Testo fisso

 Per la politica dell'ambiente                                   Chi lotta può perdere,chi non lotta ha già perso! Guevara                                          

Il Parco Pizzini 

 un giallo come Gorky Park o un fantasy come Giurassik Park ?

 

Parco Pizzini

 

L'articolo sullo stanziamento fatto dalla PAT  per l'acquisizione del Parco Pizzini, come sempre succede ad Ala,  ripropone impropriamente  fin dal  titolo  la fantasiosa accezione  di “ Parco Righi “  ora in coppia con Palazzo Azzolini   -  anche se a dire il vero qualche ulteriore ricerca sulla  proprietà  andrebbe fatta.

 

Per noi è e sarà Parco Pizzini come  altro nome non daremo mai al Palazzo Malfatti di Piazza S. Giovanni. Lasciamo questa responsabilità e  questo distintivo culturale all'Amministrazione di Ala.

 

Nell'articolo si pone entusiasticamente l' accento sui benefici che ne deriveranno alla città, alle opportunità culturali e ricreative che si apriranno, alla riqualificazione e valorizzazione del comparto natatorio, ma poco o nulla di quanto encomiasticamente si sottolinea corrisponde alla realtà o forse sarebbe più corretto dire che su alcuni fondamentali  destinazioni e impieghi si è steso   un preoccupante silenzio .

 

La funzione strategica del Parco Pizzini risiede nella assoluta inderogabile  necessità di far rientrare nei parametri edilizi,  l'insieme degli edifici che gravitano sullo stesso:  la futura Scuola Media, lo Studentato dell' ex Convitto Silvio Pellico  e il Centro Natatorio.

 

Senza il Parco verrebbero a mancare i requisiti fondamentali  in materia di rapporto  tra superficie e volumetria, gli  spazi per la  sicurezza , una logistica d'accesso funzionale e i previsti parcheggi  per il Centro Natatorio e per l'insieme d'uso più generale così come previsti  per le nuove costruzioni.

 

Il destino del Parco potrebbe essere  quindi  quello di essere parcellizzato in quattro parti, 

-        Un piazzale /Cortile,

-        uno spazio per posti macchina

-        il ripristino di una vecchia viabilità funzionale alla Scuola Media

-      infine una parte cosiddetta pubblica con il vincolo d'uso per la popolazione subordinata però alle decisioni dell' autorità scolastica in quanto spazio ad essa dedicato.

 

Come si vede tutt'altro che  smeraldo incastonato nel cuore  della città come si è voluto  far credere, nessuna poesia, solamente la pragmatica necessità di disporre dell'area aggravata   dall'indeterminatezza  che una  progettazione  appena  abbozzata , consente di intravedere.

 

    Questa è la verità.                Altro che       “ Gioiellino !

 

Ancor oggi interpretazioni diverse cercano di mantenere vivi  gli entusiasmi  trionfalistici che sin dall'inizio hanno voluto contrassegnare l' acquisizione del Parco Pizzini .

 

E infatti inizialmente l' operazione venne presentata con ben altre finalità e la destinazione del Parco si orientava verso scenari diversi per quanto fantasiosi. 

Un parco per anziani, la sede di un Ostello, il Parco Musicale, quello letterario o delle rimembranze.

Un  fiera della vanità per la neonata amministrazione  che purtroppo adottò il trionfalismo spicciolo quale identificativo del proprio operato.

Qualcuno di questi obiettivi  si libra ancora nostalgicamente e stancamente ;  ma sembra far parte di un deja vù   figlio di una  costante  culturale . 

 

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Allo stato attuale il Parco non è tutelato, non è ubicato nel perimetro del Centro Storico , per il  Piano Urbanistico è considerato un'area edificabile soggetta alla  speculazione  e alle leggi del mercato  - (quello vero non quello di via Marconi) e quindi di fatto esposto  ad ogni tipo di rischio.

