Testo fisso

 Per la politica dell'ambiente                                   Chi lotta può perdere,chi non lotta ha già perso! Guevara                                          

Tracce nella sabbia

 

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Tutte le immagini presenti nell'articolo sono tratte dal sito http://www.paesaggiotrentino.it

 

Se la prima serata , quella di presentazione del  Piano Cave può aver in parte  deluso per l'incompletezza delle informazioni e per l'esposizione senza slanci, la seconda , preceduta da un battage pubblicitario come da tempo non capitava di vedere , ha sciolto ogni dubbio sulla volontà o incapacità o anche impossibilità di pervenire ad una bonifica ed ad un ripristino dell'area  interessata.

 

La serata presentava alcune (3) ipotesi di riadattamento dell'area elaborate da studenti laureandi introdotte da numerosi  e non tutti necessari, presentatori,  che hanno sottratto tempo e lucidità all'esposizione e alla comprensione da parte di un pubblico  che per quanto  costituito in prevalenza da un pubblico amico   ha faticato non poco a mantenere la concentrazione e resistere per oltre 2h e 40 m.

 

Si è trattato di una di quelle serate che offrono spunti di ottimismo e di una speranza  troppo spesso effimera e di breve durata ;  che si concludono con la delusione per l'irrealizzabilità delle proposte, per le occasioni perdute e le risposte mancate. Incontri che  volano fin troppo alto,  spesso decontestualizzate dalla quotidianità e immuni  dalle delusioni e dalla rabbia di coloro  che costretti a condividere   i disagi di un ambiente degradato  aspettano risposte certe, tempi sicuri , costi e concretezza operativa. 

Infine perché si ammantano di quell' eccessiva “ purezza” e sussiego lontani  dalla quotidianità e  refrattari  all'ascolto.  In parole semplici: un po' di presunzione nel portare la parola ai valligiani, era presente.

 

Sintomatico il commento della Relatrice Responsabile o della Coordinatrice all'obiezione (l'unica in tutta la serata!) di un ascoltatore; a memoria diceva:  “ bisogna saper guardare al di la del proprio naso e pensare in modo diverso”  forse diverse le parole (non di molto), ma il significato  era un invito ad uscire da una visione troppo ancorata alla terra , alla soluzione banale  e alla consuetudine. Pensare in grande, considerare il disastro ambientale una risorsa dalla quale ripartire , un laboratorio di esperienze.

 

Una voragine aggiungiamo noi di irreperibili risorse , come sempre pubbliche.

 

Commentava uscendo dalla sera un autorevole esponente del mondo edilizio, sempre presente e non più giovanissimo:  “ Ben i nà spiegà che nà  busa  l'è bela!”.

 

Insomma  il tutto più vicino ad un  sermone  che dispensa con bonomia  verità al volgo ( poco incline alla comprensione)  e  vezzeggia l'inclito (pochi,  illuminati e soprattutto politici).

 

Gli interrogativi sono allora  rivolti alla Politica, non a quella locale o non solo, non vi è un  unico  colpevole per una voragine di 4 milioni di mc.

 Alle illusioni ed ai sogni  infranti , alle promesse disattese  si aggiunge il fallimento o l'allontanamento nel tempo di ogni possibile ripristino. E allora  è proprio alla cartapesta che fa ricorso la politica per mascherare il proprio insuccesso e dispensare illusioni sotto forma di scenografie  spettacolari.

 

Compito della Politica dovrebbe essere quello di individuare i problemi e le sofferenze, elaborarne le soluzioni e dar seguito alla loro rimozione con opportuni interventi.  

 

La vicenda  delle Cave, come la bonifica di Bagnoli, il risanamento dell'ILVA di Taranto, dell'area petrolchimica di  Marghera o  molto piu' vicino a noi della ex SLOI, ha dimostrato che è molto più semplice  attivare delle committenze per proposte e idee atte creare appunto  una scenografia che faccia da sfondo  al  balletto delle promesse disattese  e  delle responsabilità.

 

Nella fattispecie le elaborazioni per i ripristini avevano un  patrocinio ben più alto che non il Comune di Ala; il Piano originario di bonifica  riguardava le aree estrattive  del porfido e solo in un secondo tempo  a queste si è aggiunto lo studio per  le Cave di Ala.

 

Pochissima la gente di Ala in sala  10 persone una più una meno, alle quali aggiungere  3 assessori, 3 consiglieri , 2 tecnici del Comune, 2 addetti al Service  e ben 6 tra presentatori e relatori. Completavano il parterre parenti, colleghi, amici, compagni dei relatori.

La serata calda, la lungaggine di una presentazione, se non superflua certo ridondante,  unite all' inquietudine provocata dalle aspettative in parte deluse,  hanno determinato delle defezioni  ed  escluso ogni forma di dibattito.

 

Due  i limiti a nostro avviso, che hanno pesantemente condizionato un diverso e più costruttivo esito della serata : organizzativi o di conduzione  e di linguaggio:

 

- un approccio pretenzioso che non ammetteva repliche, un atteggiamento didattico/pedagogico, una esposizione frontale tipica  della lezione rivolta alla scolaresca e una certa dose di  “spocchia” non certo degli studenti/relatori che hanno fatto il possibile per rendere accessibile i loro lavori;

 

- tempi eccessivamente dilatati, una lentezza espositiva da imputare forse al caldo e alla stanchezza. Non aver saputo adattare la serata in funzione delle esigenze e aspettative dei cittadini e degli abitanti della zona lasciandola   come una  presentazione Istituzionale, è stato un cattivo viatico.

 

Interessanti alcune delle idee degli elaborati.

In ognuna era possibile rilevare una o più intuizioni, senz'altro utilizzabili  dall'amministrazione.

La terza in particolare, con un approccio concreto e molto più attinente al comune sentire delle popolazioni, Un ripristino sufficientemente tradizionale, un rispetto per il territorio nel suo insieme , un volo basso che non significa affatto mancanza di fantasia e interpretazione. Una proposta “di un fattibile” che l'Amministrazione dovrebbe considerare.

 

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Non abbiamo visto laghetti  ma terrazze panoramiche, Centri Polivalenti, spazi espositivi, zone artigianali e sportive. La superficie è immensa e pertanto.......

 

 

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Esercitazioni accademiche le altre due, senza sottendere alcuna critica alla fantasia e alla fatica che le hanno prodotte, solamente dilatate in aspetti interessanti ma difficilmente realizzabili, una concessione alla elaborazione concettuale e alla fantasia. Ma ripetiamo non è una critica, solo la sottolineatura di un eccessivo distacco con le aspettative di parte dell'Auditorium.

 

Presso l'Auditorium della Cassa Rurale sono stati esposti gli elaborati. Le foto e qualche rendering hanno chiarito  più della serata e  del racconto, le possibilità di un recupero reale  entro i prossimi 50 anni. (buonanotte alle speranze!).

la redazione 

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