della biodiversità, del paesaggio e della qualità del foraggio.
  • Specialmente nei primi anni seguenti l’evento va rivolta una specifica attenzione alla gestione faunistica in particolare degli ungulati. Ci viene anche offerta una nuova opportunità nella gestione di specie particolarmente a rischio quali sono tutti i tetraonidi.
  • Nella pianificazione forestale andrà accentuata una particolare attenzione alla conservazione delle foreste vetuste, alle piante monumentali. E’ necessario riprogrammare, con valori estensivi, le foreste destinate unicamente alla protezione.
  • Grazie al potenziamento della ricerca scientifica e al coinvolgimento degli ambiti universitari nazionali e delle Alpi intere, si dovrà ritornare a dare importanza alla fertilità dei suoli e al loro recupero. Necessita valutare l’importanza dei processi di decomposizione più ancora di quelli della rinnovazione.
  • E’ necessario ridefinire le carte dei rischi geologici, idrogeologici e valanghivi. Come del resto è necessario essere preparati a nuovi simili eventi (siamo stati tutti colti impreparati) anche programmando interventi di protezione civile strettamente legati ai danni forestali, anche riguardo eventuali situazioni di evacuazioni forzate.
  • E’ anche necessario proporre un piano d’azione che superi tutti i limiti evidenziati dalla nostra filiera del legno. Non ci consola il fatto di essere pionieri nel campo in Italia: anche in Trentino si è dimostrato come tale filiera presenti fragilità insostenibili fin dalla prima lavorazione in bosco per arrivare poi al prodotto finito: solo con questo procedere possiamo mantenere sul nostro territorio la maggiore produzione di valore aggiunto possibile.
  • Si dovrà rivedere l’attuale gestione dei servizi di polizia forestale e vigilanza boschiva. L’evento dimostra come la politica provinciale tesa al drastico ridimensionamento numerico di tale personale non sia compatibile con le necessità, anche informative e formative, del nostro territorio.
  • Solleviamo decise perplessità sulla necessità di dotare i piazzali di deposito legname di irroratori d’acqua. Non si capisce, qualora si lavori con la dovuta efficienza e urgenza degli interventi, perché si debbano spendere risorse economiche nel diffondere tali costosi impianti. Una volta finita l’emergenza (tre anni al massimo) tali impianti diverranno inutili.
  • Si sollevano perplessità sulla diffusione ulteriore di impianti di bruciatori a biomasse. Si ritiene che il Trentino abbia raggiunto una ragionevole diffusione di tali impianti e che un potenziamento dei bruciatori porterà a squilibri nel rifornimento della biomassa fino a costringerci, come avviene nella vicina provincia di Bolzano a importazioni consistenti di massa legnosa. vanificando così, causa i lunghi trasporti, ogni tentativo teso al risparmio energetico.
  • Il tema della sicurezza è prioritario. Vanno messe in atto tutte le azioni possibili tese a evitare incidenti sul lavoro e situazioni di pericolo per i residenti e gli ospiti turisti, anche attraverso severe ordinanze sindacali specifiche zona per zona.
  • La futura pianificazione provinciale, prendendo atto delle conseguenze che i cambiamenti climatici porteranno nella gestione del territorio, avrà attenzione specifica nell’evitare anche ogni ulteriore minimo consumo di suolo libero, anche in alta quota.

Cordiali saluti, a nome delle associazioni ambientaliste  Luigi Casanova


 


Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Salud a los amigos del Trentino

Mi nombre es Antonio Cuembro Olivar y vivo en el Stato de Marannahao. Soy campesino y con muy fatiga mantengo a mi familia de 5 hijos y mi señora. La vida es dura, la tierra es rica pero tiene necesitar de fertilizantes, estiercol, anriparasíticos, La cosecha es apenas suficiente para no morir de hambre. Hasta ahora, el estado quiere darnos más tierras para contivar, si es un pedazo de bosque, lo cortaré o quemaré. Por lo tanto, durante al menos dos años podrá producir buenas cosechas de maíz y mandioca, los niños crecerán y seguiremos adelante.

Este era nuestro deseo y nuestro sueño parecía cumplirse, cuando el Gobernador nos dice que el bosque que supuestamente nos daba tierras para cultivar, fue comprado por un Instituto Superior de Trentino y puede decir que salvó un pedazo de Amazonas y contribuyó a Hacer el aire de la tierra más limpio.

Claro que sin esa tierra tendré que irme, no sé dónde, tal vez en las favelas de Rio o Sao Paolo, sin escuela, sin trabajo, yendo al fuerte.

 Y no sabe si la Esquela en Trentino ha pensado alguna vez en esto y si tal vez en lugar de comprar árboles no podría comprar fertilizantes y medios agrícolas. Mi pequeña tierra por estos medios podría haber permitido el mantenimiento de mi familia.

Las intenciones eran muy bonitas, el conocimiento de los problemas que nos afligen mucho, pero mucho ma mucho menos.

El bosque es hermoso y para ti, tan lejos, es un parque de diversiones y un lugar de paz. Es así para nosotros también. Pero el hambre es más importante. ¿Por qué no piensas con el corazón y la mente girada hacia el algtri antes de actuar?

Siempre subasta

Antonio Olivar

Traduzione – alla buona:

Salute agli amici del Trentino

mi chiamo Antonio Cuembro Olivar e vivo nello stato del Marannahao , sono un contadino e con fatica mantengo la mia famiglia di 5 bambini e la mia signora. La vita è dura, la terra è ricca ma ha bisogno di concime, fertilizzanti, antiparassitari, Il raccolto è appena sufficiente per non morire di fame. Ora lo Stato ci vuole concedere dell' altra terra da coltivare. Si tratta de un pezzo di foresta, che taglierò o incendierò . Cosi per almeno due anni potrà produrre buoni raccolti di mais e manioca, i bambini cresceranno, intanto potremo andare avanti.

Questo era il nostro desiderio e il nostro sogno sembrava potersi realizzare , quando il Governatore ci fa sapere che la foresta che doveva darci per farne terra da coltivare, è stata acquistata da un Istituto Superiore del Trentino che potrà così dire di aver salvato un pezzo di Amazonia e contribuito a rendere l'aria della terra più pulita.

E' evidente che senza quella terra dovrò andarmene, non so dove, forse in una favelas de Rio o Sao Paolo, senza scuola, senza lavoro , andando alla ventura.

Io non so se la Scuola del Trentino abbia mai pensato a questo e se magari invece di acquistare alberi non poteva comperare concime e mezzi agricoli. La mia poca terra con questi mezzi avrebbe potuto consentirmi il mantenimento della mia famiglia.

Le intenzioni erano molto buone , ma la conoscenza dei problemi che ci affliggono molto ma molto meno.

La foresta è bella e per voi cosi lontani è un parco dei divertimenti e un luogo di pace. Anche per noi è così. Ma la fame è più importante, i nostri figli hanno bisogno di mangiare anche domani. Perchè prima di agire non pensate con il cuore e la mente rivolta agli altri ?

Asta siempre

Antonio Olivar



C'era una volta.....

consigliocomunale

Vorrei offrire il mio contributo all' articolo sull' interdizione al pubblico di presenziare alle riunioni della Commissione Edilizia.

E' solamente il ricordo di un' esperienza avvenuta molti anni orsono, al tempo della democrazia partecipata e trasparente, ( proprio così per quanto strano possa apparire), al tempo, insomma, nel quale si leggevano le fiabe ai bambini per addomentarli e i social non avevano ancora fatto capolino. Eppure ancora una volta il passato può aiutare a capire il presente.

Dunque:

non è del tutto vero quanto si legge nell'articolo, che nessuno abbia mai presenziato a questi incontri; ebbi modo molto tempo fa di presentarmi in Comune, ricordo che la Commissione si riuniva nella sala Giunta. Presi posto in un angolo in un ambiente piuttosto buio e mi limitai, ovviamente, ad ascoltare.

E' stato grande l' imbarazzo provato nel sentire un linguaggio , nè forbito e neppure consono, nella forma , ad un incontro pubblico, ma non era il linguaggio quanto la banalità delle discussioni e la sostanziale impreparazione sugli atti in discussione, a colpirmi.

Commenti perentori, molto dialetto, pochi i concetti compiutamente espressi, molte le domande; non ero del tutto convinto di trovarmi in un luogo ove si discuteva del bene pubblico e privato.

L' andazzo continuò sino a quanto il Segretario richiamò l' attenzione dei partecipanti sulla presenza del pubblico alla riunione. Oddio ! chiamarlo pubblico era troppo , ma insomma una testimonianza “ anomala” di quelle esternazioni, c'era.

Un attimo di silenzio, il capo di tutti che si muove alla ricerca dell'intruso; alcuni colpi di tosse, qualche mano che ravviva nervosamente i capelli, “uno sculettare” sulla sedia per scaricare l'imbarazzo....... e tutto riprese.

Riprese sì, ma avevamo cambiato sede. Ora ci trovavamo in un compassato club inglese , dove   un ordinato brusio conciliava il sonno e impediva di ascoltare e nel quale regnava la compostezza dei Commissari/ Lord's. Il linguaggio prendeva la direzione che gli spettava e l'ordine degli interventi rispecchiava il tipico aplomb inglese.

Già ma quella non era più una riunione , era un tentativo di uscire dall'imbarazzo, con il desiderio di chiudere in fretta. Non seppi mai se la riunione con lo stesso O.d.G. fu ripetuta; ma penso di si.

Questo è solo un episodio lontano, raccontato per sottolineare quanto importante fosse stata la presenza del pubblico per mantenere il tutto nel binario della correttezza. Almeno quella formale.

Il pubblico esercita le funzioni del silenzioso giudice e testimone e quella del moderatore/ pedagogo. Averlo silenziato non ha reso un buon servizio alla democrazia.

Non si può neppure nascondere che la presenza di terzi possa esercitare un certo condizionamento, ma chiunque amministri, è sottoposto a giudizio. Positivo o meno: questa è la contropartita alla scelta fatta. Comportamenti lineari, corretti e cristallini riducono di molto il rischio di un giudizio negativo. Chi esercita una funzione come questa, ha delle responsabilità che non possono essere by passate semplicemente chiudendo la porta.

Si tratta di responsabilità (pagate), non un volontariato alla Carithas e   alle quali è sempre possibile sottrarsi.

Eravamo uno dei pochi comuni ad esercitare la trasparenza in questo ambito.

Un' altra luce che si spegne per evitare forse qualche brutta figura. Buonanotte.

Ma di questo, la responsabilità è del Consiglio Comunale .*

Grazie.

* Esito della votazione del Consiglio Comunale per escludere il pubblico dalle sedute della Commissione Edilizia. Presenti 16, Votanti 16, Favorevoli 15, Contrari 1.          

Almeno una volta si è ristabilita la Concordia ( no, non la nave) .

Un saluto

A.F.



Quando un  "giardiniere della valle" va fuor di testa.

15/07/2018, a S. Lucia ! 

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Il "progetto cave" che piace al Patt

l'Adige 13.07.2018

Gentil Signora Aprone

Qualsiasi discussione che si propone di scuotere le coscienze , animare il dibattito politico, informare la popolazione sullo spinoso problema delle cave, è gradita e ben accolta, e ancor più se si attiene ai fatti e apporta nuovi argomenti al dibattito.

Nel suo articolo, al di la di un plauso al “Suo” Assessore – spero anche il mio - e di alcune riflessioni su come sarà verde la mia valle, si trovano alcune preoccupanti inesattezze. Quali? Eccone alcune.

Lei cita il biotopo del Taio come esempio di recupero, ma non vi è stato alcun recupero in quella zona! Esisteva già una fiorente campagna vitata che la PAT acquistò, modificò, adattò e ripropose come biotopo, non era un luogo cupo, depresso e malsano come alcune aree delle Cave di Pilcante – Chizzola, nel tempo utilizzate per ogni forma di nefandezza, pubblica e privata.

Vede un futuro tinto di verde con un giardino botanico, frequentato da bambini, servizi per il Kartodrono e un'area sosta per camper. Difficile pensare di destinare a questi usi una discarica che nel migliore delle ipotesi potrà accogliere ben 340 tipologie di rifiuti. In quanto all'area Camper , mi sembra che Ala ne avrebbe più necessità di Chizzola.

Ma ognuno congettura e chiudendo gli occhi è libero di librarsi e vedere tutto ciò che desidera; ma la vera preoccupazione è la risposta alla domanda che mi pongo : “ Perchè nasce tutto così spontaneamente ? Perchè ora? e perchè con tanta sicurezza? “ Timore di restare indietro?

Nel giro di pochi giorni, due prese di posizione, e un intervento dell'associazione Cavatori, un pò sovraesposto il tema , non Le pare?.

E in ultimo tutti sappiamo, ormai maggiorenni e “sgamati”, che il pallino è stato lanciato dall' Associazione di cui sopra. Tali e tanti sono i documenti che indirizzano verso questa ipotesi, per non comprendere che si tratta di una polpetta avvelenata. L'ennesima.

Non accetti mele dalla strega cattiva travestita da vecchina innocua. La mela è avvelenata proprio come il balenio di una soluzione che si vuole indirizzata verso gli interessi della cittadinanza, e già questo è un ossimoro. Perchè mai la strega cattiva dovrebbe portare in dono piccoli frutti e frutta esotica? C'è un gioco delle parti da rispettare : e Lei questo lo sa.

Mi perdoni la citazione: un celebre verso dell' Eneide di Virgilio recita: “ Timeo Danaos et dona ferentes”.  

 

Non una parola, mai una riflessione sui disagi che si perpetuano da decenni, mai una considerazione che veda al centro la città e i cittadini. in favore dei quali mi sembra che nessuno sprechi una parola.

