Testo fisso

 Per la politica dell'ambiente                                   Chi lotta può perdere,chi non lotta ha già perso! Guevara                                          

Difterite un flagello per i bambini :

il  Natale 1894 porta in  regalo le prime guarigioni.

 

difterite

 

“Su proposta del Consiglio sanitario ottennero dalla Giunta provinciale un premio di 50 fiorini i seguenti medici in riconoscimento delle loro prestazioni per il promovimento della vaccinazione nell’anno 1893………… Per lo stesso motivo furono elogiati due sacerdoti, 8 maestri e una maestra”.

Così scrive il Corriere del Leno il 12.8.1895.

 

All’epoca le malattie infettive sono un autentico flagello per la popolazione, colpiscono soprattutto i bambini e le persone deboli e le autorità non tralasciano alcuna iniziativa  per fronteggiare la situazione.

Il Vaiolo (l’unico allora oggetto di Vaccinazione) , Varricella, Croup o Difterite, Morbillo, Tifo, Dissenteria e colera, Tosse convulsiva interessano sistematicamente le nostre contrade e periodicamente le Autorità pubblicano sui quotidiani  lo “Stato delle epidemie” nei vari paesi anche al fine di scoraggiare eventuali visite in certe località.

 

Conviene tenere alta la guardia perché la situazione rischia sempre di degenerare: basti pensare che ad Ala, su 125 morti nel 1893, ben 31 sono per difterite pari al 25% e in prevalenza bambini.    

 

 

Stato epidemie vaiolo a Chizzola Corriere Leno 17.2.1892

 

Mensilmente i giornali pubblicavano il resoconto delle epidemie in provincia –

notare ben 13 casi di vaiolo a Chizzola nel 1892

 

Proprio ad Ala nel 1893 e 1894  la difterite tormenta la popolazione  (epidemia in tutto il Trentino ma particolarmente virulenta a Ala,  Caldonazzo, Piè di Castello a Trento).

 

Questa malattia inizia con faringite e febbre, poi ostruzione  delle vie aeree e sei bambini su dieci muoiono per soffocamento. Spesso si tenta un doloroso e  spesso inutile  intervento di tracheotomia per garantire una respirazione alternativa.

 

Primi casi nel novembre 1892 con tre bambine colpite e,   nonostante la repentina chiusura della classe di provenienza e poi di tutte le Scuole  e dell’Asilo ,  l’epidemia si propaga.

Nasce  una polemica sul giornale  per le scarse norme igieniche delle scuole che non si adeguano alle prescrizioni  dell’igienista Belli di Roma che prevede anche  “delle sputacchiere in ogni classe da pulire ogni mese”; ma anche negligenza delle autorità scolastiche che non avvisano subito i medici.

Il  dott. Riccardo Largaiolli, direttore dell’Ospedale,  privilegia una campagna informativa alla gente per promuovere l’igiene   e le precauzioni per evitare la malattia e  il contagio.

Il Comune interviene acquistando una macchina per disinfettare i vestiti dei bambini morti (forse era meglio bruciarli ma probabilmente le cattive condizioni economiche consigliavano di recuperare per i fratelli sopravvissuti  i vestiti di chi non aveva superato la malattia).

 

Pubblicità Cognac e vino contro il colera - AA 18.10.1893

Anche l’alcolismo rappresentava una piaga e la stessa pubblicità mandava messaggi sbagliati. Una cronaca del 1893 conferma la presenza ad Ala di un lazzaretto per i malati di colera.

 

Purtroppo l’epidemia durerà  tutto il 1893 provocando ben 31 morti e l’anno successivo non accenna a diminuire.

 

Un padre, che da poco ha accompagnato di notte il cadavere del figlioletto che non ha potuto nemmeno baciare l’ultima volta per paura del contagio, denuncia al giornale la negligenza di  una famiglia che, in Via Nuova, fuori dagli orari consentiti, evacua le fogne contribuendo alla diffusione del morbo: gli scarichi fognari non canalizzati rappresentano una delle principali cause di diffusione della malattia.

