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- Pubblicato Sabato, 13 Dicembre 2014 09:30
- Scritto da Luciano Rizzi-Piero Sartori
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“ EL REBALTOM”
Si Avvicina quella che speriamo rappresenti per tutti una ricorrenza nazionale con l'auspico che il piccolo contributo di conoscenza della realtà locale di allora avvicini i cittadini di Ala e che “l' Appartenenza “ rappresenti solamente una categoria dell'antropologia culturale.
Si tratta di un contributo alla comprensione di come si verificò quell'epocale stravolgimento sociale conseguente all'annessione , come venne messo in atto nelle fasi immediatamente seguenti l'occupazione, quali furono i protagonisti e a margine quali annotazioni alcune considerazioni e riflessioni su cosa potesse aver rappresentato per la nostra popolazione un siffatto traumatico evento.
Cercheremo di contestualizzare i fatti, i comportamenti , le reazioni e se possibile gli stati d'animo con l' impegno di ricordarci sempre che il Cinema aveva 20 anni, la prima trasmissione Radio 9 anni, la prima autovettura risaliva al 1886 e il primo volo del più pesante dell'aria risale al 1903.
Moltissime vite nascevano, vivevano e morivano senza conoscere o vedere nulla al di fuori della piccola realtà locale. La conoscenza era minimale , i giornali non erano diffusi , la vita sociale e quanto avrebbe potuto allargare l'orizzonte culturale erano riservati ai benestanti e affidati alla scuola. Ogni cosa costituiva dunque una sorpresa, un disagio. Suscitava interrogativi e animava l'inquietudine, Era l'inizio di una guerra e l'istinto affinato da anni di dura esistenza, suggeriva istintivamente immagini di paura e di ansia. In effetti due culture si stavano avviando ad un matrimonio quasi per procura , due popolazioni cercavano di comprendere i benefici e gli svantaggi da questo derivanti.
Sullo svolgimento delle azioni militari, sul valore dei singoli e sull'abilità strategica dei comandi lasciamo l'incombenza dell'illustrazione ad altri e più preparati esperti.
LR
Ala 3 giugno 1915
Di fatto il 27 maggio 1915 “trionfanti o meno” le truppe italiane occupavano Ala e da allora , fatto salvo il doloroso intermezzo dal settembre 1943 al maggio 1945, la Città rimase italiana.
Il documento prodotto in calce rende solo marginalmente lo stato di incertezza e di difficoltà' nelle quali vennero a trovarsi le autorità civili e i comitati che si affiancarono al Governo Militare . Per quanto l'entusiasmo fosse elevato e le disposizioni fossero, in quei primi giorni di guerra, improntate ad una volontà di equità e di giustizia verso la popolazione, gli ostacoli che si ponevano di fronte ad esse avevano dimensioni economiche, finanziarie, sociali impressionanti. Le ripercussioni che le scelte avrebbero potuto produrre non è retorica definire drammatiche tanta era l'incertezza e la precarietà del quotidiano e indefinibile il futuro che un lunghissimo periodo di pace aveva dato ormai per stabilmente consolidato
Il tessuto economico ed in parte sociale della città si era disintegrato; il ruolo avuto nel contesto dell'Impero A.U quale Stazione di Confine, veniva a cadere in un solo momento , immediatamente, senza intermezzi di riflessione o adattamento, senza ammortizzatori; semplicemente un mondo prendeva il posto di un altro; senza giudizio alcuno. In qualsiasi circostanza qualunque fosse il subentrante , l'effetto traumatico sulle persone sarebbe stato identico. Nessuna graduatoria o comparazione di meriti e difetti colpe o pregi potrà mai alterare l' intrinseca drammaticità di quel momento.