Ma è così complicato capire che l'Associazione vuole avviare un ulteriore business? Che ha già stravolto gli accordi? che non ha mai dato attuazione ad un solo punto del Piano Cave?

Infine visto che da cittadino mi rivolgo ad un Segretario di partito, mi sembra che gli accordi di programma del Centro sinistra autonomista, siano espliciti in materia; non gli ha firmati Lei, è vero, ma in calce c'è la Vostra firma.

E' vero, gli incontri con il Suo ( e mio) assessore sono stati rassicuranti. Non per le soluzioni miracolistiche e neppure per le promesse che pur avrebbe potuto fare, ma solamente perchè il riconoscimento delle difficoltà complessive della questione sono ben chiare, e la soluzione comporta, se si vuole il bene della cittadinanza, tante lacrime e sangue.

Invece di procedere in ordine sparso, meglio sarebbe che le forze della coalizione di Giunta si muovessero assieme. Non ci sono   soluzioni dietro l'angolo, ma è solamente con un' attenta disamina di atti ( e sono tanti) , di confronto con il mondo associativo, e soprattutto informando e ascoltando   i cittadini, che si può sperare di pervenire ad una onorevole soluzione.

In ordine sparso si fa solo la felicita degli interessati i quali al primo posto non mettono certo il bene del territorio e della città. Il vecchio “ Pacco, doppio pacco, contropaccotto “ . di N. Loy. Il primo e il secondo sono stati rifilati alle precedenti Giunte, vediamo di non prenderci il Contropaccotto.

Un saluto     

Luciano R.


 pan-eppaa lupo


Campo di transito.....

Con un misto di gioia e preoccupazione ho rivisto, per caso, la Bifora del Casino di Campagna demolito per far posto al Supermercato, che peraltro sta mostrando alcuni lati oscuri forse non completamente compresi e valutati, assorti com'eravamo, dalla fretta di vederlo finalmente concluso.

La bifora giace incastonata nella sua cornice di putrelle di ferro e tiranti quasi si trattasse di un prigioniero cui impedire la fuga. In effetti il luogo dove si trova, definito non casualmente Campo di Transito, ha le caratteristiche di un piccolo buco nero dall' immensa gravità di trattenere le cose . No, non vengono sottratte, semplicemente se ne perdono le tracce e la memoria.

Non esiste o per lo meno tempo addietro non esisteva un inventario dei Beni Storici e del Piccolo patrimonio d'Arte, annegato com'era nel più vasto e confuso patrimonio, “tout court” .

Fu così per il Giovanni Battista, posto sopra il portale di via Anzelini: per anni si sono rimpallate le responsabilità per quella che era ritenuta una sparizione. “ E' presso la Sacrestia” - affermava il Comune -   “No! Si trova al Cantiere comunale” , ribatteva l'allora Parroco.

Nessuno aveva ragione:

Era semplicemente custodito presso il Fondo Dalla Laita. Silenzioso e nascosto, alla memoria di qualche inventario, in attesa di qualcosa, Già ma cosa …..Visto che necessita di restauro, perchè non provvedervi?

E ora la bifora; se non ora,   quando la messa in opera? Ora che l ' emozione e l'attenzione sono forse, ancora attente perchè non individuare lo spazio per la sua collocazione, affidare un incarico, nulla di eclatante, e darvi corso. Decisioni tutto sommato semplici.

Abbiamo ben due assessori alla Cultura , un rapido scambio di parole, per evitare futuri rimpalli di competenza, una decisione   nei tempi della Burocrazia e forse entro 6-9 mesi potrebbe trovare idonea sistemazione.

In verità prima ci sarebbero da ultimare le bacheche illustrative e la segnaletica della trincea di Marani, almeno del tratto restaurato ancora nel 2015. E prima, ma forse stiamo risalendo troppo nel tempo, predisporre la targa del Piccolo Parco di Marani da anni ormai dedicato a Pietro Pallaver. Ma non mettiamo troppa carne al fuoco. “ Pedro, adelante, con Juicio....”

Cosa accomuna i due esempi? Crediamo la mancanza di partecipazione, di un comune sentire, di un senso di responsabilità, di un coinvolgimento profondo e perchè no, la mancanza di amor proprio. Un semplice atto amministrativo, una determina di qualche centinaio di euro, per stampare le foto, predisporre la targa, porre in opera una modesta segnaletica.

Se questi sono gli esempi cui far riferimento, cosa mai succederà quando un giorno, potranno essere aperti i Musei del Pianoforte, del Tessuto, forse il Dalla Laita? Non succederà assolutamente nulla. Sarà una mera continua riepilogazione di chi avrebbe dovuto fare....e chi avrebbe dovuto provvedere.

Come adesso.



PARCHEGGIO O PARCO ?

cortile  asilo Malfatti

Parcheggio o parco

Da diversi anni si è sempre guardato al terreno annesso alla canonica come spazio strategico per completare il polo scolastico.

Era previsto il completamento della strada pedonale iniziata 30 anni fa che parte da via tre chiodi tra i numeri civici 15 e il 17 per permettere agli alunni di transitare in tutta sicurezza.

Si era in attesa che la Curia decidesse la vendita per trasformare quell'area verde da campagna a parco per farne un polmone verde in difesa del polo scolastico.

Anche la Scuola Materna era interessata a parte del terreno per ampliare il proprio cortile e migliorarne la fruibilità da parte dei bambini.

Adesso, che finalmente la Curia ha ceduto il terreno, questa Amministrazione ha deciso di trasformarlo nell'ennesimo parcheggio.

Ma perché si è fatta questa scelta sciagurata?  Dove andranno a depositarsi i fumi di scarico delle decine e decine di automobili e la inevitabile polvere che si solleverà?

Sicuramente buona parte nel cortile dell'asilo ed il rimanente nel cortile della scuola media.

Si parla sempre dell'importanza, per la loro salute, di far arrivare i bambini a scuola a piedi e si organizzano i pedibus,  ma poi si fanno scelte che vanno in senso opposto.

E i genitori dei bambini, dei ragazzi, e la cittadinanza sono stati coinvolti in questa scelta? E la Scuola Materna?

Se l'Amministrazione ha fatto correttamente tutto il percorso d'informazione, ascolto e partecipazione, come dice sempre che fa, mi scuso subito, altrimenti dovrà dare delle spiegazioni.

Mauro Ferone


Comunicato della LAC -Lega Abolizione Caccia  lupo  1

Sezione Trentino Alto Adige / Südtirol

Ufficio caccia e pesca smentisce Schuler.

14 APR 2018 — Con la nostra petizione abbiamo dato una buona risposta a quella lanciata dall'assessore altoatesino Schuler e ancor più a quella dell'assessore trentino alla caccia Dallapiccola. 

Grazie all'impegno di tutte le persone che amano la natura e l'ambiente sano, insieme ai suoi abitanti: lupi,orsi,tutti            gli animali selvatici.

Di grande rilievo è la risposta dell'ufficio caccia e pesca della Provincia Autonoma di Bolzano, con l'intento di "... sfatare alcune notizie circolate nei giorni scorsi sull'avvistamento di lupi e su attacchi ad animali attribuiti alla presenza del lupo."

I lupi, facendo quello che prevede la natura, come gli altri grandi predatori, ristabiliscono l'equilibrio naturale alterato dall'uomo: basterebbe questo solo motivo per garantirgli ottima accoglienza e tutela.

Non bisogna, poi dimenticare, come afferma lo stesso ufficio caccia e pesca, che i veri responsabili di ogni attacco, indiscriminatamente attribuito ai lupi, in molti casi sono cani vaganti che hanno padrone, e che per alcune ore, in alcuni casi di notte, vengono lasciati liberi.

Liberi di vagare nei boschi, probabilmente per istinto, rincorrono caprioli e altri animali selvatici.

In alcuni casi   forse    anche   pecore e capre. 

In realtà l’ufficio caccia e pesca scrive di “cani randagi”, ma non ne comprendiamo il motivo: in Alto Adige non sono noti casi di cani randagi.

Riferirsi, più correttamente ai cani vaganti, riporta la gestione dei selvatici e la necessaria convivenza, di frontealla correttezza dei comportamenti umani

I dati ufficiali altoatesini riferiscono di danni da lupo, durante tutto l'anno 2017, per soli 9.680€prontamenterisarciti

E' bene notare che l'ufficio caccia e pesca della Provincia Autonoma di Bolzano dipende dall'assessore Schuler e possiamo tranquillamente affermare che con l'iniziativa della petizione on line, punta ad assicurarsi i voti della parte meno informata dell'elettorato agricolo, alle elezioni provinciali del prossimo autunno.


In Alto Adige, contrariamente a quanto afferma chi vuole solo perseguitare i lupi, non ci sono branchi stanziali: soltanto 5 o 6 individui in dispersione.

In Trentino c'è qualche lupo in più: una ventina circa suddivisa in diversi branchi.

I titoli e i resoconti di certa stampa scandalistica, restituiscono l'idea che ogni branco sia composto di un gran numero d’individui: con senso della misura, la corretta informazione dovrebbe rilevare che un branco è, il più delle volte, composto da pochi esemplari, spesso una coppia configli.

Pochissimi lupi che procurano danni agli animali incustoditi in misura trascurabile. In tutto il 2017 in Trentino Alto Adige, i danni da canidi e lupi agli allevatori ammontano 46.925,56 euro e i capi di bestiame uccisi sono soltanto 99: un numero ridicolo se confrontato agli oltre 100.000 presenti in tutta l'area.

«Praticamente i terribili lupi hanno fatto danni in un’intera regione pari al costo di un SUV di lusso. Il nulla», ironizza il Dolomiti, unico organo di stampa regionale che segue con correttezza e completezza la vicenda delle petizioni anti lupo.


I due assessori, a caccia di nuovi e ulteriori privilegi, come se le rispettive Provincie
Autonome non ne avessero già in quantità notevoli, hanno, però, reso valido e ufficiale lo strumento della raccolta firme e su questo ci siamo misurati.


Ai due assessori, chiediamo un confronto in cui si possa ragionare insieme della tutela dei grandi predatori, com'è previsto dalle normative vigenti e dalle convenzioni internazionali cui l'Italia aderisce.


A tutti i sostenitori chiediamo di continuare a seguirci e condividere la petizione per far crescere il numero di firme in modo che non sia possibile ignorare la volontà di chi ha a cuore la buona salute dell'equilibrio naturale.


Ecco le associazioni dalle quali il Parco, l' ambiente, la natura, uomini e animali si devono difendere.

Una simile arroganza non merita ulteriori commenti tanto si squalifica da sola per sfrontatezza, presunzione e ignoranza. 

parco1

parco2


“ Roma  de travertino

rifatta de cartone,

saluta l'imbianchino

suo prossimo padrone “

Trilussa  (?) 

per la visita di Hitler a Roma nel 1938 

La soluzione adottata per il   “casino di Campagna....delle delizie....di piacere” secondo i molti appellativi che l' hanno fatto assurgere per un breve istante all'attenzione delle autorità, dei mentori  dei detrattori  e del' Amministrazione , sembra finalmente vedere la luce.

Una conclusione    molto Italica,   anzi molto alla Guareschi.

Chi non ricorda  nel Film “ Monsignore ma non troppo”   il secondo (?) della trilogia di don Camillo e  Peppone ,  l'episodio della Madonnina del Borghetto?

La scelta tra la conservazione dell'edicola votiva quale concessione alla  religiosità popolare  e il suo abbattimento per esigenze di pubblica utilità , fece   prevalere  il compromesso.

 

 Il capitello della Madonna del Borghetto venne pilatescamente inserito  quale parte integrante della costruenda casa popolare.

Entrambe le volontà furono rispettate , nessuno prevalse e tutti poterono vantare la vittoria ;  così come ora :  la cubatura e la viabilità di un progetto andranno a braccetto  con l'orgoglio  appena scalfito della PAT.

L'edificio verrà demolito -  meglio : “Accuratamente smantellato”  i pezzi numerati, scannerizzati, analizzati e fotografati uno per uno, ( come ad Abu Simbel) , un Comitato individuerà un luogo idoneo alla conservazione dei preziosi  reperti, definirà le modalità di custodia e tutela e infine  , forse lo stesso o magari un altro Comitato  o Gruppo di lavoro  stabiliranno  come far rivivere il tutto.

Il buon  senso e altrettante affidabili informazioni  fanno presagire un intervento più limitato,  riservato  alle sole bifore e solo a quelle in materiale lapideo. Abbandonate  al proprio destino saranno  la tapparella in plastica, le bifore ,  o pezzi di queste ,  in mattone o malta, la copertura incerta e pericolante, i soffitti in “arele” il pavimento in mattonella bianca , il lavandino e la porta in formica.

Verrà il tempo  in cui  – ammesso ma non concesso – che ci si ricordi del luogo del rimessaggio

 ( vedi le pietre della Via Torre )  e che intenzioni meno nobili non abbiano cambiato posto ai reperti, questi ultimi verranno collocati presumibilmente sul nuovo costruendo edificio.

 I processi di riproduzione fotografica ormai molto evoluti potranno implementare  le parti originali con copie che riproporranno  al meglio l'originale manufatto  -  meritevole di quell ' attenzione  espressa ma mai applicata -   , riconsegnandoci  così  il ricordo  dell' allora ormai dimenticato, bistrattato, deriso, equivocato  piccolo edificio .

L' equilibrio sarà così ripristinato almeno sino a quando tra altri 100 anni si riaprirà la disputa sulla datazione della Despar , cui auguriamo lunga vita.

Un  intervento  simile a quello applicato alla  facciata della chiesa di S. Giovanni Evangelista.

Il provvisorio paramento ormai divenuto  parte integrante dell'edificio e quindi classificabile pure esso Sacro, testimonia la frattura della memoria   tra uomini e cose,  la drammatica penuria di fondi, il prevalere di altri valori e  priorità.

