Testo fisso

 Per la politica dell'ambiente                                   Chi lotta può perdere,chi non lotta ha già perso! Guevara                                          

La centrale Idroelettrica di Campagnola

 

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Premessa 

 

Per ricordare quanti hanno lavorato e i molti che hanno perso la vita nei lavori di costruzione della Centrale Idroelettrica di Campagnola abbiamo ritenuto opportuno pubblicare un articolo piuttosto corposo  in gran parte tratto dal lavoro di  Mattia Pelli dal titolo  "Il Trentino degli anni '50: dipendenza e sottosviluppo" .           

 

Un doveroso riconoscimento alle persone , alla volontà della Nazione di riemergere dall'abisso della Guerra, un invito all' Amministrazione a ricordare e farsi  ogni tanto protagonista e partecipe .

Pochi di questa come delle precedenti amministrazioni è consapevole dei benefici che la Centrale di Campagnola porta alle Casse Comunali. Il lascito non è stato solamente nel dare lavoro e occupazione ma consentire  sin da quei lontani anni una rendita pressoché perpetua che viene erogata al Comune attraverso il Consorzio Imbrifero Montano (BIM). Gran parte dei c.a. 100.000 €    l'anno riconosciuti alla Città e al suo Territorio per mancato utilizzo delle acque, provengono appunto dalla Centrale di Campagnola. Quando le Centrali e le altre infrastrutture produttive  presenti sul territorio saranno soggette al pagamento dell'IMU le risorse finanziarie aumenteranno considerevolmente con la speranza non vengano utilizzate per i fuochi artificiali.

  

 

La centrale Idroelettrica di Campagnola.

Storie di  “ordinario Lavoro “

 

1950, l'Italia uscita da quattro anni da una devastante Guerra , era sballottata ancora in una crisi economica mondiale che strangolava l'intera Europa e vacillava scossa da una situazione politica definita ma non ancora completamente assestata.

 

L'economia era di sussistenza e  nonostante   le grandi risorse fornite  dal Piano Marshall doveva ancora essere ricostruita la struttura portante di una società .  La rete viaria , stradale e ferroviaria erano a pezzi, 6.000 i ponti da ricostruire, il tessuto industriale da costruire, avviare e riconvertire in una economia di pace, porti, città, campagne erano state rese irriconoscibili dalla guerra che per due lunghi anni aveva interessato direttamente l'intero territorio metropolitano.

 

Masse di disoccupati o sottoccupati stazionava nelle città e nei paesi, la richiesta di lavoro  costituiva la maggiore delle tante preoccupazione dei governi siano essi nazionali o locali. La creazione di lavoro era di vitale importanza per la sopravvivenza della nazione e delle istituzioni democratiche ancora gracili.

 

Era il tempo nel quale ci si offriva “ a giornata” , si contrattava una sola giornata di lavoro, quanto bastava per mangiare e per  continuare a sperare nel giorno successivo. Una forma di lavoro della quale si pesava di aver perso la memoria ,  ricomparsa al tempo della Grande depressione , o drammaticamente presente nel secondo dopoguerra in tutti i comparti lavorativi, dall'agricoltura all'industria, all'esilia . Una forma di bracciantato da sempre presente nelle regioni depresse e che nella moderna Globalizzazione sembra abbia notevoli possibilità di imporsi come nuovo modello di lavoro.

 

Ala viveva forse il suo periodo più buio.  Non vi erano fabbriche, la cartierina era prossima e con i suoi0 posti di lavoro sarebbe stata un boccata di ossigeno e di speranza per la città, la Slanzi era lontana come pure il calzificio Crosina e lontane nel futuro le fabbriche figlie del boom degli anni sessanta.

 

L'imprenditoria privata muoveva i primi passi e tutto era affidato alle grandi commesse ed iniziative pubbliche. E infatti molto simile al Newdeal  roosveltiano era lo sforzo dello stato negli  investimenti E così anche Ala e il suo territorio furono interessati da alcune grandi opere.

