Testo fisso

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Cave, una proposta alternativa

 

cave2016

 

 

Oggi è arrivato con la posta il giornalino comunale “Ala informa”. Sorpresa inattesa, finalmente un assessore comunale che parla di cave.

 

proposta Gatti

 

 

Dopo attenta e imbarazzata lettura, la sorpresa diventa delusione.

 

E’ l’ennesima riproposizione dell’ eterno teorema che guida l’attività estrattiva in quel di Pilcante: “Cambiare tutto per non cambiare nulla”. Qui prodest?

 

Già suona male l’affermazione del rilascio di regolari autorizzazioni allo scavo datate 2017, a più di quattro anni dall’ approvazione del nuovo piano cave.

E questo dato da solo rende la misura dell’ interessamento dell’ amministrazione comunale alla gestione delle zone estrattive.

 

E’ la solita ripetizione a cadenza quinquennale, della necessaria, ormai patetica “proposta alternativa” per evitare di affrontare seriamente il tema ripristini.

 

Perché, egregio Assessore, affrontare quel tema, legge alla mano, vuol dire affrontare i cavatori. E questo non è da tutti.

 

E’ mai possibile che si ripropongano SEMPRE fantasiose soluzioni alternative a quanto è stato appena scritto nel nuovo piano cave, alla modica cifra, sborsata da noi tutti, di 50.000 euro?

 

Vedo il giornalino comunale “elevato” a portavoce delle tesi dei cavatori!

 

Cosa sono se non un riferire tesi usate dai cavatori da decenni quegli spezzoni di frasi “…c’è difficoltà a reperire sul mercato la sufficiente quantità di materiale…”, ”…140 anni per 450.000 mc…da quanto dichiarato” ma ancor più l’ affermazione che “…l’analisi proposta dalle ditte proprietarie delle ex cave Neravalle è fondata…”.

 

L’ ultima affermazione presuppone che l’assessore o chi per esso abbia effettuato una approfondita indagine di mercato, il cui risultato fa stracci di quanto previsto cinque anni fa all’ approvazione del piano.

 

Ricordiamoci invece che questo nuovo piano cave ha programmato i ripristini tenendo conto anche delle proposte dei cavatori, tirando una riga, inoltre, sulla serie di infrazioni che i cavatori avevano commesso nel corso del precedente piano cave, comprese appunto le infrazioni date dai mancati ripristini.

 

Si danno i numeri a caso, a seconda dello opportunità. E si trova sempre qualcuno disposto a far da amplificatore alle lamentazioni dei cavatori che “vorrebbero ma non possono”, ripristinare ovviamente.

 

Siamo seri. Il piano prevede il ripristino delle cave Neravalle in sei anni, a partire dall’ approvazione del piano stesso nel 2013. E dal 2014 improvvisamente il materiale è scomparso dal mercato.

 

L’ amministrazione sembra accorgersi nel 2018 che non una sola manciata di materiale è stata depositata in quelle ex cave; i cavatori non trovano materiale, dicono, e l’assessore competente non trova di meglio che proporre una ipotetica modifica del piano cave.  Ancor prima che questo inizi ad essere applicato.

 

Riporto un capoverso della lettera appena inviata al Servizio Minerario in merito al mancato ripristino delle cave Neravalle, e che vorrei servisse di riflessione anche all’ Assessore alle attività ambientali del Comune di Ala:

“Ricordiamo al Dirigente del Servizio Minerario della PAT che il Programma Pluriennale di Attuazione del Comune di Ala è stato approvato dal Consiglio Comunale di Ala dopo parere favorevole del Suo Servizio ?

Siamo ormai alla farsa ?

Si è verificato un improvviso crollo della disponibilità di materiale utilizzabile per il ripristino immediatamente dopo l’ approvazione del Programma Pluriennale di Attuazione del Comune di Ala? Sembrerebbe di sì dati i fatti. Eppure il progettista del Piano Pluriennale aveva previsto tempi e quantità necessari per l’ operazione.

Ed il Servizio Minerario aveva confermato tali previsioni.

Una cosa è certa: il materiale a costo zero manca da sempre! E qui crediamo stia la risposta ai mancati ripristini.”

 

Qualcuno ha barato allora, all’epoca del progetto, o, più probabilmente sta barando ora.

 

Devo ricordare all’ Assessore che tutti i cavatori, tutti, all’atto dell’ accettazione dell’ autorizzazione estrattiva sottoscrivono anche l’ obbligo del ripristino?

 

Il suo compito istituzionale è quello di far rispettare il recente piano cave, solo quello.

Penso non abbia il diritto di snobbare una norma ben precisa per suggerire varianti che favoriranno, ancora, i soliti noti.

 

Vorrei ricordare anche che, in mancanza di tale ripristino, l’ OBBLIGO grava sulle spalle dell’ amministrazione comunale che potrebbe già contare su circa 100.000 euro depositati quale cauzione dai cavatori interessati alla bonifica delle cave Neravalle. La rimanenza dei costi sopportati per il ripristino va poi richiesta alle medesime ditte, peraltro ancora in attività.

 

Certo, si aprirebbe un contenzioso, ma così dovrebbe agire una amministrazione che segua le regole.

 

E questo, ahimè, dovrebbe valere per tutte le situazioni di discariche per le quali l’amministrazione comunale ha fin’ ora emesso invano ordinanza di sgombero.

 

Le teorizzazioni espresse nell’ articolo su “Ala informa” come sempre lasceranno il tempo che trovano.

 

Chi, come me, dal 1980 si interessa delle cave di Pilcante, ha già, presuntuosamente, la risposta.

 

Non sarà, come da consuetudine, inchinandosi allo strapotere dei cavatori, che l’amministrazione risolverà il problema.

 

Nella migliore delle ipotesi lo trascinerà, salvo interventi della magistratura; nella peggiore vedremo le cave da ripristinare usate come discarica.

 

E si sa che le proposte in tal senso non mancano.

 

Comunque sull’ ultimo capoverso del Suo articolo sono d’accordo, egregio Assessore, ma per arrivare a quanto da Lei scritto non è necessario fare ulteriori sconti agli obblighi che i cavatori hanno nei confronti del territorio, e quindi di tutti noi.  

 

Marcello Cavagna

 

vedi articolo precedente:

E' tempo di domande....e di risposte

 

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