Ed ora ( come proposto da un nostro concittadino) ,  si apra un concorso d' idee per dare un nome  alla copertura del Negozio Despar  destinato a  diventare Piazza /  parcheggio. Propongo Via della Roggia Grande. C'è già è vero . Si trova a Trento ed è ancor oggi  la parte più brutta della Città.  (ergo....) .   Oppure pensando in grande : Terrazza Martini …....  o più modestamente  Muller.

Un saluto

Luciano



Riceviamo dal Direttivo di Pan-EPPAA la lettera che l' Ente Provinciale Protezione Animali e Ambiente ha indirizzato a: 

Egregio Sign.

Assessore all' Ambiente

del Comune di Ala

Piazza S. Giovanni 1.

38061  A L A

  

Al Comandante

la Stazione Forestale di Ala

Corso Passo Buole

38061  A L A

   

e,p.c.  Egr. Signor

Dott. Romano Masè

Dirigente  Dipartimento PAT

Via Romagnosi 9

38100  T R E N T O

 

          In modi,  tempi, sedi e con interlocutori diversi, si è avuto modo di portare a conoscenza dei responsabili i limiti  costruttivi e le inadempienze  gestionali di alcune postazioni di caccia  autorizzate sul territorio del Comune di Ala , evidenziando in particolare la fatiscenza e l' improvvisazione di alcune soprattutto per l' impiego di materiali eterogenei e comunque con tipologie costruttive  difformi da quelle definite dall'Amministrazione di competenza.

          Vennero pure nel contempo posti all'attenzione dei competenti organi  gli abusi  praticati sull' ambiente circostante attuati in forme diverse quali la rimozione di piante, la sfrondatura di altre, il posizionamento di richiami e  di altre esche generalmente costituite da plastiche colorate.

          Non propriamente marginale è l' obbligo di rimozione dei manufatti al termine della stagione venatoria , trattandosi di concessioni edilizie temporanee e limitate unicamente all'  esercizio della caccia. Disposizione questa  mai attuata   con  una, di fatto,   passiva   , colpevole e consapevole  accettazione dell' abuso.

          Si ritiene  superfluo ricorrere alla citazione della legislazione Provinciale in materia  e  riportare il testo degli atti assunti dall'amministrazione Comunale. dandone per scontata  la  conoscenza.                                                                                                                            

          Ora come allora chiediamo – e non solo a nome dell'  Associazione  -  che vengano assunti i provvedimenti necessari  per porre rimedio  sin da subito   alle postazioni collocate sul crinale di Malga Lavacchione e a ridosso di Malga Cornafessa  -  solamente per citare gli esempi più eclatanti  -  ma non unici e ben noti a quanti percorrono abitudinariamente il territorio .

                                                                                                                                                

          Riterremmo  oltremodo indelicata  la riproposizione , nei confronti del mondo Associazionistico  ,   di atteggiamenti atti a sminuire l' importanza del problema.

          Tutti i soggetti,  interessati alla pratica  della caccia o  alla salvaguardia dell'ambiente  beneficiano del diritto di  coltivare le proprie prerogative  e richiedere il rispetto della normativa.  Se accettiamo  pur con rammarico , l'esercizio dell'attività venatoria secondo le indicazioni di legge,  analogo rispetto è doveroso  pretendere ,  come esponenti dell'Ambientalismo. per le norme a tutela di quest' ultimo .

          In attesa di cortese cenno di riscontro ma soprattutto dell'attivazione  di quanto previsto.

                                                                              

                                                                              distinti saluti.

                                                                         Direttivo Pan-EPPAA

                                                                  

Ps: se necessario  - ma gli esempi sono talmente manifesti – potrà essere  fornita la necessaria documentazione fotografica

  


 Il Comune di Ala e le sue "prestazioni ambientali" 


1 - la teoria


Emas


2 - la realtà


029

  

023

emas    Per approfondire : 

 http://www.comune.ala.tn.it/Aree-tematiche/EMAS/Presentazione

 


 

Venerdì 14 dicembre 2018, ore 20.30

presso l' Auditorium della Cassa Rurale di Ala

una serata a tema

"Inquinamento da traffico della A22

e gli effetti sulla salute dei cittadini" 

con Claudio Campedelli

inquin


volantino

NON SIAMO SOLI

Da una piccola Associazione a Italia Nostra

ovvero dal Teatrino di Paese alla Scala

                                                    

Risalire il tempo ripercorrendo la catena degli eventi che hanno provocato il risultato che vediamo, è una discesa verso gli inferi di una burocrazia inefficiente, di una politica distratta, di complicità, silenzi, dimenticanze, è l' imbattersi nel totale disinteresse del bene e della salute pubblica, è il percorso di un viaggio che molto spiega dell'imbarbarimento della società , del crescere della distanza tra cittadini e istituzioni, della deriva delle classi politiche e di quello che negli anni '70 veniva definito un “Lumpen Kapitalism” . La riedizione di quanto descrittoda Francesco Rosi nel film “ le mani sulla città”

Difficile se non impossibile raccordare gli avvenimenti che ci hanno portato a questo, troppi gli attori e i responsabili , ancor più difficile mettere in scena la rappresentazione di questa deriva e gestire   uno spettacolo così fittamente ricco di personaggi che si scambiano continuamente i ruoli   La politica, l' imprenditoria, la burocrazia e gli esperti cattedratici, il disinteresse e il disimpegno sono degne spalle dei protagonisti di questa anche se tragica commedia Pirandelliana .

Il risultato che abbiamo davanti agli occhi spiega da solo quanto sia stato intricato il percorso che ha coinvolto la zona delle Cave di Pilcante – Chizzola. Una terra dei Fuochi alla Trentina dove le sembianze dei responsabili sono comunque identificabili mentre le vittime sono confuse nell'anonimato della folla , un luogo dove i fatti e misfatti documentati e denunciati non hanno prodotto nulla e tutto sembra sospeso in queste Terre Estreme .

Un porto franco dell' assenza di regole, dell' iniquità, della ingiustizia, della vergogna e dell'ottusità. Uno sfregio iniziato molti anni fa e proseguito con poche e disattese regole, destinato a soddisfare interessi immediati e lasciare a molti un'eredità inquietante .

La vicenda esce per la prima volta dal contesto localistico per essere fatta propria da una meritoria istituzione come Italia Nostra per la quale e non da sola, anche il paesaggio è bene culturale. Un grazie e che questo sia d'auspicio perchè il torpore e la miopia abbiano finalmente termine.

Ps: fregiarsi della Bandiera Arancione significa qualche onere, qualche impegno, molti sacrifici e qualche no.


 

 

Una doverosa precisazione: l'articolo che segue rappresenta l'approccio dell'estensore  al problema del progetto Despar  . Pur facendo parte sin dall'inizio all' Associazione che ospita questo scritto , può capitare come nella fattispecie di interpretare  un ruolo non unanimente condiviso. Questione di sensibilità diverse, di un ordine di prirorità differente, e anche dell'interpretazione di un ruolo di assoluta libertà che può  confliggere in maniera occasionale e temporanea.

“Casino di campagna  o solo Casino ? “ax

     E' cosa buona e giusta che l' apertura del cantiere della Despar sull'area ex  Cartierina dopo un lungo e travagliato iter burocratico  e serrate trattative con la proprietà,  abbia portato all'attenzione della cittadinanza (  una parte) l' esistenza e forse l'importanza  della costruzione d' angolo risalente alla seconda metà dell'  800 e  definita  via via  con i più  bizzarri  appellativi: Casino di Caccia, Casino di Piacere, Gioiellino neogotico, Casino nobiliare di campagna......anche Casino per la truppa, , attribuendo non di rado al termine “Casino” il significato più spregiativo.

     Forse meno meritorio  è   l' uso -   in parte strumentale   e  sicuramente tardivo -   che  viene fatto di una sua possibile demolizione. Una demolizione che risponde alle necessità di ridisegnare la viabilità della zona e alle esigenze progettuali del comparto ; tutte caratteristiche queste che,  si badi bene  erano in toto presenti  sin dalla  primissima  formulazione del progetto  ai tempi dell'amministrazione Tomasoni  e  che mai vennero meno nei successivi elaborati.

      Si risale il tempo sino al  2007 allorquando  di   fronte ad un progetto di 32.000 mc di edifici ad uso privato ( ora sono poco più di 10.000 con ricadute positive sul   pubblico) , la PAT manifestò alcune osservazioni in merito alla bontà del progetto, alla sua altezza rispetto all' impatto sullo  sky line del Centro Storico e  infine sulla costruzione in stile neogotico , ritenendola  “meritevole di attenzione”

     La risposta del Comune di Ala  glissò sulle osservazione  e commise il macroscopico errore di datare il manufatto ai primi anni 50  e attribuire la sua costruzione  a    “valenti muratori” ;  affermazioni queste ultime , smentite clamorosamente da prove fotografiche che raffiguravano  l' edificio   ancora agli inizi del '900.

      Dunque per la Provincia ,  l'edificio era  “ meritevole di attenzione”   ancora nel 2007 , ma trascurò  di porre lo stesso sotto tutela o di controbattere alle affermazioni di cui sopra.

      In verità parlare di Provincia  risulta nella fattispecie  non del tutto corretto. Allorquando si disquisisce su beni storici e/o artistici che non siano riconosciuti in maniera conclamata, si scivola pericolosamente sulla sensibilità individuale.

      Quello che è meritevole di cura e conservazione per un funzionario, non necessariamente lo è per un altro; l'approccio è  non di rado sorprendentemente differente e le conclusioni altrettanto felici o improvvide per il bene, e questo presumibilmente per la carenza di normativa ; spesso tutto  si risolve   affidandosi   ad un approccio estetico o ideologico  della burocrazia di turno.             

      La Provincia Autonoma istituzionalmente sapeva, e anche coloro  che nel tempo  sono stati  assegnati alla tutela di questo piccolo patrimonio , ne conoscevano il  valore  (o presunto tale) ,   forse  condividevano anche l'opportunità di salvaguardarlo  e altrettanto note  erano   le caratteristiche di quel     progetto che dopo lunghi anni avrebbe valorizzato un' area   anche a scapito  del “Casino” ,  cercando comunque di   conservarne la memoria attraverso un' operazione di parziale recupero  .

      Dunque  fatti  ed antefatti  erano conosciuti, come d' altronde lo erano gli elementi per una esauriente complessiva  valutazione  , ma nessuno ha  mosso un solo dito in questi ultimi 10 anni,  durante i  quali scorrevano davanti agli occhi della vigilante Provincia le ipotesi e i  progetti di riqualificazione dell'area,  ivi compresa la sorte dell' ora  conteso manufatto.

      Anche la comunità  venne   informata ancora nel 2008 nel corso di  in una  affollata serata tesa a ricostruire la storia del comparto ex Cartierina e  riproporre  le fasi   di  crescita ed evoluzione  di  quel  progetto che  la crisi economica e l'esplosione della bolla speculativa dell'edilizia , riconsegno' meritatamente   agli archivi della storia.

      Alcuni esponenti politici  compaiono ora come allora pur con ruoli e  atteggiamenti  tra loro diversi,   nei deliberati  comunali del tempo  ( 2005 -2010).

       Ben vengano le resipiscenze,  gradite sono    le parole di affetto e la  considerazione per il fabbricato, ma dov' era la politica? Quella  preposta  a vigilare a sovrintendere sull' operato dell'esecutivo ?  Dove i cantori delle glorie patrie e i paladini  delle  residuali testimonianze di un    piccolo   ancorchè  povero , patrimonio della comunità?

      Rimane a tutt'oggi  un improvviso quanto tardivo  e forse effimero  desiderio di conoscenza da parte della  Provincia Autonoma  e un vago isolato apprezzamento  per  quanto  ancora  rimane sul territorio (Parco delle Bastie e Cerè).

       Il tempo ha sfarinato i numerosi affreschi, mano leste e furtive hanno sottratto alla vista  il Giovanni Battista , l'angioletto di Piazza S. Giovanni  e .............

     Poche le voci  levatesi a denuncia , fiacco l'interessamento dei responsabili , del tutto inesistenti gli appelli per la loro salvaguardia o recupero.

       Potrà forse anche accadere  -   in questa dimensione del pubblico  dove  nulla è  mai veramente certo - ,   che  i lavori vengano sospesi, che tutto sia riconsiderato alla luce del rinnovato Rinascimento Alense , che nuove soluzioni siano riproposte  e prenda avvio un nuovo iter amministrativo  con i  i tempi (lunghi) di una nuova progettazione;   ma in quale mano rimarrebbe , in ultimo , il cerino acceso ? Sicuramente non alla proprietà forte della titolarità di costruire secondo  il progetto approvato, non certo ai convertiti  della politica e neppure  ai funzionari della Provincia;  a tutti   ben si addice il vecchio detto genovese: “L'ultimo ad arrivar fu Gamba Corta”.

       A chi allora se non alle finanze del Comune di Ala e quindi ai cittadini che vedrebbero  allontanarsi i tempi di esecuzione di un progetto che avrebbe riconsegnato alla città con evidenti benefici – anche di spazi – un' area strategica  per il rilancio del Centro Storico?                      

         Ma non  di soli ritardi si ammanterebbe l' operazione “Casino” - Omen nomen – ma agli oneri delle varianti potrebbero aggiungersi quelli per procurato danno alla proprietà .

        Si tratta di una  Ditta Tedesca, seria precisa, puntuale e rigorosa nell'applicazione del diritto, sostenitrice del rispetto dei patti assunti , ma siamo anche nel 2017 centenario di Caporetto. Meditiamo e meditino .

PS speriamo vivamente ci si adoperi per far valere gli interessi della collettività con una azione   forte e determinata  verso l'alta burocrazia della Provincia capace  di glissare sulle pregresse disattenzioni ma pronta a porre le premesse per una revisione pesante dell'intero comparto.

