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- Pubblicato Venerdì, 10 Giugno 2016 09:55
- Scritto da Mario Azzolini
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Passo Buole negli anni ‘20
tra esaltazione patriottica, omelie infuocate e silenzio delle madri.
“ONORE AD ALA” titola una intera pagina del giornale “Il Domani della Vallagarina” del 19.5.1920 per raccontare le vicissitudini della nostra città nel maggio 1916 in occasione dell’offensiva “Straf Spedition” e auspica addirittura che per tale sofferenza in ogni luogo del Trentino venga dedicato il 27 maggio un minuto a ricordo degli avvenimenti che ora la gloriosa cittadina celebra da sola. Non tanto per ricordare il 27 maggio del 1915 (giorno dell’entrata degli italiani in Ala) ma quella dell’anno seguente quando appunto era in corso l’offensiva che ha investito anche Passo Buole ed Ala era “ l’ultima sentinella delle cento città d’Italia”.
Pure il giornale “La Libertà” il giorno seguente con “ALA E LA DIFESA DI PASSO BUOLE ” racconta che in quei giorni “aerei nemici avevano lanciato dei manifesti ad ammonire che la città sarebbe stata ripresa il 27 maggio e che se non fosse tornata austriaca sarebbe stata bombardata…..”.
Uno dei più insigni corrispondenti di guerra che visitò Ala in quei giorni scriveva: “Ala vive in una incredibile serenità. Correva la voce che fosse stata fatta sgomberare la popolazione invece la città è abitata e calma, con le case aperte, con i negozi aperti, con la gente che continua nei suoi affari. Signore che attraversano la via, una cameriera che porta a passeggio dei bimbi, borghesi che stanno seduti al caffè….. e il 27 maggio 1916 (nel pienodell’offensiva e ad un anno di distanza dalla entrata degli italiani) la città si sveglia senza orgasmo e si imbandiera tutta”.
Come si vede toni ottimistici che tendono a tranquillizzare l’opinione pubblica del resto d’Italia; probabilmente la realtà era più complessa.
Perché tanto spazio per avvenimenti accaduti quattro anni prima nella nostra città?
Ala vuole rimarcare l’insoddisfazione verso il Governo Italiano che tarda ad offrire contropartite alla cessazione della stazione internazionale: in fondo la città domanda solo un’officina ferroviaria per contrastare la disoccupazione nonché la parificazione del Ginnasio (ora a carico del Comune).
Inoltre un apposito comitato sta organizzando per il 30 maggio la deposizione di una lapide offerta dalla città di Ala in onore delle vittime di Passo Buole; tale manifestazione sarà la prima di tante altre che seguiranno gli anni successivi.
E veniamo alla cerimonia: nonostante la pioggia grande afflusso di gente sia da Rovereto dallo Zugna che da Ala . Servizio di birraria accoglie gli ospiti ma ci vorrebbe ben altro per stemperare il freddo.
Il Comitato al completo con il sindaco Pallaver e il Presidente Avv. G.Battista Debiasi (internato nonostante la vecchia età, morirà dopo alcuni mesi – ha sempre contestato il nome “Buole” privilegiando quello originario e usato dalla gente “Boale”); la Banda suona l’Inno di Garibaldi ed il Coro intona l’Inno di Mameli.
La commemorazione è affidata al generale Gualtieri difensore di Passo Buole , c’è il superstite medaglia d’oro e ex cappellano militare Annibale Carletti salito in incognito ma alla fine, riconosciuto dagli alensi perché in febbraio era venuto a Ala per sollecitare l’adesione al prestito nazionale, porta il suo ringraziamento.
Passo Buole 1920 inaugurazione lapide
Sul prato stemma a mosaico della città di Ala e infine la targa viene scoperta “ A gloria eterna - degli eroi - di queste italiche Termopili – caduti nel maggio 1916 – il popolo di Ala – riconoscente – di sua salvezza e redenzione – 1920”.
Grande disagio provocato da un diluvio nel ritorno perché i 60 automezzi sono scoperti, col rischio di incappare su migliaia di proiettili inesplosi. Ma a parte uno svenimento va tutto bene!!
Ogni anno la cerimonia si rinnova accompagnata dalla pioggia: nel 1921 l’orazione ufficiale è affidata al prof. Domenico Pandini giovane insegnante al Ginnasio di Ala.
Nel 1922 la Città di Parma per onorare i propri cittadini inquadrati nella Brigata Sicilia offre un monumento per Passo Buole che consiste in una piramide di pochi metri opera del geom. Sassi allora tenente a Passo Buole : ”In queste sacre Termopili caddero e vinsero i fanti parmensi – quando dal 19 al 31 maggio 1916 – con tanto sangue salvarono – Ala e la strada di Verona”.
Finalmente in quei giorni Ala è insignita della Croce di guerra con una grande cerimonia patriottica che comporterà qualche beneficio economico alla città in preda ad una crisi irreversibile.
Passo Buole 1921
Nel 1923 il Generale Ferrrari promette il suo interessamento per dichiarare Passo Buole sito nazionale con la realizzazione di un monumento.