La struttura amministrativa lasciava il posto alle autorità militari cui spettava il duplice compito dell' incombenza militare e della cura e approvvigionamento dei civili. Il tessuto economico poggiante sulle spedizioni, la dogana, il telegrafo, l'accoglienza alberghiera , la finanza e l'ordine pubblico, scomparve nel giro di pochissimi giorni, molti i richiamati, tanti i tradotti nei territori dell'impero con l'accusa di Irredentismo.
Un mondo lasciava il posto ad un altro, due culture entravano in contatto con la difficoltà di comprendersi reciprocamente, Nulla di così radicale e definitivo era mai accaduto nella storia della città. Da lì si sarebbe dovuto cominciare ,lungo un tragitto non definito e neppure immaginato. un percorso che non si concluse con la fine delle ostilità 3 ani dopo, ma che avrebbe lasciato una lunga scia di incertezze, di depressione non solo economica per la perdita, a tutt'oggi avvertibile, di una identità svanita, di un passato che fu importante, di un ruolo che inseguiremo ancora per molto.
La radicata presenza in città di un discreto numero di “ irredentisti” i loro ruoli professionali e nella società la disponibilità economica sulla quale potevano contare e il prestigio goduto presso le autorità militari , contribuirono ad una rapida ricostituzione (per nulla democratica) della rete di governo e dell'Amministrazione , funzionale, come si diceva, all'ordinarietà dell' amministrazione, a dare risposte agli insorgenti gravi problemi di un'economia sconquassata , di una presenza militare che si stava facendo consistente , nella necessità di costituire un trait-d'union con il nuovo soggetto occupante.
Ancora il 3 giugno 1916 – 9 giorni dall'entrata in Ala dell'Esercito Italiano – si costituivano già i primi organismi.
Regio Commissario per nomina del primo ministro del Regno – Salandra - venne designato l' Avv. Pietro Sartori fino a pochi giorni prima fuoriuscito nel Regno (Italia) con l'accusa di Irredentista e sobillatore e sul cui capo pendeva una condanna Imperiale (Austria – Ungheria).
Non si trattava affatto di un incarico onorifico, tutt'altro! Il Commissario doveva mediare le istanze della popolazione rappresentata dall'allora Sindaco Pietro Pallaver (padre di Maria Pallaver tutt'oggi vivente) e l'Autorità Militare prima nella persona del Gen. Antonio Cantore (il cui canto è scolpito nella roccia.......!) poi dal Gen. Ricci Armano. Istanze che interessavano la quotidianità della vita delle persone e le incombenze dell' Amministrazione comunale priva di cespiti, spodestata di competenze, sfratata da molti immobili per far posto alle esigenze militari, provvedere in primis all'alimentazione con scarsissime risorse e impossibilità di approvvigionamento, alla salute pubblica e al mantenimento di quel minimo di senso di appartenenza che da sola costituiva comunità.
Dalla corrispondenza , anche allora numerosa e aulica che intercorreva tra i due poteri, traspare pur con qualche sorriso per l'abilità di sfuggire ciascuno alle proprie responsabilità e rimpallarsi le competenze, la drammaticità di quel momento.
Successivamente tutto questo ebbe a modificarsi radicalmente e non necessariamente in negativo.
La presenza di numerosi reparti, la vicinanza con la linea del fronte, l' esistenza di Alti comandi Militari ( ad Ala quello delle 37° Div. - ad Avio il Comando di C.d.A.) le necessità della truppa e degli ufficiali (anche allora obbligati a provvedere al proprio alloggiamento salvo rimborso) , la loro ampia disponibilità di generi di prima necessità , di conforto e della stessa “ diaria o soldo” stabilizzarono la situazione e economica su discreti standard che definire di benessere sarebbe troppo ma comunque di soddisfacente livello e qualità della vita ; mutuando una fraseologia moderna.
Va dato atto all'Amministrazione occupante di aver inizialmente manifestato un barlume di buon senso e di lungimiranza evitando il pugno duro dell'occupante ma cercando di ovviare ad alcune sofferenze proprie della situazione venutasi a creare.