“Ci sarà ancora un giudice a Berlino, disse un contadino a Federico il Grande di Prussia pronto a commettere un abuso....”  ci sarà ancora immagino in Provincia  un Dirigente dotato  di buonsenso   e capace di assumersi la responsabilità di far prevalere il bene comune sulle  “paturnie estemporanee e fuggevoli” .

Chiudo con il desiderio  che la  demolizione (qualora dovesse avvenire) del manufatto “ pseudo storico” ormai fatiscente, pericolante , manomesso e snaturato ,  ravvivi  nella  cittadinanza  la coscienza per la propria storia in modo più tempestivo e meno abborracciato .

Un saluto     Luciano

lì 26.10.2017

{jcomments on}


profit-sharingPARTECIPAZIONE CIVICA ATTIVA

Da molti anni si registra  sempre più un distacco della politica dai cittadini. Nonostante tutti si dichiarino preoccupati di tale fenomeno, sono veramente pochi quelli che avviano strategie od iniziative per ridurre questa frattura che rischia di mettere in crisi il principio fondamentale della democrazia : la partecipazione.

La tecnologia internet, già da diversi anni, facilita la comunicazione dei cittadini con le pubbliche amministrazioni ma questi contatti sono prevalentemente di carattere informativo. Raramente esistono esempi dove si sono attivati canali di dialogo e di confronto fra cittadini ed amministratori.

L’ Associazione Tutela del Territorio è da sempre impegnata per informare e sensibilizzare i cittadini alensi  su tematiche ambientali  e sulla salvaguardia del territorio cercando anche di coinvolgerli e stimolarli alla partecipazione attiva.

Informazioni e stimoli rivolti in primis agli amministratori comunali, che solo raramente si sono impegnati ad un confronto costruttivo e trasparente.

Poiché noi crediamo fermamente  nel valore della partecipazione, vogliamo aprire un canale di dialogo fra i cittadini e gli amministratori attivando sul nostro sito www.associazionetutelaterritorio.org una sezione  che abbiamo chiamato

Partecipazione Civica Attiva

dove il cittadino potrà comunicare  agli amministratori del Comune di Ala e ai cittadini che consultano il nostro sito le varie problematiche rilevate sul territorio comunale.

Sarà sufficiente inviare una mail con un commento ed una foto alla nostra mail

'); document.write(addy49692); document.write('<\/a>'); //-->\n Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. " style="font-size: 18.6667px;"> Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Ovviamente verranno accettate solo segnalazioni propositive.

Ecco alcuni esempi che avvieranno l’iniziativa:

DSC00015 (Copy)Da alcuni anni, sulla parete della pesa pubblica in corso Passo Buole ad Ala, in bella  mostra per tutti gli automobilisti che transitano sul nostro territorio, è presente una scritta che sicuramente merita di essere prontamente cancellata ( apologia di reato).

Mauro Ferone.

DSC00017 (Copy)Forse casualmente non è stato notato da nessun amministratore, ma è evidente per ogni cittadino che passa a piedi sul ponte sul torrente Ala zona Perlè che il marciapiede è notevolmente danneggiato ed i cittadini anziani per non rischiare di cadere transitano sulla strada a rischio di essere investiti. E’ urgente intervenire.

Mauro Ferone

  


no
 
A dimostrazione  -se mai ce ne fosse il bisogno - di quanto la politica nostrana e non speculi a danno dell'ambiente, riproponiamo la nota fatta a suo tempo da PAN-EPPAA -Ente Provinciale Protezione Animali e Ambiente, ed il seguito, un comunicato di PAN-EPPAA e LIPU ed una lettera del Presidente di PAN-EPPAA al Presidente del consiglio Renzi.  Segnali dell' "Italia che cambia verso" ?
 

pan eppaa

Il giorno 20 ottobre 2015, ad ore 9.30, avanti la Corte Costituzionale in Roma, sarà discusso il nostro ricorso presentato contro l’esercizio della CACCIA nei parchi naturali trentini, Adamello/Brenta e Paneveggio Pale di S. Martino.

In quel giorno, in caso di accoglimento, potremmo ottenere TRE splendidi risultati:

  • Salvare, per sempre, MIGLIAIA di animali ( caprioli, cervi, camosci ed i LORO CUCCIOLI);
  • Obbligare, per sempre, alla  cessazione dell’attività venatoria, circa 2.500 cacciatori che cacciano nei parchi;
  • Sconfiggere l’arroganza della politica trentina che per un pugno di voti ha sempre privilegiato chi spara a danno di chi si batte per la tutela di qualsiasi forma di vita.-

__________________________________________

Trento, 25.11.2016 

Questa è la sintesi di un complesso sofferto iter giudiziario.-

Per decenni, E.P.P.A.A. e L.I.P.U. hanno fatto ricorso al TAR di Trento sostenendo l’illegittimità della normativa venatoria provinciale che consente l’esercizio della caccia nei parchi naturali trentini (Adamello-Brenta e Paneveggio Pale di  S. Martino), nonostante che la legge nazionale sulla caccia (art. 30, lett. d) L. 157/92) sanzioni tale attività quale illecito penale (arresto fino a 6 mesi e ammenda da 900.000 lire a 3.000.000).il Tar trentino ha sempre rigettato i nostri ricorsi quasi fossimo dei visionari incurabili. Finalmente e diversamente, nel dicembre 2014, lo stesso TAR ( Il Collegio giudicante era, ovviamente, formato da giudici diversi da quelli dei precedenti collegi), accoglie le nostre tesi giuridiche ed invia gli atti alla Corte Costituzionale affinché decida sulla presunta illegittimità costituzionale della normativa provinciale che, diversamente da quella nazionale, permette la caccia nei parchi anzidetti. Ricordiamo la sicumera manifestata da taluni funzionari provinciali apicali che irridevano le nostre ragioni.

Da allora, dicembre 2014, una politica faziosa e condominiale che tutela gli interessi degli amici e non certo della comunità trentina, si attiva per evitare che la Corte Costituzionale abbia a decidere e possa travolgere con la sua sentenza l’arroganza legislativa trentina. E come si ottiene questo obiettivo? Non facendo decidere il Giudice delle Leggi, così viene chiamata la Corte. E’ quanto avvenuto. Infatti, la Corte fissa l’udienza di discussione il giorno 20 ottobre 2015, ma poi, stranamente…rinvia alla successiva udienza del 23.11.2016.

Badate bene, il 24 novembre, il governo approva la norma di attuazione che consente alla provincia di Trento di disciplinare l’attività venatoria nei parchi naturali.

Si comprende agevolmente la mail speditaci ieri (24.11.2016) dall’avv. Alessio Petretti, nostro difensore di fronte alla Corte che comunica: “ La Corte Costituzionale alcuni giorni fa mi ha inviato un avviso con  il quale si comunica il rinvio a nuovo ruolo del giudizio (vale a dire ad una prossima udienza ancora da fissare). Il motivo del rinvio è l’attesa della nuova normativa in corso di approvazione che dovrebbe rendere privo di interesse l’attuale questione di costituzionalità”.

Insomma: decidere eguale non decidere.

Un breve commento conclusivo: il prossimo 4 dicembre, possono tornare utili anche i voti dei cacciatori trentini? Perché no, continuiamo a lasciarli sparacchiare nei parchi.

L’attuale Costituzione (non destinataria di modifica) dispone che “I giudici sono soggetti soltanto alla legge” (art. 101) e che “Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale” (art. 111).-

Abbiamo motivo di credere che non sia stato così.-

F.to Adriano Pellegrini  per EPPAA)

F.to Sergio Merz per LIPU

_________________________________________

Buongiorno Signore,  (MATTEO RENZI)

Schifosa faziosità.

Nella riunione del c.d. m. del 24 novembre u.s. Lei ha reso legittimo (per un pugno di voti da parte dei senatori “crucchi” e della sparuta pattuglia trentina) l’esercizio venatorio nei parchi naturali, nonostante  che ciò costituisca illecito penale (art. 30, lett. d) della L. 157/92).-

Non solo. In tal modo ha vanificato il giudizio di legittimità costituzionale avanti alla Corte che si sarebbe dovuto tenere il 20 ottobre 2015 (prima udienza, poi rinviata) ed il 23. 11.2016 (strana coincidenza: il 24, con l’approvazione dei decreti legislativi, Lei ci ha scippato il giudizio che, per vero, una Corte costituzionale meno disponibile nei confronti dei poteri forti, avrebbe dovuto celebrare già in occasione della prima udienza).-

A schifo si addiziona schifo.

Lei in Trentino/Alto Adige si è dimostrato un Attila dell’ambiente, prima demolendo il parco nazionale dello Stelvio (ora, divenuto parco spezzatino provinciale) e poi “legittimando” un’azione penalmente rilevante e, quindi, abrogando, di fatto, un reato, soltanto per i cacciatori trentini ed altoatesini.-

Questa “donazione” porterà qualche altro SI?  La tempistica induce a pensare che il voto di scambio ci sia stato.-

Si vergogni.-

Adriano Pellegrini – Presidente dell’Ente Provinciale Protezione Animali ed Ambiente – Rovereto 


 Perché l’Italia vota contro la messa al bando delle armi nucleari?

Gentile direttore, ho trovato sul sito di Altreconomia una notizia sconcertante: il governo italiano all'Assemblea dell'ONU si è opposto all'avvio di negoziati per vietare le armi nucleari.

Altreconomia - http://altreconomia.it/italia-contro-bando-armi-nucleari/ - scrive che il 27 ottobre le Nazioni Unite hanno deciso a larga maggioranza di avviare a marzo 2017 i negoziati per un trattato che preveda la messa al bando di questo tipo di armi, ma il nostro Paese è tra quelli che non appoggiano la Risoluzione. L’esecutivo Renzi affianca così la posizione degli Stati Uniti d’America, alleato NATO, uno dei nove al mondo che detiene questi sistemi d’arma.

Il Primo comitato sul disarmo dell’Assemblea ONU di New York ha deliberato l’avvio di un percorso verso un Trattato di messa al bando degli ordigni nucleari per il 2017. Le Nazioni Unite hanno adottato a larga maggioranza -123 i Paesi favorevoli- una Risoluzione politica che chiede di avviare nei prossimi mesi i negoziati per un Trattato volto a vietare questo tipo di armi. Una decisione che pone fine a due decenni di paralisi negli sforzi multilaterali per il disarmo nucleare.

Tra i 38 Paesi che hanno votato contro, c’è anche l’Italia. 16, invece, gli Stati che si sono astenuti. La risoluzione (denominata L.41) fissa un Conferenza tematica delle Nazioni Unite a partire dal marzo del prossimo anno: una riunione aperta a tutti gli Stati membri con il fine di negoziare uno “strumento giuridicamente vincolante per vietare le armi nucleari, che porti verso la loro eliminazione totale”. I negoziati a riguardo continueranno poi nel mese di giugno e luglio del 2017.

La Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (ICAN), coalizione mondiale della società civile attiva in 100 Paesi, di cui fa parte la Rete italiana per il Disarmo, ha salutato l’approvazione della Risoluzione come un importante passo in avanti. “Per sette decenni l’ONU ha messo in guardia contro i pericoli dell’arma nucleare e tantissime persone ed organizzazioni nel mondo hanno portato avanti campagne per la loro abolizione. Oggi la maggior parte degli Stati ha deliberato di bandire queste armi” ha commentato Beatrice Fihn, Direttore esecutivo di ICAN.

57 nazioni sono stati co-sponsor (cioè primi firmatari) del testo proposto, con Austria, Brasile, Irlanda, Messico, Nigeria e Sud Africa ad essersi assunti il compito di redigere concretamente la Risoluzione. Il voto delle Nazioni Unite è avvenuto solo poche ore dopo l’adozione da parte del Parlamento Europeo di una propria risoluzione su questo tema: 415 voti favorevoli (con 124 contro e 74 astensioni) ad un invito verso tutti gli Stati membri dell’Unione europea a “partecipare in modo costruttivo” ai negoziati del prossimo anno.

Le armi nucleari rimangono le uniche armi di distruzione di massa non ancora fuori legge in modo globale e universale nonostante i loro catastrofici impatti ambientali e umanitari, ben chiari e documentati. “Un Trattato che vieti le armi nucleari rafforzerebbe la norma globale contro l’uso e il possesso di queste armi, già presente nel Trattato di non proliferazione, chiudendo le principali lacune del regime giuridico internazionale esistente e stimolando un’azione di disarmo che per molto tempo si è bloccata”.

Attualmente per le armi nucleari esistono solo divieti parziali. Il disarmo nucleare è stata una delle priorità delle Nazioni Unite sin dalla creazione dell’Organizzazione nel 1945. Gli sforzi per far avanzare questo obiettivo fondamentale si sono fortemente rallentate negli ultimi anni, con le potenze nucleari che hanno deciso di investire pesantemente nella modernizzazione dei propri arsenali. Ci sono ancora più di 15.000 armi nucleari attualmente nel mondo, in particolare negli arsenali di appena due nazioni: gli Stati Uniti e la Russia. Sette altri Stati possiedono armi nucleari: Gran Bretagna, Francia, Cina, Israele, India, Pakistan e Corea del Nord.

Gli Usa mantengono oggi 70-90 bombe nucleari in Italia(50 nella base americana-italiana di Aviano (PN) e 20-40 a Brescia-Ghedi).

La domanda che nasce spontanea è quindi: "Perché l'Italia si è opposta all'avvio di un percorso di negoziazione per il divieto della detenzione di armi nucleari?" Questo divieto sarebbe coerente con l'articolo 11 della nostra Costituzione: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;....."  Il parlamento non ha niente da dire sull'applicazione dell'art.11? E il governo può ignorarlo? I nostri parlamentari potrebbero spiegare ai cittadini quale beneficio trarrebbero l'umanità intera e il pianeta Terra dall'esplosione di bombe nucleari?