Proprio in quell’anno alcune polemiche accompagnano la manifestazione: il giornale “Il Nuovo Trentino” critica l’oratore ufficiale, sempre il prof. Pandini, che parlando dei nemici interni, ricorda la frase “inutile strage” di papa Benedetto XV accomunando il pontefice a coloro che remavano contro. Lo stesso giornale riprende la critica di alcuni contadini di Marani che, sulla strada di Mezzana, sono oggetto di ironia da parte di alcuni signorotti e dame locali che li accolgono con la frase “ecco arrivano gli austriacanti” e, offesi, affidano al giornale la loro risposta “Ragli d’asino non arrivano in cielo”.
D’altronde pochi giorni prima polemica fra il Giornale “La Libertà” e “il Nuovo Trentino” quando il primo accusa l’Amministrazione in carica di lentezza nella epurazione di “escrementi austriaci che ammorbano ancora l’aria”. Ma non solo, uno sfregio sulla scritta “Borgo Generale Cantore” ai Marani registra un clima non proprio riappacificato.
Passo Buole 1923
E avanti così: nel 1924 appello allo Stato per la strada tenuta male , nel 1925 , la prima volta senza pioggia, il ricostituito Comitato con Dalla Laita alla Presidenza, promette una grande scritta all’imbocco di San Valentino e migliore custodia dei cimiteri attorno a Passo Buole, festa degli Alberi al Passo e lapide ai Fusi (bisognerà aspettare 30 anni) .
Desiderio unanime è il rimboschimento del Passo, allora brullo ed esposto al sole. Nel 1926 (anno del decennale) il Comune, visto che lo Stato non ci pensa, provvede a rendere agibile la strada ed alla cerimonia gli scolari di Vallarsa rendono omaggio ai caduti.
Passo Buole 1924
Sempre presenti i cappellani militari e tra questi don Santo Perotto insegnante ai Marani, con le omelie dai toni infuocati che accendono gli animi utilizzando la croce simbolo di quella Fede attraverso la quale si rende grande la Patria.
Non sono da meno gli oratori ufficiali che rispettano il clichè del più vistoso nazionalismo e amor patrio, mai nessuna parola di riconciliazione o almeno di ricordo dei caduti avversari. D’altronde l’epoca è percorsa da sentimenti poco propensi alla riflessione umana i cui frutti negativi si vedranno quindici anni dopo. Gli stessi giornalisti dipingono le cronache con tinte forti del tipo “rupi stampate di eroismo” “fili d’erba nutriti dal sangue degli eroi” “passo diventato un sacro altare”; si sente l’influenza di Gabriele d’Annunzio.
Passo Buole 1925
Nel 1921 per un momento la retorica cede il passo alla pietà quando i sei cimiteri di guerra dello Zugna vengono consegnati alla SAT per la custodia di “coloro che furono i nostri difensori”; per l’occasione un pellegrinaggio su tali cimiteri di madri e vedove giunte da tutta Italia benediscono in silenzio tale iniziativa; prima di sera raggiungono anche il camposanto di Ala (su autocarri non in comodi pullman) dove “ l’austero dolore non deve essere disturbato da inutili discorsi”. Non c’è posto nemmeno per il rinfresco organizzato dal Comune, poiché le coraggiose donne vogliono partire subito. Le salme di tanti soldati sepolti nel nostro cimitero verranno poi traslate nei paesi d’origine con grande rammarico della cittadinanza.
Passo Buole, cimitero di guerra
Ci fermiamo a metà anni venti sperando di aver offerto un quadro dello spirito dell’epoca, anche se le celebrazioni continueranno fino al 1939, con l’organizzazione curata dal Fascio e dai Combattenti e reduci ( Il prof. Dalla Laita ormai ritiratosi ma che per primo aveva voluto le celebrazioni a Passo Buole morirà a 92 anni proprio nel 1939).
Al centro, con i baffi bianchi, il Prof. Luigi Dalla Laita, vero animatore dei primi raduni in Passo Buole-
Aveva proposto un ossario al Passo
Belle e coraggiose ragazze nel 1927 a Passo Buole
Riprenderanno nel 1956 in occasione del 40.mo della battaglia per iniziativa di un apposito comitato formato dalle Associazioni d’Arma (su sollecitazione del Comune che stanzia £ 10.000). Si riparte con due contemporanee cerimonie, a Passo Buole e a San Valentino, con presenza di “mamma reduci” nella persona di Domenica Sartori nata Chini , la posa della lapide ai “Fusi” e la benedizione del labaro della neo nata sezione Bersaglieri .
Nel 1957, scrive l’Adige, la commemorazione continuerà per la disponibilità del Gruppo Alpini di Ala presieduto dal colonnello Sellerio che manda un messaggio in cui ricorda anche “lo sfortunato valore nemico” (parole non proprio scontate in quei tempi).
Tale impegno sarà assolto con dedizione fino ai nostri giorni.
A Passo Buole nel 1956 con scout.
A Passo Buole nel 1956 con Nando da Ala.
Un ringraziamento a Enrico Brusco per i preziosi ricordi messi a disposizione.
Notizie raccolte sui giornali “La Libertà” – “Il Nuovo Trentino” – “Il Domani della Vallagarina”.
Azzolini Mario
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