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Festa di San Pietro: sempre nel cuore degli alensi

 

 

San Pietro chiesa

Chiesa di San Pietro: foto insolita degli anni venti

 

Risvegliatevi o giovani” intitola l’Alto Adige del giugno 1912 rivolgendosi alla gioventù alense, colpevole, a suo dire, di non impegnarsi per la sagra di San Pietro che, proprio quell’anno, trascorre senza particolari attrattive, rallegrata solo dalla musica della Banda cittadina. L’estensore dell’articolo ricorda gli anni passati quando la festa viveva con particolare solennità accompagnata da servizio buffet , illuminazione serale del bosco e dei sentieri confinanti, fiera di beneficenza, vaso della fortuna, posta umoristica, balli all’aperto, e tanto altro. Apatia invece quell’anno , che non sfugge nemmeno ad un vecchio cittadino organizzatore delle sagre passate che ricorda i tempi in cui “si faceva mosina per la festa” ; l’articolo conclude con l’appello ai giovani affinchè la ricorrenza si rianimi e non si “riduca alle sole brassadele brusae del buon Colombari (penso sia uno dei tanti gestori delle trattorie di Ala ) “ .

 

Busa San Pietro 01

Mandolinisti che intrattenevano con ballabili

 

Programma   Banda a S.Pietro - Copia

La Banda partecipava sempre alla festa con un concerto all’aperto e alla fine alcuni suonatori allietavano con dei ballabili

 

In effetti le cronache degli anni passati ci tramandano una sagra molto animata , con bengala e spettacolo pirotecnico. Addirittura nel 1903 il comitato organizza una pre-festa un mese prima, quasi per collaudare la macchina organizzativa, con il motto “Divertire beneficando”.

La busa è abbellita con festoni di edera con appesi palloncini colorati, numerosi chioschi, alcuni anche molto eleganti come quello della Pasticceria Wolf, di Pietro Sartori, o Trentini Stefano. Ai lati del bosco sorgono due uffici per la posta umoristica con oltre duemila cartoline inviate e per telegrammi Marconigrafici (sono gli anni delle scoperte di Guglielmo Marconi) .

La “busa di San Pietro” trasformata in una rustica capanna intitolata “Alla Taverna di Eolo” presad’assalto da giovani e meno giovani. Musica con la Banda cittadina e poi orchestrina di dilettanti con scelti ballabili. Fuochi d’artificio magistrali preparati da un bravo dilettante sig. Stefano Zanini, maestro delle Scuole Popolari di Ala (allora non si andava tanto per il sottile con i permessi).

Unico neo l’incendio di un chioschetto costruito da alcuni impiegati privati a notte inoltrata con i colpevoli mai individuati. Alla fine si ritorna tutti a casa a piedi preceduti fino ad Ala dalla Banda che ritma il passo con allegre marcette. Immaginiamo la “busa” circondata da una marea di biciclette in quanto parecchi erano i convenuti da Rovereto, Mori, Avio.

 

Busa san Pietro 02

 

pasticceria Wolf

Wolf pasticcere che onorava la nostra città, insignita di vari riconoscimenti – nel 1921 avvia una fabbrica biscotti contribuendo ad alleviare la disoccupazione in un momento tragico per Ala.

 

La festa è sempre stata nel cuore degli alensi e ogni tanto la cronaca locale si occupa anche della chiesetta ricordando “che una volta il tempio era ricoperto da pitture antichissime,….ma oggi non si vedono che delle deturpazioni. Un’artista, ma lo si potrebbe chiamare benissimo un vandalo le rinfrescò ; ed invece di lasciare intatti quei pochi tratti che restavano e di ravvivarli un pochino, ne rifece si può dire di nuovi, ma così orribili che proprio muovono a sdegno e compassione.” Così recita il Giornale del Leno del 1.7.1898 e certamente si riferisce ai restauri affidati nel 1883 al pittore veronese Pietro Nanin dagli eredi del cav. Pietro Malfatti beneficiari di congrue somme per i restauri della Chiesetta. Tra l’altro il giornale afferma che “bisognerebbe abbattere quelle muraglie che lo rinserrano e pensare ad una semplice gradinata che dalla strada postale mettesse nel cortile del tempio” segno che l’attuale scalinata è di epoca posteriore.

 

affresco San Pietro - Copia

San Giorgio che uccide il drago

 

Purtroppo con lo scoppio della Grande Guerra anche la festa ne risente.

Ricomincerà nel 1920 per merito del Veloce Club Ala presieduto da Guido Lodron con incasso devoluto alla rinascita della Società Musicale e, con la novità, del trasporto gratuito alla Busa con vecchio autocarro messo a disposizione del sig. Zomer Umberto. Chissà che festa per i bambini.

Purtroppo la Busa non è più il luogo che tutti ricordano prima della guerra; la cronaca sotto il titolo “festa nel bosco…disboscato dalla guerra” riporta lo stato miserando del boschetto reso pelato dall’incuria e “ dalle numerose capre degli alensi che vi pascolano, moltiplicatesi in questi anni come la gramigna e infestanti, a dispetto delle leggi forestali i boschi del Comune; durante l’inverno uno sciame di ragazzetti taglia le povere pianticelle per farne fascine da ardere” come afferma il Giornale “Domani della Vallagarina“ nel gennaio 1921.

D’altronde che dire, la miseria dopo la guerra è veramente tragica.

L’anno successivo la festa riparte alla grande, con il ricavato destinato all’acquisto delle nuove divise della Banda e l’intervento delle varie associazioni cittadine, oltre alla Banda e la Fanfara della Sportiva, gran Vaso della fortuna, albero della Cuccagna, tiro a segno, ruota della fortuna, esercizi ginnici di una classe del Ginnasio, illuminazione alla veneziana e spettacolo pirotecnico, servizio buffet da parte di Matteo Debiasi.

E nel frattempo il Comune ha raccolto l’invito del giornale procedendo al rimboschimento della zona. Meglio di così!!!!!!!

 

Fanfara 1924 - Copia

La Fanfara dell’Alense si alternava con la banda a San Pietro (i suonatori erano gli stessi) – ogni Società sportiva di rilievo aveva la propria Fanfara – ad Ala rappresentava sia la Sportiva che la Ciclistica – divise sobrie dal gusto italiano.

 

Mario Azzolini

Foto di Enrico Brusco e Pinter Danilo

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