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- Pubblicato Mercoledì, 06 Aprile 2016 15:52
- Scritto da Mario Azzolini
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SALA FILARMONICA DI ALA……..testimone di un secolo di storia alense.
“Giorni sono vennero portati a termine i lavori di restauro delle pitture della nostra sala filarmonica, le quali in causa del fumo d’una stufa, e in passato dell’illuminazione a petrolio, erano diventate riconoscibili” . Così inizia il giornale Alto Adige Adige del 17 ottobre 1913 e continua “Il soffitto della sala a fresco è opera del pittore veneziano Giuseppe Ponga (*) e non è privo di pregio. Il medaglione ovale al centro è una composizione ad imitazione tiepolesca e rappresenta la Gloria dell’Arte seduta sopra una biga tirata da focosi destrieri, contornata da putti……in piedi sulla biga Apollo che porta sulla palma della mano la statuetta del genio dell’arte. Agli angoli quattro medaglioni coi ritratti dei sommi maestri italiani Rossini, i Verdi, Donizzetti e Bellini contornati da bellissimi finti stucchi del pittore veneziano Gerolamo Trentin. Il restauro che a detta d’intelligenti, riuscì felicissimo, fu eseguito dal pittore veronese Angelo Adometti sotto la direzione del concittadino prof. Luigi Dalla Laita….”.
Soffitto in affresco del pittore Veneziano Giuseppe Ponga - agli angoli si intravedono due dei quattro medaglioni con le immagini dei più grandi compositori italiani dell'ottocento.
Un piccolo gioiello insomma riportato alla vista degli alensi affinchè, conclude l’articolo “un po’ di musica si unisca alla pittura, arte sorella, per inaugurare questo simpatico ambiente”.
Ma dov’è la sala filarmonica che ormai sempre meno alensi ricordano? E’ adiacente al Teatro Sartori e, presumo, abbia la stessa età del nostro Teatro, cioè dalla fine del 1840. Poco meno di 100 mq che hanno accompagnato la storia della nostra città dei successivi 140 anni.
Infatti per un lungo periodo rimane l’unica sala di prestigio che , assieme alle manifestazioni musicali, ospita importanti avvenimenti della nostra città.
Dal 1983 è l'unico accesso alla Sala Filarmonica
Né sentiamo parlare per la prima volta nel 1857, sui registri della prima Società Filarmonica di Ala fondata appunto quell’anno , che approva il regolamento per l’utilizzo della sala al fine di collocarvi i corsi di musica e le prove di orchestra.
Nel 1872 la sala è concessa per la prima volta per organizzare i veglioni mascherati di carnevale mentre alla fine dell’ottocento vengono approvati i lavori di illuminazione (a petrolio) e del pavimento, infine nel 1910 si pensa già all’illuminazione elettrica.
La Società musicale, nata proprio lì nel 1882 ne sarà la principale utilizzatrice per i corsi musicali, concerti, prove d’orchestra e della banda, ma la sala è destinata a testimoniare alcuni avvenimenti importanti della vita cittadina. Infatti è comoda, spaziosa, vicina al centro economico di allora.
Bozzetto della prima divisa della Banda, espressione della Società musicale fondata nel 1882 presso la Sala Filarmonica
Nel 1891 ospita i fondatori della Sezione di Ala della Lega Nazionale, che si propone nell’ambito del Trentino, Istria e Dalmazia, la difesa dell’italianità di queste terre. “C’era il meglio di Ala” recita orgoglioso il giornale Alto Adige del 21.10.1891 e difatti esponenti come gli avvocati Giobatta Debiasi e Pietro Sartori, il podestà Valentino Debiasi , il barone Malfatti Stefano, Vincenzo Bracchetti, Simone dalla Bona, Giuseppe de Angelini saranno fra i protagonisti della vita economica e culturale fino alla scoppio della prima guerra mondiale.
Il podestà Valentino Debiasi e l'avv. Pietro Sartori in abiti civili, esponenti della Lega Nazionale, della Società Musicale e poi della Cassa Rurale e di tante iniziative.
Un anno dopo la sala brinda alla prima “Cooperativa di Consumo fra gli impiegati ed Agenti di Ala” che durerà solo pochi anni, fra i primi esperimenti della nascente cooperazione; forse i tempi non erano maturi, bisognerà attendere vent’anni fino al 1912 per assistere alla nascita della Famiglia Cooperativa come l’abbiamo conosciuta noi e arrivata fino ai nostri giorni.
Sempre quell’anno l’antica Società di Mutuo Soccorso (dal 1843) si convoca in questa sala e approva importanti variazioni statutarie e “si ricostituisce anche come Cassa Malattia”, aperta non solo ai vellutai come era nata, ma a tutti gli artigiani e loro dipendenti. Adesso sembrano iniziative ovvie a favore della malattia , ma allora rappresentavano delle intuizioni veramente all’avanguardia per togliere dalla miseria chi incorrreva in casi tragici.
