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- Pubblicato Venerdì, 19 Ottobre 2012 07:39
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La centralità' del Sabato nella Mistica Comunale
“Taccion le “Fiere”, gli Uomini e le cose......” questo il testo di G. Carducci che sull'aria dell'Ave Maria di Schubert la Prof. Albarelli ci faceva cantare alla Scuola Media negli anni cinquanta e che nel ricorrersi della storia sembra ridiventato di attualità per i meriti dell'assessore al commercio per aver magari associato il sostantivo “Fiere” ad altri significati .
Ma oltre a questa disattenzione o deviazione professionale l' Assessore ha dimostrato di possederne un' altra : quella di Scompaginare le tradizioni - in controcorrente con quanto in altre parti si cerca di recuperare.
Non era sufficiente portare a spasso il mercato , declamare meriti e successi che non sono mai stati comprovati e neppure è stato sufficiente evocare ipotetiche reti informatiche sul territorio?
Qualcuno ricorda lo strombazzamento mediatico dei famosi TOTEM da realizzare con Informatica Trentina ? Una rivoluzione a tutto tondo per il commercio e la cultura della Citta'. Questo nelle intenzioni ma anche …......."la via dell'Inferno è lastricata di Buone Intenzioni".
Ora l' assessore ha deciso che il calendario Fieristico va demolito sulla base di considerazioni mercantilistiche o altre concordate con le Corporazioni di riferimento senza mai cercare di allargare l'informazione e il consenso.
Il movimentismo uni direzionalmente rivolto e slegato da una visione complessiva dei problemi e delle cause nasconde e perpetua gli errori di una programmazione che affonda le radici nel tempo quali quelli che hanno spopolato le attività commerciali dalla città.
Riduce inoltre quelle piccole opportunità che ancora rimangono per un recupero del Centro storico tenuto artatamente in vita da iniziative, alcune importanti ma episodiche .
L'amministrazione dovrebbero considerare positivamente e accompagnare il progressivo ripopolamento del Centro Storico favorendo la crescita di un microtessuto economico . Disporre di un “Centro dormitorio” con improvvisi sporadici risvegli legati solamente a manifestazioni culturali o ricreative è non avere considerazione per la città o farne un uso utilitaristico per consentire a ciascuno di esercitare in maniera non coordinata le proprie competenze.
La città vecchia andrebbe vissuta anche nel suo quotidiano e non limitarsi alle presenze istituzionali e se per qualcuno il sabato è il giorno libero e quindi il giorno del consenso non ci sembra un buon motivo per scelte che rischiano di essere dei pannicelli caldi per alcune zone e sudari per altre.
Da tutto questo a chiedere un progetto speciale per la Città Vecchia il passo è breve e lo strumento del Piano Urbanistico dovrebbe rappresentare il momento di sintesi.
Ma tornando alla Fiere ….........poiché da sempre
le ricorrenze erano contrassegnate da queste date:
Terzo Lunedì di Ottobre la Fiera di S. Luca
Secondo Martedi di Novembre la Fiera di S. Martino
Secondo il giorno di scadenza la fiera di S. Giuseppe
si è pensato di sostituire il tutto con il Sabato del Commercio
Non si aggiunge altro se non la comprensione per il panico che sembra assalire Assessore e Giunta nell'osservazione impotente della progressiva smobilitazione del Commercio della Via Nuova prossima ad affiancare con altre dismissione quella del Panificio Dorigatti.
L'idea di unire tutto il residuato commerciale per fare massa critica può avere qualche giustificazione ma sembra più il frutto di una mancanza di idee alternative capaci di valorizzare in altri modi quanto ancora rimane .
Perché' non aprire il Centro Storico come avveniva negli anni cinquanta? O ridurre sia pure provvisoriamente il “canone” di occupazione di suolo pubblico per incentivare l'accesso delle bancarelle?
Perché non promuovere l'attivazione di attività che dispongono di un bacino di utenza non indifferente come quello rappresentato dagli studenti della Facoltà Universitaria, favorendo ad esempio la riapertura del Caminetto?
Può forse essere considerata di buon augurio l' esistenza della segnaletica di riferimento che nessuno in tutti questi anni ha mai pensato di far togliere?
Una semplice operazione ascolto e la pubblicazione dei dati promessi circa lo spostamento del Mercato del Sabato che in quanto proposto come esperimento necessiterebbe della verifica, è così impegnativa?
Quando l'ambizione prevarica in questo modo le tradizioni e le consuetudini non resta che affidarsi allo scorrere veloce del tempo auspicando che un eccesso di zelo e fantasia non porti a cambiamenti più radicali quali:
il Natale sempre al Sabato e un arretramento della settimana Santa per portare al Sabato anche la Pasqua con risultati disastrosi per la liturgia .
Nel Ventennio imperava il Sabato Fascista con l'obbligo della presenza.
Questa Amministrazione può sempre pensare a qualcosa come “ Sabato in festa o in fiera ”
Cordialmente
Grillo
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