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- Pubblicato Sabato, 12 Gennaio 2013 17:56
- Scritto da Rizzi Luciano
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Il Parco Pizzini
un giallo come Gorky Park o un fantasy come Giurassik Park ?
L'articolo sullo stanziamento fatto dalla PAT per l'acquisizione del Parco Pizzini, come sempre succede ad Ala, ripropone impropriamente fin dal titolo la fantasiosa accezione di “ Parco Righi “ ora in coppia con Palazzo Azzolini - anche se a dire il vero qualche ulteriore ricerca sulla proprietà andrebbe fatta.
Per noi è e sarà Parco Pizzini come altro nome non daremo mai al Palazzo Malfatti di Piazza S. Giovanni. Lasciamo questa responsabilità e questo distintivo culturale all'Amministrazione di Ala.
Nell'articolo si pone entusiasticamente l' accento sui benefici che ne deriveranno alla città, alle opportunità culturali e ricreative che si apriranno, alla riqualificazione e valorizzazione del comparto natatorio, ma poco o nulla di quanto encomiasticamente si sottolinea corrisponde alla realtà o forse sarebbe più corretto dire che su alcuni fondamentali destinazioni e impieghi si è steso un preoccupante silenzio .
La funzione strategica del Parco Pizzini risiede nella assoluta inderogabile necessità di far rientrare nei parametri edilizi, l'insieme degli edifici che gravitano sullo stesso: la futura Scuola Media, lo Studentato dell' ex Convitto Silvio Pellico e il Centro Natatorio.
Senza il Parco verrebbero a mancare i requisiti fondamentali in materia di rapporto tra superficie e volumetria, gli spazi per la sicurezza , una logistica d'accesso funzionale e i previsti parcheggi per il Centro Natatorio e per l'insieme d'uso più generale così come previsti per le nuove costruzioni.
Il destino del Parco potrebbe essere quindi quello di essere parcellizzato in quattro parti,
- Un piazzale /Cortile,
- uno spazio per posti macchina
- il ripristino di una vecchia viabilità funzionale alla Scuola Media
- infine una parte cosiddetta pubblica con il vincolo d'uso per la popolazione subordinata però alle decisioni dell' autorità scolastica in quanto spazio ad essa dedicato.
Come si vede tutt'altro che smeraldo incastonato nel cuore della città come si è voluto far credere, nessuna poesia, solamente la pragmatica necessità di disporre dell'area aggravata dall'indeterminatezza che una progettazione appena abbozzata , consente di intravedere.
Questa è la verità. Altro che “ Gioiellino ! ”
Ancor oggi interpretazioni diverse cercano di mantenere vivi gli entusiasmi trionfalistici che sin dall'inizio hanno voluto contrassegnare l' acquisizione del Parco Pizzini .
E infatti inizialmente l' operazione venne presentata con ben altre finalità e la destinazione del Parco si orientava verso scenari diversi per quanto fantasiosi.
Un parco per anziani, la sede di un Ostello, il Parco Musicale, quello letterario o delle rimembranze.
Un fiera della vanità per la neonata amministrazione che purtroppo adottò il trionfalismo spicciolo quale identificativo del proprio operato.
Qualcuno di questi obiettivi si libra ancora nostalgicamente e stancamente ; ma sembra far parte di un deja vù figlio di una costante culturale .
Allo stato attuale il Parco non è tutelato, non è ubicato nel perimetro del Centro Storico , per il Piano Urbanistico è considerato un'area edificabile soggetta alla speculazione e alle leggi del mercato - (quello vero non quello di via Marconi) e quindi di fatto esposto ad ogni tipo di rischio.
Per questo ben venga l'acquisizione da parte dell'Ente Pubblico, anche se l'adozione di altre soluzioni quali quella dell'esproprio per pubblica utilità avrebbe consentito considerevoli risparmio; i tempi biblici delle pubblica amministrazione possono costituire una pausa di riflessione e di ravvedimento.
Un approccio più ponderato e razionalmente più sostenibile, una definizione del comparto scolastico meno ciarliera e velleitaria , con un accostamento che possa compendiare le esigenze di uno spazio storico con quelle dell' area scolastica, e infine con un risparmio di risorse pubbliche .
Solamente l'acquisizione dell' area ora di pertinenza della Canonica, su Via Anzelini, potrebbe consentire il rientro nei parametri necessari alla costruzione della Nuova scuola Media, soddisfacendo in parte anche le necessità del Centro Natatorio e restituire quindi il Parco Pizzini alle destinazioni originarie. Ma dubitiamo che la Provincia per quanto in tempi elettorali, potrà sobbarcarsi un ulteriore onere per la Città di Ala e voci maliziosamente insistenti sembrano propendere per una operazione attenta e funzionale all' acquisto come tale.
Infine una considerazione di metodo,
Impegni di tale dimensioni titolati a ridisegnare un'intera area della città e riconfigurarne l'urbanistica richiederebbero un approccio intellettualmente più ampio e la volontà di ricercare soluzioni più connotate agli obiettivi generali . Pensiamo ad un concorso di idee e se non quelli di grandi personalità almeno allargando l'orizzonte della ricerca.
Non è forse questo che ha fatto il Comune di Rovereto per la sua massima opera : il MART o quello di Trento con il Polo Universitario, la Biblioteca d'Ateneo, il quartiere delle Albere il Museo della Scienza e della tecnica?
Un notevole impegno finanziario si potrà ribattere, ma è poi proprio vero? E comunque l'importanza dell'operazione giustifica e impone ben altre considerazioni!
Non si avverte neppure la necessità di organizzare una informazione più partecipata.
Tutto assume la caratteristica di una paternalistica elargizione, come già successo in passato con Palazzo Taddei . Certo, meglio il silenzio di promesse fumose o velleitari, ma poiché così non è tanto varrebbe perseguire la strada virtuosa del coinvolgimento e dell'ascolto.
Il silenzio o peggio le mezza verità sembrano figlie più di un' incertezza diffusa che di una discreta riflessività, la comunicazione, quella istituzionale, è affidata al “Bollettino” e la partecipazione è un vocabolo ormai usuale solamente nei necrologi.
…..Ma non solo di parco langue l'amministrazione.....
Manca quella visione unitaria che pur nelle difficoltà del momento avrebbe potuto costituire riferimento ad ogni elaborazione e obiettivo per l' ideazione, la progettazione e l'esecuzione di quanto componeva il progetto elettorale .
La città avrebbe dovuto ispirare ogni l'input operativo, la città intesa come corpo vivo in ogni sua parte, letta, compresa e perseguita in maniera unitaria.
La parcellizzazione adottata come metodo non è in grado neppure di armonizzare un progetto (inesistente ) di arredo urbano con quello dell'informatizzazione o della cura del recupero di alcune aree degradate. Non vi è coerenza ne funzionale ne tanto meno stilistica neppure tra i cestini dei rifiuti , le fioriere e le recinzioni , figuriamoci sui grandi temi rappresentati dalle aree dismesse quali la Cartierina, l'area ex Slanzi e quella della stazione ferroviaria.
Non erano forse l'informazione il coinvolgimento, la partecipazione i festoni colorati che addobbavano il carro da parata pretenziosamente carico delle promesse elettorali? Ma il rossore imporpora appena le gote di quanti si sono prodigati per un metodo e un programma di governo quasi subito (quasi con gioia, aggiungiamo noi) consegnato alle ortiche.
Luciano
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