Testo fisso

 Per la politica dell'ambiente                                   Chi lotta può perdere,chi non lotta ha già perso! Guevara                                          

ERRARE HUMANUM EST, PERSEVERARE DIABOLICUM

 

Nel corso del 2011, a seguito di analisi delle terre usate per riempire la cava della Costruzioni Pasqualini in località Neravalle, analisi effettuate dall'APPA provinciale, il comune di Ala emetteva ordinanza di sgombero per il materiale usato nella bonifica.

 

Per tale cava, come per tutte le altre nel territorio di Pilcante, le autorizzazioni estrattive prevedono il ripristino con materiali adatti a riportare sui terreni la coltura a vite.

 

Quindi terre con caratteristiche corrispondenti alla tabella A del decreto ministeriale n.471/1999 per suoli ad uso verde pubblico, privato e residenziale. A quanto è risultato dalle analisi i materiali conferiti nella cava si discostavano in alcuni valori tanto da rientrare nella tabella B del citato decreto, quindi materiali adatti per suoli ad uso commerciale o industriale.

 

Di qui la configurazione del ripristino in atto come discarica abusiva, con la conseguente ordinanza di sgombero.

 

Già nel corso del 2006 nella stessa cava furono portati terreni non conformi provenienti dalla A22. Lo sgombero fu effettuato dopo ordinanza del comune di Ala.

 

Molto diversa è ora la situazione.

Se il primo sgombero ha comportato la movimentazione di qualche centinaio di metri cubi di terre, ora ci si trova davanti ad una cava completamente riempita con qualche migliaio di metri cubi che la ditta Costruzioni Pasqualini dovrebbe, secondo l'ordinanza, asportare.

 

Ma nel frattempo l'attività della ditta è cessata, quindi si suppone che il contenzioso apertosi tra il privato e l'amministrazione a seguito del ricorso della ditta Costruzioni Pasqualini al TAR contro l'ordinanza comunale, avrà tempi biblici, sopratutto in considerazione dello stato di cessata attività della ditta.

 

Fin qui, succintamente, i fatti.  Ora le considerazioni.

 

La prima, inevitabile per chi come l'Associazione da anni si interessa di queste problematiche, riguarda le cause che hanno permesso la situazione di presunto abuso.

 

Nelle cave di Pilcante la movimentazione di terre varie è notevole, non solo in uscita.

 

Nel corso degli anni abbiamo assistito ad un consistente ripristino di una parte della cava più ampia; abbiamo assistito e tuttora quotidianamente osserviamo il va e vieni di camion che conferiscono e esportano materiali dalla cava esaurita posta più a nord nella zona estrattiva di Pilcante; abbiamo visto scavare sotto il livello consentito, abbiamo visto riempire la buca prodotta con materiali provenienti da scavi in galleria; abbiamo visto asportare parte di strade comunali ripristinandone lo stato con della porcheria.

Solo noi abbiamo visto? cool

Dove erano il comune di Ala e l'ufficio minerario provinciale, dove era il corpo forestale, dove stava l'APPA?

Se la vigilanza sulle situazioni che tutti sappiamo critiche, comprese quelle estrattive,fosse mantenuta con una certa coerenza con i compiti istituzionali affidati a ciascun ente, probabilmente non si arriverebbe ad un controllo quando la situazione è difficilmente recuperabile.

 

Anche il comune di Ala, come l'ufficio minerario provinciale, come l'APPA hanno contribuito al verificarsi della situazione.

 

Il comune di Ala perchè non si è interessato a quel che succede nelle zone estrattive.

O meglio, sembra si sia preoccupato esclusivamente di non interferire con le attività economiche.

Non si comprende altrimenti perchè,  pur essendoci la normativa che impone i ripristini, seppur sollecitato più volte anche dall'Associazione Tutela Territorio a sanare alcune situazioni,  abbia continuato a mantenere aperte cave la cui attività è esaurita da anni.

 

Nonostante fosse doveroso per l'amministrazione far osservare le prescrizioni contenute nelle autorizzazioni allo scavo che la stessa amministrazione comunale ha rilasciato, ha ignorato che da anni quella cava, come le altre limitrofe, avevano l'obbligo di essere ripristinate. E' rimasta completamente estranea nella gestione di quel territorio. Aveva il potere e il dovere di imporsi direttamente, o facendo intervenire l'ufficio minerario provinciale.