Confidando in una risposta dai parlamentari trentini la ringrazio per l'attenzione e per il risalto che vorrà dare a questa grave notizia.

Buon lavoro.

Marino Cofler  -Besenello (TN)

Leggi anche: Petrov l'uomo che ha salvato il mondo



COME SI E' CONCLUSA LA RICHIESTA DELL'ASSOCIAZIONE CACCIATORI PER "AVERE" NUOVE STRADE DI ARROCCAMENTO ?

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BRACCONAGGIO AL VELENO

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L’orso ritrovato morto il 21 marzo scorso, in Val di Non, è stato avvelenato. I sospetti sono ormai certezze. Apprendiamo la conferma di ciò che avevamo sempre intuito, dalla stampa locale. La Provincia, l’assessorato, chi gestisce la popolazione ursina trentina, non ha ritenuto necessario emettere un comunicato o una qualche forma di nota per rendere pubblico l’accertamento del misfatto. Certamente non sarebbe mancato un comunicato allarmato nel caso che qualche fungaiolo improvvisato, avesse scambiato orsi per funghi.

Non vorremmo che dopo l’orso Charlie per anni detenuto nella fossa di San Romedio, l’orsa Daniza uccisa l’11 settembre 2014, e ora quest’orso anonimo ritrovato avvelenato il 21 marzo 2016, la collezione di orsi impagliati del MUSE dovesse arricchirsi un po’ troppo. Abbiamo il massimo rispetto per il grande lavoro di divulgazione scientifica svolta dai musei di scienze naturali, ma noi amiamo i documentari e gli orsi (insieme a tutti gli altri animali) li preferiamo vivi e liberi nel loro ambiente naturale.

Ricordiamo che gli orsi in Italia (e quindi anche in Trentino-Alto Adige/Südtirol) sono protetti fin dal 1939. Protetti si fa per dire giacché la perdita di Habitat e il volenteroso aiuto della deleteria congrega dei bracconieri li ha ridotti fin quasi sulla soglia dell’estinzione. Il numero di 50orsi marsicani in Abruzzo crea allarme per la sua preoccupante esiguità, mentre qui meno di 50 orsi sono considerati “troppi”! In natura non esiste il concetto di “troppo”. E’ nostra convinzione che tale errata percezione abbia a che fare con talune campagne allarmistiche tanto inopportune quanto scientificamente infondate.

Certamente non è necessario raccomandare che le indagini su questi casi di bracconaggio ai danni di animali che dovrebbero essere tutelati al massimo grado, siano condotte con grande attenzione e scrupolosità e sollecitiamo chi ne ha il potere, affinché moltiplichi le risorse utili a ripristinare lo Stato di Diritto, almeno in campo ambientale! Vorremmo che il o i colpevoli fossero al più presto individuati e condannati alla massima pena prevista dalla legge, anche per dare l’esempio che la legge c’è e punisce puntualmente, o perlomeno prima che questi ultimi orsi superstiti diventino simulacri da museo!

Troppo spesso le istituzioni preposte al controllo lasciano pronunciare, senza intervenire, frasi a dir poco scorrette che esaltano e giustificano il bracconaggio come azione di legittimo intervento, anche se illegale, da parte di talune categorie economiche che si sentono danneggiate dagli orsi. Gli eventuali danneggiamenti, se effettivamente riconducibili agli orsi, sono puntualmente risarciti per cui non sono necessarie altre forme di rivalsa.

Inneggiare o giustificare il bracconaggio è apologia di reato e come tale va punito severamente. La pratica dei bocconi avvelenati è, purtroppo, un tristissimo fenomeno illegale, tuttora molto presente in Italia, che mira a eliminare gli animali, selvatici o domestici, considerati “rivali” dell’attività venatoria e pochi, pur conoscendo i fatti, osano testimoniare per timore di eventuali ritorsioni: questa complice reticenza si definisce omertà. Ci rendiamo conto che l’omertà non è un triste retaggio solo delle regioni meridionali della nostra povera Italia, ma che non pochi esempi possiamo individuarli anche su queste nostre splendide montagne. Meglio stroncare sul nascere determinate perfide e arrischiate abitudini.

Per chi volesse approfondire l’argomento, segnaliamo la pagina:

Bocconi Avvelenati. Una piaga legata a doppio filo con l'attività venatoria.

http://www.abolizionecaccia.it/approfondimenti/bocconi-avvelenati-una-piaga-legata-a-doppio-filo-con-lattivita-venatoria/articolo/bocconi-avvelenati-una-piaga-legata-a-doppio-filo-con-lattivita-venatoria.html



SOLO UNO RESISTE ANCORA.....PER ORA.....

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2 settembre 2015  -  La foto di Aylan ha emozionato tutti

definitiva

15 febbraio 2016  -  Gli Aylan sono diventati 330,

ancora pochi per emozionare i nostri governanti !! 


 Il Comune di Ala e le sue "prestazioni ambientali" 


1 - la teoria


Emas


2 - la realtà


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emas    Per approfondire : 

 http://www.comune.ala.tn.it/Aree-tematiche/EMAS/Presentazione

  



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 La caccia e la boxe appartengono alla macelleria, non allo sport. (Eugenio Montale)

stagione-cacciaCOMUNE DI ALA - Delibera di Giunta n° 139 del 30 ottobre 2015.

Autorizzazione Sezione Cacciatori di Ala, occupazione terreno di proprietà comunale per la realizzazione di appostamenti per l’esercizio della caccia, come definiti dal 1° comma dell’art. 27 della L.P. 09.12.1991, n. 24 e secondo i criteri generali indicati nell’allegato alla Deliberazione della Giunta Provinciale n. 2844 di data 23.10.2003.

1       Asileppi Massimiliano                         Val dei Rebuti-Ala

2       Bazzanella Danilo                              Bus del Tas -Ala

3       Bertolini Sergio                                 Lavacchietto-Ala

4       Cavagna Onorio                                Lavachione (Poza) -Ala

5       Caliari Loris                                     Malga Lavacchione -Ala

6       Debiasi Davide                                 Malga Cornafessa-Ala

7       Debiasi Ernesto                                Segheria-Ala

8       Fabbiani Emilio                                Spia-Passo Buole-Ala

9       Fabbiani Stefano                              Zengi Rossi - Brusà-Ala

10     Lorenzini Mauro                                Maiere-Serravalle

11     Mabboni Giuseppe                             Riondera -Ala

12     Marchiori Aurelio                              Moc della polenta - Madrera -Chizzola

13     Mazzola Armando                             Malga Cornafessa -Ala

14     Mutinelli Giovanni                             Malga Cornafessa -Ala

15     Nave Fabio                                      Boldera - Sega di Ala -Ala

16     Porro Ivo                                        Val Cipriana-gabina dismessa -S.Margherita

17     Porro Rosario                                  Val Cipriana-seconda gabina -S.Margherita

18     Sega Gianfranco                              Malga Cornafessa -Ala

19     Sega Marco                                    Perobia -Ala

20     Tomasi Luigi                                   Val Bona/Val acqua -Ala

21     Tomasi Stefano                               Tagliafuoco-bassa Passo Buole-Val del zirez -Ala

22     Tomasoni Giorgio                             Malga Cornafessa -Ala

23     Zampieri Gaetano                            Dos della Maia -Ala

stagione-cacciaCOMUNE DI ALA - Delibera di Giunta n° 132 del 14 ottobre 2015.

Autorizzazione Sezione cacciatori di Ala, realizzazione appostamenti fissi per l’esercizio del controllo ordinario della specie cinghiale. 

1. Passo Buole;

2. Perobia;

3. Malga Fratte – Alpe Val Fredda;

4. Malga Cornafessa;

5. Malga Barognolo (n. 2 appostamenti);

6. Malga Foppiano;

7. Malva Lavacchione;

8. Malga Lavacchietto;

9. Malga Revoltel (n. 2 appostamenti);

10. Malga Coe di Ala (n. 2 appostamenti);

11. Malga Castelberto;

12. Malga Scortigara di Fondo;

13. Malga Scortigara di Mezzo-Busa Cazadiavoi;

14. Malga Scortigara di Cima-imbocco sentiero Valbona;

15. Malga Scortigara di Cima;


TAV : RIPRENDE LA CONTESTAZIONE

Come ormai tutti voi saprete è ripresa la contestazione al progetto di quadruplicamento della ferrovia Verona/Brennero, il TAV.

Dopo la decisione da parte del governo di cancellare dal Def ( Documento economia e finanza ) tutte le tratte d’accesso del TAV tra Verona e Fortezza, ci ha pensato il governo della provincia di Trento a finanziare la ripresa dei lavori  di questa devastante opera.

Mentre si vuol far  credere che con l’avvio dell’Osservatorio  si inizierà ad informare correttamente i cittadini e si potrà quindi finalmente dialogare, l’assessore provinciale alle infrastrutture Gilmozzi fa approvare ad agosto una legge che consente alle ditte incaricate dalla PAT di avviare i lavori senza rispettare le più elementari  normative edilizie che valgono per tutti i cittadini italiani.

Nonostante che il coordinatore  dell’Osservatorio relativo alla costruzione della galleria di base  del Brennero, Martin Ausserdorfer,  l’11 settembre comunicava che la ferrovia attuale era in grado di smaltire i traffici previsti  e quindi che le tratte  previste in Trentino Alto Adige non servivano (come da sempre dimostrato dai NOTAV), la provincia di Trento da il via ad  una nuova  politica con  i cittadini più coinvolti, la politica dello scontro fisico.

Infatti, mercoledì 28 ottobre, alcuni militanti NOTAV hanno bloccato con una resistenza passiva  una trivella mandata  dalla PAT per iniziare i sondaggi del terreno a Novaline, località nei pressi di Mattarello, dove è previsto il passaggio del TAV. L’invio della trivella è avvenuto con metodo militare, di nascosto e con la scorta. Tutta la popolazione era all’oscuro dell’iniziativa, nessuna segnalazione del cantiere.

E’ su tutti i quotidiani locali il risultato di tale iniziativa, spostare il confronto dalla discussione  e partecipazione dei cittadini sull’effettiva utilità dell’opera, allo scontro fisico tra i militari, che fanno il loro lavoro, coi militanti che utilizzano i metodi più estremi per opporsi al progetto.

Da confronto democratico a scontro fisico, da tema di scelta politica a problema di ordine pubblico.

Perché la provincia di Trento a pochi giorni dalla manifestazione pacifica prevista a Trento  di tutta la galassia dei NOTAV ha cercato lo scontro?

Questo si deve chiederlo all’assessore Gilmozzi o al presidente  Rossi. Loro è la responsabilità di tutte le degenerazioni che ci saranno se non si bloccherà l’uso della forza e si avvierà, come promesso, la via del dialogo.


 

 18/04/2016

referendum-trivelle-17-aprile

Il 17 aprile partecipa al referendum e

vota SI per fermare le trivelle.

Anche se partiti, democratici, quasi-democratici, pseudo-democratici ti invitano o ti inviteranno a disertare il referendum.

VOTA SI, è un tuo diritto da far valere. Oppure NO se non sei d'accordo.  Questo vuole la democrazia. Non accettare democratici inviti balneari.

                   

              _______________________________________________________________________________________

Questo è quanto scrive il comitato nazionale delle associazioni “Vota SI per fermare le trivelle”:

“Il Governo scommette sul silenzio del popolo italiano! Noi scommettiamo su tutti i cittadini che si mobiliteranno per il voto”.
E’ nato il comitato nazionale delle associazioni “Vota SI per fermare le trivelle”. Lavorerà per invitare i cittadini a partecipare al referendum del 17 aprile contro le trivellazioni in mare e votare SI per abrogare la norma (introdotta con l’ultima legge di Stabilità) che permette alle attuali concessioni di estrazione e di ricerca di petrolio e gas entro le 12 miglia dalla costa di non avere più scadenze.
La Legge di Stabilità 2016, infatti, pur vietando il rilascio di nuove autorizzazioni entro le 12 miglia dalla costa, rende “sine die” le licenze già rilasciate in quel perimetro di mare.
 
Far esprimere gli italiani sulle scelte energetiche strategiche che deve compiere il nostro Paese, in ogni settore economico e sociale, è la vera posta in gioco di questo referendum. Il comitato nazionale si pone l’obiettivo di diffondere capillarmente informazioni sul referendum in tutti i territori e far crescere la mobilitazione, spiegando che il vero quesito è: “vuoi che l’Italia investa sull’efficienza energetica, sul 100% fonti rinnovabili, sulla ricerca e l’innovazione?”.
 
Il petrolio è una vecchia energia fossile causa di inquinamento,dipendenza economica, conflitti, protagonismo delle grandi lobby. Dobbiamo continuare a difendere le grandi lobby petrolifere e del fossile a discapito dei cittadini, che vorrebbero meno inquinamento, e delle migliaia di imprese che stanno investendo sulla sostenibilità ambientale e sociale? Noi vogliamo - dice l’appello del Comitato - che il nostro Paese  prenda con decisione la strada che ci porterà fuori dalle vecchie fonti fossili, innovi il nostro sistema produttivo, combatta con coerenza l’inquinamento e i cambiamenti climatici.
 
Il Governo, rimanendo sordo agli appelli per l’election day(l’accorpamento in un’unica data del voto per il referendum e per le amministrative) ha deciso di sprecare soldi pubblici per 360 milioni di euro per anticipare al massimo la data del voto e puntare sul fallimento della partecipazione degli elettori al Referendum. Il Governo scommette sul silenzio del popolo italiano! Noi scommettiamo su tutti i cittadini che vorranno far sentire la loro voce e si mobiliteranno per il voto.
 
