Testo fisso

 Per la politica dell'ambiente                                   Chi lotta può perdere,chi non lotta ha già perso! Guevara                                          

Questa sera  Grigliata !!    disse Noè

 

arca noe

 

E' in corso la sesta grande estinzione di massa come definiscono  gli scienziati naturalisti e biologi la rapida sparizione di specie animali e/o vegetali senza che sia dato all'evoluzione il tempo per  sostituirle  con altre . La definizione temporale “ è in corso”  può collocare il suo inizio molto verosimilmente nell'era moderna – 400 – 500 anni or sono -  un periodo  brevissimo  in termini assoluti sulla scala temporale della terra. 

Altre cinque  l'hanno preceduta, alcune devastanti come la grande estinzione di massa del Permiano che spazzò dalla faccia della terra oltre il 90% delle specie viventi, la più famosa e conosciuta è senz'altro quella dei Dinosauri circa 50 milioni di anni fa ; non furono interessati in effetti solamente i grandi rettili ma un 'insieme di altre classi di viventi .

Nessuna di queste è avvenuta  in un lasso di tempo così accelerato come questa che stiamo vivendo, Il processo è stato complesso    sicuramente  una lenta  progressiva  estinzione  che interessava archi temporali lunghissimi  ( 60.000 anni c.a. quella del Permiano ).

Tutte comunque accomunate da una stessa causa: il fenomeno dell'estinzione ha sempre avuto origini naturali; dovute alle dinamiche del pianeta, o ad altre più genericamente  cosmiche , alla variazione della' inclinazione dell'asse terrestre  o legate alla tettonica del pianeta . Tutte comunque rientranti nell'ordine generale dell'evoluzione e nel susseguirsi di fenomeni del tutto naturali.

 

Non altrettanto si può dire di quest'ultima che stiamo – forse inconsapevoli e sicuramente incoscientemente  – vivendo. Al di là della repentinità dell'insorgere e dello svilupparsi del fenomeno  la peculiarità di questa tragedia , perché di questo si tratta, consiste nel fatto che la causa siamo noi.

Già è l'uomo con le sue attività, il suo comportamento la sua totale sinecura nei confronti dell'equilibrio che  sta portando il pianeta verso un futuro che certamente non appare roseo.

Non si tratta di elevare solamente delle grida di compassione e pietà per la scomparsa dei grandi carnivori prima, degli animali superiori poi o delle migliaia di specie di insetti che annualmente scompaiono ; tutto è interconnesso sul pianeta Gaia   (il nome dato alla terra  dagli  gli ecologisti in onore anche della definizione  coniata dal grande scrittore di fantascienza Aasimov) , ogni cosa vivente è in reciproca dipendenza  con le altre , nulla,   per quanto piccolo , accade senza che le ripercussioni si estendano come le onde nello stagno  quando vi si getta un sasso.

 

“Una farfalla sbatte le ali in Cina e si scatena un uragano  a New York “ recita un motto non propriamente poetico .

Si tratta della teoria del caos: a variazioni infinitesime delle condizioni iniziali corrispondono variazioni finite degli effetti . L'esasperazione figurata che rappresenta la dipendenza di tutte le cose tra di loro, il monito che nessuno può escludersi elevando barriere o nascondendosi  in luoghi protetti o remoti,  sta i significare che ogni nostra azione per quanto piccola e per noi irrilevante determina delle conseguenze spesso imprevedibili .

 

Siamo più o meno  come naufraghi sulla medesima zattera tra i quali non prevale la solidarietà e la mutua assistenza, e non alberga  la consapevolezza che la salvezza riguarda tutti o nessuno. Noi siamo naufraghi che litigano per occupare il posto “migliore”  ciascuno intento a ricavarsi una egoistica  nicchia, ognuno convinto di disporre degli strumenti e della furbizia per scaricare  sugli altri il fardello del tornaconto personale indifferente  alla confusione che alberga sull' imbarcazione e forse anche con l' intima speranza che alla fine  se  ne rimarrà uno solo , quello ovviamente  sarà lui.

Cioè noi.

 

Il tutto generando un comportamento simile al paradosso di Noè che ogni sera gozzoviglia e banchetta cucinando gli animali dell'arca, Certo un grande sollazzo fin che dura, ma poi?

Non sono cataclismi che riguardano gli altri , non si tratta di deliberare l'affissione di cartelli con la scritta “ Comune denuclearizzato “ o “ Territorio privo di antiparassitari” . Nel nostro minuscolo quotidiano siamo esposti  comunque e siamo nello stesso tempo vittime e carnefici   sempre in ogni circostanza  protagonisti di  ingenue quanto drammatiche azioni .

 

Qualche recente esempio di schizofrenia ambientale ?  Ma la vicenda dell'Orso Daniza o dei Lupi della Lessinia!

 

Tutto quanto vive sulla terra è indissolubilmente legato e ne condivide la sorte , conseguentemente i problemi che una crescita incontrollata sta proponendo, non potranno trovare rimedio in singoli e settoriali interventi di recupero o di ripristino di una situazione “quo ante” l'avvio di questo professo di compromissione del pianeta.