Il cambio con la Corona Austriaca e la lira venne fissato 1 a 80 ( 1 Corona per 80 ct di Lira) di continuare a corrispondere alle famiglie dei richiamati con l'Esercito Austriaco l'assegno fino ad allora percepito e altri accorgimenti di buon senso non destinati però a durare nel tempo.
Andamento della guerra
L' andamento delle operazioni militari pur con la vicinanza del fronte, non ebbe drammatiche ripercussioni per la Citta ( non certo come quelle che investirono la media Valsugana, le Valli Giudicarie, L' Alta val di Sole e di Fassa) . Ci fu qualche sporadico pur se sanguinoso e doloroso bombardamento come quello ricordato dalla lapide posta sulla casa all'incrocio con il Sentaruolo e la distruzione della Chiesa Parrocchiale o almeno di quella che era stata sino ad allora la sua antica configurazione con organo sospeso, diverso ciclo di affreschi la facciata meno classicheggiante.
Si trattava di proiettili d'artiglieria pesante (Skoda 420) che sparando dalla località Acquaviva e precisamente a ridosso di Villa Bortolazzi nei pressi di Mattarello cercavano di danneggiare la stazione di Ala ritornata per l'occasione in auge grazie all'intenso traffico militare. Tanto grande fu la preoccupazione per questi isolati e imprecisi tiri dell'artiglieria da costringere il Comando Militare a traferire per qualche tempo in località Borghetto-Avio due cannoni ferroviari di grosso calibro (381).
L'offensiva del Maggio del 1916 che in questo settore del fronte ebbe il suo epicentro al Passo del Boale provocò preoccupazione e diede soprattutto avvio a quell 'imponente opera di infrastrutturazione stradale che per anni e ancora oggi a quasi un secolo costituisce una vitale rete di penetrazione nel territorio, pur se vergognosamente lasciata deperire in questi ultimi anni.
Documento
Il documento che segue - facente parte dell'Archivio Sartori e messo a disposizione da Piero Sartori – riporta la composizione degli Istituti che immediatamente a ridosso di quegli avvenimenti epocali, cercarono, ricostituendosi di assicurare l'assolvimento benché minimo delle funzioni di di una rappresentanza Civile. Nomi familiari molti, sconosciuti perchè estinti o trasferitosi altri, ma molto significativo il fatto che in essi permanesse l'impronta di quella trasversalità di estrazioni sociali , che di li a non non molto avrebbero conosciuto il lungo sonno della democrazia partecipata.
Lo stesso documento ci presenta una Città strutturata ancora secondo il precedente ordinamento Statuale e pur se privata dell'importante componente militare e doganale, evidenziava la presenza di Servizi e infrastrutture all' avanguardia quali: L' Amministrazione Comunale – L'Ospedale – La Società di Mutuo Soccorso – La scuola – Il Telegrafo e l' Ufficio Postale (erano due solamente dieci giorni prima) – Il Convento dei PP.CC. Solidamente ancorato con le presenze anche studentesche – il Giudizio Distrettuale – l' Ufficio delle imposte – Il Commissariato della Guardia di Finanza. Questi ultimi chiusi e il personale trasferito ancor prima dell'occupazione del Regio Esercito.
Le attività produttive e commerciali furono quelle che più di altre si trovarono in grande difficoltà per la mancanza di materia prima con la quale lavorare e la mancanza (temporanea) di domanda di beni, fatti salvi quelli alimentari, il pane in primis, la mancanza del quale ebbe sin da subito drammatiche ripercussioni. Ma di questo cercheremo di fornirne un documentato resoconto con la prossima pubblicazione.
La dislocazione degli uffici amministrativi e Militari, il recupero di stabili e immobili di diversa proprietà il loro impiego , saranno anche' essi oggetto di una prossima trattazione
P. Sartori – L. Rizzi
El Rebaltom-parte seconda-l'alimentazione, il pane
El Rebaltom-parte terza-le strutture Amministrative/Militari
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