Testo fisso

 Per la politica dell'ambiente                                   Chi lotta può perdere,chi non lotta ha già perso! Guevara                                          

Una doverosa precisazione: l'articolo che segue rappresenta l'approccio dell'estensore  al problema del progetto Despar  . Pur facendo parte sin dall'inizio all' Associazione che ospita questo scritto , può capitare come nella fattispecie di interpretare  un ruolo non unanimente condiviso. Questione di sensibilità diverse, di un ordine di prirorità differente, e anche dell'interpretazione di un ruolo di assoluta libertà che può  confliggere in maniera occasionale e temporanea.

 

“Casino di campagna  o solo Casino ? “ax

     E' cosa buona e giusta che l' apertura del cantiere della Despar sull'area ex  Cartierina dopo un lungo e travagliato iter burocratico  e serrate trattative con la proprietà,  abbia portato all'attenzione della cittadinanza (  una parte) l' esistenza e forse l'importanza  della costruzione d' angolo risalente alla seconda metà dell'  800 e  definita  via via  con i più  bizzarri  appellativi: Casino di Caccia, Casino di Piacere, Gioiellino neogotico, Casino nobiliare di campagna......anche Casino per la truppa, , attribuendo non di rado al termine “Casino” il significato più spregiativo.

     Forse meno meritorio  è   l' uso -   in parte strumentale   e  sicuramente tardivo -   che  viene fatto di una sua possibile demolizione. Una demolizione che risponde alle necessità di ridisegnare la viabilità della zona e alle esigenze progettuali del comparto ; tutte caratteristiche queste che,  si badi bene  erano in toto presenti  sin dalla  primissima  formulazione del progetto  ai tempi dell'amministrazione Tomasoni  e  che mai vennero meno nei successivi elaborati.

      Si risale il tempo sino al  2007 allorquando  di   fronte ad un progetto di 32.000 mc di edifici ad uso privato ( ora sono poco più di 10.000 con ricadute positive sul   pubblico) , la PAT manifestò alcune osservazioni in merito alla bontà del progetto, alla sua altezza rispetto all' impatto sullo  sky line del Centro Storico e  infine sulla costruzione in stile neogotico , ritenendola  “meritevole di attenzione”

     La risposta del Comune di Ala  glissò sulle osservazione  e commise il macroscopico errore di datare il manufatto ai primi anni 50  e attribuire la sua costruzione  a    “valenti muratori” ;  affermazioni queste ultime , smentite clamorosamente da prove fotografiche che raffiguravano  l' edificio   ancora agli inizi del '900.

      Dunque per la Provincia ,  l'edificio era  “ meritevole di attenzione”   ancora nel 2007 , ma trascurò  di porre lo stesso sotto tutela o di controbattere alle affermazioni di cui sopra.

      In verità parlare di Provincia  risulta nella fattispecie  non del tutto corretto. Allorquando si disquisisce su beni storici e/o artistici che non siano riconosciuti in maniera conclamata, si scivola pericolosamente sulla sensibilità individuale.

      Quello che è meritevole di cura e conservazione per un funzionario, non necessariamente lo è per un altro; l'approccio è  non di rado sorprendentemente differente e le conclusioni altrettanto felici o improvvide per il bene, e questo presumibilmente per la carenza di normativa ; spesso tutto  si risolve   affidandosi   ad un approccio estetico o ideologico  della burocrazia di turno.             

      La Provincia Autonoma istituzionalmente sapeva, e anche coloro  che nel tempo  sono stati  assegnati alla tutela di questo piccolo patrimonio , ne conoscevano il  valore  (o presunto tale) ,   forse  condividevano anche l'opportunità di salvaguardarlo  e altrettanto note  erano   le caratteristiche di quel     progetto che dopo lunghi anni avrebbe valorizzato un' area   anche a scapito  del “Casino” ,  cercando comunque di   conservarne la memoria attraverso un' operazione di parziale recupero  .

      Dunque  fatti  ed antefatti  erano conosciuti, come d' altronde lo erano gli elementi per una esauriente complessiva  valutazione  , ma nessuno ha  mosso un solo dito in questi ultimi 10 anni,  durante i  quali scorrevano davanti agli occhi della vigilante Provincia le ipotesi e i  progetti di riqualificazione dell'area,  ivi compresa la sorte dell' ora  conteso manufatto.

