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- Pubblicato Domenica, 10 Febbraio 2013 11:47
- Scritto da Rizzi Luciano
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Note in margine alla Sessione Forestale 2013
Gestire il territorio cercando di armonizzare le aspettative dei tanti soggetti interessati, offrire risposta ai molti interrogativi posti dagli operatori economici per l'esercizio delle loro attività, rendere comprensibili le disposizioni in materia, garantire cespiti alle amministrazioni comunali, programmare, promuovere e gestire iniziative atte a preservare il patrimonio silvo pastorale e salvaguardare un habitat così prezioso.
Questi sono solo alcuni dei temi che la Sessione Forestale ha trattato nell'annuale incontro con la cittadinanza. Uno dei pochi residuali esempi di democrazia partecipata laddove gli interrogativi hanno buone possibilità di ottenere risposta e le proposte sono acquisite per successivi approfondimenti.
Un plauso quindi alla reiterazione di questa desueta quanto efficace forma di confronto con i cittadini ancor più meritoria per aver evitato di scadere nell' auto celebrazione e in un rituale encomiasticamente a senso unico.
Aver saputo trasformare una monotona sequenza di cifre, di dati, di indicatori e di elenchi in una disamina a tutto tondo delle problematiche dell'ambiente è un dato di merito per i promotori e la riproposizione di questa formula in altri ambiti della Pubblica Amministrazione e di interesse collettivo dovrebbe costituire un imperativo per chi aveva posto il dialogo e il confronto quale architrave del proprio agire.
Intanto accontentiamoci di questa iniziativa che ha visto riunite le autorità competenti in materia di ambiente.
Oltre agli apparati istituzionali, ai tecnici, ai politici ed agli operatori economici del territorio, questa Sessione sembra aver (finalmente) acquisito la consapevolezza della presenza di soggetti terzi che pur perseguendo finalità diverse dal mero sfruttamento economico del bosco, sono comunque titolari dell' interesse legittimo di frequentazione e godimento del bene comune e quindi portatori dell'individuale diritto di godere di pari dignità .
Soggetti da ascoltare , coinvolgere e considerare anche mediante l'adozione di quei provvedimenti che potrebbero confliggere con consolidate consuetudini e desueti costumi, atteggiamento questo non ancora pienamente compiuto nelle istituzioni.
E' indubbio che ritenere consolidate alcune titolarità solo per antica consuetudine e da queste far discendere la rivendicazione di un rapporto privilegiato, non sempre agevola il dialogo tra gli operatori economici, i Consorzi silvo-pastorali, i cultori dello sport venatorio, le Associazioni Ambientalistiche e di quanti hanno della risorsa ambientale una diversa visione e a queste si avvicinano con propositi meno “predatori “ e mercantilistici.
E' d'altra parte innegabile la capacità di interdizione e condizionamento che ancora possono esercitare rispetto a queste ultime.
Questo divario è destinato a ridursi con il progressivo affermarsi di una cultura più attenta all'ambiente e con il graduale diffondersi di valori diversi che un tempo non avrebbero potuto godere di alta considerazione; “ elucubrazioni radical - chic” è ancor oggi l'appellativo rivolto spesso alle Associazioni Ambientalistiche. Non si nutre alcuna pregiudiziale nei confronti di questi e siamo consapevoli della necessità di molti interventi a salvaguardia dell' integrità del bosco; le sottolineature e le denunce sono rivolte alla scarsa cura posta alla vigilanza e al ripristino.
Le spiegazioni finalmente fornite circa la necessità di estirpare il Pino Nero e l'abete Rosso (la pineta dei Piazzi e le pinetine della Sega) sono state convincenti , meno le rassicurazioni circa un tempestivo ripristino dell'ambiente.
Ma piace comunque pensare che la sessione forestale del 2013 può aver contribuito al compimento di un piccolo passo verso la pari titolarità tra i soggetti.
Le resistenze non cesseranno con la sola buona volontà di alcune Istituzioni o di singoli cittadini, i monopoli dei quali è stata denunciata esplicitamente la pericolosità e l'incongruenza economica sapranno ancora produrre pulsioni conservatrici; ma insomma alcuni riconoscimenti, l'accettazione di alcuni principi fondamentali, l'impegno di affrontare le problematiche non trascurando altri parametri di valutazione, suona di buon auspicio.
Strade e motori
Non sono mancati interrogativi estemporanei a comprova di questo radicato convincimento quali la possibilità di smaltire rifiuti solidi (organici) nel bosco o la richiesta di spostare a monte la segnaletica di divieto su qualche strada forestale per ridurre i tempi di accesso alle zone di caccia.
Sarà un percorso lungo e irto di difficoltà quello che dovrà portare tutti al convincimento di dover sottostare alla medesima disciplina, che le franchigie e le guarentigie concesse a pochi da una politica di sudditanza e di discrimine non sono intoccabili.
In questa direzione va vista la mancata riclassificazione di alcune strade forestali di categoria A e B in strade di arroccamento* accogliendo, pur parzialmente, le indicazioni dei servizi Distrettuali..
*Così sono definite quelle strade forestali sulle quali è consentito l'accesso motorizzato alle sole associazioni venatorie .
