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- Pubblicato Venerdì, 06 Febbraio 2015 09:06
- Scritto da Luciano Rizzi-Piero Sartori
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"EL REBALTOM" - la Città nel 1915
strutture Amministrative/Militari
Il 23 marzo del 1859 si inaugurò il collegamento ferroviario Trento- Verona e il successivo 16 marzo la tratta Bolzano – Trento. Nata per i prevalenti interessi commerciali con il Lombardo -Veneto e consolidare così la presenza Asburgica in Italia, la Ferrovia del Brennero acquisì ben presto e mantenne per i successivi 150 quel ruolo di asse viario tra Centro e sud Europa.
La perdita in poco più di 7 anni della quasi totalità dei domini in Italia , fecero assurgere la Città di Ala all'insperato ruolo di capoluogo di confine e ripropose l'opportunità di rinverdire i non del tutto dimenticati fasti dell'epoca d' oro del Velluto.
L' Impero in seguito alle compagne Risorgimentali dell' 800 aveva visto la propria presenza in Italia ridotta al solo territorio del Trentino ( si discute ancora se l' Alto Adige sia da considerare Territorio Italiano).
Un pericolosissimo saliente proteso sulla pianura Padana, strategicamente importantissimo quale base di partenza per qualsiasi offensiva verso l'Italia che, per quanto facente parte della Triplice Alleanza, qualche diffidenza la suscitava e qualche oggetto di preventiva eliminazione lo era presso lo Stato Maggiore A.U.
Il Territorio Trentino fu pesantemente infrastrutturale di fortezze , alcune moderne, a difesa delle principali vie di penetrazione verso il Tirolo e dotato di ampi magazzini, depositi truppa, caserme, viabilità sia su strada che ferrovia. Insomma il Trentino divenne nei primi anni del XX secolo una formidabile Piazzaforte facente capo alla città di Trento. Nulla di meno delle Fortezze-Piazzeforti di Leopoli e Przemyls nell'Ucraina Asburgica la prima e della Galizia Polacca la seconda.
I Centri come Ala rivestivano, sino al ripensamento dello Stato Maggiore A.U. di raccorciare il fronte nell'eventualità di un conflitto con l'Italia, un ruolo importante nella logistica militare per l'avvio di truppe, quali basi per l'accumulo di materiali anche in previsione dei mai costruiti forti dell' Altissimo di Nago e del Monte Zugna (avviato ).
Tutto questo per evidenziare il ruolo della Città , sottolinearne l'importanza e rendere merito ad un prestigio che indubbiamente fu importante e riconosciuto.
Complice un'imprenditoria dinamica, l' affluenza di molte famiglie dal confinante Regno d' Italia, e il concentrasi dei servizi connessi alla nuova funzione, contribuirono al formarsi di una Borghesia ricca e illuminata che traghettò lo sviluppo economico verso forme diverse dalla tradizionale agricoltura basata sulle monocolture della Vite e del Tabacco.
Ai tradizionali cognomi alensi se ne affiancarono presto altri ancora ricordati per il ruolo pubblico e imprenditoriale ricoperto in quei pochi intensi decenni che traghettarono il Trentino nel Regno d'Italia: Zelgher, Pallaver, Thaler, Wagmeister, Lodron sono quelli di famiglie di origine tedesca il cui prestigio è tutt'ora presente nel ricordo e in qualche rarissimo caso nella toponomastica della città' . *
L'Amministrazione Comunale assecondò questo sviluppo forte anche della grande autonomia Amministrativa che l'ordinamento Asburgico concedeva ai Comuni. Essi non erano infatti Enti Autarchici, corpi cioè di un Amministrazione Indiretta dello Stato, ma Autonomi Centri di Amministrazione propria forniti di competenze naturali che neppure lo stato avrebbe potuto toccare. Accanto a queste competenze naturali che non di rado si sostanziavano solo nella gratificazione di un orgoglio autonomistico, il Comune veniva chiamato ad esercitare delle funzioni delegate senza peraltro che queste compromettessero la loro autonomia. **
L'Ordinamento Comunale Austriaco abituò veramente al senso dell'Autogoverno, alla responsabilità nel gestire in prima persona i propri interessi attraverso forme di effettiva autonomia. L'elemento positivo delle strutture amministrative era infatti dato dalla burocrazia ridotta, costituita da personale del luogo. Infine dal fatto che il controllo si estendeva sulla legittimità e non sul merito e che il potere centrale – fatto salvo l'Ordinamento Militare in caso di Guerra – non si sostituiva mai a quello locale.
Tutto questo per introdurre alcuni degli elementi della ricaduta di questa forte presenza imprenditoriale, lavorativa, amministrativa e militare anche sul tessuto urbano.
L'Amministrazione Asburgica non aveva né costruito e neppure acquistato per le proprie esigenze ( in primis l'alloggiamento e magazzini militari) alcun immobile ma era ricorsa all'affittanza . Questo fu uno dei motivi per il quale il passaggio al nuovo Stato non comportò pesanti ripercussioni sul piano né proprietario né immobiliare.
Tutti gli immobili adibiti a Pubblica utilità erano infatti di proprietà' Comunale .