      Anche la comunità  venne   informata ancora nel 2008 nel corso di  in una  affollata serata tesa a ricostruire la storia del comparto ex Cartierina e  riproporre  le fasi   di  crescita ed evoluzione  di  quel  progetto che  la crisi economica e l'esplosione della bolla speculativa dell'edilizia , riconsegno' meritatamente   agli archivi della storia.

      Alcuni esponenti politici  compaiono ora come allora pur con ruoli e  atteggiamenti  tra loro diversi,   nei deliberati  comunali del tempo  ( 2005 -2010).

       Ben vengano le resipiscenze,  gradite sono    le parole di affetto e la  considerazione per il fabbricato, ma dov' era la politica? Quella  preposta  a vigilare a sovrintendere sull' operato dell'esecutivo ?  Dove i cantori delle glorie patrie e i paladini  delle  residuali testimonianze di un    piccolo   ancorchè  povero , patrimonio della comunità?

      Rimane a tutt'oggi  un improvviso quanto tardivo  e forse effimero  desiderio di conoscenza da parte della  Provincia Autonoma  e un vago isolato apprezzamento  per  quanto  ancora  rimane sul territorio (Parco delle Bastie e Cerè).

       Il tempo ha sfarinato i numerosi affreschi, mano leste e furtive hanno sottratto alla vista  il Giovanni Battista , l'angioletto di Piazza S. Giovanni  e .............

     Poche le voci  levatesi a denuncia , fiacco l'interessamento dei responsabili , del tutto inesistenti gli appelli per la loro salvaguardia o recupero.

       Potrà forse anche accadere  -   in questa dimensione del pubblico  dove  nulla è  mai veramente certo - ,   che  i lavori vengano sospesi, che tutto sia riconsiderato alla luce del rinnovato Rinascimento Alense , che nuove soluzioni siano riproposte  e prenda avvio un nuovo iter amministrativo  con i  i tempi (lunghi) di una nuova progettazione;   ma in quale mano rimarrebbe , in ultimo , il cerino acceso ? Sicuramente non alla proprietà forte della titolarità di costruire secondo  il progetto approvato, non certo ai convertiti  della politica e neppure  ai funzionari della Provincia;  a tutti   ben si addice il vecchio detto genovese: “L'ultimo ad arrivar fu Gamba Corta”.

       A chi allora se non alle finanze del Comune di Ala e quindi ai cittadini che vedrebbero  allontanarsi i tempi di esecuzione di un progetto che avrebbe riconsegnato alla città con evidenti benefici – anche di spazi – un' area strategica  per il rilancio del Centro Storico?                      

         Ma non  di soli ritardi si ammanterebbe l' operazione “Casino” - Omen nomen – ma agli oneri delle varianti potrebbero aggiungersi quelli per procurato danno alla proprietà .

        Si tratta di una  Ditta Tedesca, seria precisa, puntuale e rigorosa nell'applicazione del diritto, sostenitrice del rispetto dei patti assunti , ma siamo anche nel 2017 centenario di Caporetto. Meditiamo e meditino .

PS speriamo vivamente ci si adoperi per far valere gli interessi della collettività con una azione   forte e determinata  verso l'alta burocrazia della Provincia capace  di glissare sulle pregresse disattenzioni ma pronta a porre le premesse per una revisione pesante dell'intero comparto.

“Ci sarà ancora un giudice a Berlino, disse un contadino a Federico il Grande di Prussia pronto a commettere un abuso....”  ci sarà ancora immagino in Provincia  un Dirigente dotato  di buonsenso   e capace di assumersi la responsabilità di far prevalere il bene comune sulle  “paturnie estemporanee e fuggevoli” .

Chiudo con il desiderio  che la  demolizione (qualora dovesse avvenire) del manufatto “ pseudo storico” ormai fatiscente, pericolante , manomesso e snaturato ,  ravvivi  nella  cittadinanza  la coscienza per la propria storia in modo più tempestivo e meno abborracciato .

Un saluto     Luciano

lì 26.10.2017

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