Testo fisso

 Per la politica dell'ambiente                                   Chi lotta può perdere,chi non lotta ha già perso! Guevara                                          

 Turbative  etniche nella Ala asburgica tra Verboten Ausgang e Viva Trieste

 

Ala gegen Sud

 

Verboten Ausgang” recita un cartello alla stazione internazionale di Ala   senza proporre anche  la traduzione italiana e questo basta per suscitare le critiche  del Giornale Alto Adige  del 4.6.1903. Piccoli screzi in fondo  come quando, sempre il giornale Alto Adige (giornale irredentista) nel 1902 , lamenta che i diplomi rilasciati ai frequentanti  i corsi professionali siano scritti in tedesco  (….a Praga o Lubiana non sarebbe accaduto).

 

Sicuramente  il problema della lingua ad  Ala  non desta particolari tensioni nella vita civile e  nelle scuole  si usa  l’italiano con  l’immagine di Dante che giganteggia in aula magna  . D’altronde la folta colonia di regnicoli (abitanti del Regno d’Italia) che risiede  in città  per la presenza della stazione internazionale favorisce una buona integrazione e le tensioni sono sfumate. 

L’amministrazione asburgica coltiva buoni rapporti con il vicino Stato Italiano e nel 1900 acconsente all’officio funebre  organizzato dagli impiegati italiani  per commemorare il  trigesimo del regicidio  di Umberto I^ di Savoia. I giornali raccontano di una città che si ferma,  i negozi espongono il cartello “chiuso per  lutto” come fosse morto il Kaiser , la bandiera sul municipio abbrunata, un lungo corteo preceduto dalla Banda  con la presenza di tutte le Autorità austriache e italiane, dei consigli comunali di Ala, Pilcante, Chizzola e Serravalle, la Società di Mutuo Soccorso, guardie di finanza italiane in alta uniforme e anche la Società dei veterani austriaci con la loro bandiera.  D’altronde eravamo pur sempre alleati nella Triplice (alleanza fra Germania, Austria e Italia)

 

S.M. Umberto I Re d'Italia

Re Umberto primo di Savoia ucciso il 29 luglio 1900 dall’anarchico Bresci

 

La vita istituzionale   risente comunque  delle tensioni periodiche  relative alle richieste di  autonomia da  Innsbruck    reclamata   da tutte le forze politiche di lingua italiana . D’altronde proprio  ad Ala nel 1901 si tiene un grande Comizio per l’autonomia con la partecipazione  di Cesare Battisti (socialista)  con  un  intervento anche del concittadino avvocato Pietro Sartori (liberale e deputato)   che evoca tra l’altro la fiorentissima industria dei velluti  ora scomparsa anche per colpa, a suo dire, dell’Unione con il Tirolo (ben 700 occupati e 300 telai). Il suo ordine del giorno però è bloccato dalla censura (che interviene spesso)     e non è dato di conoscerlo .

 

Ad Ala è attiva  una sezione locale  della Lega Nazionale diretta dall’avvocato Giobatta Debiasi già deputato a Vienna, sorta nel 1891 a Trieste sulle ceneri della “Pro Patria” e che si propone la diffusione della cultura italiana nelle regioni  suddite dell’impero Austroungarico, ma della sua attività e incidenza sulla realtà alense potremo riparlarne in altro articolo . Dico solo che la presenza  dei loro esponenti nella vita istituzionale , ricreativa ed economica della città è  molto pregnante e diffusa, come appare dall’Almanacco Trentino del 1910 – 1911. Rappresentano una  minoranza, ma  assai   influente.

 

Banda con Debiasi e Sartori

Banda di Ala a inizio secolo – con la bombetta da sinistra Valentino Debiasi Presidente e Podestà  e Pietro Sartori del Direttivo, membri della Lega Nazionale

 

Le tensioni comunque non mancano, soprattutto nelle zone mistilingui come l’Altopiano di Folgaria e Luserna , la Valle dei Mocheni, la Val di Fassa, dove, a parere del  giornale ’Alto Adige, la penetrazione dell’elemento tedesco (chiamati Volksbundisti)  soprattutto con scuole ed asili di lingua tedesca, crea delle tensioni  non da poco. Ma questa è materia   oggetto di  valutazioni  da parte degli storici, e non mi addentro in giudizi superficiali.

 

Alcuni  contrasti riemergono con forza nel corso del 1903 – 1904 per i  cosiddetti “fatti di Innsbruck”  quando  studenti universitari italiani  lamentano di essere sottoposti a vessazioni continue   dai pangermanisti  e sono imprigionati dalle autorità dopo aver manifestato il loro dissenso.

Su tali episodi si innesta anche la ricorrente richiesta di una Università di lingua italiana a Trieste; tale problema si trascinerà fino allo scoppio della guerra senza soluzione. 