 

Per questo ben venga l'acquisizione da parte dell'Ente Pubblico,  anche  se l'adozione di altre soluzioni quali quella dell'esproprio per pubblica utilità avrebbe consentito  considerevoli risparmio;   i tempi biblici delle pubblica amministrazione possono costituire una pausa di riflessione e di ravvedimento.

 

Un approccio più ponderato e razionalmente più sostenibile, una definizione del comparto scolastico   meno ciarliera  e velleitaria , con   un accostamento   che possa compendiare  le esigenze  di uno spazio storico   con  quelle  dell' area scolastica,  e infine con  un  risparmio di risorse pubbliche  .

 

Solamente l'acquisizione dell' area ora  di pertinenza della Canonica,  su Via Anzelini, potrebbe consentire  il  rientro nei parametri necessari alla costruzione della Nuova scuola Media, soddisfacendo in  parte anche le necessità del  Centro Natatorio e restituire   quindi il Parco Pizzini alle destinazioni originarie.  Ma  dubitiamo che la Provincia per quanto in tempi  elettorali, potrà sobbarcarsi un ulteriore onere per la Città di Ala e voci maliziosamente insistenti sembrano propendere per una operazione attenta e funzionale all' acquisto come tale.

Infine una considerazione di metodo,

 

Impegni di tale dimensioni  titolati a ridisegnare un'intera area della città e riconfigurarne l'urbanistica richiederebbero un approccio intellettualmente  più ampio  e la  volontà di ricercare soluzioni  più connotate    agli obiettivi generali . Pensiamo   ad un concorso di idee  e  se  non  quelli di  grandi personalità   almeno allargando l'orizzonte della ricerca.

 

Non è forse questo  che ha fatto il Comune di Rovereto per la sua massima opera : il MART o quello di Trento con il Polo Universitario, la Biblioteca d'Ateneo, il quartiere delle Albere il Museo della Scienza e della tecnica?

 

Un notevole impegno finanziario si potrà ribattere, ma  è  poi proprio vero?  E comunque  l'importanza dell'operazione  giustifica  e impone  ben altre considerazioni!

 

Non  si avverte neppure  la necessità di organizzare una informazione più partecipata. 

Tutto  assume  la caratteristica di una paternalistica elargizione, come già successo  in passato con Palazzo Taddei .  Certo, meglio il silenzio di promesse fumose o  velleitari, ma  poiché così non è  tanto varrebbe perseguire  la strada virtuosa del coinvolgimento e dell'ascolto.

 

Il silenzio o peggio  le  mezza verità  sembrano figlie più di un' incertezza diffusa che  di una  discreta riflessività, la comunicazione, quella istituzionale,  è affidata al “Bollettino” e la partecipazione è un vocabolo ormai usuale solamente nei necrologi.

 

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…..Ma non solo di parco  langue l'amministrazione.....

 

Manca quella visione unitaria che pur nelle difficoltà del momento avrebbe potuto costituire riferimento ad ogni  elaborazione e obiettivo per l' ideazione, la progettazione e l'esecuzione  di quanto componeva  il progetto elettorale .

 

La città avrebbe dovuto ispirare ogni  l'input operativo,  la città  intesa come corpo vivo in ogni sua parte, letta, compresa  e perseguita in maniera  unitaria.

La parcellizzazione  adottata come metodo  non è in grado neppure di armonizzare un progetto (inesistente ) di arredo urbano con quello dell'informatizzazione o della cura del recupero di alcune aree degradate. Non vi è coerenza ne funzionale ne tanto meno stilistica neppure tra i cestini dei rifiuti , le fioriere e le recinzioni , figuriamoci  sui grandi temi rappresentati dalle aree dismesse quali la Cartierina, l'area ex Slanzi e quella della stazione ferroviaria.

 

Non erano forse l'informazione il coinvolgimento, la partecipazione   i festoni colorati che addobbavano il carro da parata pretenziosamente carico delle promesse elettorali? Ma il rossore imporpora appena le gote di quanti si sono prodigati per un metodo e un programma di governo  quasi subito  (quasi con gioia, aggiungiamo noi) consegnato alle ortiche.

  

Luciano

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