Cartolina emessa ad Ala in occasione del 60.mo di fondazione dell’Associazione Mutuo Soccorso con la foto del fondatore Debiasi Giuseppe “Poio” – disegnata dal Dalla Laita -
A fine secolo il movimento cooperativo trentino fondato da Don Guetti si espande in tutta la provincia e il 20 aprile 1898 il giornale “Alto Adige” sotto il titolo “Cronachetta alense” annuncia che “Ieri nella sala della Filarmonica davanti ad un numeroso auditorio ……fu tenuta una conferenza per poter istituire anche in Ala una Cassa Rurale. Dopo la conferenza vi fu discussione ed approvazione dello statuto e nomina della Direzione. Finora gli aderenti alla Cassa sono una sessantina”. La Cassa aprirà poi il sette luglio al piano terra di Palazzo Angelini.
Palazzo Angelini: prima sede della Cassa Rurale di Ala dal 1898 al gennaio 1899.
La tubercolosi a fine ottocento è devastante ma soprattutto ad Ala colpisce con inaudita virulenza i vellutai soggetti ad un lavoro malsano in ambienti poco areati e umidi.
Il dott. Largaiolli Riccardo, medico dell’ospedale e del quale non saranno mai abbastanza riconosciuti i meriti, promuove la nascita della Società Ospizi Marini con il compito di offrire il soggiorno nel mare di Venezia ad alcuni bambini colpiti da questo morbo. La Società prende l’avvio proprio nella sala filarmonica nel 1901, dove tutti gli anni ospiterà una riunione conoscitiva dei risultati man mano raggiunti, oltre che delle conferenze di prevenzione sull’igiene. Raggiungerà ben oltre 300 soci sostenitori, una bella dimostrazione di solidarietà non c’è che dire.
Il dott. Riccardo Largaiolli, medico e direttore dell'Ospedale, filantropo e npromotore di tantissime iniziative sulla salute.
Rimane comunque la sede privilegiata per concerti, esibizioni, balli di carnevale.
Allora i concerti , chiamati “Accademia musicale” , riscuotono un grande successo anche per la esibizione di allievi locali che fanno parte della Scuola Musicale, che convive assieme alla piccola orchestra ed alla banda: un bel mix artistico invidiatoci anche da Trento e Rovereto.
Non mancano gli incontri politici come quello della socialista Balabanoff nel 1908 che registra una affluenza massiccia, a motivo del dibattito già incandescente fra socialisti, clericali e liberali.
A carnevale la Sala Filarmonica ed il Teatro ospitavano i frequentati veglioni mascherati.
Dopo la pausa della grande guerra riprende l’attività nel 1919 per “ricostituire la Società Musicale” scrive il giornale “Nuovo Trentino” il 27.3.1919 , anche se nel 1922 rischia grosso per un incendio prontamente domato causa le segature di una stufa (sistema di riscaldamento comunque usato fino agli annisessanta).
Resta la preferita per esibizioni musicali, come nel 1925 quando festeggiano i 150 anni del nostro glorioso Ginnasio e, fra gli esecutori, meritano una menzione particolare Taddei Giovanna e la quindicenne Ida Albarelli, poi insegnante di musica alle Medie.
Il programma di un concerto del 1930 – da notare che il repertorio inizia e termina con brani adatti allo spirito nazional-patriottico di allora.
Da sempre funge quale sede permanente delle prove della banda e saltuariamente servirà come sala di servizio per il Teatro nei veglioni di carnevale. Addirittura negli anni 50 è adibita a seggio elettorale e dal 1969 ospita per alcuni anni anche le prove del neonato Coro Città di Ala, che poi troverà sede proprio lì sotto. L’ultima festa ufficiale risale al giugno 1982, in occasione del centenario della Società Musicale.
Ultima manifestazione ospitata nel 1982 in occasione del centenario della Società Musicale
Dal 1984, causa i lavori di ristrutturazione dell’immobile nel quale è inserita, rimarrà, purtroppo, praticamente chiusa al pubblico. Mi dicono che appare fra gli impegni per riportarla ad un utilizzo consono alla sua storia ed a favore del vicino Teatro. Ci contiamo!!!!
*Pittore Giuseppe Ponga 1856 –Venezia 1925 (dal dizionario degli artisti): si diploma all’accademia Belle Arti di Venezia e nella sua vasta opera nei campi della pittura murale e da cavalletto, della miniatura e dell’acquerello, ripercorre i modelli settenteschi di Tiepolo e Guardi. Riceve incarichi prestigiosi come le decorazioni del palazzo del Parlamento di Budapest, del padiglione dei cimeli all’esposizione di Roma nel 1910 e di alcune sale del palazzo reale di Venezia.
Azzolini Mario
Foto archivio Enrico Brusco, Banda Sociale.
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