Testo fisso

 Per la politica dell'ambiente                                   Chi lotta può perdere,chi non lotta ha già perso! Guevara                                          

Futuro incerto per l'ambiente

 

custodi 1

 

Smembrato  in tre parti e ridotto ad una parodia di Parco senza neppure il completamento nobilitante di “Nazionale” , il Parco Nazionale dello Stelvio  , complice l' appetito del Governo nei confronti della rappresentanza parlamentare altoatesina , è stato sacrificato all' intransigenza  separatista  dell'  Adige e agli  appetiti identitari e faccendieri.

 

Da sempre considerato “ terreno a perdere“  dalla Regione Lombardia che non   ha   mai  finanziariamente contribuito al suo mantenimento, è stato di fatto   da sempre  sostenuto , curato anche con ingenti    finanziamenti dalla sola Provincia Autonoma di Trento.

 

Quanto avremo  sarà un' entità territoriale  modellata sulla pariteticità delle rappresentanza con l'obbligo della concertazione nelle decisioni importanti, ma  nel contempo   con   libertà di porre veti e agire in autonomia.  L'autorità o meglio lo stato giuridico di  quanto ora è rappresentato da quel territorio  può essere definito  come   “ Consorzio per la gestione dell' ex Parco dello Stelvio”.

 

Le forme sono state salvaguardate dalla presenza di un Alto Commissario del Governo ( l'ultimo di questo ha faticosamente localizzato il territorio di sua competenza). Sarà chiamato a  vigilare  e  convalidare il piano comune di gestione  e  di sviluppo.

 

La PAT non ha potuto evitare di ricadere nell'errore dell'ammucchiata formata dai tanti enti, istituzioni, consorzi, privati, fondazioni, associazioni che a vario titolo hanno interessi da tutelare all'interno del territorio del Parco.  Ecco quindi un organismo elefantiaco chiamato a formulare proposte  nessuna delle quali vincolante. La gestione spetta alla PAT e al suo organismo tecnico di Rappresentanza.

 

Il mondo dell'Associazionismo Ambientalistico, Animalista e Naturalista ha faticato non poco per ottenere una rappresentanza all'interno di quel  vasto consesso .

La SAT sostenuta da tutte le varie sigle del variegato mondo dell'associazionismo, è stata ammessa di diritto.

 

In ultimo a sottolineatura della farsa   pseudo rappresentativa messa insieme dalla PAT, all'Assemblea Generale ( quella composta per intenderci da quanti esercitano  diritti  all'interno del Parco),  potrà' partecipare chiunque – anche il singolo cittadino – che riterrà di  dover tutelare diritti  individuali .

 

Il Parco dello Stelvio non  è  ovviamente l'unica cattiva notizia per l'ambientalismo ;  la PAT ha ridotto la tutela sui Parchi ( Brenta e Paneveggio), vedi regole di accesso più morbide, il coinvolgimento delle associazioni venatorie, una diversa promozione  destinata ad aumentare le presenze turistiche con le difficoltà che queste determineranno  su ambienti fragili sottoposti ad un'eccessiva antropizzazione.

 

E' pur vero che la stessa PAT  sollecita da tempo e con buoni risultati , l'adesione dei comuni alla creazione  della rete delle riserve , crescita   attenta e sostenibile dei  territori   più  delicati  ( vedi i territori  di  Stenico, Dorsino, S. Lorenzo e altri) recentemente encomiati dalla UE.

 

Ma nel gioco degli equilibri  del dare e del ricevere, dello spendere e del risparmiare la PAT non ha trovato niente di meglio che avviare un'operazione  dannosa contraddittoria con l'impegno suddetto:

la drastica riduzione dei custodi forestali riducibili a non più di 130 con il gravoso impegno rappresentato dai 3.500 ha di vigilanza per ciascuno, il  paventato ridimensionamento delle stazioni forestali, provinciali e il ventilato accorpamento degli ispettorati di zona alle comunità di Valle.