Un giornale addirittura scrive che il morbo attacca i bambini “portati al battesimo passando attraverso posti ventosi”. In primavera per un mese non si registrano casi, le autorità permettono in maggio  lo svolgimento delle processioni e  della fiera di San Giovanni Nepomuceno (ora in disuso) ma vietano per precauzione visita della Banda di Trento ad Ala per paura di contagio.

Ma  l’illusione dura poco perché il morbo riprenderà in autunno con i primi freddi ed in modo virulento.

 

Ospedale 01

 

Immagine dei primi 900 quando il nostro ospedale raggiunse una ottima reputazione

per merito del dott. Largaiolli Riccardo

 

Ma il dott. Largaiolli è un medico tenace e  per primo in Trentino inizia  a somministrare il siero di Behring, dal nome  del medico prussiano Emil von Behring  che dimostrò ancora nel 1891 la sua efficacia come cura contro la difterite.

Con tale siero si ottiene un calo della mortalità, purchè sia prescritto ancora ai primi sintomi,  ma non del numero dei casi di malattia, per i quali servirà attendere il vaccino negli anni 30.

L’intuizione del dott. Largaiolli è  premiata nell’imminenza del Natale 1894 quando due bambini di Pozzo, trattati appunto con il siero,  si avviano alla guarigione definitiva, con grande gioia della contrada e speranza di tutta la comunità.

 

Pozzo di mezzo

 

Bella immagine di Pozzo di Mezzo, con tanti bambini 

 

Proprio un bel regalo di Natale e con l’anno nuovo l’epidemia comincia a regredire.

Casi sporadici si presenteranno anche il seguito ma non con la virulenza del 1893/94: nel febbraio  1906 qualche caso a Pilcante, che registra bizzarre polemiche  sul giornale Alto Adige con rimproveri al medico ed alla maestra che, andando Pilcante per dovere professionale, diffondono il contagio anche ad Ala; e poi, critiche agli attacchini incaricati di portare  i manifesti dei veglioni a Pilcante col rischio di ritornare indietro contagiati.  

Al dott. Riccardo Largaiolli , arrivato ad Ala tre anni prima come direttore dell’Ospedale diventando un ottimo chirurgo,  va il merito di aver intuito subito  le potenzialità del siero di Behring  e di aver sempre privilegiato la sensibilizzazione della popolazione  per adottare le minime cautele preventive, anche nei confronti  della tubercolosi, altro flagello di quei tempi:  un angelo protettore della nostra comunità che non abbandonò neppure durante la guerra , morto in povertà e dimenticato da tutti negli anni 20.

Vedi anche l’articolo Quando la tubercolosi era temuta dai  vellutai - i meriti del dott. Largaiolli nella prevenzione ed igiene”.

 

Largaiolli Riccardo

 

Il dott. Riccardo Largaiolli originario della Val di Sole esercitò ad Ala dal 1891 al 1920

 

La Difterite portò  molti lutti, comunque inferiori a  quelli registrati 40 anni prima quando   la seconda epidemia di colera causò ben 337 morti ad Ala   che vanno sommati ai 242 deceduti nella prima epidemia del 1836. Quasi il 10% della popolazione (fonte 4 Vicariati).

 

Il  professore Behring sarà  insignito del primo Nobel per la medicina nel 1901 avendo posto le basi per la moderna immunologia. Il siero che porta il suo nome contribuirà a far crollare la mortalità della malattia dal 60% al 20% delle persone ammalate ma non provocherà l’immunità, per la quale occorrerà attendere gli anni  trenta  ed il vaccino obbligatorio; spero non si torni indietro  e che gli attuali   appelli delle Autorità sanitarie ad accettare la vaccinazione obbligatoria, anche per altre tipologie,  siano condivisi.

 

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Emil von Behring (da internet)

 

 

Foto raccolta Brusco e Archivio personale.

 

Azzolini Mario

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