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- Pubblicato Domenica, 24 Marzo 2013 08:00
- Scritto da Rizzi Luciano
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"IL RE è NUDO !"
“ Ormai convien che tu così ti spoltre,
disse il Maestro, che seggendo in piuma
in fama non si vien né sotto coltre
…....................................................”
D.A. Inferno XXIV
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La data non è di per sé molto tranquillizzante ma sembra, dai siti della PAT , che a decorrere dal prossimo 1 aprile la Provincia Autonoma conceda il benestare al Piano Cave.
Con l' approvazione da parte della VIA (Valutazione Impatto Ambientale), viene riconsegnato questo importantissimo strumento di gestione del territorio all'Amministrazione Comunale di Ala per gli adempimenti successivi.
Non c'è retorica né troppa enfasi nel classificare il Piano Cave come uno dei momenti principali nel quale l' Autorità Locale riacquisisce il diritto di operare con proprie scelte nello sfruttamento delle risorse del Territorio, ridiventando così titolare delle forme di controllo e sanzionatorie per la salvaguardia dei diritti delle popolazioni e l'avvio di un armonico sviluppo.
All' Amministrazione comunale di Ala il compito quindi, una volta fatto approvare con sollecitudine il Piano Cave dal Consiglio Comunale, di avviare e coordinare quell' insieme di procedure amministrative, quali il Piano di Estrazione, la nomina del Garante e altre, al termine delle quali dovremmo poter disporre di un efficacie strumento di disciplina e controllo di questa importante attività.
Su tutto, più ancora del Piano di Estrazione che dovrà essere predisposto dagli operatori del settore, sarà la nomina del Garante, figura istituzionale con compiti di tutela per l'osservanza delle disposizioni del Piano a rappresentare la fase dirimente tra un passato allegro e disinvolto ed un futuro contrassegnato dal rispetto delle normative.
Ai “Cavatori” spetta la scelta del Garante su una Triade di nomi forniti dall'Amministrazione.
Quale importanza abbia l'individuazione della Triade da parte del Comune risulta chiaro a tutti. Ma su questo aspetto, cruciale per evitare il sospetto di “pastette” e collusioni ritorneremo quanto prima.
Per 6 lunghi anni le Amministrazioni hanno dilazionato questa definitiva approvazione, qualche volta sono state frapposte argomentazioni non di rado futili ma spesso pretenziose: dall'ipotesi di usi alternativi del Territorio, alle consulenze per la ricerca di poco praticabili progetti per il risanamento ambientale.
Ma ovviamente non vi può essere risanamento senza prima dar corso al determinante quanto semplice atto che sancisca la chiusura dello sfruttamento delle Cave esaurite .
Prima si dichiara esaurita l'attività estrattiva quindi si obbligano i titolari alla bonifica e al ripristino.
Ma la sola evocazione di questi obblighi per l'avvio di una procedura prevista dai decreti di concessione , sembra determinare fremiti di responsabilità e crisi d'identità.
Ora però ...... " Il Re è Nudo "
Ora quindi si ricompone l' ordine dei ruoli, la successione degli adempimenti viene ristabilita.
La strada per dare esecutività e normalizzare il settore sembrerebbe tracciata; la competenza e la responsabilità ritornano nelle mani della Comunità Locale.
Una responsabilità pesante, un imperativo morale per il futuro delle popolazioni sulle quali ricadranno le scelte che l'amministrazione è chiamata ad operare. Ora più che mai si pone la necessità di un' avvedutezza che francamente stentiamo a vedere.
La legislatura si avvia mestamente al compimento con poca lode , molti rimpianti e tante delusioni; con lo sconforto per le occasioni perdute, per lo smarrimento di una via che nei programmi di Governo era limpidamente tracciata, con la frustrazione per le incertezze che hanno comunque contraddistinto le poche decisioni in materia, ma su tutto prevale l'indignazione per il silenzio lasciato cadere sull'intera vicenda.
Ancor più colpevole delle promesse mancate si è dimostrata la leggerezza con la quale è stato affrontato il problema e la scarsa rilevanza che ad esso è stata attribuita.
Tanto valeva coinvolgere più pesantemente anche le cave nell' “Amba aradam” ideativo-progettuale ; ipotesi più ipotesi meno che differenza avrebbe mai fatto! !
Troppe le incertezze e i silenzi comunicativi, del tutto inesistente il coinvolgimento informativo dell' Associazionismo e dei Comitati, deprecabile l'oblio lasciato calare sulle popolazioni interessate, sconcertante l' ondivago atteggiamento circa il futuro delle cave dismesse e il loro recupero, incomprensibili infine la sinecura e la disattenzione per il tanto tempo trascorso senza fare letteralmente nulla!
18 sono i mesi trascorsi prima che fosse avviata una procedura di sollecito alla PAT e non certo per un interessamento istituzionale! 18 mesi persi a cincischiare mentre si procedeva a colpi di proroghe.
Ben 4 (3) da questa Amministrazione e 3 dalla precedente.
Non riteniamo peraltro di dover considerare la prossima proroga alla stregua delle altre in quanto l'approvazione del Piano Cave da parte del Consiglio Comunale renderà di fatto inutile e superata la concessione che verrà deliberata il 26 marzo p.v. Si tratta in sostanza di evitare una “ vacatio potestatis”.
L'approvazione del Piano Cave non deve comunque autorizzare nessuno a dormire sugli allori. Gli adempimenti sono molti e complessi e non è affatto il momento di interpretare disinvoltamente il ruolo Istituzionale come fin qui fatto.
Sono questi i precedenti che pongono ancor oggi grandi interrogativi sul futuro di quel territorio e le preoccupazioni sono per i requisiti Politici, Amministrativi e Tecnici che dovranno emergere in queste delicate circostanze.....ma si sa : “ l' intraprendenza come il coraggio uno mica se li può dare “
e francamente non siamo alla presenza del Duca d'Enghien che riposò tranquillamente prima della battaglia di Rocroi con la consapevolezza di aver tutto ben predisposto o di Napoleone Bonaparte che trascorse serenamente, pur dormendo poco come sua abitudine, la notte che precedette Austerlitz .
Cordialmente
Luciano
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