In Trentino, e anche nel regno di Italia, monta una protesta che coinvolge le Istituzioni pubbliche e varie Associazioni. Ad Ala il Consiglio Comunale , con a  capo il Podestà Valentino Debiasi fratello dell’avvocato GioBatta, deplora l’accaduto in un ordine del giorno; lo stesso fa la Cassa Rurale in una Assemblea.

D’altronde la Cassa (nata su iniziativa  dei liberali  a differenza delle  altre Casse Rurali sorte dal movimento cattolico)   è diretta da numerosi esponenti legati  alla Lega Nazionale  (come Valentino Debiasi, Luigi Dalla Laita, Pietro Pallaver, Pietro Sartori , Francescatti Enrico, Vicentini Bortolo, dott. Riccardo Largaiolli).

 

Università Italiana

“Venezia a Trento, a Trieste nell’ora del duolo”  stampata per gli scontri a Vienna per l’università Italiana

 

La stessa Banda di Ala, nel cui direttivo militano alcune delle  stesse persone, sospende in segno di protesta il concerto della patrona  Santa Cecilia del 1904  e addirittura la cena sociale che di solito segue il concerto (mi immagino la delusione  dei poveri suonatori che aspettavano con trepidazione tale incontro conviviale, senz’altro l’unico della loro grama  esistenza). Dopo una settimana però la Banda si esibisce in piazza San Giovanni alla presenza di un folto pubblico e, forse provocatoriamente,  “intona  la marcia  “Viva Trieste” intercalata dagli applausi del pubblico entusiasta ad ogni motivetto  noto della città marinara” .

Per fortuna alla sera  la cena viene riproposta. 

D’altronde il nostro Corpo Musicale  aveva già sopportato  un  contrasto con l’Amministrazione austriaca  quando quest’ultima  non aveva approvato  il bozzetto delle nuove divise causa “la marcata somiglianza con quella delle regie armate italiane”.  Nuovo bozzetto con qualche mugugno  e quindi approvazione

Come si vede il controllo del territorio è piuttosto stretto, figurarsi che  per spostarsi in altro Comune ogni associazione   ha bisogno del permesso.

 

bozzetto divisa 1888

Secondo bozzetto della divisa della  Banda approvato dalla Autorità  austriaca 

 

Tra le altre associazioni alensi più attive    merita un cenno Il “Veloce Club Ala “ fondato nel 1896 da Domenico de’Pizzini  e poi rifondato nel 1910 da Guido Lodron e Venturi Aleardo,  anche beneficiando della presenza in Ala di una folta colonia di “regnicoli” benestanti .

Proprio in quell’anno l’Associazione tiene ad Ala un riuscito  convegno ciclistico, con benedizione del vessillo sociale disegnato dal nostro prof. Dalla Laita  e le cronache riportano tra l’altro i discorsi ufficiali inneggianti all’italianità:  “Se vi imbattete con coloro che quotidianamente offendono i nostri sentimenti, e quanto abbiamo di più sacro, la favella di Dante, fate loro comprendere con ogni mezzo che noi siamo italiani”.

Lo stesso “Inno ciclistico trentino” si colora  di forti tinte  italiane.  Non è dato di sapere se questi sentimenti  sono condivisi dalla maggioranza degli associati o se rappresentano solo le convinzioni dei responsabili provinciali. Tant’è che nel 1912, al trasloco della Dogana ed alla partenza di numerosi impiegati italiani, il Veloce Club, assieme alla Società di Lettura, alla Lega Nazionale e al Comitato di Beneficenza soffriranno del calo di adepti , segno che i soci di lingua italiana erano numerosi.

 

Veloce club 1915

Il veloce club in gita con il vessillo del 1910 disegnato dal concittadino prof. Luigi Dalla Laita

 

Che altro dire? La sensazione è che le tensioni di matrice etnica, almeno ad Ala,   siano limitate e soprattutto gestite con buon senso prima di degenerare.

In  conclusione sorridiamo  di un comico fatterello  accaduto nel   1913  quando il    giornalista   , quasi fosse in presenza di vilipendio alla bandiera,   invoca addirittura l’intervento del Comune  per “ dare una lavata di cuffia” a dei ragazzi che hanno  il vezzo di fermarsi sotto le finestre di una rispettabile signora  ed intonare una “canzonaccia che mette in ridicolo un personaggio storico dell’alleato italiano”. Chissa chi era, forse Garibaldi, ma tutto finisce lì.  Per fortuna.

 

Veloce Club gita

Veloce club 1915: davanti al palazzo Gresti  - nel 1912 con la partenza della dogana il veloce club perse molti degli associati italiani

 

Azzolini Mario

Foto archivio Brusco Enrico  e Banda di Ala

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