I servizi essenziali alle nuove incombenze , la necessità di dover espletare alcune funzioni proprio del nuovo assetto, quali la dogana, il presidio del confine, la movimentazione di merci, determinarono l' urgenza di far fronte alla progressiva burocratizzazione della città; passaggio obbligato verso quello sviluppo che la costruzione della nuova linea ferroviaria aveva determinato.
Il risveglio non rimase racchiuso negli ambiti dell'amministrazione Imperiale ma si estese ben presto nel tessuto economico e produttivo di una società che non disdegnava l'assunzione di un ruolo e di una ispirazione che la storia recente aveva avviato e che forse non si era del tutto smarrito. La vocazione della Città nacque e si sviluppò in tempi rapidi nel comparto mercantile e artigianale, caratteristiche che per decenni rappresentarono la cifra identificativa e preponderante delle attività economiche.
Sorsero, alberghi, locande, punti di accoglienze e ristoro, pensioni per ospitare il personale non solo della dogana o delle diverse intendenze, ma per l'indotto da queste innescato.
Case di spedizione, laboratori artigianali, infrastrutture per i corpi Militari e non , alloggiamenti per gli Ufficiali, magazzini per le merci in transito, fino alla leggendaria Squadra Rialzo, specializzazione delle Ferrovie addetta alle operazioni per l'inversione di marcia delle locomotive .
(Ricordiamo che con l'impero A.U. ogni branca dell'amministrazione era disciplinata in una rigida gerarchia, nella quale le procedure e le divise imperavano sovrane . Un cappello, una greca sul braccio bastavano per costituire prestigio e motivo di orgoglio)
L'elenco a seguito riportato limita l'excursus delle localizzazioni alla sola amministrazione Imperiale escludendo il censimento delle strutture e degli edifici ad uso alberghiero e commerciale, oggetto di una similare recente trattazione.
Tutto questo evidenziare il ruolo della Città, sottolinearne l'importanza e rendere merito ad un prestigio che indubbiamente fu importante e riconosciuto.
In questa dimensione gran parte del patrimonio immobiliare della città venne gradualmente destinato alle esigenze dell'amministrazione civile e militare A.U., all'ospitalità dei tanti impiegati e funzionari che quivi soggiornavano con le loro famiglie, alla ricezione alberghiera e come abbiamo detto ai grandi capannoni per deposito e smistamento delle merci i transito.
L'Amministrazione Civile accompagnò questo sviluppo con accortezza e lungimiranza; le infrastrutture amministrative e di servizio si adeguarono progressivamente, i servizi crebbero di pari passo con le esigenze ( sanitari – di mutuo soccorso - Asilo – Scuola - Bagni Pubblici).
Venne agevolato lo sviluppo del commercio e alla ristorazione con la concessione di licenze a privati, il potenziamento della rete viarie e di distribuzione dell'acqua ( adeguamento del' acquedotto alla Rocca), l' apertura di strade extraurbane ( odierni Viali Malfatti e Quattro Novembre ).
Insomma la graduale consapevolezza del ruolo che la Città rivestiva, una piena identità con questo nuovo corso che era stato avviato con l'apertura delle linea ferroviaria. Emerse e si affermò la capacità di appropriarsi di un 'opportunità di crescita non solamente economica per la città'.
Ricordiamo che le principali istituzioni , ancor oggi motivo di soddisfazione per la cittadinanza, videro la luce in quel mezzo secolo di pace e sviluppo (1866 – 1914):
L' Ospedale (dapprima in via Sentaruolo o meglio Via Ospedale Vecchio),
L'asilo in via (allora ) S. Giovanni,
la nuova scuola Elementare,
la società di Mutuo Soccorso, ( antesignana della cooperazione ) , grande intuizione di un nostro concittadino di Ronchi – El Pojo -,
i Bagni Pubblici ,
e il grande fiorire associativo e culturale Società Musicale, Filodrammatica, Sportiva e altro.
Nella foto dell'epoca vogliamo individuare la localizzazione delle sedi delle principali Istituzioni e l'ubicazione di alcune delle infrastrutture che rivestivano un ruolo molto importante nell'economia della città.
* ( sottolineare quanta noncuranza vi sia stata e permanga a tutt'oggi, nelle Amministrazioni che nei decenni si sono succedute, nel ricordare con qualche dedicazione pur minore, questi e altri illustri cittadini è qualcosa che riempie più di malinconia che di indignazione. Abbiamo in abbondanza memorie per glorie più subite che meritate, di personaggi che sono passati lasciando labili tracce, il segno di avvenimenti determinati e imposti e poco o niente delle radici della nostra Storia e dei personaggi che hanno contributo a costruire un'identità: qualche esempio velocemente? Abbiamo una via Carletti, una piazza Cantore, perfino un Borgo Cantore!, una Via Bg.ta Mantova, una Via 27 maggio , un corso 4 novembre, un C.so P.sso Buole, e qualche altra)
** M Garbari strutture amministrative del Trentino sotto la sovranità Asburgica
Luciano Rizzi
Archivio Piero Sartori
El Rebaltom-seconda parte-l'alimentazione, il pane
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