Testo fisso

 Per la politica dell'ambiente                                   Chi lotta può perdere,chi non lotta ha già perso! Guevara                                          

L' Ala che verrà (2)

 

municipio

 

Seconda parte

 

I commenti e le considerazioni in margine sono frutto dell'esame di quanto reso pubblico , della lettura degli atti, raccolto dall' ascolto, dall' analisi delle dinamiche che si muovono attorno alle problematiche.

Insomma non tutte “ le segrete cose “ sono svelate, quelle rimangono quasi sempre gelosamente ( e opportunamente qualche volta) nascoste .

Ascoltare quel brusio apparentemente indistinto che sale dalla collettività e che traspare dalla lettura degli atti, fornisce una molteplicità di utili elementi. Altri accadimenti sono infine da tempo immemorabile frutto di dibattito , scontro, ignavia e trascuratezza.

 

La presentazione ha rimarcato la volontà di far emergere dalle nebbie di un incerto presente, una città diversa e tutto sommato il contorno che si intravede è confortante e positivo.

 

Tre gli appunti che ci sentiamo comunque di muovere o meglio , tre le   osservazioni unite a qualche modesto contributo   sul cui esito l'Associazione non nutre eccessive illusioni considerati i precedenti, comunque questo il nostro contributo ...................

 

La prima considerazione:

 

Molti gli interventi - forse troppi per le esigue energie della Macchina Amministrativa e infatti è pesante il ricorso alla committenza esterna -   alcuni organici , altri meno ma   tutti potrebbero avere indubbie ricadute positive per la città.

Nel breve periodo si dimostreranno sicuramente un importante volano per l'economia dovuto al forte rilascio di risorse pubbliche :  più incerto il futuro per l'ancora indefinito funzionamento dell'insieme una volta che   il tutto sarà reso disponibile …........infatti non si riesce ancora ad intravedere un progetto unitario, una strategia meno   frammentata, un'azione di raccordo tra il molto che viene cantierato e il progetto che dovrebbe non solamente prendere in carico il tutto garantendone la gestione e il rilancio , ma la ricaduta che questo dovrebbe rilasciare sul territorio.

 

La domanda che ancora aleggia è : Cosa vogliamo che Ala diventi? Certo   " più bella e più splendente che pria!” (Petrolini).   Ma già ora la confusa, esagerata sommatoria di molte definizioni e di spesso arbitrarie attribuzioni, ( accettabili in una estemporanea campagna di marketing) paventa il rischio non proprio nascosto di scadere nell' indeterminatezza.

 

Queste , alcune improvvisazioni sperimentali. “ Ala città di Velluto, Ala città della Musica, Ala città del tessuto, Ala città del Barocco, Ala città della Multimedialità “   .... perduta per sempre Ala città Universitaria” . Il mercato insegna che l'eccessiva diversificazione e il continuo cambiamento degli slogan finisce per annullarne l' efficacia.

Manca “Ala città d'arte” almeno sinora. Ma quasi certamente confidiamo che un soprassalto di rossore per le mancanze del passato, le incertezze del presente e le incognite del futuro , ci risparmino questo ennesimo inappropriato e inopportuno appellativo.

 

Non ci stancheremo mai di ricordare i 16 affreschi un tempo presenti in città e dei quali ora ne rimangono solo 4 e tutti in precario stato di conservazione. Alcuni in verità sono ormai da considerarsi perduti; e neppure dimenticate sono le molte sottrazioni rimaste impunite alcune e insolute altre .

 

Si accenna ad un restauro di alcune fontane . Era proprio urgente? Era opportuno dopo i contrastanti effetti della precedente pesante azione di ricostruzione che ha cancellato la memoria di alcuni manufatti ? Un addio è stato dato alla fontana della Gioppa oggetto di interventi discutibilissimi simili a quelli applicati alla fontana del Mosè per non parlare dell' assurda ricostruzione di quella di fronte all' Oratorio trasformata nella porta dei Leoni di Micene.

 

Si elabori almeno un progetto che consenta il godimento delle opere ancora esistenti e raccolte sotto la voce “Museo / Raccolta Dalla Laita” un insieme di reperti, opportunamente ma forse un pò troppo gelosamente musealizzati e dei quali si sta perdendo la memoria . L'esposizione a rotazione in luogo idoneo, secondo i moderni criteri di allestimento e di esposizione consentirebbe il recupero di parte della nostra storia.