Solo la strada che porta al “Pra dei Lazi” sopra Pilcante è stata considerata tale. Francamente per le altre la richiesta era sembrata eccessivamente presuntuosa e pretenziosa e anche per questo alcuni no sono stati fermi e determinanti.
“Prelievi” faunistici
Netta ed esplicita è stata a questo proposito la contrarietà dei Servizi Forestali Distrettuali alla decisione di delegare tout-court alle associazioni venatorie gli abbattimenti dei cinghiali per ridurne drasticamente la popolazione, interdendo peraltro tale facoltà ai tutori dell'ordine.
Un' inaccettabile concessione non priva di inquietanti considerazioni circa il buon esito della strategia messa in atto.
Che i tutori dell'Ordine, i Responsabili del controllo oltre che dell'esercizio venatorio, debbano essere esclusi in favore di un Associazione Sportiva e di Tempo libero e che venga di fatto limitata la facoltà di condurre un'azione di coordinamento , vigilanza e censura deve far riflettere Amministratori , Associazioni e Cittadini.
Dal convincimento della inalienabile titolarità di questi benefici nascono richieste come quella sopra menzionata . Beninteso questo prevede una Legge Provinciale costruita ad arte per volere esclusivo dell'ex Presidente.
E' la contrapposizione di due diverse concezioni: ad una più morbida, meno aggressiva e impattante, attenta alle diverse esigenze dell'ambiente ne fa riscontro un' altra, più aggressiva che considera, la montagna, il bosco e il prativo, l'ambiente nel suo complesso, una risorsa cui accedere con lo scopo primario di trarne benefici economici; un giacimento da sfruttare al meglio magari con l' intervento pubblico a sostegno per l' incremento della viabilità, l' infra strutturazione del territorio , spesso in favore di un turismo “ mordi e fuggi “ magari come l'arrivo di tappa che grava per 30.000 € sul bilancio Comunale.
E' innegabile ma spiegabilissima qualche diversità tra le istituzioni Sovra-Territoriali e quelle Locali; dotate di capacità progettuali ampie, scientificamente solide e consolidate le prime, condizionate spesso da interessi settoriali e troppo legate alle dinamiche localistiche le seconde .
Contraddizioni che si manifestano soprattutto nella tutela di quelle parti del territorio maggiormente interessate alla salvaguardia della diversità biologica e nell'azione tesa a contenere l'impatto di una eccessiva antropizzazione .
Convivenza presto ristabilita e ritrovata piena coincidenza nei confronti di quell'attività economica definita "Bonifiche Montane". Quell'insieme di interventi che non di rado alterano il profilo morfologico delle nostre montagne, che si fanno largo con una viabilità invasiva e che di fatto interdicono l'accesso alle parti alte del bosco incuranti delle consuetudini e nel silenzio di molti, di troppi.
Una sessione con qualche ombra ma molte luci, con speranze ed aspettative riposte più negli organismi decentrati che nelle Autorità Locali, ma ancor più nella vigilanza dei singoli cittadini cui spetta il compito di sorvegliare e denunciare.
Fumo nero all'orizzonte...
E in questa situazione istituzionalmente delicata si introduce La Comunità di Valle:
Questo oggetto misterioso titolare del nulla, teso unicamente alla spoliazione delle sovranità Comunali per dar corpo ad un organismo nato sterile e alla perenne angosciosa ricerca di una propria identità e ruolo.
Privo del consenso popolare (solo il 34% degli aventi diritto hanno espresso il loro voto), capace di accumulare una spesa di c.a. 1.000.0000 di € per la sola sua sopravvivenza e per le laute prebende di Consiglieri e Assessori del nulla, estensore finora solamente di una lunghissima lista di contributi a pioggia, per ogni qualsivoglia fantasiosa iniziativa; questo oggetto misterioso delle cui capacità gestionali tutti aspettano un primo segno, si è auto proposto di gestire i Servizi Forestali, liquidare il Consorzio Bacini Montani con la spudorata argomentazione delle eccessive spese di funzionamento e sottrarre competenze e servizi efficienti ai singoli Comuni con conseguente disagio per i cittadini.
Un insulto al decoro. A siffatto organismo incapace di promuovere anche solo una campagna di sensibilizzazione per il nuovo criterio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, dovrebbe essere affidata la gestione di una competenza così delicata? Come mettere Dracula a capo dell' AVIS !!!
La Regina sotto scacco: muove l'Alfiere
Raccomandazioni e un' esplicita offerta di assunzione diretta dei lavori sono state fatte dall'Ispettorato Distrettuale in merito ai prossimi lavori di taglio e manutenzione nel Bosco della Regina (il monumentale faggio nella riservetta della Maia). In primis per l'oculata scelta di una ditta attenta e qualificata, poi una costante vigilanza da parte delle autorità competenti per ridurre al minimo l'impatto sul suolo e infine un' immediata azione di ripristino.
Niente dovrà pertanto assomigliare a quanto è stato fatto per la pinetina della Sega o per altri interventi di taglio in altre parti della Lessinia.
Certo maggior tranquillità deriverebbe da un impegno più diretto ed esplicito dell'Amministrazione Comunale . Ma va bene anche così....per il momento.
Cordialmente
Luciano
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