Testo fisso

 Per la politica dell'ambiente                                   Chi lotta può perdere,chi non lotta ha già perso! Guevara                                          

“ Imputato Lupo, alzatevi !"

 

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      accusa

 

    Non occorre spendere molte parole o  rimarcare con una pesante ironia  per riassumere  il contenuto della serata tenutati ad Ala il 15 dicembre , avente per oggetto appunto il Lupo e le problematiche ad esso connesso.

Una serata a metà strada tra  la volontà di informare e quello di comprendere l'umore delle popolazione.

Indicatore  quest' ultimo  capace di emettere sentenze di condanna  o di tutela.

 

Il tutto nel solco di una consolidata tradizione sperimentata  in modo più' o meno simile a quello adottato per l'analogo progetto  Ursus Life.

 

Una serata  esplicativa, didattica e  ben condotta ;  presenze autorevoli di referenti scientifici e responsabili amministrativi,  risolutamente fermi  nel ricordare le tutele  giuridiche della specie , ma povere, terribilmente povere di una qualsivoglia effettiva manifestazione di   concreta salvaguardia degli esemplari  che stanno radicandosi  sul territorio Veronese - Trentino.  Neutrale   quanto basta per non alienarsi le rappresentanze della controparte.

 

Da dove questa critica? Semplicemente per aver avvertito il disimpegno dell'organo Istituzionale nell' adottare  norme, assumere comportamenti e ed emanare disposizioni  tali da risultare convincenti ed efficaci. 

La sostanza di questa posizione è riassumibile in queste semplici quanto  perentorie allocuzioni:

“ La presenza del Lupo è un dato acquisito, c'è e ve lo tenete!”

“ Le predazioni fanno parte del rischio d'impresa e quindi organizzatevi!” come dire ; datevi da fare  perché la PAT più di tanto non intende  risarcire, ma anche ...

“ se troverete delle soluzioni alternative.....beh nulla di meno o di più di quanto avviene in altre parti d'Europa".

 

Peccato per questo atteggiamento distaccato, ma non poteva essere diversamente considerato che la serata era posta volutamente nelle mani dei “ tecnici” , mentre in realtà i problemi e le tematiche ambientali spettano alla politica.  A  quella alta,  a quella che dovrebbe compiere le scelte.

Un approccio tecnico è solo pilatesco, neutro e asettico, la solita trafila di comportamenti e procedure che alla fine fanno semplicemente dire come per l'orso : "l 'operazione  è riuscita ma il paziente è morto"  oppure " l'insediamento fornisce dei datai positivi,  anzi fin troppo incoraggianti e per questo dobbiamo pensare a qualche prelievo". 

 

 

Alla parola prelievo  un sussulto di  speranza ha  rianimato il petto fino a quel momento sconsolatamente  incassato dei Cacciatori.

“Ah beh! Se si parla di prelevare, noi ci  rendiamo disponibili anche perché questo stramaledetto Lupo ci sta facendo una concorrenza spietata e sottrae  prede dai nostri esangui carnieri. “ (n.d.a.)

 

Se  l' atteggiamento  dell' Ente Pubblico, calato in massa in quel di Ala,   si limita ad un neutrale quasi passivo  controllo coadiuvato  da  curiosi, da  fotografici  speranzosi,  da una miriade di invasive e fastidiose quanto costose trappole  e cellule fotografiche , beh allora del Lupo se ne parlerà in cronaca.

Nessun ulteriore impegno sul fronte dei risarcimenti, del supporto tecnico formativo, della partecipazione all' addestramento di cani o alla ricerca di altre  succedanee forme per la tutela di tutto i soggetti coinvolti .

Neppure un cenno alla contribuzione per le ormai indispensabili polizze assicurative.

Tanto varrebbe  porre fine fin da subito al problema e realizzare un consistente risparmio economico  rimettendo   la vicenda a  forme di auto reciproca tutela.

 

Le preoccupazioni e le proteste molte delle quali  legittime , sono arrivate  dagli allevatori della Lessinia ,  comprensibilmente preoccupati per un fenomeno che si sta oggettivamente aggravando,   per quanto  poco  disciplinato e  gestito con fatalistica noncuranza anche se brillantemente  seguito sul piano prettamente scientifico.

 

Come non accogliere  la protesta dei portatori di interessi quali gli operatori economici soprattutto di fronte ad una chiamata in disparte delle autorità? Alla mancanza di risposte, ai tempi lunghi  dei risarcimenti  e indicazioni meno aleatorie circa l'evoluzione del problema?

 

Perché non capire che l'accettazione  della presenza e la condivisione del territorio passa anche attraverso il riconoscimento dei disagi, delle perdite, dei danni subiti dagli allevatori? Riconoscere ad essi  un danno secondo le regole del mercato significa esporsi alle inevitabili ritorsioni. Agevolare anche burocraticamente  i danneggiati, incrementare gli indennizzi, questo è il prezzo che l' Ente Pubblico deve sostenere e la collettività sarebbe disposta ad accettarlo.

 

Per onor della verità non si tratta sempre e solo di  poveri inermi ingenui angioletti   esposti innocentemente alle brame del predatore. Si assiste spesso,  e la cosa è stata sottolineata con grande efficacia dalle guardie forestali, ad un  ruolo degli allevatori   che è non di rado  passivo , vagamente disimpegnato e improntato al  mero sfruttamento dell'alpeggio.

L' obbligo di una presenza dell'uomo  a guardia degli animali al pascolo -  che la legge impone -   è  pressoché ignorato . Eppure  tutto ciò è previsto nelle  norme contrattuali, ma  una certa parte  parte degli allevatori  - della lessinia Alense – ne fa strame e carta straccia.

 

A dimostrazione di ciò il fatto che le malghe in quota  tutelate dalla presenza umana ( Coe di Ala  Costeggioli  Laghi Boari) non hanno patito alcuna predazione, Le altre sono gestite come “Macellerie a cielo aperto” come brutalmente  definita la Lessinia  dagli  stessi  allevatori del Veronese. Ma gestori di tale esercizio commerciale sono non di rado  gli stessi che levano poi alti lai  di rammarico e  di  protesta.

 

Vi sono tre soggetti coprotagonisti della vicenda:  due dei quali portatori di  diritti e di interessi legittimi se non di entrambi: Il Lupo è il primo,  colpevole di comportarsi come tale, poi  gli allevatori o in termini più estensivi  la popolazione della Lessinia Veronese  titolare del  diritto di possesso del territorio.

E poi un  terzo soggetto  per il quale ben si applica la massima: “Tertium non datur” !  il progetto Wolf-life capace di analizzare il problema , disposto ad emettere sentenze di congruità ambientale e  poco altro.

 

Grande assente la politica il vero trait d' union con le popolazioni , il garante ultimo della salvaguardia delle specie da garantire o almeno tutelare con le necessarie rassicurazioni e interventi anche finanziari. Senza questi il tutto ricadrà nelle anodina disciplina della scienza e dell'osservazione  accademica senz'altra  garanzia per la popolazione  del Lupo attualmente in Lessinia.

 

La redazione 

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