Primi firmatari del Comitato nazionale “Vota SI per fermare le trivelle”:
Adusbef, Aiab, Alleanza Cooperative della Pesca, Arci, ASud, Associazione Borghi Autentici d'Italia, Associazione Comuni Virtuosi, Coordinamento nazionale NO TRIV, Confederazione Italiana Agricoltori, Federazione Italiana Media Ambientali, Fiom-Cgil, Focsiv – Volontari nel mondo, Fondazione UniVerde, Giornalisti Nell'Erba, Greenpeace, Kyoto Club,  La Nuova Ecologia, Lav, Legambiente, Libera, Liberacittadinanza, Link Coordinamento Universitario, Lipu, Innovatori Europei, Marevivo, MEPI–Movimento Civico, Movimento Difesa del Cittadino, Pro-Natura, QualEnergia, Rete degli studenti medi, Rete della Conoscenza, Salviamo il Paesaggio, Sì Rinnovabili No nucleare, Slow Food Italia, Touring Club Italiano, Unione degli Studenti, WWF.

09 novembre 2015

 

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Pubblichiamo l'appello di PAN-EPPAA, condividendolo pienamente :

pan eppaa

AIUTATECI

Il giorno 20 ottobre 2015, ad ore 9.30, avanti la Corte Costituzionale in Roma, sarà discusso il nostro ricorso presentato contro l’esercizio della CACCIA nei parchi naturali trentini, Adamello/Brenta e Paneveggio Pale di S. Martino.

In quel giorno, in caso di accoglimento, potremmo ottenere TRE splendidi risultati:

  • Salvare, per sempre, MIGLIAIA di animali ( caprioli, cervi, camosci ed i LORO CUCCIOLI);
  • Obbligare, per sempre, alla  cessazione dell’attività venatoria, circa 2.500 cacciatori che cacciano nei parchi;
  • Sconfiggere l’arroganza della politica trentina che per un pugno di voti ha sempre privilegiato chi spara a danno di chi si batte per la tutela di qualsiasi forma di vita.-

Per conseguire quest’obiettivo, dobbiamo predisporre un collegio difensivo di primordine; allo scopo, abbiamo già individuato e contattato DUE avvocati di prestigio da contrapporre ai nostri avversari che, avvalendosi di RISORSE FINANZIARIE PUBBLICHE, non hanno problemi di liquidità. Tanto, paga sempre PANTALONE.

Diversamente, noi, la somma necessaria per la difesa - € 15.000,00 – dobbiamo reperirla tra i soci e tra le persone  che si dichiarano contrarie alla caccia.

QUESTA E’ L’OCCASIONE PER SCONFIGGERE I NOSTRI AVVERSARI

Come?

Versando un contributo sul c/c n. 12/000007304 aperto a nome dell’Ente Provinciale Protezione Animali e Ambiente presso la Cassa Rurale di Rovereto – Agenzia di Rovereto –  IBAN IT16 R082 1020 8070 1200 0007 304 con la causale: STOP CACCIA NEI PARCHI.

Fin d’ora, Vi ringrazio di cuore.

Il Presidente

Adriano Pellegrini 

http://www.protezioneanimali.tn.it/


PIAZZINA

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Click per ingrandire

Anche qui sono arrivate le ruspe dell'agricoltura eroica

a distruggere boschi e strada di accesso. 

Piazzina valle monte

Piazzina 05 2015

{jcomments on}

25 maggio 2015 

 

pozzo alto

 


09 maggio 2015

 

licenziarlo

"Accettarlo o .....licenziarlo in Tronco ?"

In merito a quanto scritto nell'articolo:

"....Abbattute le piante del viale Marconi a fianco del Cimitero. Potate qualche giorno prima ,  sono state successivamente abbattute . ! Erano ammalate !”   tuona .  E' vero ( in parte),  alcune presentavano  delle problematicità, ma non tutte e certamente non insormontabili .  Se si fosse agito  tempestivamente si sarebbero potute salvare. Ma il tempo incalzava  bisognava rincorrere progetti di ben altra caratura."

l' osservazione:

Ora, dopo il taglio selvaggio, quale è l’obbiettivo dell’Amministrazione ??? .......Oppure tutto finisce così con questo squallore???

Ancora l' articolo:

"Anche le aiuole non hanno miglior sorte. Vedi lo spartitraffico su via Segantini, quello che provenendo dal Centro, attraversa la Provinciale e continua verso il Cimitero. Anch'esso raso al suolo. Troppo il carico di lavoro per la manutenzione."

e l' osservazione:

Questo intervento ha consentito una migliore visibilità a chi accede alla SS 12 ma, in alternativa a questo drastico intervento “Tutto o Niente”  si poteva ovviare a questo problema con un bel cespuglio, che avrebbe mantenuto un accettabile ed estetico decoro, quale compromesso che avrebbe potuto accontentare tutti a costo quasi zero euro. ERA DOVEROSO PENSARCI PRIMA E DOCUMENTARSI, quindi, è giusta la vs. osservazione:

"..... Qualche euro  per una trasferta in qualche vicina città consentirebbe al primo cittadino e ai tecnici di  acquisire almeno il concetto di verde, di parco, di arredo . Sarebbe insomma di insegnamento per molte cose."

Questo è scritto nell'articolo:

"Cosa mai si contorce nel tormentato animo del nostro primo cittadino da convincerlo ad intraprendere  periodicamente con rinnovata collera  queste iniziative ? Sopprimere anche i pochi elementi che cercano di conservare il decoro della ridente cittadina? Fare cassa? Escluso vista la pochezza dei quantitativi prodotti a fronte delle grandi rese  ottenute a scapito  delle grandi depauperazioni della montagna."

e l' osservazione:

Se il primo Cittadino è tormentato, come sarà mai l’animo dell’Assessore proposto e responsabile per dar corso a tali opere fatiscenti e la Giunta, avrà avuto modo di ponderare a priori tali interventi ? ......... e soprattutto, porsi un unitario obbiettivo;  Quale ? ( ! )  Sarebbe interessante conoscere il ragionamento di questi eletti signori, e concittadini, nostri Rappresentanti nel Comune di Ala.

Giancarlo Giuliani


festa alberi2


 

AGGIORNAMENTO BONIFICHE AGRARIE

Ad oggi, l'amministrazione Peroni ha rilasciato 16 concessioni edilizie per bonifiche agrarie.

Di queste, 10 sono state "concessioni in sanatoria", ben 5 per un'unica bonifica in loc. Corno. 

Nel periodo 2010-2015 il territorio comunale è stato interessato da altre 19 bonifiche agrarie, per un totale di 35 interventi.


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...ingrandisci....

cippato2

vedi le immagini del taglio al Passo del Boale


 5 marzo 2015

PIAZZINA

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Arrivano le ruspe dell'agricoltura eroica

a distruggere boschi e strada di accesso.

Leggi...

delibera

bonifica piazzina

In giallo le pp.ff. private interessate dalla "sistemazione terreno".

In bianco la proprietà comunale interessata dalla "sistemazione terreno".

Click per ingrandire

piazzina ppff

Foto della località sopra Pilcante prima dell'intervento

{besps}piazzina{/besps}


 

20 febbraio 2015

penna charlie

LAMENTO DEL MERCANTE D’ARMI

Ho venduto un pezzo di cannone

poi le ruote e un altro pezzo di cannone

la culatta e l’otturatore

il mirino e un altro pezzo di cannone

e altri tre pezzi di cannone

e adesso c’è uno in televisione

che dice che mi spara  col mio cannone:

chi lo sapeva che coi pezzi di cannone

avrebbe fatto un cannone?

Se lo avessi saputo

mica avrei accettato l’ordinazione.

Ho venduto cento elicotteri

con  relativo armamento

e un sistema  anti - sistema di puntamento:

adesso l’elicottero è li che spia

come un falco sopra casa mia:

se lo avessi saputo cosa voleva fare

non gli avrei venduto la testata nucleare,

era così distinto, un vero signore

chi poteva sapere che era un dittatore?

Se avessi saputo che un cliente

può diventare un nemico della mia patria

dell’occidente,

vi giuro gente

lo giuro sui figli

lo giuro su Gesù

gli avrei fatto pagare

il cinquanta per cento in più.

da qui si vede la mia buona fede.

(Stefano Benni)

 


 19 gen 2015

  Mobilità sostenibile

Disegno di legge provinciale                    Relazione illustrativa        

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16 dic 2014

lupo


 

 24 NOVEMBRE 2014Moltrer

19 NOVEMBRE 2014

 

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 SERATA MATTARELLO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 19 OTTOBRE 2014

richiami

 

Vedi il precedente articolo :  "La caccia con richiami vivi"

 

30 settembre 2014

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PARLIAMO ANCORA DEI TAGLI DEGLI ALBERI SULLE RIVE DELL'ADIGE

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Vari pareri e studi del mondo scientifico evidenziano il danno arrecato al "sistema  fiume" dai tagli  indiscriminati messi in atto sistematicamente da organi della Provincia Autonoma.

 

Un parere tra i tanti è quello espresso già nel 2004 da Bruna Gumiero dell´università di Bologna e dal suo collega Bruno Boz, in  " Alberi e fiumi: l´importanza degli "ecotoni ripari".

 

Gli "ecotoni ripari" sono per l´appunto le sponde con copertura arborea e vegetale tra il fiume e il territorio.

 

I due esperti dicono : " L´importanza di questi ambienti è stata a lungo sottovalutata", "fortunatamente negli ultimi decenni si è messo in risalto il loro grande valore come depuratori naturali oltre a quello naturalistico ed ecologico" che ha consentito l´adozione "di misure atte a favorirne la protezione e il ripristino".

 

Che  dovrebbe proprio essere l´attività del Servizio Bacini Montani della Provincia, e cioè l´esatto contrario di voler distruggere questo "ambiente", come è stato fatto.

 

Dopo aver spiegato con dovizia scientifica la peculiarità di questa flora ambientale lungo i fiumi, i due esperti, spiegano "l´effetto margine" di questi "corridoi ecologici" che permettono un alto indice di biodiversità vegetale e animale e rappresentano dei veri e propri termometri dei cambiamenti climatici.

 

Ancora più significativo è il loro effetto sulle acque dei fiumi. Le loro foglie costituiscono sostanza organica che è una fonte importantissima di energia per moltissimi organismi acquatici e per la loro biodiversità.

 

In generale LE RADICI DEGLI ALBERI in prossimità del fiume GARANTISCONO MAGGIOR STABILITA´ DELLE SPONDE e le rendono più eterogenee attraverso la creazione di piccole insenature e rientranze, microhabitat ideali per pesci.

 

Un´altra funzione svolta dalla vegetazione arborea delle rive è quella dell´OMBREGGIAMENTO che contribuisce a mantenere le acque fresche e ossigenate.

 

La zona alberate sulle sponde dei fiumi svolge un´importante AZIONE DI FILTRO E DI ELIMINAZIONE DEGLI INQUINANTI quali azoto, fosfori, pesticidi, tossine inorganiche e nitrati.

 

In conclusione emerge con chiarezza L´IMPORTANZA DEGLI ALBERI (sulle sponde dei fiumi), NON PIU´ INTESI COME ELEMENTO DI DISTURBO E DI RISCHIO ma come ELEMENTO COSTITUTIVO FONDAMENTALE DEGLI ECOSISTEMI FLUVIALI. 

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  i "giardinieri della valle" di nuovo all'opera  

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10 maggio 2014

da "Trentino in diretta - RTTR  "

puntata del 6 febbraio 2014 

Dibattito sulla TAV del Brennero

RTTR-

partecipanti:

ing.Raffaele de Col -dirigente lavori pubblici PAT

Mauro Gilmozzi - assessore PAT infrastrutture e ambiente

Luca Zeni - cons.prov.le PD

Martin Ausserdorfer - BBT

senatore Sergio Divina -  Lega Nord

Claudio Campedelli - No Tav Kein BBT Bolzano

Anna Mentesana - Mamme No Tav Marco

Filippo De Gasperi - cons. prov.le 5 stelle

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dal sito  http://www.notavmammemarco.it/     

 

Da “Trentino in diretta” del 06.02.14 su RTTR 

per vedere clic qui  http://www.radioetv.it/rttr/programmi/item/31-trentino-in-diretta/3  poi clicca sulla puntata del 6/02

Pubblichiamo il link della trasmissione “Trentino in diretta” andata in onda su RTTR il 6 febbraio scorso, dal titolo “TAV-BBT: il treno è partito…o no?”.

Vedendo la trasmissione, ognuno di voi potrà dare il proprio giudizio: ci sarebbe molto da dire e sicuramente un’unica trasmissione non può minimamente essere esauriente su un argomento così importante e discusso…ma potrebbe essere un inizio.

Lasciateci fare, però, qualche brevissima considerazione.

Ringraziamo la rete che ha avuto la disponibilità, che neanche la provincia ha dimostrato di avere, di ospitare un confronto diretto tra pro e contro il TAV e Cristiana Chiarani che ha condotto “super partes”.

Abbiamo constatato che i promotori del TAV hanno voluto essere presenti numerosi e forniti dei maggiori soggetti tecnici, per non correre il minimo rischio di non raggiungere il loro obiettivo: quale? La propaganda dell’opera e lo spot pubblicitario della presunta disponibilità al dialogo con i territori interessati dal TAV, che hanno definito come una realtà già avviata.

