Testo fisso

 Per la politica dell'ambiente                                   Chi lotta può perdere,chi non lotta ha già perso! Guevara                                          

-IL PIANO CAVE DI ALA -

STORIA DI BUROCRAZIA E DISINTERESSE (STRA)ORDINARI.

 

cave 04-2004  

Il futuro di Ala? sempre più verde.

 

E' il titolo dell'ultima uscita del bollettino comunale di informazione ai cittadini, "Ala notizie".

 

Condensato di grandi annunci su progetti futuri:


  • il desiderio di accaparrarsi il titolo di Green Town ( lo strascicato marchio della Bandiera Arancione langue),
  • l'entusiasmante progetto della "Manifattura Domani" con abbondante fornitura di cippato per le caldaie roveretane,
  • la nuova scuola media, talmente costosa ed eco-tutto da permettersi di essere progettata senza una caldaia "tradizionale". 


Questo il libro delle aspirazioni, o sogni?

 

Leggendolo, avendo sotto gli occhi quotidianamente il risultato della malsana gestione trentennale del nostro territorio,


 


ci si può chiedere: questa amministrazione " ci fa o ci sta?"

 

 

Ad Ala viviamo in una realtà "zero verde" , fatta di molta trascuratezza ed incuria, di piante tagliate e non sostituite e di annunci di tagli futuri,



di bonifiche agrarie talmente impattanti da lasciare interdetti.

 

 

Bonifiche  permesse da un meccanismo provinciale ben oliato e collaudato, supportato convintamente dalla maggior parte delle amministrazioni comunali, che divora terreni nel fondovalle per opere pubbliche e speculazioni edilizie



concedendo in cambio boschi e contributi a questo tipo di agricoltura dai risvolti speculativi.


I comuni limitrofi, pure interessati da bonifiche agrarie, sono ben lontani dalla quantità e dalla qualità impattante di quelle presenti sul territorio alense.


E' più adatto a questi interventi il nostro territorio? Oppure sono più adatti all'interpretazione ed applicazione delle normative provinciali i nostri amministratori? 


Qualunque risposta si voglia dare, abbiamo un territorio che, usiamo un eufemismo, fa pena!


Ci risparmino la nota scusante portata a difesa in queste occasioni...le normative...la Provincia...la Forestale...,ecc.

Abusando di questo atteggiamento siamo giunti allo stato attuale del territorio.


Un fermo convincimento che il territorio è in primis degli alensi che lo vivono e molte volte lo sopportano, produrrebbe qualche azione visibile di salvaguardia per l'ambiente degradato in cui viviamo.

 

Ma.....il fiore all'occhiello della futura Green Town rimane sempre lui.....il fantomatico, dimenticato, trascurato, insabbiato, pluriprorogato piano cave. 


 

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Il vecchio piano, scaduto a fine 2006, è mantenuto in vita con estrema soddisfazione dei cavatori da una raffica di proroghe, in attesa che il sindaco di Ala, dopo aver negato la validità del nuovo progetto, si decida ad estrarre dal cappello una sua soluzione miracolosa che risolva tutto, interessi dei cavatori e risanamento delle zone estrattive. 

 

Dopo un breve battibecco a mezzo stampa sul tema ad inizio anno, tutto sembra essere ritornato nel pantano del disinteresse guidato da mani esperte.

 

Vediamo chi sono i soggetti istituzionali interessati a che il nuovo piano cave prenda il via rapidamente o che rimanga in letargo in attesa di nuovi avvenimenti.

 

1. L'attuale amministrazione comunale.


Avendo pagato una cifra considerevole per la progettazione, dovrebbe essere il soggetto che maggiormente aspira di arrivare ad una conclusione rapida e positiva per il risanamento del  territorio.

Il responsabile attuale pro-tempore che dovrebbe raggiungere lo scopo è l'assessore all'ambiente, anche se l'unica voce sporadicamente sentita fin'ora è stata quella del sindaco. Suo portavoce?

Se qualcuno ha avuto modo di apprezzare il suo impegno in merito, ce lo faccia sapere. Ci ricrederemmo sulla convinzione maturata in due anni di amministrazione Peroni, riassunta in "non gliene potrebbe importare di meno".   

 

2. Il partito di maggioranza relativa, il Partito Democratico alense.


In un articolo sul quotidiano l'Adige del 21 gennaio 2012, il PD dichiarava nel titolo: "Ma per i Democratici è inaccettabile continuare a rinviare: ora si decida".


ORA, era gennaio. Il seguito è stato lo stesso silenzio che per anni ha preceduto il 21 gennaio 2012.


Eppure poteva il PD, e ancora potrebbe, tentare autonomamente  altre vie istituzionali.


In provincia dovrebbe avere due interlocutori privilegiati, entrambi del Partito Democratico: il vicepresidente della Provincia Autonoma di Trento, Assessore ai lavori pubblici, ambiente e trasporti, Alberto Pacher, e Alessandro Olivi, assessore all’industria, artigianato e commercio, con competenza diretta sulle zone estrattive.

Chi più dei due assessori competenti può districare la matassa creatasi attorno al piano cave di Ala?


E' evidente l'interesse della PAT sulla cava maggiore per depositare il materiale di scavo della futura galleria Loppio-Nago.

 Alleghiamo a dimostrazione un particolare della progettazione dell'opera provinciale.


stoccaggio clicca per ingrandire

 

E forse la stessa PAT vuole mantenere libera la zona estrattiva per l'ipotizzata TAV/TAC.


Ma che lo si dichiari apertamente, e si dia il via di conseguenza al nuovo piano estrattivo di Ala.

 


3. La componente politica chiamata opposizione.OPPOSIZIONE-rid


Anche l'opposizione, perfettamente allineata con la maggioranza, si accorge che Ala ha qualche problema derivato dalle zone estrattive solo in periodo natalizio, quando vota compatta, salvo assenze più o meno strategiche, l'ennesima proroga.

 


4. L'ufficio VIA con il mix di servizi provinciali competenti, l'assessorato all'ambiente della PAT, l'assessorato all'industria della PAT.  


Qui i giochi sono più complicati, entrano in ballo gli interessi e le pressioni dei cavatori, della Provincia di Trento interessata direttamente all'uso futuro delle enormi buche.


E qui dovrebbero essere fatti pesare gli interessi ed i diritti di Ala.


Da chi?


Forse dalla prossima amministrazione comunale.

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