Testo fisso

 Per la politica dell'ambiente                                   Chi lotta può perdere,chi non lotta ha già perso! Guevara                                          

1900 - CARNEVALE AD ALA: ALLEGRIA ED ELEGANZA

 

Photo3

 

Come vive il Carnevale Ala a cavallo tra ottocento e novecento? Ecco come inizia una cronaca dell’Alto Adige del 2 febbraio 1898:

 

Carnevale è cominciato. Si balla alla disperata nelle ostarie e birrarie, si organizzano festine private che riescono bene per la solerzia dei promotori e il numero grande di gentili ballerine che sono l’anima di queste feste dalle quali è bandita ogni idea aristocratica”.

Non siamo a Venezia o a Vienna ma nella nostra piccola città. C’è da dire che l’articolista è stato prudente perché l’anno prima era sorta una polemica avendo egli esagerato scrivendo che “si balla molto, segno che dopo tutto le cose non vanno tanto male” con successive critiche e ironia sul fatto che il ballo non è il “termometro della felicità” .

 

Questa è l’atmosfera che si vive in città, quando il Carnevale entra nel vivo subito dopo l’Epifania, con un veglione all’Albergo Norbert Thaller rinomato per i suoi buffet , quindi prosegue con serate mascherate nei vari alberghi e caffè di Ala: Albergo Corona, Hotel Ala in Via Nuova, al Cervo, Albergo Veronesi sul viale Stazione, Caffè Sartori. Prestigioso il ballo organizzato per qualche anno dagli impiegati della Stazione Internazionale presso il Salone di Palazzo Angelini con buffet particolare allestito dall’onnipresente e professionale Norbert Thaller ; la gara all’eleganza fra impiegati italiani e dell’impero è vivace con premi alle maschere più belle (nel 1900 premiati Arlecchino, un costume che rappresenta la musica ed un gruppo mascherato che mima la macchina che fa ringiovanire).

 

Photo1

 

Photo2

 

Anche il Teatro e la Sala Filarmonica ospitano serate danzanti : talvolta lo spettacolo inizia con concerto della Banda cittadina (e per un paio di anni anche la Banda del Reggimento Cacciatori di Trento) per poi proseguire con alcuni suonatori esperti in ballabili, qualche volta diretti dal nostro Giacomo Sartori, vero animatore della vita musicale cittadina a cavallo dei due secoli.

Artigiani (chiamati allora artieri), commercianti, impiegati della Dogana, Bandisti, tutti organizzano il loro veglione mascherato con incassi generalmente destinati a beneficenza; tra l’altro la famiglia Angelini affitta per l’occasione il proprio palco al Teatro devolvendo poi il ricavato a sostenere lo studio degli allievi poveri della Società Musicale.

 

Photo4

 

Non è sempre così: nel 1903 il Giornale Alto Adige (Il “Popolo” socialista e la “Voce Cattolica” sono molto più parchi di notizie sui vari carnevali ) lamenta “un carnevale fiacco, sembra quaresima e quaresima magra” oppure nel 1900 scrive “ Carnevale fiacco causa l’influenza – essendo carnevale di fine secolo ha una cera più brutta del solito” . Per l’occasione poeta alense Madernino de Gresti pubblica sul Corriere del Leno una ironica poesia dal titolo “Influenza” che termina cosi:

 

”…….Sol che a me non rompa i corni

L’influenza che serpeggia,

qui in paese e nei dintorni,

e consenta, meno male, ch’io mi goda il Carnevale

 

maderinino gresti

poeta Madernino Gresti (1821 – 1903)

 

Qualche cronaca rasenta addirittura il cattivo gusto come il 29 dicembre 1909 “Funerali e danze – è il destino della vita. Oggi lutto domani gioia. Così ora dopo la notizia triste di un funerale, ecco quella allegra del nascente carnovale….”

 

 

Ma Il Carnevale tradizionale, come lo viviamo noi adesso , cosa offre a quell’epoca? Senz’altro maschere e gruppi in giro per le vie cittadine. Nel 1899 ( e questo succedeva ormai da alcuni anni) la cronaca riporta che a tutti i vecchi “velludari” viene offerta l’occasione di ricordare i fasti del passato in un banchetto offerto da un anonimo tessitore ora divenuto ricco ed agiato; anonimo che rimane per poco perché , dopo pazienti ricerche da parte del giornalista , si tratta del sig. Domenico Leonardi (anche allora tenere un segreto era impresa ardua, proprio dei baiarei…).

 

 

Il carnevale del 1908 registra una originale iniziativa mascherata proprio all’ultimo giorno.

Ecco la cronaca del giornale Alto Adige del 4.3.1908: “Grande era l’aspettativa per la mascherata dell’ultimo di carnevale, per cui un centinaio di persone si riversarono sulla via “Al Ponte”. Mentre all’albergo al Cervo si lavorava per la partenza dei carri, in piazza San Giovanni vari cuochi facevano bollire in sette enormi caldaie una buona dose di maccheroni. La mascherata aveva questo soggetto: due sposi, che rientravano ad Ala dopo quasi 40 anni di esilio in America , tornavano ricchi e seguiti da tutta la loro famiglia nel 50.mo del loro matrimonio. Per cui ordinarono che in San Giovanni si desse un pranzo al quale tutti erano invitati. Alle 14.30 i carri preceduti da 5 valletti a cavallo e dalla banda cittadina, mossero lestamente dall’albergo al Cervo percorrendo le principali vie.

Sul primo carro addobbato elegantemente stavano i due sposi con i figli minori, e sul secondo stavano alcuni giovanotti mascherati e musicanti che si alternavano con la Banda. In piazza San Giovanni il sig. Narducci presidente del Comitato presentò al pubblico gli sposi ed invitò alla fine a mangiare e bere alla salute della famiglia “Maccheroni-Lasagna” . Simpatico vero?

 

Photo3

 

A dire il vero l’atmosfera è simile in tutte le città e maggiori paesi del circondario: in prima fila le bande ( è di quella di Trento la bella locandina pubblicitaria qui sotto) , i circoli mandolinistici, le associazioni di categoria, gli oratori, la Lega Nazionale, tutti indaffarati ad organizzare momenti di allegria e convivialità. Anche perché poi la Quaresima sarà veramente “cenere e penitenza”.

 

Photo6

 

In conclusione offro questa curiosa notizia riportata nelle cronache del 1898: alcuni cacciatori, dopo aver catturato (sembra con il lazo) un orso presso il lago di Tovel in Val di Non di quasi 200 chili e avvicinandosi il Carnevale propongono di esibirlo il Giovedì grasso a Trento al Veglione della Lega Nazionale (associazione che voleva salvaguardare l’italianità di questa terra). Chissà come sarà andata a finire!

 

Azzolini Mario

Le foto del corteo e del ”Cervo” sono dell’archivio Brusco Enrico.  

{jcomments on}

X

Diritti riservati

Copia non permessa