Testo fisso

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Un giorno in Pretura ad Ala

 

bilancia

 

 

Spesso abbiamo sentito parlare dell’inevitabile decadimento di Ala dopo la prima guerra mondiale, causato oltre che dalla scomparsa della Dogana e della Stazione Internazionale, anche dallo spostamento della antica Pretura avvenuto alla fine degli anni 20.

 

Ma da quando esisteva in Ala una sede giurisdizionale con tanto di giudice, cancelleria e carceri ?

 

Tralasciando di risalire all’epoca del Principe Vescovo e dei 4 Vicariati e attingendo dalla sintesi di una conferenza della pro Cultura nel 1956, risulta che nel 1843 venne costituito ad Ala “L’imperial Regio Giudizio Distrettuale” che, pur dipendendo dal Tribunale di Rovereto, aveva competenza sui comuni della zona più a Sud della Provincia. Operava anche l’Ufficio Imposte.

 

La sede era nel palazzo comunale mentre le carceri nella casa di Via Roma (confinanti col vecchio asilo) : una piccola cittadella giudiziaria allora Via Roma dato che poco distante operava lo studio degli avvocati GioBatta Debiasi e Pietro Sartori.

L’attività, condotta da un consigliere direttivo, un giudice, due cancellieri, riguardava cause di sfratti, debiti, nonché comportamenti penali come molestie, offese, violenza. Le condanne erano riportate su un registro in ordine alfabetico; frequenti le contravvenzioni all’articolo 460 del codice penale ( taglio legna nei boschi e caccia di frodo) o per il mancato controllo delle infezioni animali allevati.

Tanto per farsi un’idea l’offesa ad un maestro comportava il carcere per 24 ore, l’accattonaggio 2 giorni, l’infedeltà sei mesi, il taglio della legna da uno a più giorni di arresto. C’erano le sanzioni pecuniarie, come quella di 60 corone inflitta ad un commerciante per vendita di “carne non visitata”.

 

dipendenti cancelleria Pretura   Ala

Elenco uffici giudiziari che dipendevano dal Tribunale di Rovereto – da Almanacco Trentino 1910-11

 

 

 

Via Roma

Via Roma con gli uffici giudiziari, le carceri e lo studio legale(archivio Brusco)

 

 

Il vagabondaggio era un reato molto frequente (addirittura 21 condanne alla stessa persona) , al pari dell’ubriachezza molesta, con le osterie costrette a rispettare l’orario di chiusura ed i clienti che non volevano uscire, con il “Cervo” fra i più turbolenti.

La giustizia austroungarica era celere e con semplici procedure. Nel 1910 un processo contro quattro concittadini accusati di aver offeso la nazionalità di due “regnicoli” (italiani) si svolse dopo un solo mese dai fatti condannando due degli imputati a pene detentive. Par di capire che la maggiore età era bassa, con condanne anche a chi aveva solo 15 anni.

 

Soini Fedele 01

Soini Fedele cancelliere ai primi 900(archivio Banda Ala)

 

Con l’arrivo degli Italiani ad Ala nel maggio 1915, la giurisdizione fu trasferita ad Avio assumendo il nome di Pretura e lì rimase fino alla fine della guerra.

Ritornerà nella sede di Ala ai primi anni 20, rispettando per alcuni anni il codice austriaco per non ingenerare incertezze sui comportamenti già consolidati.

 

Ecco la cronaca di una giornata in pretura nel 1929 pubblicata dal giornale il Gazzettino: 

 

8 casi esaminati dal giudice, dott. Augusto Baffetti, con tanto di pubblico ministero e cancelliere.

  • contravvenzione alla legge sulla panificazione.
  • Caccia di frodo con i lacci sui Monti Lessini
  • 4 casi di ubriachezza e oltraggio alle guardie
  • incendio colposo nei boschi di Avio.
  • Danni per incidente automobilistico in Via Nuova.
  • Danni per mancato mantenimento della destra sulla Nazionale da parte di due carrettieri, che oltretutto si erano dati alla fuga.
  • Abuso della professione di medico fornendo medicinali contro l’epilessia.

 

Le sentenze si conclusero con quattro assoluzioni (di cui tre per insufficienza di prove) , tre arresti, due ammende, tutte riportate dal giornale con nomi e cognomi. Tra le assoluzioni anche la fuga dal posto dell’incidente, non considerata un reato.

Come possiamo vedere trattasi di casi in linea col il modo di vivere di allora e la “privacy” era una parola sconosciuta. Apparentemente strano l’ultimo reato di abuso della professione di medico per curare l’epilessia, ma allora tale malattia era ritenuta quasi una maledizione e da tenere nascosta, affidandosi magari a dei ciarlatani.

 

Grande curiosità nel mondo politico di allora destò il processo contro il sindaco nei primi anni 20, accusato di aver calunniato un consigliere e perciò condannato, con pubblicità sulla stampa. Anche allora eccessiva severità nei confronti del taglio della legna nei boschi che perdurò fino agli anni 50.

Nel 1927 , nonostante le proteste, la sede venne declassata restando fino al 1931 come succursale di Rovereto.

Ci furono vari tentativi per ripristinarla ma inutilmente; neppure una supplica inviata nel 1939 al Duce dal Commissario Prefettizio GioBatta Martinelli che denunciava la decadenza di Ala, restò inascoltata.

 

 

giudice Baffetti

Augusto Baffetti ultimo giudice della Pretura alense (archivio Brusco)

 

Ala mantenne solo il giudice conciliatore, previsto dalla nostra legislazione fin dal 1865 per tutti i comuni, che aveva il compito di emettere sentenze su vertenze di modesta entità ma soprattutto di comporre una lite prima di andare dal giudice. Ed in effetti nell’economia povera di allora era una funzione molto importante e apprezzata.

 

 

Tra i titolari di questo servizio onorario ad Ala dopo la guerra vi furono il prof. Bazzoli, il maestro Guido Avi (con vice Dario Ferrari delle Poste) e, dal 1970 a 1995, e Otto Tomasoni ( con vice Azzolini Alfredo).

 

Udienze sempre nel palazzo comunale – una volta al mese ai tempi di Avi. Nel 1956 le sentenze furono nove mentre le composizioni amichevoli ben 37, a dimostrazione che i conciliatori cercavano di evitare il ricorso costoso al giudice. Infatti ad Ala gli avvocati mantenevano delle sedi precarie visto che si cercava di risolvere col buon senso e la mediazione.

 

Poi nel 1995 la giurisdizione nazionale cambiò radicalmente, con l’abolizione delle Preture e l’introduzione del Giudice di pace e, negli anni duemila il tentativo di far decollare la nuova conciliazione, ma finora senza effetti tangibili.

 

Maestro Guido Avi

Il maestro Guido Avi giudice conciliatore negli anni 50

 

 

Azzolini Mario

Archivio Biblioteca Ala –Delpero Luigi 4 Vicariati 1989 - Archivio personale.

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