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- Pubblicato Sabato, 08 Settembre 2012 07:15
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C'ERA UNA VOLTA..................
I masi del Nato, del Gugole, del Sterzel, del Moschini, dei Costa, del Poza, l'Altarell, le Caigole, sono questi i nomi dei masi stanziati sulle prime pendici del Monte Corno elencati da est verso ovest, da quelli “ raggiungibili “ dalla Valbona agli altri dalle Caigole.
Tragitti un tempo abitudinari, percorsi da quanti volevano o dovevano recarsi nei boschi alti o semplicemente portarsi con poca fatica in località caratteristiche come le Vasche, i Busoni, l'Altarell dalle quali godere del panorama sulla Valle.
Numerosi erano gli accessi tutti tranquillamente percorribili, nessuna difficoltà logistica o qualche altro impedimento, fino a quando............
….....le numerose bonifiche montane, le ristrutturazioni dei vecchi masi, i numerosi passaggi di proprietà, l'apertura di nuove più agibili strade su percorsi differenti da quelli originali, una diversa concezione della proprietà ma anche una certa dose di prevaricazione, arroganza e prepotenza verso le consuetudini che sono da sempre fonte del diritto, ma e questo è ancor più grave, ignorando qualche volta le prerogative della cosa pubblica e del comune godimento ne hanno di fatto precluso in gran parte gli accessi.
Spesso risulta arduo se non impossibile pena il preventivare defaticanti discussioni o subire qualche mala parola e qualche intimidazione, superare la fascia pedemontana del Corno, raggiungere la parte comune del bosco e aver accesso a sentieri e a percorsi da sempre utilizzati.
Alcuni accessi sono indiscutibilmente interdetti e in modo pienamente legittimo, molte località sono storicamente private e l'accesso ne è pertanto precluso; ma non nei due esempi che andiamo ad illustrare:
Il sentiero per Foppiano -111
Il sentiero per malga Foppiano/Castelbert/Barognoll , accatastato alla SAT come 111 e affidato per la manutenzione alla sezione di Ala , prendeva avvio, regolarmente segnalato, dalle vasche sopra Piazza Bonacquisto e dopo essersi portato fino al maso attualmente di proprietà di Cappelletti Alberto proseguiva per le località suddette.
Gli imponenti lavori di “bonifica” che interessano il crinale tra la Valbona e la valle dell'Adige oltre che modificare pesantemente e il paesaggio della zona, hanno letteralmente cancellato detto sentiero.
Il tutto a suo tempo con l'autorizzazione dovuta della sezione SAT di Ala ma con il vincolo preciso del suo ripristino anche se su un tracciato leggermente difforme dall'originario causa le modifiche apportate alla geografia della zona.
A distanza di oltre 4 anni dall' inizio dei lavori si deve a tutt'oggi compiere una lunga deviazione per recuperare in quota l'originario sentiero.
A quando il ripristino? Quando sarà restituito un diritto consolidato nel tempo? A quando il rispetto dei patti sottoscritti dalla proprietà?
L'Altarell
Da tempi immemorabili singoli cittadini, famiglie, gruppi, scolaresche percorrevano la breve mulattiera che si inerpica verso la località Al Tarello (l'Altarel) per visitare la presa del primo acquedotto di Ala risalente al 1630, per godere di una piacevole vista , per compiere una salutare passeggiata fuori porta.
Tanto imponenti e anche “scientifici” sono stati i lavori della Valbona quanto arruffati, quelli dell'intera zona dell'Altarello, questo dovuto anche al fatto che non esistevano preesistenti colture il zona, non aòmeno nelle attuali quantità, diversamente da quanto era invecie presente sui masi sopra la Parrocchiale; strade, stradine, diramazioni, tutte le tipologie di incroci dal tradizionale bivio al quadrivio, con una segnaletica monotematica : “ Privato” - “Proprietà Privata” - “divieto di Accesso” - “Alt”, cancelli. Sbarre, ora aperte , ora semichiuse o chiuse.
Quello che una volta era un percorso lineare leggermente ripido ora si presenta come un saliscendi sconnesso, senza manutenzione, con una vegetazione violentata dalle ruspe e dai trattori .
Si parla della viabilità. Quanto è stato fatto sotto il nome di “bonifiche” è affidato alla sorveglianza e responsabilità dell'amministrazione. Ma la strada no . La strada, almeno sino alla piazzola della presa dell'acquedotto è comunale e infatti in qualche modo ci si può arrivare , mettendo in conto qualche epiteto, qualche mugugno, la presenza di qualche cane, il latrato intimidatorio di altri in lontananza , insomma accettando la probabilità di dover dare avvio a faticose quanto sterili discussioni con i proprietari (dei vigneti non della strada).
E ora la richiesta e la proposta all'amministrazione:
“ A quando il ripristino o meglio la riaffermazione del diritto di godimento di un bene pubblico? “
“A quando un'Ordinanza che definisca la proprietà' o il diritto di passo su questo percorso?”
E perché, magari in coda ai progetti più rappresentativi , non sistemare il piccolo spazio antistante la sorgente , risistemandone il fondo, installando una panchina, pulendo le pertinenze e porre in opera una semplice tabella illustrativa? Un intervento da attuare in economia, la valorizzazione di un segno della nostra storia e non certo di quella minore, la restituzione di un bene alla collettività da far conoscere alle scolaresche che ormai da troppo tempo non hanno accesso al luogo. Ma soprattutto riconsegnare un bene al godimento pubblico.
Oltre alle critiche che non esprimiamo a cuor leggero, ci peritiamo di far seguire delle proposte , qualcosa cerchiamo di suggerire ponendoci come osservatori curiosi e attenti animati solamente dal desiderio di conoscere e far apprezzare anche ad altri la nostra storia.
Spes ultima dea.
Grillo
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