Peccato che la realtà vera, sotto gli occhi di tutti, è che:

  1. 1.Su 218 Km di tracciato(di cui 191 in galleria) , ad oggi hanno scavato un buco di 2 Km;
  2. 2.Su 63 miliardi di euro di costo complessivo, sono stati stanziati dal CIPE 70 milioni, non ratificati dalla Corte dei Conti – e che il “tesoretto” della A22 di 550 milioni, anche quelli da verificare, è  una goccia nel mare;
  3. 3.Entro l’inizio del 2015 le emissioni di CO2(date dall’autostrada) devono rientrare nei parametri consentiti, pena l’inizio di una procedura d’infrazione da parte della UE e soprattutto pena, diciamo noi, della sofferenza e della salute di tutti gli abitanti del fondo valle dell’Isarco e dell’Adige. Si potrebbe già da domani affrontare il problema con un semplice intervento sui pedaggi della A22 (oggi 17 centesimi/km nella parte italiana – quasi 100 centesimi/km in quella austriaca) inducendo il traffico parassitario a redistribuirsi in tutto l’arco alpino.
  4. 4.Il tanto decantato dialogocon la popolazione (popolazione e non consiglieri comunali) sino ad oggi si è risolto in qualche convegno blindato e presidiato da un numero sproporzionato di forze dell’ordine, dove bastava avere un foulard notav per essere seguite a vista. Più che un dialogo, correttamente bisognerebbe chiamarlo un atto di intimidazione e pressione su qualsiasi dissenso, per quanto questo possa essere pacifico e dettagliato nei contenuti;
  5. 5.Sempre più amministratori eConsigli Comunali, iniziano (con ritardo) a mettere in discussione quest’opera e sempre più persone manifestano il loro dissenso verso il tav (es. di questo segnale si può leggere nelle ultime lettere pubblicate sui giornali locali)

Per ultimo, per quanto a noi non interessi la politica dei partiti, abbiamo dovuto constatare che oltre ai partiti che da sempre sostengono il tav, il PD, per lo meno quello dei vertici, ha…diciamo…”gettato definitivamente la maschera”. Ci piacerebbe che Luca Zeni andasse a dire ai suoi compagni di partito, che sono dei convinti ed attivi notav non solo qui a Marco ma in molte realtà, le stesse cose che ha dichiarato l’altra sera. Che faranno in futuro? Li espelleranno come hanno fatto in Val Susa? Non ci riguarda direte voi ed avete ragione, ma ci dispiace per i tanti amici che condividono con noi questa lotta.

Al contrario di quanto hanno voluto mostrare, è più che possibile fermare il Tav Brennero e fermarlo tocca a noi.

La Redazione

 

15 ottobre 2013

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31 agosto 2013

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  paesaggi scavati

 

21 luglio 2013

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20 luglio 2013

avviso

Tre almeno sono le condizione minime perchè una pubblica serata abbia il successo dato dall'affluenza di un numeroso pubblico:

  1. che l'argomento trattato risulti interessante
  2. che non vi siano altri eventi in contemporanea
  3. che sia stata diffusa notizia  dell'evento con informazione adeguata ed anticipata

 

Se si vuole ottenere una buona partecipazione. 

 

In caso contrario si usa il metodo ormai consolidato adottato anche in questa occasione  dall'amministrazione comunale di Ala:

 

  1. l'argomento delle serate si limita normalmente alla presentazione del bilancio annuale; in via del tutto eccezionale questa volta si aggiunge al minimale elenco delle serate informative una serata di illustrazione del nuovo piano estrattivo comunale
  2. purtroppo (o per fortuna ?) l'evento in contemporanea si intitola "tutti al mare",  questo prevede il calendario dei cittadini per il mese di luglio; senza esagerare in malizia, ma  "ci sono o ... ?"
  3. la sola pubblicazione dell'avviso sul sito del Comune senza esporre per tempo lo stesso nelle varie bacheche comunali nelle frazioni non può certo definirsi informazione adeguata.

 

Non possiamo non rilevare come la componente politica dell'amministrazione comunale in questa occasione si ponga timidamente in secondo piano, assegnando il compito di organizzare la serata all'ufficio tecnico comunale.

Non è da tale ufficio che i cittadini possono aspettarsi risposte, fin' ora mai date, in merito al risanamento (ripristino) reale delle aree estrattive. Il tecnico potrà dire quanto è previsto dalla legge.

Il politico dovrà dire se quella legge intende farla applicare, nel nome di quella  legalità che nelle aree estrattive del comune di Ala si è da decenni persa.

 

27 maggio 2013 

 

Ci scrive il signor Massimo in merito al taglio del Cedro della Scuola Media:

commento

 

La nostra risposta:

Caro Massimo, è vero le  due notizie quella sui lavori all'ex Collegio e quella del taglio del Cedro possono sembrare contraddittorie e se il parte lo sono è anche per la immediatezza della decisione dell'abbattimento o meglio, della tempestività della comunicazione dell' apertura  del Cantiere.
Le critiche , nella fattispecie sull'ex Convitto sono rivolte  alla mancanza di chiarezza circa il destino dell'immobile che ha visto in  questi 14 anni  due progetti radicalmente diversi e con un terzo che si sarebbe dovuto, questo sì per sopravvenute esigenze e mutati obiettivi dell'Azienda Sanitaria , mettere in cantiere.
L'auspicio è che venga recuperato un bene di pregio per un impiego meritorio.
Ma probabilmente  un terzo ripensamento  in 14 anni avrebbe provocato qualche perplessità.
Risale al marzo del 2012 la richiesta di esaminare alternative all'abbattimento della pianta lasciando quindi  un discreto lasso di tempo.
Lei ha ragione, una pianta mutilata  è uno sfregio e quidi piuttosto che ridurla ad un moncone informe tanto meglio abbatterla.
Non è il taglio di una pianta che ci sconvolge la vita. Gli alberi muoiono per cause diverse, anche per necessità della collettività.
Basterebbe mantenere almeno in città un saldo paritario.  Uno cade e uno si mette a dimora.

Grazie a Lei per le puntuali osservazioni 

cordialmente    la redazione

 

 

09 maggio 2013

 In data 18 luglio 2012 abbiamo pubblicato la seguente  foto  contrassegnata da un breve interrogativo: “ Replicanti? “

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Mal ce ne incolse!

Nessuno poteva immaginare quale vespaio di critiche, pressioni, tentativi di imbonimento, depistaggi amministrativi, inesattezze, insomma tutta la panoplia di sotterfugi che solo la Pubblica Amministrazione è in grado in alcune circostanze di schierare.

A nove mesi da quel' editoriale fotografico, il Manufatto o la Bacheca Replicata è stata rimossa, evidente segno della presenza di qualche macroscopica irregolarità.

 

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Non siamo pervasi da moti di gratificante soddisfazione ma piuttosto da una certa amarezza per quanto, in termini di comportamenti, atteggiamenti e reazioni verbali , ci sono stati rivolti,  anche da ambienti che avrebbero dovuto mantenere un atteggiamento molto più istituzionale, se è vero come  dovrebbe esserlo, che l'amministrazione è al servizio di Tutti i Cittadini ma ancor più della Legalità.

Per quanto sopra abbiamo ritenuto di inviare all'amministrazione comunale di Ala, la lettera sotto riportata perché  rimanga almeno qualcosa a futura memoria ed evitare l'insorgere  di amnesie pretestuose.

Recita un' antica massima del diritto latino: “ Amicus Plautus  sed magis amica veritas!

Libera Traduzione : “ Sei mio amico, Plauto, ma ancor più amica mi è la verità!”.

 

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Ogg. Procedure di accertamento

                                                                 Egregio Signor Segretario   

                                                                 del Comune di A L A

                                                                 Piazza S. Giovanni 1

Egregio Signor Segretario,

                      La “ Bacheca del Perlè” è stata rimossa a dimostrazione che la sua collocazione  era avvenuta in modo bonariamente definibile come “ leggero” e quindi, in attesa di una quasi certa ricollocazione della stessa , l'armonia  amministrativa sembra ricostituita.

          Rimangono le perplessità circa i comportamenti tenuti da alcuni settori dell' Amministrazione e il tentativo di mascherare prima e di disorientare poi quello che si è rivelato  un modo  piuttosto dilettantistico di gestire i rapporti con i cittadini.

         Questa condotta disdicevole  rimane al di là delle soluzioni che verranno adottate , come  intatti rimangono il vulnus giuridico e  l'amarezza per  gli atteggiamenti e le reazioni esterne ed interne  (non crediamo da parte sua) di fronte ad una segnalazione  che un tempo sarebbe stata accolta  con ben altri commenti e letta come partecipazione dei cittadini alla vita della Comunità.

         Ma evidentemente la dissociazione tra parole e fatti, tra comportamenti pubblici e privati è sempre più  marcata senza che purtroppo ne venga percepita la pericolosità e ridicolaggine .

         Questi sono i tempi nei quali compiere un'azione doverosa e richiamare i pubblici amministratori al proprio dovere si configura come una intromissione e una turbativa  da   controbattere con modi   sprezzanti.

         Verrebbe  spontaneo chiosare le critiche  con la citazione  :   “ Non canimus surdis” , ma è giusto che qualcosa rimanga agli atti.

         Auguri a lei e buon lavoro.  

         Distintamente

 

Luciano Rizzi,

Marcello Cavagna

Ala 20.4.2013 

 


 

25 aprile 2013

 

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"Pillole" del 25 aprile - e dintorni - ad Ala

 

 


 

19 aprile 2013

Lettera inviata al Dirigente del SERVIZIO SISTEMAZIONE MONTANA

della Provincia Autonoma di Trento

in merito all'intervento di "pulizia" nell'alveo del Torrente Ala

 

C'è sgomento, perplessità e indignazione in moltipenna strati della popolazione di Ala per l'intervento nell'alveo del Torrente Ala che ha sconvolto in maniera del tutto inusuale e come mai è stato fatto negli anni precedenti un paesaggio che è ormai parte integrante della città....

RISPOSTA DEL SERVIZIO BACINI MONTANI

Ringraziando il Servizio della P.A.T. per la sollecita risposta, rileviamo che il contenuto della lettera non porta ulteriori informazioni rispetto al precedente intervento del dott. Andrea Darra.

Va rimarcata la non comprensione da parte dell' Ente Pubblico della necessità di informare i cittadini anche quando si attuano interventi sul territorio.

Questa mancanza di informazione era uno degli appunti mossi nella nostra lettera.

Riteniamo che non solo all'associazione, che in questa occasione come in altre ha sollevato l'obiezione, vada indirizzata l'informazione, ma ai cittadini, sempre, preventivamente, ed in modo trasparente. 

Leggi la lettera di risposta

 

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015 DA QUESTA TERRAZZA DI DESOLAZIONE021

Una cosa è la pulizia e la sistemazione,

un' altra e ben diversa é la deforestazione 

totale delle rive e dei letti, l'asporto

totale di ogni forma arborea. 

vedi la galleria fotografica 

 

Scrive il dott. Andrea Darra, direttore dell'Ufficio Zona 3 PAT - Servizio Bacini montani

in merito alla pulizia dell'alveo del Torrente Ala

 


 

19 aprile 2013

 COMUNICATO

 

Abbiamo notato, anche a seguito di segnalazioni, la possibilità che il contenuto dei siti web dell' Associazione per la Tutela del Territorio e di Impegno Civile per Ala e Frazioni possa far pensare ad una contiguità tra le due realtà editoriali.

 

Riteniamo quindi necessario affermare un concetto per evitare equivoci interpretativi che possono sorgere in chi accede ai suddetti siti web:

 

l' Associazione per la Tutela del Territorio  ed  Impegno Civile per Ala e Frazioni sono due realtà distinte.

 

Le occasionali corrispondenze nell'attività redazionale dei due siti derivano esclusivamente dall' osservazione della medesima realtà locale.

 

Impegno Civile per Ala e Frazioni mantiene un taglio manifestamente politicizzato.

 

L' Associazione per la Tutela del Territorio si occupa specificatamente delle problematiche territoriali senza preclusioni ideologiche, prestando attenzione al territorio nella sua più ampia accezione di serbatoio di storia e cultura.

 

Un' attenzione anche critica che cerca di proporre delle soluzioni e delle alternative, con un costante invito al dialogo.  

 

 


 

19 aprile 2013

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26 marzo 2013

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28 gennaio 2013

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 18 gennaio 2013

 Iniziamo il secondo anno della nostra attività informativa

con l'augurio di un felice 2013.

 

Un buon anno che faccia intravvedere a tutti noi quella luce in fondo al tunnel "apparsa" tempo fa al nostro premier Monti.

 

Un buon anno a tutta la città, ma anche ai suoi amministratori, con l'augurio che si dimostrino capaci di cogliere le opportunità di dialogo che  si presentano, promuovendo il coinvolgimento delle Associazioni e della cittadinanza tutta nelle scelte future che impegneranno, anche economicamente, i cittadini ben oltre il breve mandato della stessa amministrazione. 

 

 


 

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 20 dicembre 2012 

“  Caro Amico ti Scrivo......”

La scelta di schierarsi   per convincimenti  personali,  per il desiderio di spendersi per aiutare la crescita e la conoscenza del proprio territorio con un  impegno  estraneo al tornaconto personale non  sono da sole sufficienti per   precostituire gratificazioni e ovviamente non assicurano riconoscenza e apprezzamento.

Si fa perché sembra   una cosa giusta , per  dare  testimonianza, per un dovere nei confronti di valori giudicati importanti   e le critiche , le disapprovazioni, le ironie e i commenti spesso  denigratori sono messi in conto; è finito il tempo dell' universalità di alcuni valori e pure quello delle distinzioni nette e categoriche . Ora tutto è sfumato e  trasversalmente distribuito e così è anche per l'approccio ai temi dell' ambiente e  del territorio.

Scrivere per informare non è un calcolo di matematica; non sempre due  più due fa quattro, le parole non hanno la ferrea e immutabile efficacia  delle cifre. La sfumatura che sottende la parola si incrocia con la complessa e variegata complessità dell'interpretazione, diversa per ognuno di noi .

