Testo fisso

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17 febbraio 1945 

il P47  e il mistero dell' anello “scomparso”

 

p47

 

Nel grande oceano della rete le informazioni vanno alla deriva, si avvicinano per poi allontanarsi  , si mostrano e si negano , a volte  le trovi così, casualmente allungando una mano  o forse loro trovano te ed ecco che dal tempo riaffiorano tratti della nostra storia , episodi dimenticati, eventi scomparsi  o dimenticati come i testimoni.

 

Il 17 febbraio 1945  a due mesi  dalla fine della seconda Guerra Mondiale, l'Operazione Alleata denominata in codice Bingo  il cui scopo era disattivare la rete elettrica delle ferrovia del Brennero si era conclusa con successo; la movimentazione ferroviaria era affidata alla trazione a vapore con grave detrimento per il volume dei cariaci trasportati.

Dalle 20.000 t. giornaliere del tardo 1943 e primo semestre del 1944, si passò alle 10.000 . I carichi erano soggetti a continui trasbordi, dai carri ferroviari agli automezzi fino alla trazione animale, facilitando l'intercettazione e la loro distruzione da parte dell'aviazione alleata.

 

L’operazione Bingo  venne condotta dalla 12a Air Force (con il supporto anche della DAF – Desert Air Force – britannica) per il tratto Verona ( sottostazioni  di trasformazione di Domegliara Ceraino , Peri , Ala, Rovereto e  Trento)  e dalla 15a Air Force (bombardieri strategici) per le sottostazioni presenti tra Ora e il Brennero.

 

“Bingo” inizia la mattina del 6 novembre del 1944 e termina la sera del giorno medesimo.

Tutto quello che avvenne poi nei giorni successivi fu la “normale” attività che la Mediterranean Tactical Air Force – MATAF – mise in atto per mantenere inattiva la linea del Brennero.

 

I mesi di febbraio e marzo sono i periodi dove massima fu l’azione di bombardamento sulla nostra provincia.

 

Le incursioni si susseguivano in maniera continuativa affidate  ai  caccia bombardieri P 47 Thunderbolt  con base a Grosseto e ai gruppi  bombardieri bimotori basati in Corsica.

 

Puntuali i raid scandivano le giornate eseguiti con circospezione e attenta pianificazione  data la massiccia presenza sul fondovalle di un forte contrasto antiaereo e facevano la loro comparsa nei cieli della Valle tra le 11 e le 12 antimeridiane. Si trattava degli aerei del 57mo gruppo caccia le cui  missioni erano dettagliatamente programmate in precedenza, per  ridurre appunto i rischi derivanti dalla  flak nella valle dell’Adige .

 

Un routine faticosa  che portava anche a qualche  azione  inconsulta  ( come se la Guerra non fosse un immane inconsulta azione!) come sparare una raffica ancora visibile sulla casa in via Ronchiano di proprietà  Debiasi  Aldo e allora abitata dalla famiglia  di Bazzanella Pio.

 

Puntuale anche quel giorno del 17 febbraio  la  formazione di 8 P47 fece la sua apparizione nei cieli di Ala , suddivisa in coppiole (così è definita la formazione minima adottata ancor oggi in aeronautica dalla caccia) volteggiò per alcuni minuti sopra l'abitato e la ferrovia  inseguiti dalla contraerea  leggera  posizionata a Pilcante  e da una  una “quadrinata” a S. Pietro in Bosco.

 

Un colpo, forse uno solamente andò a segno e fu sufficiente. L'aereo colpito emise immediatamente del fumo, compì alcune evoluzioni per disimpegnarsi, forse volute o forse in modo del tutto casuale.

Le testimonianze dei colleghi di formazione riportano le ultime conversazioni radio. Il pilota dell' aereo colpito era ancora vivo e cosciente al momento dell'impatto. Le sue ultime parole furono: “Non vedo nulla solo sangue......” , Vane furono le indicazioni gridate dall'altro pilota di “Alzare il muso dell'aereo, di virare più decisamente”. **

 

Sta di fatto che imboccò  con rotta ascendente la Valle dei Ronchi, ma non riusci a superare gli alti contrafforti delle Piccole Dolomiti e si schianto sul crinale della Montagna all'altezza di quelle che vengono denominale “ le  Cette”. Lassù in alto proprio sopra l'ex parco giochi di Ronchi.

 

valle ronchicaduta

 

Il pilota  caduto era il 1st Lt – Primo Tenente -  Moody L. James .Apparteneva al 66th Squadron del 57mo  Fighter Group con base a Grossetto.

 

In questa missione di “dive bombing” – bombardamento in picchiata, l’ufficiale era leader di una formazione di 8 P47 che avevano come obiettivo il ponte ferroviario di Ala.

 

Per anni  mi fu raccontato questo episodio senza che vi ponessi eccessiva  attenzione anche perchè i particolari e i dettagli cambiavano ogni qualvolta il racconto veniva ripetuto, ma la grande conoscenza delle vicende belliche aeree in Trentino dell'amico Ianes Michele di Baselga del Bondone a Trento, hanno consentito non solo la convalida dell' episodio nel suo  corretto manifestarsi ma anche il recupero di una fotografia  - riconfigurata dal concittadino dott. Odorico Tonello (Testimone della caduta del B26 alla Rocca e della successiva ricerca dei familiari del Pilota USA  negli anni '70) - in modo da consentire la  visualizzazione  degli ultimi istanti del volo di quel P47 e dare un nome a quel pilota come indicato  nel documento di missione  riportato  assieme ad altri interessanti elementi relativi a quel volo del 17 febbraio 1945 nei cieli di Ala.

 

fotocimitero copia

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Non si trattò quindi di un abbattimento “ fantasma, forse sottovalutato, questo  si” il fatto avvenne, fu confermato; i resti ritrovati  subito dopo,  fu data sepoltura  nel cimitero di Ronchi (vedi foto elaborata dal dott. Tonello) : riesumata una prima volta, venne tumulata nel cimitero di Milano per  trovare finalmente pace nel paese natale di Chattanooga, Tennessee.

 

tomba chattanooga tennesee

 

Non completamente e non da tutti però. Testimoni attendibili e ancora in vita conoscono il nome di colui che per primo si recò sul punto dell'impatto, ritrovò il pilota e …........gli sottrasse l'anello che portava al dito.

 

Un piccolo mistero nella tragedia o forse neppure quello. Forse lacerti di verità  o forse uno dei tanti necessari racconti che contribuiscono alla conservazione della memoria; uno di quei piccoli fatti che assieme tratteggiano il grande affresco della Storia.

 

Cordialmente

Luciano e Michele Ianes

 

** La trascrizione della testimonianza  è riportata nei documenti allegati. In lingua inglese 

 

Contributi:

Michele Ianes

Odorico Tonello

Marco Faraoni

Claudio Devigili

Ferruccio e Ida Valentini

 

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rapporto missione

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testimonianze copia

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