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- Pubblicato Lunedì, 02 Maggio 2016 20:57
- Scritto da Redazione
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Il lupo apparve in Lessinia.......................” sonò alto uno sparo”
Insediato presso il Casteller di Trento – sede foriera di cattivi auspici – il Gruppo di Lavoro sul Lupo , molto verosimilmente in contrapposizione con il già esistente gruppo di studio improntato sulla scientificità della ricerca e non sulla ricerca di accomodamenti.
L'ennesimo Tavolo di lavoro che ci riporta agli anni '70 quando ogni occasione costituiva pretesto per un' ampia discussione. Solamente che allora si dibatteva sui massimi sistemi e la posta in palio era rappresentata da un giro di consumazioni, clima , temi e poste molto diverse da quanto viene dibattuto da questo Comitato al quale quasi sicuramente non mancherà la consolazione e lo stimolo di un gettone di presenza.
Per discute di cosa poi ? Del destino del branco di lupi recentemente apparso sulla Lessinia Veronese e Alense.
Seguiti, osservati e certamente cacciati in questo breve lasso di tempo dalla loro comparsa ad oggi.
Una parentesi strumentalizzata per declamare le virtù di un ambiente finalmente sano e riconsegnato al ciclo naturale, salvo poi nel breve volgere di soli 4 anni – neppure una generazione – vederne ridotta la presenza dai 12 esemplari del 2014 agli otto ufficiali - ma quasi certamente – ai sei effettivi.
Responsabile certamente la naturale dispersione del branco diventato adulto, ma non è certo immune da colpe l'ottusa politica del vicino Veneto , ma quanto ha influenzato o comunque quale vantaggio ha portato al carnivoro l'eccessiva sovraesposizione esercitata o la promozione di Gruppi di ricerca o lavoro o studio da affinacare ai tanti già esistenti?
E in ultimo come per l'Orso “ vendere” l 'immagine di un “Trentino Naturale” e incontaminato , strumentalizzando la presenza dell' animale e favorire fantasiose forme di turismo.
Un profluvio di trappole sono disseminate sul territorio, molte delle quali abusive , con il solo scopo queste ultime di intercettare i sentieri di passaggio della fauna per finalità che non possiamo considerare innocenti .
Ora come con l'Orso si accenna alla “selezione” al “ contenimento “; si enunciano con orgoglio termini quale “Abbattimenti mirati”, come se questi - sicuramente ben mirati -, non abbiano già da tempo fatta sentire la loro voce. Una voce rumorosa e quasi certamente affiancata da altri e ben più subdoli mezzi .
Questi metodi e molti comportamenti hanno contribuito a ridurre di fatto la popolazione di questo carnivoro ai numeri sopra citati.
A 9.400 € ammonta l'onere sostenuto dalla PAT per i risarcimenti . Molto meno , ne siamo certi , di quanto non sia stato e sia tuttora il costo dei vari comitati e gruppi di studio. Un costo accettabile come lo deve essere il dolore per le prede.
Si vuole il lupo ma che pena il capriolo! Va bene l'aquila, ma la povera marmotta?, Ottimo il nibbio, ma gli altri volatili e la fauna ittica? Quando comprenderemo - Autorità in primis – quanto sono fondamentali il rispetto verso il ciclo e le regole della Natura e quanto importante l'umiltà di farsi discretamente da parte lasciando alle specie quel residuo di habitat che necessita loro.
Lasciamo le cosiderazioni di merito ad altra sede non prima di aver rilevato l'incongruenza e la contradditorietà di molte affermazioni succedutesi in rapida successione riferentesi all'atteggiamento dell'autorità provinciale.
In brevisssimo tempo si è passati dal “il lupo non si tocca è specie protetta” , “imparino gli allevatori che il Lupo farà parte del rischio d'impresa” al più laconico “ non si escludono provvedimenti per il contenimento, attraverso il prelievo “ . Traduzione : con l'uccisione.
A chi non fa pena la carcassa spolpata di un bovino o capriolo? Ma è forse meno impattante di quella un selvatico fotografato in bella mostra con la posa Tartarinesca dell'autore accostato al fucile di precisione?
Il tutto in osservanza alle disposizioni del Governo di Roma al quale la PAT e sottocomitati vari ricorrono come provvidenziale copertura- La rete di Bertoldo.
Perplessità come detto sulla scelta della sede, sui temi trattati e sulle considerazioni o ipotesi di lavoro avanzate.
I titoli fanno supporre che si stia costituendo sicuramente un Gruppo di studio s , ma presumibilmente affiancato da un Gruppo di Fuoco.
Per onor di verità non compare nel primo incontro la Rappresentanza Venatoria ; incapacità propositiva e eccessiva sicurezza nelle proprie forze?
In fondo con una classe politica compiacente come quella provinciale non fanno difetto i Numi tutelari .
Qualche esempio? La liberalizzazione delle strade forestali e l' esercizio ( selezionato e accompagnato) della caccia nei Parchi, le concessioni edilizie (?) per l' allestimento di capanni, tutte agevolazioni esclusive che non interessano ma anzi danneggiano molte altre Associazioni che si vedono negare una stessa parità di trattamento.
Con quale criterio sono stati scelti i rappresentanti del mondo animalista e ambientalista?
In dialetto trentino si direbbe: “ I se la canta e i se la sona, i fa tut a la bona”
un saluto
la redazione
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