 

La Nazione aveva fame di energia e ancora una volta come nei precedenti decenni la risorsa naturale rappresentata dalle acque fu veicolo di  speranza, lavoro e crescita.

 

Era stato da poco ultimato lo sbarramento SIMA – la diga - , ricostruita la stazione telefonica, completati i ponti sul torrente Ala quando nel 50 prese avvio la monumentale costruzione della centrale idroelettrica di Campagnola e del canale in galleria proveniente da Mori.

 

 

 Caratteristiche dell'opera

  

planimetria generale

La centrale è costruita completamente in caverna; rientra tra le centrali "ad acqua fluente".

Sono centrali a funzionamento continuo e sono il tipo di impianto idroelettrico più diffuso. Per la produzione di energia elettrica sfruttano la differenza di altitudine tra il pelo d’acqua superiore e quello inferiore, il cosiddetto salto.

 

  

 

Ciò può avvenire per mezzo di uno sbarramento nell’alveo oppure anche deviando l’acqua attraverso un sistema di condotte. Le centrali ad acqua fluente lavorano in modo continuativo, 24 ore su 24.

 

 

planimetria centrale

  Il periodo di massima attività nella costruzione di opere idroelettriche, considerando che i tempi di costruzione variavano da 2 a 6 anni, è quello compreso tra il 1948 e il 1955. L’economia nazionale era allora in ripresa e aumentava dunque la sua domanda di energia, così le grandi società ripresero il programma di costruzioni che avevano abbandonato nel 1930.

 

 

planimetria centrale 1Negli anni successivi alla guerra erano in costruzione in Trentino gli impianti di S. Giustina della Edison, quello di Caoria della SMIRREL, quello di S. Massenza della SISM e quello sull’Adige tra Mori ed Ala, della SAFEV-Società Anonima Forza Elettrica di Valeggio sul Mincio (VR) che assieme alla Montecatini dà luogo alla formazione di una nuova società, la Società Elettrica Ala (SEA).



 

 

 

Centrale idroelettrica in caverna a Campagnola di Ala

                                                                                                                                                                                                       

assonometria generale

 

Anno di costruzione

1953

Tipologia

Idroelettrico

Potenza

38 MW

N. Gruppi

2

Salto

28,25 m

Portata

200 m³/sec

Producibilità

281 GWh

Tipo macchinario

Kaplan ad asse verticale

 

 

Laufwasserkraftwerk it 01Il principio di funzionamento di una turbina di tipo Kaplan è quello dell’elica di una nave. In pratica la girante della turbina è immersa nel flusso d’acqua che fa girare le pale dell'elica La Kaplan, grazie alla possibilità di regolare l’angolo di incidenza della pale, ha il pregio di funzionare con rendimento ottimo anche con grosse variazioni della portata. Questa turbina viene utilizzata per bassi dislivelli con grandi portate.

                                              

 

energia-elettrica clip image034

Sezione frontale di una Turbina tipo Kaplan

 

 

 Documentazione fotografica delle varie sezioni della centrale

Le fotografie, dei F.lli Pedrotti, sono tratte dal sito "Lombardia beni culturali-fondo Edison"

 

 

assonometria

 

3dcapX001    canale di restituzione

 

 

 3dcapX002 diffusori

 

 

 

 

 

 

 

 

3dcapX003   centrale

 

 

3dcapX004   camera di alimentazione

 

 

 

 

 

 

 

 

3dcapX005   galleria in pressione

 

 

3dcapX006   camera di espansione

 

 

 

 

 

 

 

 

3dcapX007

 galleria di accesso

 

 

 

 

 

 

 

3dcapX008

 accesso esterno

  

 

3dcapX009

 scarico sfioratori

 

 

3dcapX010

 dissipatore

 

   

 

 

 

 

 

Cordialmente

  

RL e MC

 

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