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- Pubblicato Lunedì, 24 Ottobre 2016 11:27
- Scritto da Mario Azzolini
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Le eccellenze di Ala al tempo di Francesco Giuseppe.
“Ai veglioni di carnevale il servizio ristorante venne svolto dal sig. Wagmaister che per i suoi vini ottenne il primo premio all’esposizione vinicola di Vienna”.
Così scrive l’Alto Adige del 20 febbraio 1903 illustrando le iniziative del Carnevale alense. Riconoscimento meritato ad una attività commerciale svolta nel cuore di Ala che continuerà fino alla fine del 900 ad opera degli eredi, spesso citata nelle cronache locali per la sua professionalità , in particolare durante le ricorrenze di Passo Buole degli anni 20 quando il buffet allestito dal Wagmeister riscuote consensi unanimi.
Scorcio di piazza Mosè – siamo negli anni 20
D’altronde prima della grande guerra la ristorazione locale offre anche altre eccellenze degne di attenzione, come la Pasticceria Wolf Arturo , citata nelle cronache del 1898 per la sua partecipazione alla Esposizione Internazionale di Trieste e, nel 1904, per un bellissimo chiosco allestito durante la Festa di San Pietro. L’attività è svolta accanto a quella del Wagmaister nella piazza del Mosè (poi piazzetta Cantore), e il giorno dell’entrata degli italiani in Ala sarà oggetto di un noto episodio di guerra.
Nel 1956 il M.o Coser ricorda un episodio del 1915 alla pasticceria Wolf
Arturo Wolf, morto ottuagenario negli anni 50, darà vita nel 1921 ( appena finita la guerra e in piena crisi economica per lo spostamento della Stazione Internazionale) ad una fabbrica di biscotti nelle vicinanze di S. Martino, prima iniziativa in Trentino per i dolciumi accolta con grande speranza da tutta la popolazione. Non ho trovato notizie di come è proseguita l’attività.
Importante riconoscimento alla esposizione di Trieste del 1898
Dopo la guerra Arturo Wolf avvia la produzione di biscotti
Come non accennare all’albergo alla Stazione, punto di riferimento per le numerose maestranze impiegate alla Dogana che soggiornano ad Ala ma anche riconosciuta eccellenza nel campo dell’ospitalità, a cui si affidano tutti i servizi esterni di buffet nelle serate di carnevale al Palazzo Angelini o al Teatro Sartori quando c’è bisogno di coniugare eleganza e professionalità.
“Agape fraterna” titola un articolo del 1887 quando l’albergo ospita una cena degli impiegati doganali e ferroviari del regno d’Italia esaltando l’impeccabile servizio e la proposta originale di accompagnare il pranzo con la musica di un quintetto mandolinistico locale. Nel 1910 il Norbert Thaller (impegnato nella filarmonica, nella Banda, in municipio , nella ciclistica e tante altre iniziative culturali) costruisce su progetto del nostro Dalla Laita un nuovo albergo nella palazzina che diverrà poi cantina Martinelli , ma non entrerà mai in funzione causa il trasferimento della Dogana italiana a Peri (altri tre alberghi si avviano alla chiusura o alla trasformazione in caserma). Dopo qualche anno morirà, rattristato dalla mancanza di prospettive della sua attività e rimpianto da tutta la comunità.
Albergo Stazione: siamo ai primi 900
La cartella porta menù del ristorante alla Stazione
Il mensile turistico Adige Adria nel 1910 seleziona per Ala il solo ristorante Stazione.
Notare come ad Arco si respiri una atmosfera mitteleuropea anche nei nomi.
Il giornale Alto Adige a inizio 1905 pubblica alcune eccellenze della nostra città
Infine l’albergo al Cervo, all’imbocco della Valle dei Ronchi, storico esercizio arrivato fino agli anni sessanta.
Anch’esso è citato tra gli alberghi “raccomandati” della nostra città ed è il privilegiato per ospitare i militari dell’impero Austroungarico. Struttura dalla ampia offerta diretta con professionalità da Edoardo Barbieri che nei primi del 900 colma la lacuna dovuta alla temporanea chiusura del Teatro allestendo nel giardino un piccolo teatro all’aperto con palcoscenico per le serate estive protetto da tendoni per riparare il pubblico “dall’aria frizzante che discende da cima Posta”.
L’intraprendente gestore poi lo doterà di un’elegante sala da ballo, molto frequentata.
D’altronde un mese prima apre il primo “Cinema Moderno” in via Casali (odierna Via Segantini) ad opera dei fratelli Bertolini di Rovereto e quindi gli albergatori sono costretti a rinnovarsi per far fronte al nuovo concorrente che, stando alle cronache dei giornali, fa subito affaroni d’oro e si prevede che andrà ancora meglio quando ci sarà un piano elettrico che accompagnerà il cinema muto.
Ma siamo già nel 1914 e la guerra determinerà un arresto di queste iniziative. Poi la ripresa sarà difficile.
Ecco, ho citato alcune attività della ristorazione che hanno trovato spazio nelle cronache dei giornali dell’epoca, ma senz’altro in città prosperavano altre significative iniziative commerciali e artigianali grazie alla favorevole posizione di confine; d’altronde dall’elenco degli Hotel raccomandati possiamo vederne altri che purtroppo non ci sono più.
Ma potremo riparlarne ancora. Sarà una coincidenza ma i primi tre esercenti portano un cognome di derivazione tedesca.
Albergo al Cervo: notare il ponte spostato
Foto e documenti di Enrico Brusco - Tessadri Paolo (menù albergo Stazione) e archivio personale.
Mario Azzolini
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