In  controluce e sottotraccia si possono  nascondere le insidie di una lettura che travisa  le intenzioni spesso rese in modo inefficace.  Intervengono poi fattori quali  la  sensibilità , gli  interessi diversi, la particolarità di tante differenti realtà e qualche volta  anche  la malafede.

Qualunque cosa detta o scritta che abbia lo scopo di informare è soggetta a questi rischi e quindi la critica , la correzione, se necessaria anche la smentita , fanno parte delle regole del gioco.

Ma non l'insulto e peggio ancora l'insulto anonimo nascosto spesso dietro  pseudonimi di fantasia che la recente diffusione della comunicazione informatica consente.

Questa Associazione ha sin dall'inizio ritenuto indispensabile mantenere un contatto aperto con l'esterno  giudicandolo una  irrinunciabile necessità per definire un feed – back  con i lettori e le istituzioni consapevole  degli infortuni nei quali si sarebbe potuto incorrere. Ma  il tutto era ritenuto ampiamente compensato dalle potenzialità dello strumento comunicativo.

Le recenti polemiche sorte per quella che ancor ora consideriamo una normale e legittima richiesta di informazioni e per quanto ci riguarda chiuse dopo l'acquisizione degli indispensabili elementi di conoscenza,  hanno offerto opportune e utili indicazioni circa la linea editoriale assunta ma hanno  determinato il convincimento che la “ libertà “ assoluta quando mal interpretata ha  delle spiacevoli complicanze.

Il tono aspro  di alcuni, gli atteggiamenti pretenziosi di altri e le piccate osservazioni mai comunque sopra le righe, fanno parte delle regole del gioco o come si usa più modernamente dire oggi “ del Rischio d'Impresa” e sono accolte e ben valutate .

Ma l'offesa quella proprio no e quindi verrà attuata  una limitazione,  anche  se  parziale per l' accesso al sito. 

Rimane inalterata la possibilità di interloquire e fornire indicazioni, suggerimenti e ovviamente critiche , non più però in maniera totalmente anonima.

All 'utente che desidera interfacciarsi con il sito  si chiede ora l'inserimento del proprio indirizzo @e-mail. Rimane la possibilità di  inviare commenti sotto “ copertura” , ma la loro pubblicazione sarà sottoposta al vaglio preventivo della Redazione.


 

 29 novembre 2012

 vogliamo uccicere la farfalla

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27 novembre 2012

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26 novembre 2012

Scrive il signor alpino nei commenti all'articolo "Soccorso Al pino" : 

"mi sembrate prevenuti nei confronti di questa amministrazione addebitando anche responsabilità della passata gestione non va mai bene niente se non quello che proponete voi: il mercato, la malga dei cacciatori, la sede del cai ecc...qualcosa di buono lo avranno fatto? se si....aspettiamo di leggerlo"

 

lettera

Egregio  alpino,

si critica certo, ma non sono stati lesinati gli apprezzamenti. 

Ne è stato dato atto,  con articoli presenti sul sito ad esempio: per l'ultima edizione dei velluti, per i lavori di pulizia della stradina che porta ai Brustoloti, per la pista ciclabile, per i lavori di riordino urbano e per la sistemazione della Piazza Giovanni XXIII.  

Non tutte sono state critiche  "a prescindere",  molte sono state  segnalazioni e  proposte : l'appello per ripristinare la sentieristica di prossimità quale quella dell' Altarello,  l'evidenza delle problematiche del Palazzo Malfatti Pietro in via Torre, e la proposta di risistemare nuovi percorsi ciclo pedonabili.

E poi certo anche le critiche a questa e alla precedente amministrazione.  Molto spesso non era contestato l'intervento come tale  ma  la mancanza di iniziativa o un approccio alla citta e al territorio che , ovviamente in modo del tutto personale, non era condiviso. Si cerca di spaziare su aspetti di costume  e su alcune curiosità del territorio e delle tradizioni, e quindi l'opposizione netta si limita  allo spostamento del Mercato,  alla riclassificazione delle strade di arroccamento ( non ancora avvenuta), sull'impoverimento del verde urbano .

Ma d'altra parte l'amministrazione dispone di ampi mezzi per ribattere e comunicare con la cittadinanza. In quanto all'estraneità dell'amministrazione su alcuni interventi (quali?) è convinzione che la Comunità Locale e i propri organismi rappresentativi siano i responsabili di quanto avviene sul territorio di competenza.

Questa è la visione nostra per una tutela e valorizzazione del territorio.  Non si pretende di esprimere una verita' assoluta.  Proviamo con i nostri  pochi  mezzi e molti limiti, ad evidenziare e sottoporre alcune sofferenze,  ben disposti ad accogliere  la critica come la Sua e se possibile anche qualche suggerimento.

 

Cordialmente   la redazione

 

PS. il taglio delle piante rientra in un intervento per la Protezione Civile, quindi non si comprende il Suo riferimento alla sede del CAI che, evidentemente, non ha niente a che vedere con l'operazione.

 

La pubblicazione delle immagini dei mezzi del Soccorso Alpino parcheggiati in uno spazio pubblico nel quale fino a qualche giorno fa erano ospitati alcuni monumentali cedri, ha indotto l'Associazione a formulare alcuni interrogativi
circa il chi, il come e il perché.
 
Appurata l'esistenza di una variazione del piano urbanistico e di una concessione edilizia, rimangono inalterati i dubbi circa la repentinità e l'insolita procedura con la quale
sono state abbattute le piante.
 
L'attivazione di un cantiere è disciplinata da precise norme , molti di noi sanno probabilmente  in cosa si incorre per semplici lavori domestici non dichiarati con apposita segnalazione esterna.
 
In mancanza di informazioni più esaurienti  
non è riprovevole affidarsi alle ipotesi.
 
Certamente i prossimi giorni gli Organi dell'Amministrazione Comunale saranno in grado di sciogliere ogni residuo dubbio.
 
Sono del tutto comprensibili e legittime  le reazioni anche piccate  pervenute e correttamente pubblicate, ma rimane il rammarico di quanti possono aver considerata l'informativa dell'Associazione un disconoscimento dell'azione delle Associazioni in parola.
 
Anche in presenza di qualche errore dei singoli, e questo non è né ipotizzato e tantomeno accertato, lo spirito e le finalità di quanti volontariamente operano sul territorio
rimangono inalterate e meritorie.
 
L'aver citato la SAT , immediatamente dissociatasi dall'essere chiamata in causa per  fatti inesistenti, è da considerare non certo come un richiamo ma quasi come una richiesta di solidarietà. 
 
 
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 6 novembre 2012

 

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Gli ultimi prati di Pozzo risparmiati -per ora- dagli arrampicatori

 

del "vino di montagna"

 



 

 

15 ottobre 2012 

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10 ottobre 2012 

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05 ottobre 2012  

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28 settembre 2012 

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27settembre 2012 

Freno al consumo di suolo in un ddl del Governo

 

imagesOneri di urbanizzazione impiegati per "fare cassa"

 

Con la legge finanziaria del 2008 e per effetto del "Milleproroghe del 2010", si è stabilito che i proventi delle concessioni edilizie potessero essere utilizzati, per una quota non superiore al 50%, per il finanziamento di spese correnti dell'Ente.

 

Una misura che ha slegato gli oneri di urbanizzazione dalla realizzazione delle opere per le quali venivano versati. Con l'effetto che un'amministrazione potesse essere interessata a costruire piuttosto che a recuperare per il solo obiettivo di far quadrare i bilanci. Un  provvedimento - quello introdotto dalla finanziaria - che ha una validità limitata nel tempo. La possibilità di utilizzare gli oneri di urbanizzazione per fare cassa è prevista infatti fino alla fine di quest'anno.  


 

Dall'ultimo Consiglio dei Ministri -14 settembre 2012- un disegno di legge quadro per limitare il consumo di suolo e valorizzare le aree agricole.

 

Secondo il Presidente Mario Monti, un provvedimento di grande importanza, tanto da poter essere definito anch'esso una sorta di "Salva Italia". Questa volta non è il bilancio a dover essere salvato ma il paesaggio agricolo che, come risorsa inestimabile del Paese, è strettamente connesso alle questioni economiche.

 

Il Consiglio ha approvato il testo su proposta dei Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali, per i beni culturali e dello sviluppo economico, di concerto con i ministri competenti. Dovrà acquisire il parere della Conferenza Unificata prima dell'inizio dell'iter parlamentare e non è escluso che possa diventare legge entro la fine di questa legislatura.

 

L'intento è porre un freno alla cementificazione del territorio agricolo. «Negli ultimi 40 anni» ha asserito Monti «la superficie agricola è passata da 18 a 13 milioni di ettari, con una perdita pari alla somma dei territori di: Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna». Una grande perdita - ha ricordato il Presidente - per la filiera agro-alimentare, con l'effetto che la produzione non riesce a soddisfare il fabbisogno nazionale. Ripercussioni negative, naturalmente, sul paesaggio e sugli assetti idrogeologici.

 

Il disegno di legge si ispira alla normativa tedesca, ha spiegato il ministro Catania: verrà fissata l'estensione massima di terreno agricolo sottraibile alla sua funzione, ovvero si stabilirà la massima superficie edificabile che verrà poi suddivisa fra le varie Regioni, secondo una distribuzione armonica su tutto il territorio nazionale.

 

Sono diversi i mezzi che il disegno di legge mette in campo. Secondo quanto sintetizzato nel comunicato stampa diramato al termine del Consiglio, possono essere riassunti in 8 punti. Li riportiamo:

 

1. Vengono identificati come "terreni agricoli" tutti quelli che, sulla base degli strumenti urbanistici in vigore, hanno destinazione agricola;

 

2. Si introduce un meccanismo di identificazione, a livello nazionale, dell'estensione massima di terreni agricoli edificabili (ossia di quei terreni la cui destinazione d'uso può essere modificata dagli strumenti urbanistici). Lo scopo è quello di garantire uno sviluppo equilibrato dell'assetto territoriale e una ripartizione calibrata tra zone suscettibili di utilizzazione agricola e zone edificate;

 

3. Si prevede il divieto di cambiare la destinazione d'uso dei terreni agricoli che hanno usufruito di aiuto di Stato o di aiuti comunitari. Nell'ottica di disincentivare il dissennato consumo di suolo, l'intervento mira a evitare che i terreni che hanno usufruito di misure a sostegno dell'attività agricola subiscano un mutamento di destinazione e siano investiti dal processo di urbanizzazione;

 

4. Viene incentivato il recupero del patrimonio edilizio rurale per favorire l'attività di manutenzione, ristrutturazione e restauro degli edifici esistenti.

 

5. Si istituisce un registro presso il Ministero delle politiche agricole al fine di identificare i Comuni interessati, i cui strumenti urbanistici adottati non prevedono l'ampliamento di aree edificabili o un aumento inferiore al limite determinato dalle Regioni, che possono chiedere di essere inseriti.

 

6. Si abroga la norma che consente che i contributi di costruzione siano parzialmente distolti dalla loro naturale finalità - consistente nel concorrere alle spese per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria - e siano destinati alla copertura delle spese correnti da parte dell'Ente locale.

 

7. Si abroga inoltre la norma che prevede che una percentuale dei proventi delle concessioni edilizie e delle sanzioni previste dal Testo Unico in materia edilizia sia utilizzata per il finanziamento delle spese correnti dell'ente locale. Il fine è quello di disincentivare l'attività edificatoria sul territorio.

 

 



 

23 settembre 2012 

ALA - Porta S.Giovanni

 

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 Fino alla prima metà del secolo scorso Ala era munita di due porte situate l'una nella piazza del mercato (ora piazza Giovanni XXIII, ex Statuto) tra l'attuale ospedale e le Bastie e l'altra in piazza del Ponte sull'Ala tra la chiesa di S. Giovannino (del 1740) ed il Filatoio di seta Gresti.

 

porta001 300x433L'origine di tali ingressi non è di certo molto remota. Pare assodato che la Portad'Italia (detta anche "Porta del Spiaz"), verso Verona fosse sorta verso il 1630, quando infieriva la peste, che purtroppo venne importata anche ad Ala per mezzo di una collana di perle e di un quadro della famiglia veronese Rottari ereditato dai baroni Taddei. Per porre appunto un argine e per con­trollare il passaggio di persone e di mercanzie sospette, venne deliberata, quale misura sanitaria, l'erezione di questa porta.

 

Ma non si deve dimenticare però che quelli erano tempi di vendette, di uccisioni, di assassinii, d'improvvisi assalti di alpigiani, che scendevano dai Monti Lessini, come ce lo conferma il Gattioli nella sua Cronaca inedita di Ala, per cui quella della peste può essere stata solo una causa movente dell'erezione delle porte, mentre la necessità del controllo dei forestieri era sentita da tempo.

 

La Porta d'Italia era ad un solo arco e venne demolita nel 1844, purtroppo "con sollecito zelo" dice un cronista dell'epoca e "dispiacque a parecchi perché tolse ogni indizio di città".

 


Porta S. Giovanni
, invece, era ad un arco maggiore nel mezzo ed a due laterali minori con relative porticine, quindi di struttura architettonica mi­gliore della meridionale. Essa venne demolita nel 1796 all'epoca del generale Beaulieu, che battuto in Piemonte e in Lombardia si ritirò e si trincerò in Ala e non a Rovereto come vorrebbero asserire alcuni storici, in attesa di rinforzi.

A poche decine di metri da queste porte vi erano apposite iscrizioni su pietre con l'ordine di disarmarsi:

 

— "Qui si depongono le armi e si levan le cartelle agli schioppi". 

 

dalla Guida storico-turistica di Ala e frazioni, di Italo Coser 1975 

 



 

23 settembre 2012

"Voi, giardinieri della valle"

(quando si esagera con la retorica) 

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23 settembre. A vendemmia quasi ultimata,

così si presenta l'uva nei "giardini".

Diventerà DOC o IGT trentino.....alla salute! 

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