Testo fisso

 Per la politica dell'ambiente                                   Chi lotta può perdere,chi non lotta ha già perso! Guevara                                          

QUALUNQUEMENTE

 

affresco

 

I meriti del Maestro Italo Coser non furono esclusivamente  bibliofili, la riconoscenza gli va data  per  la Biblioteca pazientemente ricostruita nel secondo dopoguerra e anche per la conservazione del Patrimonio Dalla Laita e di  altre  vestigia recuperate sul territorio e amorevolmente custodite nei recessi  più nascosti della Biblioteca.

 

Generazione di alunni e studenti di Ala sono ancor oggi riconoscenti al Maestro per  l'opportunità offerta loro ,  di accedere a quel piccolo patrimonio di conoscenze e curiosità rappresentato dalle collezioni Naturalistiche ordinatamente disposte nel sotterraneo e frequentate con costanza dalle scolaresche.

Non  furono in verità molte le generazioni  che godettero di questi beni ,  considerata l'azione di spogliazione  - quasi  un saccheggio -  avviata  in un passato ancora prossimo  complice  la poca cura e la scarsa lungimiranza  dimostrate  dai responsabili dopo il prematuro forzato disimpegno del Maestro.

 

E su tutto questo, ciò che era considerato dal Coser, il cuore delle sue attenzioni e l'oggetto di una maniacale  spesso fin troppo eccessiva cura che non tutti - rigorosamente  accompagnati -  potevano visitare : il piccolo Museo Naturalistico/Storico/numismatico.

 

 

Piccolo forse ma non per questo meno prezioso, per le testimonianze di storia locale o che avevano visto   protagonisti  dei cittadini alensi,  come i “ trofei “ portati dalla  Guerra d' Etiopia, ma arricchito soprattutto  dalle  donazioni frutto della curiosità e della passione  del concittadino Luigi Dalla Laita*.

 

Pur nelle sue ridotte dimensioni ( tre angusti e bui locali dell'ultimo piano del trascurato immobile  di Piazza S. Giovanni/Via Cesare Battisti), la collezione era organizzata  in ordine tematico:  oggettistica decorativa/artistica/artigianale,  militaria,  qualche prezioso documento cartaceo, una piccola  sezione fotografica;  ma  su tutto troneggiava  la  sezione Numismatica. Una notevolissima  quantità di monete (c.a. 2.500) con alcuni rari  reperti di grande valore, anche economico.

Così prestigiosa  infatti,  da essere oggetto di un furto  “strano” , “anomalo”  quasi su “ commissione”  - dissero - allora gli inquirenti ,  portato  a termine senza particolari effrazioni  in assoluta tranquillità  ( e non poteva per la verità essere altrimenti  considerate le condizioni dell'immobile e l'assoluta mancanza di tutela e vigilanza). Quasi un trasloco. E poi più nulla. Alcune indagini, molte congetture, ma nulla che potesse restituire  la preziosa collezione al pubblico godimento.

 

….. tutto ebbe così  inizio.

 

L' indisponibilità del Maestro, il progressivo disinteresse  di molti, dalle amministrazioni Comunali a quelle di  più o meno illustri  presenze,   alle incombenze per una continuità da garantire e l'ipotesi di una diversa ricollocazione della sede  unite ad  altre preoccupazioni  e priorità, sfarinarono, disperdendolo, il patrimonio dell'Istituzione .

Ma sostanzialmente  la vera causa fu   il disinteresse sociale, politico e  culturale  che imperava -  pari , pari  - con la mancanza di lungimiranza  circa i beni del Museo .  Questi i fattori che  nel tempo hanno provocato la progressiva spogliazione di quello allora chiamato 

 

“ Museo Civico Dalla Laita”  o “Lascito Dalla Laita “.

 

vecchia biblioteca

 

 

Portata a Trento per restauro la quadreria (poi ritornata ), relegati nelle  soffitte i reperti museali rimasti, letteralmente disintegrata la parte naturalistica,  oggetto di furto la Numismatica, evaporati in mille rivoli altri beni, cio' che ora  rimane, ha trovato finalmente pace  -   ottimamente  vegliato e custodito - nei locali dell' immobile che ospita oggi la Biblioteca Comunale (in attesa di una dedicazione che non vedremo  molto presto).

 

Inventariato, tutelato, sicuramente oggetto di periodica manutenzione, ma di fatto sottratto alla vista e lontano da ogni anche piccola  valorizzazione, non necessariamente subordinata a  monumentali e costosissime realizzazioni.