 

In questa ottica l'illusione rappresentata dalla casuale  o forzata riproposizione di situazioni inusuali quali la presenza del lupo, della lince o dell'orso , tali sono destinati a rimanere  mancando la condizione di base indispensabile; la ricerca di un diverso e più compatibile modello di sviluppo.

Considerare e enfatizzare la loro ricomparsa come l'avvio di un processo di inversione di tendenza, non è nè veritiero nè onesto nei confronti della pubblica opinione, tutt'altro, tende ad indurre il fallace convincimento  di un  miglioramento generale.

 

Abbiamo in verità sempre sostenuto e difeso gli sforzi della nostra comunità Trentina  in favore dell'ambiente, visibile nei grandi Parchi Naturali, nella Rete delle Riserve, negli ampi territori Montani tutelati (SIC) , nei Biotopi,  in una legislazione all'avanguardia e in una  diffusa e consapevole cultura  ambientale  e altro.

Tutto ciò non e' però  esente da colpe e non ha evitato  qualche clamoroso fallimento .

 

Esempio clamoroso di quanta contraddizione vi sia molto spesso nell'agire dell'uomo.

L'orso e il Lupo, meno di 100 anni fa oggetto di un'  accanita caccia  di sterminio, sono ora  accolti e vezzeggiati  in un ambiente che si vorrebbe sterilizzato e reso immobile per la loro presenza .

Il progetto Life Ursus beneficia di ingentissimo fondi della Comunità Europea  - molto presumibilmente il miraggio e il vero motore dell'iniziativa -  boccheggia sotto il peso di macroscopi errori, di un'opinione pubblica sostanzialmente contraria , di Politici che  avutone il tornaconto cercano qualcuno disposto ad incassare la Taglia dell' eliminazione del problema – .

 

Il Lupo al momento conduce un incerto vagabondare tra le praterie della Lessinia in balia degli umori di un Sindaco muscolare (Tosi) e di allevatori poco inclini a benevoli e compiacenti atteggiamenti.

 

Questo voler artatamente riproporre  quanto con altri mezzi con altri intendimenti e per altri fini si è volutamente e pesantemente modificato per far posto alle attività umane  suona molto di ipocrisia.

Nel ciclo lento e raramente invertibile della natura saltuariamente  sono ammessi i ripensamenti e qualora lo siano,  l'inversione di ogni nostro trascorso  comportamento dovrà essere radicale.

 

Si vuole il Lupo e l'Orso? Ovvio che si debbono accettare le loro specifiche animalità, l'ambiente loro riservato dovrà essere riproposto nelle condizioni originarie, con vincoli e normative restrittive, l' accettazione del rischio dovrà essere pienamente consapevole, il danno subito rimborsato ma accettato.  Vogliamo l'Aquila ma ci dispiacciamo per la Marmotte ? Amiamo l'Orso ma proviamo pena per le Api, gli asini e le capre?  Favoleggiamo sul Lupo ma ahimè versiamo lacrime per le pecore?

 

L'alternativa sono i Parchi Naturali  ma nella fattispecie opportunamente recintati o gli zoo.

Improponibile per le caratteristiche dei soggetti il primo, totalmente impraticabile i secondi, E allora? Allora si prende atto che le modificazioni intervenute sono incompatibili con la favola bella del Lupo che convive con l'agnello e dell'Orso che diventa Yoghi,  si accetta il fallimento e si ammette l'errore e si lascia che la Natura compia il proprio corso.

 

Il Lupo o i Lupi della Lessinia per le loro peculiarità  convivono  in perenne stato di pericolo di vita: per cause naturali, vista la folta presenza di Cuccioli , per l' appropinquarsi delle brutta stagione e lo schietto e nel caso spietato ruspantismo delle genti della Lessinia Veronese , animati di quel senso di praticità spiccia che porterà ad una drastica personalissima soluzione del problema.

 

La natura  prova a riparare lentamente ai guasti prodotti a rimpossessarsi degli spazi originari , ma sulla sua strada ha incontrato l'anello ultimo della sua evoluzione: l'Uomo.

Lasciamo che l' Orso e il Lupo  conducano al meglio le loro esistenze evitando al secondo l'angoscia di un riproposto  Progetto Life Lupus con il   suo accrocchio di studi e accademiche considerazioni, con il codazzo  di esperti che vagabondano sui pascoli  della Lessinia, con la disseminazione di  trappole fotografiche che fanno la gioia della stampa e dei Social Network ( cosa di meglio di una foto del lupo dopo ore di appostamenti e agguati?) e violano l'ultimo angolo di riservatezza per quanti vagabondano nel bosco sono inconsapevoli dei 100 occhi che spiano e sorvegliano...

 

Ci siano almeno ora e almeno a noi risparmiati i convegni , collettori di consulenze, gli esperti improvvisati e i curiosi molesti.

Magari così il Lupo, dimenticato, fuori dal cono di luce dei riflettori di quanti vedono in esso un nuovo spot territoriale o motivo di passatempo, potrà cercare e forse trovare il compimento della propria presenza o …....scomparsa.

 

Luciano  PAN-EPPAA

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