 

Quello stesso ufficio che ben conosceva e conosce le varie situazioni estrattive.

 

Il comune di Ala si trova ora ad affrontare un contenzioso che richiederà molto tempo, e risorse economiche per essere risolto.

Nel caso particolare delle Costruzioni Pasqualini, sulla base delle considerazioni fatte nell'introduzione, ci sarà uno scotto ben più alto da pagare per il territorio: quel terreno, anziché diventare produttivo per l'agricoltura, potrà diventare, nella migliore delle ipotesi, un prato incolto.

 

Ecco una testimonianza a dimostrazione di come si applicano “fluidamente” i controlli su queste situazioni.

 

Se avete letto l'articolo "1979, l'inizio delle discariche", ricorderete che la discarica comprensoriale per RSU in località Neravalle era stata autorizzata all'interno di una cava ancora attiva.

La Giunta Comprensoriale dichiarò la chiusura definitiva della discarica il 14/11/1991.

Nella cava l'attività è continuata almeno fino al 2004, anno in cui il proprietario, nel tentativo di prelevare anche gli ultimi granelli di sabbia, ha asportato il materiale messo anni prima a copertura dei rifiuti.

 

A seguito della segnalazione della Stazione Forestale di Ala che segnala l'emersione di ingenti quantità di rifiuti, inizia il balletto delle competenze.

 

Da il via il Servizio Minerario della Provincia di Trento che verbalizza il 31 marzo 2004: "....i documenti...imponevano che gli scavi prodotti dalle coltivazioni a fossa fossero riempiti con materiale inerte...."  ".....da informazioni assunte direttamente dal proprietario della cava ...è emerso, invece, che sulle particelle fondiarie ... è stata portata avanti una attività di discarica di rifiuti solidi urbani a cura del Comprensorio C 10 in contrasto con le prescrizioni contenute negli atti autorizzativi di cava ed in modo incompatibile con una temporanea attività estrattiva senza che alcun Servizio della PAT o Ente locale riscontrasse, per quanto è dato sapere, irregolarità al riguardo."

 

Chi scrive questo è lo stesso Servizio Minerario che ripetutamente, negli anni, ha frequentato anche la cava-discarica di Neravalle?

 

Non è il Minerario un Servizio dipendente dalla stessa Giunta Provinciale che il 16/09/1983 rilascia l'autorizzazione alla gestione della discarica? Giunta che il 20/01/1984 approva il piano per l'utilizzazione delle discariche controllate esistenti.

 

Non è il Servizio Minerario parente stretto del Servizio Protezione Ambiente che il 04/04/1989 rilascia l'autorizzazione alla discarica controllata per RSU per 3 anni?

 

Segue  il Comune di Ala che in data 5 aprile 2004 chiede al Comprensorio, all'APPA, al Servizio Minerario gli "estremi dell'autorizzazione all'attività di discarica rifiuti, tipologia e quantità dei rifiuti conferiti, periodo di conferimento, particelle fondiarie e perimetrazione ecc.".

 

Ma non è lo stesso comune che in data 21 febbraio 1980 ha rilasciato la concessione n° 8/A per il riempimento delle due discariche comprensoriali? Quindi doveva essere a conoscenza del periodo di utilizzo della discarica, come doveva conoscere le particelle interessate.

 

Non è lo stesso comune che per la cava-discarica in questione ha concesso ripetute autorizzazioni provvisorie per il proseguimento e ampliamento dell'attività estrattiva :  31/12/1982, 22/11/1983 e in via definitiva fino al 2007 in data 04/12/1992 ?

 

Prosegue il 2 agosto il Servizio Minerario sanzionando il C10 nella persona del suo presidente, ritenendo incompatibile l'attività estrattiva con l'attività di discarica, e rilevando che, in collaborazione con la ditta esercente la cava, ha condotto un'attività di discarica di rifiuti solidi urbani in mancanza di autorizzazione comunale.

 

Il 20 ottobre 2004 il comune di Ala emette ordinanza di rimozione rifiuti affioranti, per  (ironia della sorte) trasportarli in discarica a mezzo di ditta regolarmente autorizzata al trattamento e trasporto.

 

Nello stesso giorno il comune emette altra ordinanza per il ripristino dello stato dei luoghi conseguente all'approvazione di idoneo progetto da parte dei servizi competenti

 

Ovviamente tutto è stato eseguito nei modi e tempi previsti, con buona pace di tutti.

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