 

Non a molti   è dato conoscerne il contenuto   e  non   per le difficoltà logistiche intrinseche nell' ubicazione , ma  per  l' assenza di progetti circa  una qualsivoglia  valorizzazione   e l' assenza di convincimenti  e intuizioni  che potrebbero   consegnare alla Città un pezzo delle nostra  storia .

 

Una  ricollocazione con relativa esposizione comporta problemi insormontabili o solo buona volontà ? Deve dipendere da Faraoniche e arzigogolate realizzazioni o è sufficiente guardarsi attorno ascoltando e osservando con concretezza?

 

A ben vedere e tanto per dire che al peggio non c'è  limite, quanto è  capitato alla parte residuale del Museo Dalla Laita  è tutto sommato   una sorte molto più benigna di quella riservata al Cippo Miliare Romano   rinvenuto a Marani  -  ( testimonianza – con i reperti Pizzini  e Dalla Laita -  di una presenza Romana sul territorio ) -  impudicamente  abbandonato da anni nell' atrio/antro  della ex biblioteca; oggetto di ludibrio e  scherno dovuti all'ignoranza  di chi lo usa come posacenere, cestino della carta , appoggio per labari e bandiere. Water... (vedi foto 1)

 

Non del tutto   priva di responsabilità è in questo caso  l'Amministrazione;  da anni il problema è evidenziato , da anni è  sollecitata  da più parti una soluzione (anche da questa Associazione) e da anni tutto sembra  impastoiato nel viluppo di una asfissiante burocrazia Provinciale  alimentata  in parte  dalla    mancanza di  volontà    - e perchè no  anche di  un po' di  coraggio -   per trasferire in un luogo più decoroso  un  “sasso “ con un ' iscrizione in numeri romani . Un sasso di pietra locale  il cui valore risiede  nell'esiguità di reperti archeologici presenti in zona.

 

Un viaggio ad Avio – una trasferta per nulla onerosa – per  ispirarsi  e trovare stimolo   o magari anche solo per copiare la soluzione  lì adottata per valorizzare un' identico  reperto.  (vedi foto 2 -messa gentilmente a disposizione dal dott.Mario Peghini-Biblioteca comunale Avio)

 

Una piccola opportunità quella del cippo non per alimentare spettacolari flussi turistici , ma  che unita a quanto rimane del Museo dalla Laita, dei preziosi manufatti sacri che l'Autorità Religiosa sembrerebbe disposta ad “ affidare” in comodato , forse a parte di  quanto giace nel Museo Archeologico di Trento , (ceduto o donato da Famiglie di Ala),   potrebbe lasciar intravedere  la speranza  per un   progetto finalizzato ad un   futuro “Museale”  per la città.

 

pizzini Vedi "La raccolta archeologica di Mons. Francesco de Pizzini al Civico Museo di Trento-1914)"

 

 

 

 

 

 

 

 

Tanti condizionali e troppi virgolettati in questo scritto, ma quando si accenna al ruolo futuro della città e non solo a quello culturale ,  è ineluttabile scontrasi con l'incertezza per  la difficoltà di accedere  alla conoscenza dei problemi ;  questo  per carenze di comunicazione che  rendono tutto sospeso e aleatorio .

 

ma veniamo al......

 

 “PLASTICO”

 

Per motivi che non ci è dato conoscere, ma certamente  anche per la sua fragilità, il Maestro Coser poneva particolare attenzione nei riguardi di un plastico del territorio di Ala e dei comuni confinanti.

Un plastico  quadrato, in gesso, diviso in quattro parti tra loro combacianti;  la rappresentazione topografica del territorio  Comunale, riccamente particolareggiata  nella toponomastica, impreziosita dai tracciati altimetrici e dai colori marrone e verdi che opportunamente impiegati nelle loro diverse tonalità rafforzavano l'efficacia della tridimensionalità  .

Non è noto l'autore e neppure l'epoca ; qualcosa è  - (faticosamente  ) -  deducibile   dai riferimenti al  territorio; molto probabilmente un manufatto frutto delle necessità del Genio Militare  o forse  risalente alla seconda metà dell' 800 , realizzato per finalità patrimoniali o didattiche.

 

Comunque sia non è delle sue origini che si vuol parlare  ma del suo futuro, un futuro quantomai incerto visto il percorso e le manipolazioni cui è stato sottoposto.

