Testo fisso

 Per la politica dell'ambiente                                   Chi lotta può perdere,chi non lotta ha già perso! Guevara                                          

“Taccion le Fiere.....” 

 

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oggi 15 ottobre 2022 è la volta di quella di S.Luca.

Poche sono le immagini che segnano il correre del tempo e infondono la malinconica riflessione di come una tradizione, viva per secoli, si possa dissolvere lentamente e nell'indifferenza .

Sono ormai innumerevoli le vittime dei cambiamenti dovuti al mutare dei tempi, dei costumi , all' aggravarsi delle condizioni economiche o anche e forse solo , per un' irreversibile indifferenza culturale.

Il fenomeno interessa indifferentemente le tradizioni laiche e religione, commerciali o commemorative; tutto   un insieme di consuetudini, riti, costumi tra loro gerarchicamente e coreograficamente molto diversi, ma   tutti indistintamene legati ad una cultura contadina, popolare ormai scomparsa.

Tutto concorre a far si che il risultato finale si riduca, laddove ci si adatta per sopravvivere, ad un pellegrinaggio domenicale ai Mercatini.

Di miglior sorte non godono le tradizioni religiose con l'eccezione di quelle consolidatesi nei circuiti turistico televisivi,   quali la “macchina di S. Lucia a Viterbo” , la “Festa di S.Agata a Catania” o la “Settimana Santa di Siviglia “, del “ Corpus Domini di Cuzco “ Si “Palio di Siena o di Cento”, Si “ Carnevale di Viareggio” e pochi altri.

Il resto sono rimasugli nostalgici di un tempo dimenticato

Scompaiono le Fiere e i Mercati, le Processioni e i Rituali religiosi, le Sagre e le Celebrazioni laiche, nell' assoluta indifferenza; alcune improvvisamente senza alcun particolare motivo, altre   sfumando lentamente fino a scomparire nel nulla, consumandone anche il ricordo .

Non stiamo parlando   di grandi eventi ma delle popolarissime un tempo utili, fiere di paese e delle quali S. Giuseppe, S. Luca, S. Martino, legate ai tempi dell'agricoltura alle stagioni del raccolto o del riveglio, animavano da qualche centinaio d'anni anche il nostro borgo un tempo contadino, divenuto   poi industriale, ma socialmente riconducibile ormai alla funzione di dormitorio, pur se periodicamente animato da costose quanto effimere iniziative, destinate a durare il tempo di un tuono. Tanto rumore, se non per nulla, certo per poco, verrebbe da aggiungere.

Anno dopo anno, un' edizione dopo l'altra, le Fiere di Ala si riducono nello spazio e nell'offerta merceologica.

Pochi irriducibili banchi , sommersi e resi anacronistici dai Centri commerciali, dal mutare delle abitudini e dall' infido , perchè sommerso e invisibile, mercato dell' on-line.

E così una tradizione un tempo attesa e vissuta con gioia si riduce ad un triste malinconico breve percorso su parte di Via Tre Chiodi.

Piangere e avvilirsi? Servirebbe?, La freccia del tempo viaggia in una sola direzione e troppi sono gli elementi che giocano contro.

Indiscutibilmente ultima fra tutte queste responsabilità, si colloca la richiesta delle Amministrazioni Comunali di esigere il balzello del Plateatico, dell'occupazione di suolo pubblico. Poche miserevoli decine di euro che non concorreranno   certo a sollevare le finanze pubbliche .

La rinuncia a questo obolo, più pizzo che imposta,   potrebbe forse essere un incentivo per la conservazione di una tradizione. Un tentativo doveroso , un piccoo sacrificio rispetto a quanto speso per valorizzare vie e Palazzi , velluti e   sete, broccati e costumi , con saltimbanchi e mangiafuoco, fuggevoli   e provvisori pure loro.

Le tradizioni sono anche altro.

Forse tra le   “ pittoresche” luminarie o “storiche kermesse “ , potrebbe trovare spazio la decisione di lasciare libera e gratuita, solamente per due giorni l'anno, una Via , una sola strada di una sonnolenta cittadina dei un estremo tentativo di perpetuare la tradizione; una compensazione   culturale, anche per coerenza con molte dichiarazioni di rilancio.

Ma se una cosa scompare altre appaiono   download

…...una   gradita funzione della fiera ( anche se non titolata a S.Sebastiano), è manifestata dall'opportunità di vedere in azione i Vigili Urbani o la Polizia Cittadina o Locale

un' occasione ghiotta, da non perdere per   la sua singolarità, per vedere , mescolati in mezzo a noi umani anche i VV.UU.

In una sgargiante uniforme bianco verde (chissa per quale normativa, facciamola almeno Bianco/Celeste)), offrono ai cittadini, che spesso ne lamentano l'assenza, l'esistenza in attività del Servizio, dissipando così in maniera definitiva, il dubbio   che i foglietti di divieto di sosta o di disco orario scaduto, non si materializzano magicamente sotto il tergicristallo, ne   vi si depositano cadendo dagli alberi come foglie maligne.

Qualcuno, sicuramente tra i pochi fortunati, è pronto a dare testimonianza giurata, di averli visti in bicicletta , (immaginiamo assistita).

E' comunque un balsamo per l'animo e un grande conforto per la cittadinanza sapere che i cespiti comunali per la vigilanza e l'ordine pubblico, hanno una loro destinazione , i cittadini si sentono   rinfrancati dalla consapevolezza che, pur silenziosamente e discretamente, questa attività si materializza nei meriti, quotidianamente riscontrabili, nelle isole ecologiche, nei parchi e nell'igiene pubblica, nella sorveglianza, nell' Ordine Pubblico e Sicurezza, nella circolazione urbana ed extraurbana, nella disciplina dei traffico legato ai cantieri, nella segnaletica stradale, molte volte incerta e financo   nella diuturna presenza nel Capoluogo e nelle Periferie.

 

la redazione

 

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