Testo fisso

 Per la politica dell'ambiente                                   Chi lotta può perdere,chi non lotta ha già perso! Guevara                                          

BINGO!!!      

 

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Settant'anni dopo 6 novembre 1944 – 6 novembre 2014.

 

No, purtroppo non si parla  del grido di trionfo equivalente al nostro “Tombola!”

 

Settant'anni or sono , il 6 novembre 1944 l'USAAF,  la Forza Aerea Statunitense, scatenò nell'ambito della più estesa Operazione STRANGLE destinata a demolire  la logistica della Wehrmacht in Italia, una campagna di bombardamento delle sottostazioni ubicate lungo la linea ferroviaria del Brennero , con l'intento di trasferire il trasporto ferroviario dalla trazione elettrica a quella a vapore.

 

Il comando Americano aveva individuato lungo l'asse ferroviario del Brennero 33 ponti di vitale importanza per il trasporto e le  sottostazioni di trasformazione elettrica di  Ceraino – Peri -  Ala – Rovereto – Trento – Salorno -  Ora – Cardano . La distruzione di tutti questi obiettivi avrebbe  interrotto pesantemente il flusso dei rifornimenti dalla Germani all' Italia.

 

Il fabbisogno giornaliero delle forze armate tedesche in Italia era infatti stimato in ca. 25.000 tonnellate  che la ferrovia del Brennero e la Tarvisio – Padova -  Bologna potevano sopportare con sufficiente facilità.

Il successivo obbligato passaggio alla trazione a vapore  ridusse il quantitativo a 10.000 tonnellate giornaliere.

 

Il 6 novembre di 70 anni fa con l'impiego di bombardieri bimotori o quadrimotori a seconda della distanza degli obietti dalle basi di partenza appartenenti alla 15° e 12°  Air Force dettero l'avvio all'Operazione BINGO destinata al raggiungimento degli obiettivi sopra descritti.

L'operazione si sviluppò nel corso di quella sola giornata e portò alla distruzione del sistema elettrico della Ferrovia dal Brennero; a Verona, le incursioni  rientranti in quella che il Comando Alleato definì “Brenner Battle “,   si succedettero lungo la linea ferroviaria per l'intera durata del conflitto  ed erano finalizzate  all'interruzione del traffico  che  si sviluppava comunque  e alla distruzione dei ponti che l'organizzazione TODT riusciva a ripristinare in un continuo  estenuante e doloroso “gioco a rimpiattino ” .

 

Alle distruzioni   diurne  da parte Alleata seguivano le ricostruzioni e riparazioni  notturne da parte dei Tedeschi.

Espedienti per ingannare la ricognizione aerea, finte sagome di materiale rotabile per depistare i cacciabombardieri ,  parti precostituite dei viadotti nascoste e camuffate ,  mascheramenti , percorsi alternativi dei binari, perfino la  raffigurazione simulata di bombardamenti già avvenuti.  Tutta una gamma di espedienti atti ad ingannare il nemico dal cielo.

 

Ecco riportato a seguito il Rapporto di missione concernente il bombardamento  della sottostazione elettrica di Ala da parte dei bombardieri bimotore del 312 BG ( Bomber Group):

 

“ Alle ore 11,28, 18 bombardieri bimotore B-25 Mitchell sganciarono da un'altezza di 11.500 – 12.00 piedi,  144 bombe da 500 libbre GP sulla sottostazione elettrica di trasformazione. Il bersaglio venne  colpito in pieno e la centrale demolita. Le bombe caddero anche sui binari e sull'adiacente scalo ferroviario.

Alle  ore 11.44 altri 16 bombardieri  bimotore B-25 sganciarono  da 12.000 – 12.500 piedi 128 bombe da 500 libbre GP sul medesimo bersaglio.

Proseguendo le bombe caddero  a est danneggiando un ponte stradale.

Alle ore 12.45, 16 monomotori P47 Attaccarono con 31 bombe da 500  libbre GP e 60 razzi  da 114mm la centrale di trasformazione elettrica di Ala .

13  tra bombe e razzi (14%) colpirono il bersaglio.

Alle 12.51 15  bombardieri bimotore B26 del 17° BG sganciarono 60 bombe da 1.000 libre  GP sulla massicciata ferroviaria  posizionata  nel quadro  F688900. Furono colpite  le testate nord e sud  del ponte ferroviario. Entrambe le testate furono riempite  di crateri di bomba “

 

Un ulteriore rapporto del 18 febbraio 1945 così recita:

 

“ il 488° SBM del 340° BG dotato di 15 aerei bimotore B 25, dalla quota di circa 3.000 metri ha sganciato 96 bombe GP dirompenti da 500 libbre  e pure 66 bombe al fosforo da 100 libbre  sulle postazioni dei cannoni antiaerei da 88 mm per colpire i serventi all'aperto e privi di protezione, nonché per ridurre con il fumo bianco del fosforo, la visibilità per il telemetro di puntamento della centrale di tiro antiaereo della Flak . I bombardieri erano scortati di 8 cacciabombardieri P47 “

 

Pur nella scarna  e tecnica  descrizione  ricca solo   della terminologia  propria del linguaggio militare , si può immaginare l'effetto delle incursioni nella giornata di quel 6 novembre 1944, sulla popolazione locale . L'impatto sul  morale degli abitanti fu così sconvolgente da  creare un  vero e proprio fuggi fuggi generale, per cercare scampo dall' apocalisse che scendeva dal cielo.

 

Ma di questo abbiamo parlato su questa rivista  a proposito dei “ Busoni “.

 

Le incursioni si succedettero in continuazione sullo scalo ferroviario di Ala fino alle fine della guerra,  effettuate prevalentemente da Cacciabombardieri  P-47 aventi per obiettivo il traffico ferroviario e la distruzione dei ponti e viadotti ripristinati.

 

La città non costituì mai un obiettivo primario  per l'Aviazione Alleata, pur tuttavia  ebbe a subire quelli che in gergo sono eufemisticamente definiti “danni Collaterali”;  Il Convento dei Padri Cappuccini ne fu la sola e più preziosa vittima.

Anche tra la popolazione civile vi fu un unico caduto per cause dei bombardamenti . Colpito da schegge per aver temerariamente rifiutato di abbandonare il lavoro nei campi morì per ferite colui del quale conosco  purtroppo solamente  il soprannome: “ El Capuzzo “.

 

 

Luciano Rizzi

 


Note:

 

BG – Bomber Group

SBM Squadrone Bombardieri Medi

libbra pari a 453,5 gr,

piede 30,48 cm.

Bomba GP – General Pourpose- ad uso generico

 

Bibliografia

 

Un ringraziamento particolare a  Claudio Devigili 

e alla sua pubblicazione * Guerra aerea sul Trentino – edizioni Temi

 

Air War in North Italy 43-45 di Arena Nino

Bombardate l'Italia di Giovannino Missobrio

Testimonianze di Ferruccio Valentini e Guglielmo Marasca

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