 

Dopo un lungo oblio, (esiste documentazione fotografica della sua presenza , risalente al lontano 1998,  in una “corte” Alense  ), riapparve poi nel 2005 – 2006  in una mostra a Palazzo Pizzini organizzata dall'Associazione Memores che l'ebbe,  in prestito  - chissa' perchè -   da privati.

 

Ritornato nella disponibilità Comunale divenne oggetto di   fuggevole  attenzione e qualche progetto;  “ dal restauro da parte di un ' Istituto d'arte” ,  alle  cure di privati che ne stabilizzarono il deterioramento per poi  - preso in consegna ancora una volta  dall'Amministrazione -   correre   il rischio di ulteriori dannegiamenti    per   dilavamento da  pioggia causato  da inadeguate precauzioni.

 

Notato infine da persone attente e disponibili è stato recentemente posto al riparo.

 

Le disponibilità  di volontari per  un suo recupero sono cadute nel nulla. Così, semplicemente. Nel solco della migliore tradizione.

 

“ in attesa di  analisi studi, progetti, consulenze, ipotesi di collocazione  e valorizzazione”?

aggiungiamo  maliziosamente

 

Al momento è   al riparo dalle intemperie,  non certo dei possibili rischi di casuale danneggiamento,  fino a quando qualche autorevole amministratore di buona volontà  di questa o delle prossime amministrazioni  - consapevole che anche le piccole cose possono avere un valore -   si prenderà a cuore il problema.

 

Molto verosimilmente il manufatto non ha  alcun significativo valore artistico o storico, ma si estende  -  a  quest'ultimo  come ai   suoi  dimenticati consimili -  la malinconica considerazione di quanta poca attenzione vi sia  nonostante le ripetute sollecitazioni, richiami, raccomandazioni, da più parti fatti pervenire.

 

E allora riproponiamo – annoia magari, ma non nuoce - alla memoria dei cittadini l'elenco delle  “ sparizioni ” più o meno recenti a carico del patrimonio artistico e culturale alense avvenuto spesso  nella totale  noncuranza e non di rado  in un clima di irritante e fatalistico  disinteresse:

 

Fontane e caminetto di palazzo Angelini, (vedi foto 3)  (vedi foto 4)

formelle di palazzo Taddei,

il Giovanni Battista di Piazza S. Giovanni,(vedi foto 5)  (vedi foto 6)

l'angioletto collocato sul balconcino dell'immobile all'angolo con il comune (?),

la derelitta pietra miliare romana,

gli innumerevoli affreschi (vedi foto da n.7 a n.21 nella galleria di fondo pagina) che complice il clima , qualche strappo (vedi foto 22) e  ancor più l'incuria, hanno cancellato dalle facciate di Ala,

e ancora le fontane deturpate , il Mosè periodicamente sbeffeggiato dalla goliardia ,

i capitelli votivi (vedi il Capitello delle “Madone”) (vedi foto 23)  

i furti sopra menzionati e tanti altri piccoli oggetti che assieme contribuivano a connotare e completare un arredo e un tratto  urbano sul  quale  ora tanto si  vagheggia e ….....si parla.

 

Non sono  molte le speranza  - visti i precedenti -  che il plastico menzionato esca dalla lunga linea grigia delle dimenticanze e delle disattenzioni che hanno sin qui contraddistinto l'atteggiamento di molti.

 

Cordialmente                                                                                                  

La Redazione

 

*  Una nota doverosa  solamente una memoria per ovviare a troppe lacune  :

Insegnante e architetto, tenne lezioni per 60 anni presso la Scuola industriale di Ala di cui fu anche direttore e per il cui sviluppo operò costantemente sia sotto l'amministrazione austriaca che sotto quella italiana. Particolarmente ricca fu la sua attività progettuale a partire dal 1875. A lui si devono i progetti di scuole, palazzi, monumenti, opere di carattere pubblico (acquedotti, fognature, argini dell'Adige) e restauri, di cui spesso assunse anche la direzione lavori. Professionista stimato e scrupoloso, dopo il primo conflitto mondiale fu incaricato dal Regio comando di Trento di eseguire rilievi e stime dei danni di guerra nella zona di Ala. Durante la sua attività raccolse e conservò tutto il materiale antico (in particolare monete romane), che trovò nei cantieri edili di cui ebbe la direzione. Pubblicò scritti di storia e arte locali e si dilettò di pittura, producendo paesaggi e ritratti. Alla morte lasciò una consistente eredità al Comune di Ala, costituita da materiale storico, da raccolte di monete e di quadri e dal suo palazzo natale .( tartto dal sito  dell'Accademia degli Agiati di Rovereto)

 

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