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- Pubblicato Martedì, 16 Agosto 2016 10:58
- Scritto da Redazione
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….accade in Lessinia e dintorni
Il Lupo
Ultima delle specie autonomamente insediatasi sul territorio Comunale, il Lupo è assurto molto presto alla ribalta provocando reazioni da parte dei singoli cittadini, di qualche associazione che individua nel predatore un pericoloso concorrente e di preoccupazione da parte degli allevatori.
Giustificati e meritevoli di ogni attenzione questi ultimi per i quali si cerca di adottare ogni possibile forma per ridurre o compensare i danni; con la rapidità degli indennizzi, con aiuti economici per l'installazione di recinti elettrificati, con consulenze e suggerimenti per rendere per quanto possibile più sicuro l'alpeggio.
Naturale e da tenere in debita considerazione l'istintiva paura dei singoli cittadini frequentatori della montagna per i quali è opportuna, come si sta facendo, l' attivazione di una efficace compagna di informazione.
A queste paure che rappresentano senza ombra di dubbio delle reali situazione di disagio e sofferenza, se ne affiancano altre spesso con motivazioni interessate e non di rado esagerate nel valutare l'impatto della presenza del Lupo come elemento concorrenziale e antagonista, attribuendo allo stesso un ruolo di grave nocumento alle altre specie .
In questi ultimi anni i censimenti della Fauna sono ispirati da criteri di imparzialità anche per l'intervento di soggetti terzi e con l'adozione metodi molto più efficaci : risultato questo che consente l'adozione di criteri di assegnazione e prelievo molto più certi e meno partigiani.
Da questi appare comunque scontato che la presenza di un branco di Lupi - molto meno dei 13 originali – ridotti per cause naturali, per interventi dell' uomo e per la naturale dispersione del branco, sia un innegabile elemento di riduzione della fauna selvatica.
Il predatore esercita quella funzione di selezione naturale secondo regole immutate nelle ere.
Soccombe il debole, l'ammalato, il sovrannumerario e non prevale quale criterio di selezione, la bellezza del palco, la forma del trofeo, le dimensioni o altre caratteristiche estetiche.
Attribuire al lupo la colpa principale suona molto da ipocrita conservazione di privilegi ritenuti di esclusiva pertinenza.
La consistenza della fauna selvatica può benissimo diminuire o crescere in un periodico alternarsi di situazioni favorevoli e non, dovute al modificarsi dell'habitat, al comparire di epidemie e molto spesso per l'azione dell'uomo.
Che quindi in questo particolare momento qualcuno vada proclamando verità non ancora certificate , vagheggiando numeri, ipotizzando – anzi certificando cause – non ci sembra essere un approccio corretto. Molte sono le cause che possono concorrere alla diminuzione dei numeri. Magari singolarmente poco impattanti ma unite possono determinare quantità significative.
Perchè non ricordare il numero di investimenti che avvengono ogni anno sulle strade, o evitare di condannare la presenza di lacci in montagna o le tante vittime del filo spinato delle recinzioni prative, particolarmente pericoloso in inverni con scarse precipitazioni, e ancora , perchè voler dimenticare che la normativa prevede che nel caso di erroneo abbattimento della femmina, anche il piccolo eventualmente presente debba essere abbattuto?
E l'uso crescente di esche avvelenate disseminate per proteggere le proprietà e che ovviamente colpiscono indiscriminatamente?
Pesticidi, sale “stradale” , bracconaggio, e altri fattori non devono essere trascurati. Tra questi non va sottovalutato il ruolo dei cinghiali grandi predatori di cuccioli di capriolo , di lepre e di nidiate.
Il lupo ha contribuito al contenimento della specie invasiva del cinghiale in misura non definibile ora, ma certamente non indifferente da quanto è documentato dall'analisi delle tracce organiche rinvenute e monitorate dai Servizi Forestali . Nessuna meraviglia purtroppo che anche questa specie artificiosamente introdotta sia ormai considerata come “ nuova tipologia “ per la pratica dell'ars venatoria.
Insomma un insieme di concause spesso volutamente trascurate per la volontà di attribuire al solo lupo ogni responsabilità con l'intendimento di escludere quindi dal ciclo vitale del bosco, gli elementi ritenuti concorrenziali.
Era ancora fresco l'inchiostro con il quale è stata pubblicata la legge per lo smembramento e la parcellizzazione del Parco Nazionale dello Stelvio tra le due Provincie Autonome e la Regione Lombardia, che gli appetiti venatori si sono subito riaccesi acchè venga esteso anche a questo territorio l'esercizio venatorio come già è stato concesso e disciplinato negli altri Parchi Naturali della Provincia.
La risposta della PAT è stata negativa per ora, ma possibilista per il futuro.
Non rimane che l'informazione non quella gridata spesso inconsistente e non di rado usata anche dalla stampa locale, bensì una sistematica azione di aggiornamento e di verità: verità nelle dimensioni del fenomeno, correttezza nei numeri, obiettività dell cause .
Insomma un approccio a tutto tondo gestito dal Pubblico con la partecipazione con pari dignità di tutti: soggetti portatori di interessi materiali, di Enti e Associazioni protezionistiche di singoli cittadini, abolendo così ogni presunta titolarietà da parte di terzi interessati.
La gestione congiunta di un problema, che esiste .
la redazione
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