 

 

custodi 2Queste le parole dei sindacati di rappresentanza.

 

L'allarme: «Vogliono dimezzare i custodi forestali»

La bozza di regolamento depotenzia organici e mansioni

 

A ogni custode forestale saranno assegnati 3.500 ettari di sola superficie silvo   pastorale pubblica; il che, tradotto, significa ridurre i lavoratori di circa il 45%.

Un taglio che avrà grande impatto occupazionale, specialmente in territori decentrati e già penalizzati dalla crisi, e che metterà a rischio la possibilità di fornire un servizio adeguato.

Compromette inoltre un importante sbocco professionale per gli studenti del corso di studio a indirizzo forestale dell'istituto di San Michele all'Adige - Fondazione Edmund Mach.

 

L'allarme è scattato durante l'assemblea che ha riunito i sindacati di categoria e la Libera associazione dei custodi forestali del Trentino.

L'ordine del giorno era incentrato sul nuovo «Regolamento del servizio dicustodia forestale», predisposto dal Servizio foreste e fauna assieme al Consiglio delle autonomie locali, preadottato dalla giunta provinciale e in corso di confronto con le parti.

In un precedente tavolo di lavoro per la stesura del testo, non erano stati coinvolti né l'associazione né i sindacati; il Consorzio dei comuni respinse la richiesta di partecipazione ma promise di dare il massimo spazio in fase di correzione e revisione.

In realtà, purtroppo, delle osservazioni finora avanzate le più significative non sono state recepite. Si trattava di questioni fondamentali:

verrà infatti facilmente cancellato il legame tra il custode e una specifica zona, cosa che permette conoscenza e tutela del territorio, mantenimento di usi e consuetudini e garanzia di autonomia dei comuni;

non sono più esplicitamente previste le qualifiche di agente di polizia giudiziaria e ausiliario di pubblica sicurezza;

non sono menzionati esplicitamente i compiti di educazione e sensibilizzazione ambientale da sempre svolti dai custodi;

non viene garantita la riservatezza dei programmi di lavoro e dei registri di servizio, aspetto particolarmente delicato e assolutamente necessario viste le funzioni di polizia svolte. 

Insomma: traspare una volontà di depotenziamento a tutto tondo, che richiede sicuramente un chiarimento anche a livello politico. 

 

Quanto alle superfici, il dato emerge da quanto stabilito dal Consiglio delle autonomie locali, che definendo un contingente minimo garantito ha indicato «almeno un custode ogni 3.500 ettari di superficie silvopastorale», senza specificare se silvopastorale in senso stretto o inclusi alpeggi, improduttivi, piste da sci, fondi agricoli; se superficie solo pubblica o anche privata.

Il servizio di custodia forestale infatti, sia per gli aspetti tecnici, sia per quelli di polizia e vigilanza, viene espletato su tutto il territorio amministrativo degli enti coinvolti, comprese le aree agricole, gli incolti, le aree ricreative e i centri abitati, dove spesso ci si trova a far rispettare regolamenti e ordinanze comunali, perché i custodi forestali sono anche il braccio operativo e tecnico delle amministrazioni. 

 

Dunque si va a ridurre anche l'autonomia nella gestione diretta, da parte degli enti proprietari, del proprio territorio. 

Alcune delle osservazioni presentate sono state respinte perché in contrasto con la Legge provinciale n. 11/2007 o non previste dalla stessa. 

Ebbene, se la legge è di ostacolo alla stesuradi un regolamento corretto, completo e funzionale, è opportuno intervenire prima di tutto sulla   stessa. Pertanto, su mandato dell'assemblea, al fine di far migliorare il regolamento e la legge, in occasione del prossimo Consiglio Provinciale i sindacati prenderanno contatto con i i Gruppi consiliari.

 

Rizzi Luciano

rappresentante Pan-Eppaa

 

In allegato per quanti interessati:

il documento della  2° Commisssione legislativa

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