Testo fisso

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Gita in Cima Porta sul Carega 1893

 

 

Sta volgendo a termine la stagione delle escursioni sulle Piccole Dolomiti. Tutti noi siamo stati almeno una volta sul Carega, sia dalla Val dei Ronchi che dalla provincia di Verona. Escursioni per tutte le età con rifugi comodi e raggiungibili anche con mezzi motorizzati.

 

Ma i rifugi (Pertica, Scalorbi e Fraccaroli) sono stati eretti negli anni 50. Prima c’era solo l’osteria di Revolto, punto di partenza per i veronesi. Quindi bisognava attrezzarsi per il pranzo, la pioggia e non si poteva pernottare.

 

Propongo la cronaca di una gita tratta dal Giornale Alto Adige del 16 giugno 1893, quando la zona rappresentava il confine tra due stati. Ma dalla fraternità instaurata tra le varie comitive che salivano sembra di stare in un’unica famiglia.

 

Le stupende foto d’epoca della collezione di Enrico Brusco mostrano quanto gli escursionisti hanno potuto scorgere durante la gita.

 

Buona lettura!!

 

“Ala 14 giugno 1893

Domenica mattina la nostra Cima di Porta fu rallegrata da una visita inaspettata di alcuni coraggiosi signori veronesi che s’erano proposti d’inerpicarsi su quelle brulle ed aspre rocce per rinfrancarsi le gambe e per respirare una buona boccata d’aria. Partirono alla spicciolata da Verona e seguendo la Valle d’Illasi la comitiva si accresceva sempre di più, fino a che, giunti all’Osteria di Revolto, si trovarono tutti e con piacere s’accorsero che avevano compagni della gita alcuni di Vicenza e di Venezia. All’una antimeridiane suonò la sveglia e alle due partirono per salire la cima. Proprio al momento della partenza sentirono sulla montagna ad ovest alcuni squilli ed intravidero in lontananza 150 soldati alpini che da Chiesanuova avevano fatta una marcia per dar loro il saluto.

 

Rifugio Revolto

Ben presto per “Bocca di Pertica” cominciano a dare la scalata al colosso che era già occupato da alcuni signori di Ala che per la Val Ronchi, pernottando alla malga della Porta, si trovavano da alcun tempo sulla cima per dar loro il benvenuto. Mano mano che salgono la comitiva s’ingrossa per nuovi arrivati da Rovereto, da Trento da Vallarsa e da Campo grosso e da alcuni signori veneziani che giunsero dalla “Lora” e dal Passo della Forcella. Giunti sulla vetta non possono però stare tutti perché è piccola; e per la refezione si dividono attorno, e la maggior parte discende alla Sella.

 

Pecore in malga posta

Lo spettacolo di lassù è incomparabile. Il bel tempo permette di godere un bel panorama; intravedono l’Adamello, la Presanella, la Cima Tosa, la Marmolada, il Garda e laggiù ad oriente, mezzo velati dalla nebbia, l’Adriatico e la Valle Padana colle molti città e borghi del Veneto, parte del Bresciano, che in parte resta coperto dal Baldo; e giù giù la vista s’allarga fino alle sponde dell’Eridano (fiume mitologico che molti identificano con il Po’ – nda) e si digrada in lontananza alle vette dell’Appennino Bolognese e Modenese.

Alle 8.30 succedono le divisioni delle diverse comitive. I veronesi, roveretani e trentini, una trentina, accompagnati da alcuni signori di Ala discendono per Schincheri in Val dei Ronchi, ed in quel piccolo gruppo di case trovano gli stanchi ma non spossati viaggiatori conforto ed ospitalità.

 

gita CAI in Posta

 

Levante senza croce

Alle sera prendendo la via dei Ronchi, fecero capo ad Ala, ove si lasciarono, serbando grato ricordo di una così lieta gita, favorita da uno splendido sole. Se la Cima di Porta non è una salita di prima categoria, non si dovrebbe tuttavia dimenticarla, massime che per compierla ci sono buone fermate, guide eccellenti, il che dovrebbe invogliare molti alpinisti a salirla, perché troverebbero il conforto di uno splendido panorama delle vette trentine, del Benaco e della Valle Padana.

Scaligero”

 

Azzolini Mario

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