 

L'interessante proposta fatta al Comune da   Don Giampaolo Giavanazzi, per raccogliere e valorizzare quanto rimasto del “Tesoro” della Chiesa locale, unendolo con quello   laico, ha per la   conservazione e divulgazione della conoscenza di entrambe si è perso come il lamento di un bimbo nella calca domenicale di un Centro Commerciale. Il silenzio fu la risposta più assordante, le motivazioni contrarie furono molte e come si diceva un tempo magari solo accennatoe , mascherate da propositi fasulli o per usare un termine desueto anche “Speciose”.  

E' mancata , manca la volontà. D ' accordo. Ma di chi? Della Burocrazia, della Politica, di fattori magari oggettivamente presenti tacitati nell'ovattata atmosfera di qualche ufficio. Ma vivaddio una proposta, una presenza, un' apparizione pur con tutte le precauzioni del caso, potrebbe anche avere luogo. Ma il muro di gomma, delle resistenze , esiste eccome.!!!

 

Aprirà Palazzo Taddei, oggetto sin dall'avvio del cantiere di alcune importanti spogliazioni .

Ricordiamo all'amministrazione di accertare l'esistenza della Statua di S, Francesco, della Colonna che la sosteneva , della copertura lignea del pozzo. Tutti oggetti che con la carrozza da neve   dovrebbero costituire ormai gli unici arredi mobili del Palazzo. Le formelle policrome delle cucine furono le prime ad essere oggetto di maligne attenzioni.

 

La seconda osservazione/considerazione, è rivolta all'arredo urbano.

Tante iniziative ciascuna con il proprio   corollario di pubblicità, segnaletica, richiami ecc. spesso tra loro stilisticamente slegate , che , per quanto singolarmente pregevoli, non fanno arredo.

La segnaletica e le indicazioni storiche tra loro differenti anche nei caratteri di scrittura, nel colore, potrebbero essere validate da qualche esperto in arredo .

 

Il girovagare perpetuo delle fioriere , usate come i nanetti dei giardini , il loro indefinito ruolo e l'incerta collocazione sottolineano l' improvvisazione di molti interventi. Emblematica di questo è la fitta ragnatela di fili , di accessori elettrici, di scatole di derivazione, delle matasse di cavi . Il tutto sembra testimoniare una perenne provvisorietà e non contribuisce certo a definire un ordine e una stabilità.

 

Difficile dopo molti anni studiare e predisporre un' impiantistica definitiva? Utilizzabile per gli addobbi natalizi o per le feste dei velluti?

Non mancano certo gli esempi in Italia. Che l'amministrazione alzi lo sguardo dallo “ splendido” acciottolato cittadino per uscire dall'immobilismo locale   anche solamente per   copiare da   coloro che hanno già fatto con competenza e fortuna.

 

Poco da dire sulla cultura , fatte salve le molte, forse troppe aspettative e ipotesi in itinere per i Musei che hanno per loro natura una valenza trasversale sul comparto cittadino . Ruolo in verità un pò troppo sovrapposto e subordinato al turismo e al commercio. Non che il silenzio significhi mancanza di iniziative, tutt ' altro,

 

Quello che qualche volta manca è semmai il coordinamento con la conseguente sovrapposizione di iniziative tra loro simili.

 

 

La città manca di Sale pubbliche, ben progettate , polivalenti, di facile gestione e manutenzione. Poco per le arti visive – leggi cinema - e per l'arte in generale. Speranze sono, come detto, riposte nel futuro edifico della Scuola Media, Ma senza troppe illusioni . Sarà un luogo d'uso polivalente come giusto sia ma del tutto inadatto ad alcune specificità legate allo spettacolo , al Teatro e al Cinema. Proprio la decadente immagine dello spazio Sartori ( l' appellativo di Cinema – Teatro proprio non si addice allo stabile) , dovrebbe suggerire la necessità di un restyling e il recupero della saletta – foyer. Un gioiellino con innumerevoli possibilità d'uso. Perche su questi semplici interventi non si voglia intervenire rimane un insoluto rebus.

 

Luciano

 

arrivederci per la terza e conclusiva parte

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